Eugenio Franzetti ospite nei nostri studi di Professione Motori

Trittico vincente

 

a cura di Delfina Maria D’Ambrosio

Intervista di Francesco Parente


Continuano le grandi interviste firmate Professione Motori. Nelle scorse settimane è tornato a farci visita nei nostri studi Eugenio Franzetti, direttore comunicazione e relazioni esterne PSA. Tanti gli argomenti trattati, partendo dal rinnovamento del gruppo PSA e di quale sia stata la scelta che si è rivelata migliore:

“PSA è il grande gruppo industriale francese all’interno del quale ci sono i tre marchi Citroen, Peugeot e il neonato marchio DS. La nascita di quest’ultimo, avvenuta concettualmente nel 2014 e poi divenuta realtà nel marzo 2015, è stata una scelta molto ‘azzeccata’ e molto coraggiosa visto il momento del mercato automobilistico.  Stando però ai dati commerciali del mercato mondiale si evince che il mercato premium genera un 10% delle vendite ma muove più del 30% del fatturato, quindi è una nicchia di mercato ad alto interesse commerciale e finanziario. Per questo la scelta del gruppo è stata quella di creare da quella che era un car-line interna al mondo Citroen, ovvero la car-Line DS di creare un vero e proprio marchio automobilistico che ha l’ambizione di posizionarsi nel segmento premium. Vuole portare nell’ambito automobilistico quello che in altri ambiti già esiste, ovvero il lusso alla francese, pensiamo alla moda e ai vini per esempio. Lo scopo è perciò occupare il mercato premium ma in modo diverso da quelli che sono gli abituali occupanti, visto che esprimiamo un tipo di prodotto alternativo come linee, design, tecnologia e pensiamo che ci sia  una clientela interessata a questo prodotto. Da qui una scelta strategica che porterà nel tempo anche ad occupare una fetta di mercato, quella premium, in cui fino ad oggi non eravamo ancora impegnati; questo ha permesso di posizionare molto meglio i tre marchi del gruppo. La definizione strategica appena analizzata è sicuramente la cosa più interessante da sottolineare: con DS come marchio premium, Citroen può continuare ad interpretare il suo essere generalista con grande libertà come del resto ha sempre fatto se pensiamo che nella sua storia ha inventato delle vere e proprie icone della storia dell’auto. Citroen vuole, però, differenziarsi nel mondo generalista dai competitor, ne è un esempio C4 Cactus, un’automobile che interpreta il suo essere segmento C, il suo essere crossover, in una maniera completamente differente: la linea che si fa notare, alcune caratteristiche uniche come gli Airbump e infine quello che è il concetto di tecnologia utile. Con quest’ultima le Citroen vogliono essere delle macchine che migliorano e semplificano la vita dei clienti, una tecnologia che offre tutto a portata di mano e permette di migliorare la qualità della vita. Peugeot, invece, è sempre un marchio generalista ma vuole andare ad occupare quelle che sono le fasce più alte del mercato di cui fa parte, con vetture che hanno delle linee pure, chic, eleganti ma che esprimono anche grande dinamicità e sportività andando ad interessare anche l’utente che è attratto da questo tipo di prodotti. Mi viene da pensare alla 308, è quella che esprime meglio questo posizionamento: auto dell’anno 2014,  grande successo anche di pubblico, prima la berlina e la station wagon, poi il livello GT sia sulla berlina che sulla station wagon, ed oggi è nato il livello GTI quindi una vettura 1.6 turbo da 270 CV ossia ciò che intendo per sportività.  Il risultato da un punto di vista di un gruppo, PSA, è quello che oggi occupiamo un’arena competitiva molto più ampia di prima, dove i marchi non sono più in concorrenza tra loro e ci sono prodotti per ogni tipo di clientela. Ad esempio un prodotto come la neonata DS 4, sia nella versione berlina che nella versione crossback, si trova nello stesso segmento della 308 o della Cactus, ma se mettiamo queste macchine vicine sono completamente differenti. Questo, ovviamente, per un gruppo è strategicamente perfetto perché ti permette di parlare a clienti diversi e di occupare uno spazio competitivo più ampio”.

