Vi presentiamo Daniele Di Amato

 

Intervista di Filippo Gherardi

 

Daniele Di Amato, segnatevi questo nome e se potete fatelo segnare anche a possibili addetti ai lavori, o semplici appassionati, del mondo delle quattro ruote. Perché quando un giovane pilota, non ancora 24enne, alla sua prima vera stagione nel Trofeo Pirelli del Ferrari Challenge Europa mette tutti in riga vincendo, come è successo nell’ultimo week end a Silverstone, anche su circuiti dove non aveva mai corso prima allora vuol dire che di talento ne ha davvero da vendere. Romano di nascita, Di Amato compirà 24 anni ad Ottobre e ha deciso di raccontarsi in esclusiva alla nostra redazione, cominciando dai suoi “primi passi” nel mondo delle corse: “Ho iniziato con i go kart, esercitandomi nelle piste sparse tra Roma e dintorni. La passione per le Ferrari me l’ha trasmessa mio padre, ho cominciato a gareggiare insieme a lui e questa attualmente in corso, di fatto, è la mia prima stagione intera. Sono davvero molto contento di come sta andando”. E non potrebbe essere diversamente, considerato che Daniele Di Amato ha già messo in bacheca la bellezza di quattro vittorie oltre ad una sfilza di podi che gli permettono, quando alla fine del Trofeo Pirelli mancano appena due eventi (ad Istanbul e ad Abu Dhabi), di guidare la classifica generale del campionato e di gestire sul primo inseguitore, Dario Caso, un vantaggio di 20 punti. Merito del talento, come detto, ma merito anche di un team, la Motor Piacenza, che come conferma lo stesso Di Amato nel corso dei mesi è diventato più che altro una seconda famiglia: “È fondamentale per un pilota giovane come me avere alle spalle una squadra come questa, composta da persone disponibili e di grandissima esperienza. Ho un rapporto splendido con tutti e mi supportano passo dopo passo, inoltre gareggiare con un team del genere per me rappresenta anche una grande vetrina”. A proposito di vetrine, i risultati (e l’eventuale titolo) ottenuti fin qui al Trofeo Pirelli inevitabilmente finiscono con l’attirare attenzioni sempre maggiori intorno ad un pilota giovane come Di Amato. Tuttavia il diretto interessato sembra non farsi distrarre da facili sirene e, al contrario, rimane convinto che la cosa migliore sia quella di fare un passo alla volta, soprattutto in un periodo come questo in cui i piloti italiani nel panorama internazionale delle corse a quattro ruote non sono più così di moda come qualche anno fa: “Nell’immediato mi interessa innanzitutto portare al termine nel migliore dei modi la stagione, il che vuol dire fare bene nelle gare che mancano da qui alla fine così da riuscire a conquistare il campionato. Dopodiché la mia volontà è quella di fare qualcosa di importante nelle serie Gran Turismo, ma il tutto rimanendo sempre con i piedi per terra. Credo che il livello dei piloti italiani rimanga alto e di primissima fascia, quel che è cambiato rispetto a qualche anno fa è che non esistono più sponsor e persone che hanno le possibilità, economiche, di investire in maniera massiccia su di loro”. In chiusura, viene quasi naturale chiedere a Daniele Di Amato quale sia il suo mito, il pilota che ha rappresentato e che rappresenta tutt’ora per lui un modello da seguire: “Il mio mito è sicuramente Michael Schumacher. Al di la dei risultati ottenuti, che sono davvero strepitosi, ho sempre ammirato il suo modo di affrontare le gare e la professionalità mostrata sia dentro che fuori la pista”.

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