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Eccellenza italiana

 

di Filippo Gherardi

 

Nel numero della nostra rivista in cui decidiamo, legittimamente, di regalare la copertina alla nuova Maserati Levante, il primo SUV nella storia del marchio del Tridente, era impossibile non fermarci su altre eccellenze del nostro paese che riguardano i motori e il motorsport nello specifico. Disegnato in Italia e prodotto nello stabilimento di Mirafiori, a pagina 9 della nostra rivista Maurizio Elviretti vi racconterà ancor più da vicino il primo “fuoristrada” a firma Maserati che inizia ufficialmente in questa primavera la sua conquista del mercato europeo, con numeri, forme e caratteristiche di chi sogna un futuro da regina. Sempre nelle prossime settimane, e per l’esattezza nel week end che va dal 6 all’8 di Maggio, gli appassionati di velocità rigorosamente made in Italy non riusciranno a non buttare anche solo uno sguardo, ed un pizzico di interesse, sull’edizione numero 100 della Targa Florio. Storia, fascino e tradizione in una sola corsa che ha raccontato l’epopea di un’intero paese e della sua passione per i motori. La centesima edizione della “Cursa”, presentata in settimana nella conferenza stampa (foto) che si è svolta presso la sede romana dell’ACI alla presenza di addetti ai lavori ed autorità, si snoderà in quattro eventi principali: la terza tappa del Campionato Italiano Rally 2016, la prova speciale dell’Historic Rally, la Targa Florio Classic riservata alle auto di particolare prestigio storico e sportivo che si sfideranno in un gara di regolarità, ed infine l’Historic speed che sotto la sapiente regia di Giancarlo Minardi radunerà al via nomi del calibro di Jacky Ickx, Nino Vaccarella, Arturo Merzario e Sandro Munari. Giusto alcuni di coloro che la storia, anche della Targa Florio, hanno contribuito a scriverla in maniera indelebile. E poi, chiaramente, c’è il percorso. Splendido, competitivo, unico, che parte dalla Piazza Massimo di Palermo ed arriva fino al Duomo di Cefalù. Sarà uno spettacolo di pubblico e di sport, e ve ne racconteremo i passaggi salienti all’interno di Professione Motori – Motorsport, il nostro ormai consolidato appuntamento del giovedì sera alle 19.30 su Sport1, ch 61 del DTT. Lì, dove nei prossimi giorni tratteremo anche dell’ultima “bomba” di mercato arrivata dalla Moto Gp: Lorenzo in Ducati. Un cinque volte iridato che sposa un’altra eccellenza italiana come Maserati e Targa Florio, un’altra pietra miliare di un paese che continua la sua storia d’amore con i motori.

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DS 3: la prova

 

di Filippo Gherardi

 