Un aggettivo per definire ogni marchio del gruppo?

“Parliamo di quelle che sono le visioni dei marchi: Citroen la definirei con “be different, feel good”, cioè si differenzia e vuole far star bene le persone.  Peugeot è “motion ed emotion”, ossia la proiezione verso la mobilità completa donando emozioni al cliente, e infine DS è “spirit of avant garde”, un marchio legato alla tradizione classica ma proiettato verso il futuro”.

Continuando su questa linea, un modello per marchio con le caratteristiche che ci ha appena descritto:

“Ricominciando da Citroen, la C4 Cactus è quella che esprime al meglio il carattere del marchio: è una macchina utile per le persone, polivalente direi, e considerando che oggi i budget si sono ridotti avere una vettura che ti permette di fare più usi ed avere allo stesso tempo uno stile originale è molto importante. Per quanto riguarda Peugeot, quella che incarna oggi le caratteristiche del marchio è la 308 perché prima di tutto ha lo stile, molto consensuale, e poi rappresenta la massima espressione di quello che chiamiamo Peugeot I-Cockpit: un volante compatto, un cruscotto rialzato e poi un grande schermo touchscreen dove ci sono tutte le infotainment ma anche la gestione di tutto quello che è la climatizzazione, in modo che il cruscotto sia pulito e praticamente senza tasti.  Infine, per DS ovviamente, scelgo la DS 4: si è rinnovata da un mese ed esprime il concetto di lusso alla francese. Ora abbiamo fatto anche di più, perché se prima era solo una berlina di segmento C, oggi è diventata “due macchine”: oltre alla berlina c’è anche la crossback, la versione rialzata  con le protezioni davanti e dietro che riesce ad esprimere quel concetto di polivalenza di cui prima ma ancor più lussuoso. Tutto questo con una cura del dettaglio maniacale: basti pensare che ci sono fino a 38 combinazioni di colori e c’è un livello di pelle esclusivo in ambito automobilistico che ricopre tutto il cruscotto e le portiere interne”.

Facendo una leggera autocritica, cosa manca al Gruppo per fare l’ennesimo salto di qualità?

“Direi il tempo. Il mondo automobilistico richiede tempo dalla fase di progettazione a quella della vendita, ci vogliono circa tre anni per pensare un’automobile che poi durerà sul mercato sei o sette anni.  Quindi è chiaro che nel momento in cui, nel 2014, si definiscono molto bene quelle che sono le strategie e i posizionamenti  dei marchi, bisogna poi che arrivino gli altri prodotti per definire  ancora meglio in tutti i segmenti questa differenziazione che oggi è presente in alcuni segmenti ma non in tutti. Quindi il tempo di rinnovare anche questi e poter avere in tutti i segmenti modelli diversi per clienti diversi. Anche perché pensiamo alle tecnologie, il gruppo ha modelli totalmente elettrici, modelli ibridi, i microibridi con i migliori Stop&Start del mercato, dotati di un alternatore ovvero di un piccolo motore elettrico che mantiene tutte le utenze accese anche quando il motore si spegne e la ripartenza del motore è immediata. In più quelli che sono i motori a gasolio tra i più virtuosi del mercato. Non può, quindi, che mancare solo il tempo per rinnovare tutti i segmenti della gamma”.

Quali sono i progetti di PSA e per marchio e quali sono gli obiettivi:

“Questi anni sono stati densi di novità ma continueranno ad arrivare perché il gruppo continua ad essere all’offensiva. Nel 2016 rinnoveremo alcuni segmenti importantissimi,  pensiamo al segmento B per Citoen, un segmento cardine nel mercato italiano e europeo, ci saranno importanti novità anche nel segmento C per Peugeot e B per DS. Siamo molto contenti, si continua a rinnovare sempre la gamma che è, specialmente, una gamma che piace. I successi finanziari e commerciali del gruppo sono la leva più importante nel continue questo percorso”.

