di Leonardo Frenquelli
Quella della Superbike è una categoria già di per se altamente entusiasmante, se poi si aggiungono un tracciato ed uno scenario come quelli di Laguna Seca il divertimento allora è assicurato. Di tappa negli Stati Uniti, le derivate di serie hanno dato spettacolo con una cattiveria, una grinta ed una determinazione che difficilmente si vedono nel Motomondiale dei prototipi. Delle classiche due manche, una, la prima, è stata a dir poco rocambolesca. In Superpole c’era Sylvain Guintoli, ancora in lotta per il titolo, deciso a fare bene. Si spengono i semafori e si dà il via alle ostilità, con il poleman che detta subito un ritmo molto alto, dando l’impressione di poter fuggire dal gruppo degli inseguitori. Dopo soltanto otto giri però i commissari di gara sventolano la bandiera rossa per la caduta di Danny Eslick. Gara interrotta, si ripartirà dalle posizioni che i piloti avevano guadagnato in quelle poche tornate, per disputare una manche da 20 giri. Dopo la seconda partenza è ancora Guintoli, stavolta con un distacco significativo a prendere la prima posizione. Ancora una volta però gli sforzi e l’efficacia del pilota Aprilia sono resi vani dalla bandiera rossa: a terra ci sono Canepa, Haslam ed Hayden, oltre ad un’ingente quantità di olio, troppo pericoloso per continuare. La terza partenza, per una manche da 12 giri sarà quella decisiva. Proprio nel momento importante Guintoli non riesce ad imporre nuovamente la sua supremazia, mentre a prendere la leadership è Chaz Davies, seguito da Melandri e Tom Sykes. In pochi giri però si ridefiniscono gli equilibri con Sykes, già leader della classifica mondiale, che spinge più di tutti ed al penultimo giro si ritrova in seconda posizione dietro a Davies. Il sorpasso avviene in meno di una tornata e la Kawasaki di Sykes completa la rimonta andando a vincere con un buon distacco su Chaz Davies. Per la terza piazza si disputa una bella sfida tra Melandri e Laverty, con l’ irlandese che ha la meglio e l’azzurro in BMW che saluta le ultime speranze di vincere il titolo a causa di una manche piena di errori e colpi di scena. In Gara2 fortunatamente la partenza è soltanto una, per una manche intera che regala lo spettacolo che possiamo vedere soltanto in Superbike. Proprio Eugene Laverty, che aveva ottenuto faticando il terzo posto in Gara1, riesce ad evitare un altro tentativo di fuga di Sykes e porta a casa il bottino più grande. La Kawasaki, in particolare le gomme, stavolta non hanno retto i ritmi che il pilota voleva tenere e così, dopo 22 giri di dominio, per poter rimanere in piedi Sykes ha dovuto “rallentare”: questo errore di valutazione gli è valso il sorpasso, non solo di Laverty ma anche di uno straordinario Giugliano, solo sesto nella prima manche, e di Marco Melandri. Sylvain Guintoli ha ancora una volta deluso le aspettative da lui stesso create nelle “prime due” Gara1 ed ha chiuso in quinta posizione. Con il settima trionfo stagionale Laverty è salito a quota 338 punti nel mondiale a più uno sul francese ed a meno ventitré dal leader della classifica Sykes.