Trecentonovanta mila unità vendute nel mondo, ed un concentrato di stile, personalizzazione e tecnologia. Questa l’eredità che la nuova DS3 raccoglie dalla generazione che l’ha preceduta, completando l’attuale gamma DS con tratti distintivi tipici di chi, come nel caso del marchio francese, ha l’ambizione di competere ai massimi livelli nel segmento premium. Si parte inevitabilmente dall’anteriore, da un frontale in linea con le forme e le caratteristiche DS, e vale a dire con le DS Wings in bella mostra e i fari DS Led Vision a completare il tutto. Non solo anteriore comunque, le novità di nuova DS3 riguardano anche il comparto tecnologico, e nella fattispecie le funzioni di connettività che si allineano con quanto già visto nella nuova DS4 adottando, quindi, il rivoluzionario sistema CarPlay con tecnologia MirrorLink. Al tempo stesso, non mancano nuove funzioni di assistenza alla guida, capitanate, si fa per dire, dal’Active City Brake, l’assistenza alla frenata con sistemi ad infrarossi. Inoltre, alto grado di personalizzazione sia per quel che riguarda gli esterni che gli interni, con trame e lavorazioni artigianali che distribuiscono ancor di più all’intera vettura il concetto di savoir faire alla francese. Capitolo motori, la nuova compatta di segmento B del marchio DS arriverà sul mercato italiano con motorizzazioni benzina 1.2 Pure Tech da 82 cavalli e turbo PureTech da 110 e 130 cavalli, oltre al 1.6 THP da 165 cavalli. Sul fronte dei diesel, ecco il BlueHdi da 100 e 120 cavalli, entrambi 1.6 e con Start&Stop di serie. A questo elenco si aggiunga la nuova tecnologia Drive Efficiency disponibile sulle motorizzazioni PureTech da 82 cavalli e PureTech da 110 cavalli che prevede una considerevole riduzione nel grado di emissioni di CO2. Cambi manuali a cinque o sei rapporti, a seconda della motorizzazione, con la significativa eccezione dell’utilizzo del cambio di ultima generazione EAT6 sul PureTech da 110 cavalli. Il tutto in attesa di conoscere termini e scadenze del debutto sul mercato della versione Performance, che già promette scintille con il suo motore 1.6 THP da 208 CV e differenziale Torsen anti slittamento. Nel frattempo, almeno in questo caso, accontentiamoci dei 39 esemplari della versione limitata BRM Chronographe che rappresenta un preludio quanto mai considerevole. Tornando alla nuova DS3, sarà disponibile sia nella versione berlina che, chiaramente, in quella cabrio che ne esalta non solo l’eleganza ma anche il piacere di stare al volante, e possiamo confermarvelo anche noi dopo aver provato proprio quest’ultima, tra le colline della Valpolicella, in occasione delle presentazione stampa e con la motorizzazione PureTech 110 con cambio EAT6. Chiusura dedicata come al solito ai prezzi: si parte da un listino di 19.900 euro nell’allestimento Chic con motore Pure Tech da 82 CV, e si arriva ai 28.050 della versione SportChic con motore diesel BlueHDi da 120 CV. L’allestimento intermedio è il So Chic, mentre la versione Performance costerà 30.400 euro e 35.400 nella declinazione Black Special.

Suzuki Baleno, piccola e leggera ma con carattere da grande

Suzuki Baleno: la prova

 

di Filippo Gherardi

 

La scorso 23 Marzo siamo intervenuti anche noi, a Peschiera del Garda, alla presentazione stampa della nuova Baleno, la compatta di segmento B appena lanciata sul mercato, dopo l’anteprima al Salone di Francoforte 2015, dal marchio Suzuki. Un progetto ambizioso, in una nicchia di mercato dove difficoltà e concorrenza di certo non mancano e nel quale il marchio nipponico prova il colpaccio con la prima SHVS (Smart Hybrid Vehicle) della sua storia introdotta tra i confini europei. Lunga 4 metri e con una massa complessiva di 940 Kg, la nuova Baleno si caratterizza per un pentagramma di primati. Detto del primo esempio europeo di veicolo smart a propulsione ibrida firmato Suzuki, si tratta anche della prima vettura ad adottare il nuovo sistema di strumentazione MyDrive con schermo da 4,2″, la prima a proporre in gamma (tra due mesi) un propulsore 3 cilindri Boosterjet e la prima ad essere stata ideata dal Centro Stile Suzuki di Torino. Ultima in ordine, ma decisamente non per importanza, è stata anche la prima vettura di casa Suzuki ad aver venduto, sul mercato asiatico, più di 100.000 unità nei primi 5 mesi dal suo esordio. Forme tipiche di una compatta, sobrie ma al tempo stesso eleganti, abitabilità interna quasi sorprendente ed una capacità di carica che si traduce nei 355 litri di un bagagliaio leader nel proprio segmento. Il motore di riferimento, in attesa come detto del Boosterjet da 112 CV, è il 1.2 benzina Dualjet da 90CV, disponibile anche nella declinazione micro-ibrida ed abbinato di serie al cambio manuale a 5 rapporti, con la soluzione del cambio automatico CVT riservata alla versione top di gamma. Tre gli allestimenti: B-Easy, B-Cool e B-Top, con quest’ultima che mette a disposizione del cliente, in termini di sicurezza, anche il Radar Brake Support, un sistema di assistenza alla guida che supporta la frenata automatica di emergenza e anche il cruise control adattivo. Nove differenti colorazioni per la carrozzeria esterna, mentre sempre in termini di cifre per quel che riguarda i prezzi si parte dai 14.100 euro della versione B-Easy e si arriva fino ai 16.600 euro di quella B-Top, passando dai 15.100 della B-Cool e considerando un aumento di 1000 euro per ciò che riguarda la versione ibrida e di 1500 per quella con cambio automatico. Attenzione comunque alle offerte in fase di lancio, con sconti iniziali che variano tra i tre e i quattro mila euro a seconda dell’allestimento. Una rivoluzione tecnica, stilistica e comunicativa la nuova Suzuki Baleno, attraverso un cambiamento profondo che riguarda tanto il Target di Comunicazione quanto la Gamma Prodotti e la Rete vendita del marchio giapponese. All’interno di un piano industriale che prevede da qui al 2021 il lancio di almeno un nuovo modello per anno e forte di numeri incoraggianti che hanno permesso, nel 2015 appena trascorso, di certificare una crescita di oltre il 17% in Italia del brand, grazie soprattutto all’ottimo impatto sul nostro mercato dell’ultimo restyling in ordine di tempo di Vitara.