Si ha la percezione che Peugeot sia avanti davanti a Citroen e DS, voi vi impegnate quindi di più ad alzare l’asticella di Citroen e DS O le energie sono equiparate in tutti e tre i marchi?

“Noi lavoriamo con intensità su tutti e tre i marchi e sul loro rinnovamento, ma è chiaro che il movimento sia un po’ ciclico. Fortunatamente le macchine non si lanciano tutte nello stesso momento ed è chiaro che Peugeot stai beneficiando di un rinnovamento completo della gamma avvenuto dal 2012 ad oggi. Se pensiamo alla 208, alla 108, alla 308, alla 508: si è rinnovato completamente la gamma ed oggi Peugeot ha la gamma più giovane della sua storia e continuerà visto che arriverà un’importante novità nel 2016. Il rinnovamento, che è un enorme sforzo quanto a investimenti su ricerca sviluppo e comunicazione, è andato molto bene e quindi sta piacendo al pubblico, ai clienti, la marca cresce come immagine, notorietà eventi di prodotto e questo è molto importante. Citroen sta rinnovando alcuni segmenti, pensiamo al mondo Picasso quindi il mondo delle famiglie, con la C4 Picasso e la C4 Gran Picasso, che sono macchine che non hanno nemmeno tre anni sono infatti le monovolume più vendute in Europa,  e la C4 Cactus, che è la macchina simbolo in questo momento della strategia del marchio, è stata lanciata un anno fa ed ha venduto più di centomila pezzi. Quindi la parte C e C monovolume è stata completamente rinnovata, adesso si deve rinnovare il segmento B. Arriverà un segmento B meraviglioso e ci sarà una spinta importante in termini di mercato. DS, invece, innanzitutto è nata e poi sta rinnovando completamente quelle che erano le gamme, quindi DS 4, DS 5, e poi ci sarà l’ulteriore passo per poi concedersi modelli completamente nuovi. Seguiamo quindi giustamente i cicli di prodotto con dei cadenzamenti diversi”.

Nel risultato commerciale e finanziario del 2015 PSA sta andando molto bene, avete già in mente obiettivi e previsioni per il 2016?

“Il gruppo cresce da un punto di vista commerciale ma soprattutto cresce a un punto di vista finanziario. Se pensiamo al +6,9% di fatturato vuol dire che si vende un po’ di più ma soprattutto lo si vende meglio, cosa principale per un gruppo. Quindi un 2015 interessante e questo fa da traino per il 2016, anno nel quale ci sarà una situazione finanziaria ancora più solida e sul quale volgiamo capitalizzare da un punto di vista commerciale rispetto alle novità che ci saranno”.

Qual è il bisogno della clientela di oggi? E a suo avviso cosa potrà volere la clientela del futuro su un’automobile:

“Ci possono essere moltissime risposte, sintetizzando direi la polivalenza e la connettività. Il grande successo commerciale che hanno solitamente  i crossover e i SUV, vetture che possono avere più usi, dimostra come sia richiesta la polivalenza. Sono nati, infatti, proprio dei segmenti nuovi, se pensiamo che le station wagon nel segmento B quasi non esistono più e invece sono nati tutti i B crossover, pensiamo alla 2008 ad esempio. Segmento nato quindi perché ha colto l’esigenza della clientela. Sicuramente quindi il concetto di polivalenza, poi dopo ci sono le nicchie, ma dal mercato arriva una richiesta di polivalenza. Poi sicuramente la connettività a bordo, cioè avere delle macchine che abbiano al loro interno le cose che noi utilizziamo quotidianamente: tablet e smartphone e che questi due mondi si parlino per agevolare la vita a bordo. Quindi tecnologia utile mai fine a se stessa ma puntiamo, naturalmente, sempre sul design, le emozioni e le prestazioni”.

Ritiene che nuovi processi, nuove tecnologie di alimentazione, e tra questi discorso a parte la guida autonoma , possano essere le sfide del futuro?

“Discorso a parte la guida autonoma, sicuramente la ricerca e lo sviluppo di tutti i costruttori è intensissima sulle mobilità di tipo alternativo, quindi sulla mobilità il più sostenibile possibile con due strade: una lavorare sui motori termici tradizionali facendo in modo che diventino il più virtuosi possibile, e noi siamo orgogliosi di quello che il gruppo PSA sta facendo in questo momento se pensiamo che la  media delle emissioni di C02 delle nostre gamme è 106,9 quando la richiesta europea è ancora a 120. C’è, però,  anche la ricerca e lo sviluppo su mobilità più avanzate e penso che la mobilità del futuro vicino sia quella ibrida plugin perché anche da un punto di vista culturale rispetta più l’utente e stanca meno rispetto a quella totalmente elettrica. È quindi un giusto tramite, qui e ora, per arrivare a una mobilità ancora più sostenibile. Quanto alla guida autonoma, alcune vetture del gruppo PSA hanno fatto 560km a guida totalmente autonoma sulle autostrade sia spagnole che francesi, siamo il gruppo che in queste due nazioni ha l’autorizzazione a viaggiare su strade aperte al pubblico in guida totalmente autonoma. Quindi la tecnologia c’è la sappiamo fare e stiamo lavorando affinché si  diffonda a tutti i clienti”.

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Peugeot 208 GTi: la prova

 

di Filippo Gherardi

 

Approfittando di una splendida giornata di sole, e di un motore 1.6 turbo benzina da 200 CV, abbiamo deciso di trascorrere una mattinata intera tra le curve del circuito dell’ISAM (Istituto Sperimentale Auto e Motori) di Anagni al volante della Peugeot 208 GTi. La versione più sportiva e prestazionale della compatta francese si conferma tanto discreta nelle forme quanto, al contrario, grintosa e dinamica quando si permette al suo propulsore di esprimersi a pieni giri. Partendo dalle prime, se escludiamo il mini spoiler sopra il lunotto posteriore, lo scarico sdoppiato, i cerchi da 17″ disponibili anche color nero lucido e la mascherina cromata al pari di maniglie e specchietti retrovisori, per il resto tutto o quasi passerebbe inosservato. All’interno, la plancia rivestita in pelle con sottili inserti rossi abbina eleganza ad un DNA chiaramente sportivo, le sedute (anch’esse in pelle con fascia centrale in tessuto ndr) rimangono comode ed avvolgenti, lo schermo touch da 7″ semplice e pratico da utilizzare. Disponibile solo nella versione 3 porte, l’abitabilità riprende comunque quella classica delle altre versioni di 208, con un divano posteriore in grado di ospitare comodamente una coppia di adulti. La capacità di carico del bagagliaio parte dai 285 litri della configurazione base, ed arriva fino ai 1076 litri che si ottengono reclinando le sedute posteriori. Il motore come detto è un 1.6 benzina THP da 200 CV, rumoroso quel tanto che basta, scattante ed abbinato ad un cambio manuale a sei rapporti. La velocità massima dichiarata tocca i 230 km/h, l’accelerazione da 0 a 100 non supera i 6,8 secondi. Il volante dalle dimensioni ridotte (largo 35 ed alto 32 cm) ne esalta la maneggevolezza e la rende particolarmente adatta anche ai contesti cittadini, con un diametro di sterzata di 10,7 metri. Disponibili anche retrocamera, sensori di parcheggio, controlli elettronici di trazione e stabilità, sei airbag, cruise control con limitatore di velocità e fendinebbia. I consumi in città sono dichiarati sui 12,2 km/litro mentre in percorsi extraurbani si arriva a 21,3 km/litro, il prezzo di listino invece è di 21.950 euro.

AUTOMOBILE: QATAR - LOSAIL - WTCC - 26/11/2015 TO 27/11/2015

WTCC: Lopez e Muller concludono in bellezza

 

Con la settima pole position e la decima vittoria della stagione, José María López ha concluso da dominatore il Campionato del Mondo FIA WTCC 2015, vinto per la seconda volta. Con la vittoria nell’ultima manche della stagione, Yvan Muller ha invece strappato per un punto il secondo posto a Sébastien Loeb. Sul podio della gara 2, Ma Qing Hua ha permesso a Citroën di realizzare una “quadrupletta” storica nel Campionato del Mondo. Il Marchio ha segnato anche il nuovo record di punti conquistati in una stagione.