Andreucci 1

Profeta in patria

 

di Filippo Gherardi

 

L’ultimo week end in ordine di tempo è stato, soprattutto, all’insegna del Motorsport. È tornata in pista la Formula 1 nella consueta prima cornice stagionale in Australia, e sono tornati a darsi battaglia i centauri della Moto Gp nell’altrettanto, ormai, abituale prima gara in notturna di Losail. A correre però, e a sfidare il cronometro ancor prima che gli avversari, sono ritornati anche i protagonisti del Campionato Italiano Rally, pane quotidiano in queste ultime settimane del nostro apputamento televisivo del giovedì sera con “Professione Motori – Motorsport”, a partire dal 30 marzo e così come per il resto della programmazione di Professione Motori in onda su Sport 1 (ch 61 DTT). La prima delle otto tappe di questo campionato 2016, ricco di novità, polemiche ed equilibrio, è stata tra le curve e le ascese del Rally de Il Ciocco, il rally di casa per chi come Paolo Andreucci il tricolore se l’è cucito sul petto ben nove volte in carriera ed in sei occasioni soltanto negli ultimi sette anni. Il pilota garfagnino, in coppia con Anna Andreussi e al volante della sua Peugeot 208 T16, non ha disatteso le aspettative, trionfando davanti al proprio pubblico e mettendo un primo tassello verso la conquista del decimo titolo nazionale. Non è stato facile, chiaro, ma questo era tutto sommato prevedibile, perché il nuovo regolamento (Gara 1 e Gara 2) costringeva ad un approccio diverso con l’intero fine settimana e perché gli avversari, mai come quest’anno, sembrano tutto tranne che spettatori non paganti dello show a quattro ruote intavolato dal binomio Andreucci-Peugeot. Non lo è stato innanzitutto Giandomenico Basso, che in coppia con Lorenzo Granai ha portato a casa 3 delle 17 prove totali e che in entrambe le giornate si è piazzato subito alle spalle di Andreucci, chiudendo il week end al secondo posto con la sua Ford Fiesta BRC distante, sommando le due gare, 25 secondi. Terzo posto generale per Alessandro Perico, sempre al volante della 208 T16, che si concede il lusso di lasciarsi alle spalle, per una manciata di decimi, Umberto Scandola e la sua Skoda Fabia. Partito tra i favoriti, Scandola ha iniziato a perdere secondi e posizioni già dalla sesta speciale di Gara 1, chiudendo a giochi fatti al quarto posto e con un ritardo complessivo superiore ad 1minuto e 37 secondi. Quindici punti in classifica campionato quindi per Andreucci, dodici per Basso, nove ciascuno per Perico e Scandola. Dietro a loro, nell’ordine, quinto posto per un battagliero Tempestini con la Ford Fiesta, sesto per Baccega (anche lui su Ford Fiesta) e settimo finale per Tassone, costretto al ritiro in Gara 1 per un problema elettrico alla sua 208 T16 e quinto al termine di Gara 2. Tra i Junior bottino pieno per la coppia  Bernardi-Ghietti che vince entrambe le gare e torna dal Ciocco con 15 punti in classifica. Sfortunati Giuseppe Testa e Daniele Mangiarotti, out in Gara 1 e secondi in Gara 2, dove la loro 208 R2 è stata costretta ad abbonadare velleità di vittoria per un problema nel finale dell’ultima prova speciale.