Nell’ultima sessione di qualifiche, iniziata a metà pomeriggio, mentre il sole iniziava a calare, José María López ha dimostrato ancora una volta il suo talento e in 2’00”947 ha ottenuto la settima pole position della stagione, uguagliando il suo record del 2014. Alle 21.30, ormai a sera inoltrata, le auto hanno iniziato il giro di formazione. José María López ha conservato il vantaggio seguito da Mehdi Bennani, Sébastien Loeb, Hugo Valente, Ma Qing Hua e Yvan Muller. Nel secondo giro, Valente ha superato Loeb. La lotta tra le coppie Valente / Loeb e Ma / Muller è rimasta serrata per l’intera gara, che ha consacrato vincitore Pechito López per la decima volta nella stagione e si è conclusa senza variazioni. Dopo una breve pausa è stato il momento di formare la griglia di partenza della gara 2. In prima posizione nelle qualifiche, Tom Coronel è partito dai box. Yvan Muller ha approfittato della situazione, giro dopo giro allungando il distacco da Ma Qing Hua. La lotta si è spostata quindi sul terzo posto. Norbert Michelisz ha resistito a Sébastien Loeb, che doveva comunque aspirare al podio per conservare il posto di vice Campione del Mondo. Ma le posizioni sono rimaste invariate fino alla fine e Yvan Muller ha conquistato il sesto successo dell’anno. All’arrivo tutto il team Citroën Racing ha atteso Sébastien Loeb, per mostragli affetto e riconoscenza con una lunghissima standing ovation.

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Il Motor Show rilancia…ma nel 2016

 

di Filippo Gherardi

 

Tra tante cose che questo 2015 è stato e sarà, nei mesi che mancano da qui al suo epilogo, sicuramente mancherà la nomenclatura di “anno del Motor Show di Bologna”. Sì, perché nonostante quanto si potesse sperare, credere ed immaginare, il Motor Show 2015 non si farà, al pari di quello 2013 e per evitare, probabilmente, un’edizione sottotono e sbiadita come è stata quella del 2014. La decisione è stata presa congiuntamente dai nuovi organizzatori Bologna Fiere Autopromotec ed ACI Sport, che hanno rilevato l’organizzazione della manifestazione nel maggio 2015 e per cui tempo ed adesioni non erano senz’altro validi alleati. Molto più comodo, ma anche più saggio e funzionale, iniziare a lavorare sin da ora per l’edizione 2016 che verrà ufficializzata, con un anno di anticipo, sempre in questi giorni e che manterrà inalterato il proprio calendario: 3-11 dicembre. Ciò che cambierà, e non è poco, è che il Motor Show Bolognese tornerà ad essere riconosciuto dall’OICA (Organizzazione internazionale di costruttori di veicoli a motore ndr) e che al fianco dei succitati Bologna Fiere Autopromotec ed ACI Sport, sempre in sala di comando organizzativo con una collaborazione attiva, ci sarà anche FCA Italia. Un progetto pluriennale che si pone, almeno a quanto trapela dagli stessi organizzatori, due obiettivi principali: essere “una manifestazione rivolta al pubblico per promuovere le vendite” e al tempo stesso “un’esperienza a 360 gradi per gli appassionati”. Letto così, ed analizzate le carte sin qui svelate, tutto sembrerebbe garantire più di uno spunto di riflessione, in positivo, per case automobilistiche ed esperti di settore, quelli che poi di fatto scandiscono tempi e fortune di ogni evento automobilistico internazionale che si rispetti. In aggiunta, sempre dal Bologna Fiere fanno sapere che il nuovo Motor Show 2016 «promuoverà la conoscenza delle vetture, delle novità tecnologiche, presenterà tutte le nuove soluzioni anche di componenti e accessori per l’auto connessa ai sistemi della mobilità intelligente e sostenibile, confrontandosi con le istituzioni e i bisogni dei consumatori; darà la possibilità di verificare, sia attraverso i test drive che attraverso il racing, la potenzialità di brand, modelli e piloti». Per quel che ci riguarda, nel nostro piccolo, ci accontenteremo a partire dal prossimo anno (a questo punto) di ritrovare un evento credibile e all’altezza della tradizione motoristica che da sempre appartiene al nostro paese, sperando che anteprime di mercato e spettacoli a quattro ruote tornino, prepotentemente, protagonisti anche tra i confini italiani.

Dacia Duster Urban Explorer Milano (1)

Dacia Duster Urban Explorer: la presentazione

 

di Filippo Gherardi

 

Comodità e confort a prezzi davvero competitivi? E’ possibile, ancora una volta, grazie a Dacia Duster. Presentato a Milano il Model Year 2016 di quella che, numeri alla mano, si è andata ad affermare sempre più negli anni come l’ammiraglia del secondo marchio di casa Renault. Circa il 50%, infatti, dei modelli venduti da Dacia nel nostro paese sono riconducibili proprio a Duster, una formula efficace, vincente e ben recepita dal mercato, pronta a rinnovarsi una volta di più ripartendo, sempre, da quelli che sono i capisaldi della filosofia Dacia: qualità di prodotto, prezzo unico, comunicazione semplice e rete motivata. Tornando alla presentazione del MY 2016, quest’ultimo è stato svelato alla stampa nella sua serie limitata S.L. Urban Explorer che va ad integrare la versione di serie con una serie di sottili, ma al tempo stesso ben evidenti, differenze stilistiche. Un primo impatto al pubblico che lascia comunque traspirare alcuni punti di forza del nuovo modello prossimo al lancio. Partiamo col dire che sono disponibili due pack differenti, Pack All e Pack Look, ad esaltare lo spirito Explorer della vettura grazie ad un design rivisitato che presenta, tra gli altri, nuove protezioni laterali dei passaruota, cerchi in lega diamantati color neri, ski anteriorei e posteriori, barre da tetto, pedane laterali e specchietti esterni satinati Dark Metal, oltre a scarico posteriore cromato e l’inedita tinta Altaj (dal nome di una catena montuosa siberiana) con sfumature color oro. All’interno voltante e pomello del cambio in cuoio ma anche tanta robusta tecnologia che ne esalta, per forza di cose, il secondo profilo, quello squisitamente Urban. Si parte dal sistema MEDIA-NAV Evolution che propone: navigatore integrato con sistema di informazioni sul traffico, accesso alla connettività tramite un’applicazione dedicata (dotata di riconoscimento vocale SIRI di Apple) ed interfaccia più moderna, a colori e con nuove icone, a tutto ciò si aggiunga Camera Parking posteriore con sensori integrati ed alzacristalli elettrici. Capitolo motorizzazioni: disponibili il 1.6 Benzina da 115 Cv con S&S e il 1.5 Diesel dCi da 110 CV, entrambi sia 4×2 che 4×4. I prezzi, il vero biglietto da visita della gamma Dacia, della serie limitata Duster S.L. Urban Explorer partono da 14.800 euro, mentre il nuovo MY2016 partirà addirittura da 11.900 euro.

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Il tour a zero emissioni di Classe B Electric Drive arriva a Milano

 

#IoSonoElettrica, l’#eTour 100% elettrico della Stella, attacca la spina nel Capoluogo lombardo, salutato da Pierfrancesco Maran, assessore alla Mobilità e Ambiente del Comune di Milano. Una nuova dimostrazione della profonda sensibilità da parte delle istituzioni lombarde verso la promozione e lo sviluppo di soluzioni ecocompatibili per le città. Mercedes-Benz chiama a raccolta stakeholders, istituzioni e partner come Aci, Enel e Michelin per entrare insieme in una nuova fase della mobilità elettrica, portando in ben 14 città italiane i valori della mobilità a zero emissioni.‎ Un lungo viaggio iniziato il 12 ottobre a Roma che prosegue oggi una nuova tappa all’ombra del Duomo di Milano. “Siamo lieti di ospitare il passaggio di questa nuova auto elettrica”, ha commentato l’assessore alla Mobilità e Ambiente del Comune di Milano Pierfrancesco Maran. “La mobilità sostenibile è l’unica via percorribile per migliorare la qualità della vita nelle grandi città e la diffusione di veicoli ecologici è sicuramente una delle strade da perseguire con tenacia. In Italia sono ancora poche, ma qualcosa si sta muovendo, a Milano i cittadini hanno sviluppato una forte sensibilità alle tematiche ambientali. Il futuro delle grandi città è necessariamente a impatto zero”.