E Mehari

Citroen EMehari: la prova

 

di Filippo Gherardi

 

C’era anche la nostra redazione, in rappresentanza della stampa italiana, tra le dune e le scogliere a picco sul mare di Ibiza per la presentazione, internazionale, della nuova Citroen EMehari. Gioiellino di design tutto al francese e 100% elettrica, con dimensioni tipiche di una citycar, assetto rialzato ed inaspettato piacere di guida su qualsiasi superfice. Lunga 3,81 m, larga 1,87 ed alta 1,65, la nuova EMehari si caratterizza anche per uno spiccato grado di personalizzazione con ben quattro colori differenti di carrozzeria, due tinte per la capote e due per gli interni, per un totale di sei combinazioni cromatiche differenti. Stiamo parlando di una cabriolet e come tale, condizioni climatiche permettendo, non trascura un forte grado di emotività. Al tempo stesso, il propulsore 100% elettrico abbinato alla trasmissione automatica consegna una silenziosità fuori dal comune e si sviluppa su batterie al polimero di litio con una portata di 35 KW e tempi di ricarica completa che variano dalle 8 alle 13 ore, a seconda della presa da 16 Ampere o 10 Ampere. Sempre in termini di cifre, la potenza di picco è di 68 cavalli, la velocità di punta stimata in 110 km/h e l’autonomia, il vero dato da copertina, è di 200 km. A sorprendere è anche la fluida ripresa ed una reattività inaspettata, che mischiate ad una maneggevolezza dagli spazi contenuti fanno della nuova EMehari una vettura adattissima anche ai contesti cittadini più rigidi. Gli interni rimangono puliti in termini di strumentazione, con plancia e tunnel centrale liberi da pulsanti ingombranti e puliti nelle forme. Le sedute interne, disponibili come detto in due differenti trame stilistiche, sono realizzate in materiale completamente impermeabile e lavabile con un semplice getto d’acqua, l’ideale per fronteggiare anche un utilizzo off road. Ritornando sul design esterno, il muso che si sviluppa in verticale viene arricchito da gruppi ottici anteriori sottili nelle forme e che richiamano uno studio estetico già brillantemente sperimentato su altri, recenti, modelli di casa Citroen come ad esempio la C4 Cactus. Da non sottovalutare anche l’abitabilità interna, con sedute anteriori comode ed un divano posteriore pratico anche per le lunghe distanze. La capacità del bagagliaio varia dai 200 l in configurazione base agli 800 l che si ottengono reclinando le sedute posteriori. Arriverà sul mercato tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, mentre sui prezzi italiani rimane ancora qualche riserbo, anche se prendendo a riferimento il listino francese (dove però la politica d’incentivi sulle vetture elettriche è, ancora, anni luci distante dalla nostra) si parte da 25mila euro. Chiudiamo con il target di riferimento, mai come in questo caso specifico e focalizzato su proprietari (o gestori) di hotel e strutture vacanziere, oltre che famiglie che hanno la possibilità di concedersi una seconda o, eventualmente, una terza macchina. Ma più in generale ci sentiamo di consigliare la EMehari a tutti coloro che amano lo spirito dinamico e frizzante di una vettura stimolante nelle forme, facile da guidare e non per questa limitata nelle sue fasi di utilizzo.