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Gamba tesa

 

di Filippo Gherardi

 

Serviva un’istantanea per consegnare alla storia del Motomondiale questa stagione 2015. Serviva e puntualmente è arrivata. Appena sette giorni dopo lo spettacolo di Phillip Island, con una gara mozzafiato conclusa sul filo di lana e dei secondi, sul circuito di Sepang, lo stesso dove nel 2011 perse la vita Marco Simoncelli, si è consumato l’apice di un duello generazionale ed extraterritoriale che prima o poi, come in ogni grande faida sportiva che si rispetti, avrebbe dovuto toccare il suo punto più infuocato e polemico. Italia vs Spagna, o se preferite Rossi vs gli spagnoli, a due gare dal termine di un mondiale in cui il Dottore ha messo in riga praticamente sin dall’inizio tutti i lanciatissimi centauri iberici, in cui il tricolore è tornato, a tratti, a dominare la scena con triplette (Qatar e Gran Bretagna ndr) destinate alla leggenda nostrana. “Era il giro numero 6 del Gran Premio di Malesia…”, chissà quante volte negli anni a venire i protagonisti, diretti ed indiretti, dello scontro Rossi-Marquez apriranno così il loro racconto dell’accaduto. Ognuno dalla propria prospettiva, ognuno chiarendo la propria intepretazione. Era il giro numero 6 del Gp di Malesia, Pedrosa era la lepre, Lorenzo guidava in scioltezza in seconda posizione e Rossi e Marquez duellavano per un terzo posto che in termini di punti, e campionato, aveva un peso specifico soprattutto per il numero 46 della Yamaha. Un calcetto, un colpo di gamba, un’entrata fallosa (per cavalcare un parallelismo calcistico più volte tirato in ballo anche dai diretti protagonisti nel post gara) che fa scivolare l’HRC numero 93 dello spagnolo e che permette a Valentino di prelavere su un duello che stava diventando snervante da un punto di vista psicologico. Rossi conquista il podio più amaro della sua carriera, quello più intriso di polemiche e di conseguenze. Perché nell’ultima gara di Valencia partirà (con molta probabilità ndr) dall’ulltima posizione, e perché servirà una rimonta epica per poter festeggiare il suo decimo titolo iridato. Ma tornando al sesto giro di Sepang, i replay presi da ogni inquadratura mostrano chiaramente la gamba sinistra di Rossi staccarsi dalla sua Yamaha M1 e colpire la moto di Marquez, ma basta davvero così poco per mandare al tappeto una Moto Gp? A quanto pare sì, complici sicuramente anche velocità ed inclinazione del momento. Una moviola che è diventato negli ultimi giorni un vero e proprio fenomeno virale nell’epoca dei social, tanto quanto la capocciata di Zidane a Materazzi o il morso di Tyson ad Holyfield. La critica, così come i giudici, si sono pronuncianti senza mezzi termini, condannando il gesto scellerato di Rossi ma senza trascurare, in maniera sempre più incalzante con il passare dei giorni, l’atteggiamento ai limiti della sportività di Marquez, reo non solo di appoggiarsi volontariamente sulla moto dell’avversario nel tentativo di sbilanciarlo, ma anche colpevole di non aver mostrato, qualche tornata prima, la stessa combattività per impedire il sorpasso ai suoi danni di Lorenzo. L’entourage del pilota di Tavullia si è subito lasciato andare ad ipotesi di complotto spagnolo studiato nei minimi dettagli e senza alcuna logica di scuderia, la stampa iberica ha risposto per le rime parlando, nel caso di Rossi, della fine di un mito. Lo stesso Valentino dopo aver minacciato di non presentarsi al Gp finale di Valencia rassegnato, a detta sua, per un Mondiale ormai sfuggitogli di mano, ha fatto sapere al mondo intero, tramite twitter, che a Valencia ci sarà anche dall’ultima fila, scongiurando così l’ipotesi di congedare nel modo peggiore, a modestissimo parere di chi vi parla, una faccenda in cui lo spirito di sana sportività non solo è stato rinnegato ma anche calpestato. Serviva un’istantanea ed è arrivata, ora però mancherebbe il lieto fine, ma non è detto che ci sarà.

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Auto e Moto d’Epoca 2015

 

di Filippo Gherardi

 

Trentaduesima edizione del Salone Auto e Moto d’Epoca che ha aperto i propri battenti quest’oggi, nella classica cornice della Fiera di Padova, e che rimarrà aperto al pubblico fino a domenica accompagnando per l’intero week end migliaia di appassionati e collezionisti del settore. Un’edizione 2015 che sin dalla sua immediata vigilia ha saputo conquistarsi l’appellativo di edizione dei record, con la presenza di ben 18 case automobilistiche (mai così tante) ed un totale di vetture esposte che superano le 4mila unità. Ora bisognerà capire se anche l’affluenza di pubblico saprà confermare le attese, nella speranza, da parte degli organizzatori, perlomeno di eguagliare, se non migliorare, gli 80mila spettatori dello scorso anno. Nel frattempo, sin dalla prima giornata dedicata principalmente alla stampa Auto e Moto d’Epoca si conferma ancora una volta una preziosa opportunità per tanti appassionati di incontrarsi per vendere, scambiare, comprare o semplicemente restaurare le proprie auto storiche. Non solo passato comunque, perché tra i padiglioni della Fiera non mancano anche anteprime italiane di alcune ultimissime novità introdotte, dai marchi presenti, sul palcoscenico europeo nel corso delle ultime settimane e svelate al grande pubblico al Salone di Francoforte. Entrando più nel dettaglio dei vari stand, a dir poco centrale quello che accomuna, in tre dimensioni differenti, i marchi PSA. Peugeot esalta il suo legame con la Parigi-Dakar esponendo un trittico da leggenda: 504 Coupé V6 del 1978, 205 T16 Grand Raid del 1987 e 405 T16 Grand Raid del 1988, Citroen risponde per le rime rispolverando l’icona Méhari accanto alla creatività della C4 Cactus e all’unicità della 2CV Soleil, esposta nell’unico esemplare realizzato. Non da meno DS, che accanto alla DS 19 Décapotable del 1961 e la DS 23 Pallas del 1974 propone la DS5 (insignita ad inizio ottobre del grado di Auto Europa 2016) nell’edizione speciale e limitata 1955. Sconfinando in territorio tedesco, BMW celebra i quarant’anni della Serie 3, mentre Mercedes esalta e si esalta con le sue Cabriolet con un viaggio temporale che arriva fino all’ultimissima Classe S Coupé. Impossibile non parlare di Porsche, dove la combinazione chiave è ovviamente 911 turbo, con la celebrazione di 40 anni, anche in questo caso, di un mito senza tempo. Un mito è anche l’Alfa Romeo Giulietta, arrivata a spegnere sessanta candeline, tutte, o quasi, rispolverate nello stand Alfa accanto all’ultima Giulia. Compleanni importanti anche in casa Jaguar (80 anni) e Range Rover (45 anni). Nel primo caso la scena la dividono in molte accanto alla nuova Jaguar XF, nel secondo, e malgrado le alternative non manchino, le luci dei riflettori appaiono soprattutto per l’omaggio dedicato ad una icona come Defender. Festeggia un secolo di attvità e di successi anche Maserati, mettendo in mostra il carattere e il dinamismo di vetture che hanno fatto la storia dell’automobilismo e la cui bellezza rimane incasontata nel tempo, lo stesso che sembra essersi fermato girando tra gli stand dell’Auto e Moto d’epoca di Padova 2015.