Citroen C3-Max: la prova in pista

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

“Trasformare la macchina con cui la suocera va a fare la spesa in una vera propria bomba da corsa”. Con queste parole Eugenio Franzetti, direttore competizioni Citroen Italia, ha descritto il lavoro svolto, e partito proprio da una sua idea, per far sì che una semplice utilitaria come la Citroen C3 diventasse un aggressivo animale da competizione classificato sotto il nome di C3 Max. Fin da sempre Citroen ha cercato di distinguersi dagli altri marchi generalisti rompendo gli schemi, e per i più esperti le sole parole “Citroen Racing” basterebbero per far capire il valore della casa francese nel mondo del Motorsport, mentre per chi ancora non lo sapesse stiamo parlando di una scuderia che ha conquistato cinque mondiali Rally Raid, otto titoli costruttori nel WRC e due mondiali WTCC. Con queste premesse abbiamo raggiunto il circuito Tazio Nuvolari di Voghera per testare in pista prima di tutto la C3 Max da quest’anno impegnata nel Campionato Italiano Turismo e già trionfatrice, al debutto, nella prima prova del Campionato Italiano Velocità in Montagna. Sul tortuoso tracciato di Voghera (2800 metri ed un solo rettilineo) abbiamo potuto scaricare tutta la potenza del motore 1.6 Thp Turbo in grado di generare una potenza di 300 Cv a 6.000 giri con una coppia di 400 Nm a 5800 giri, supportato dal cambio Sadev a 6 rapporti elettroattuato e azionato solamente dai paddles al volante. Il test fatto in tutta sicurezza e sotto la supervisione di Giorgio Francia (ex pilota DTM e F1 e vincitore della gara di Germania del 1974 in Formula 3) ci ha permesso di capire come questa “bestia selvaggia” sia in realtà un esemplare facilmente domabile, grazie anche al differenziale Torsen che consente di mantenere le curve ad alte velocità e dello sterzo che modifica la propria intensità in base alle prestazioni. Bisogna dire che la “normale” C3 si è ben prestata a queste modifiche, visto che prima di salire sulla versione super sportiva abbiamo potuto provarne un modello spinto da un 1.2 PureTech da 110 cavalli sicuramente più adatto ad un comune uso cittadino ma comunque capace di comportarsi in maniera adeguata (nei limiti del possibile) anche su un circuito; grazie alla trasformazione fatta con la preziosa collaborazione di Protocar comunque, ora possiamo dire che quella semplice utilitaria può dare del filo da torcere a tutti i propri avversari nelle rispettive competizioni. Ma il nostro test non si è concluso qui, perché oltre alla mostruosa C3 Max i cugini francesi ci hanno fatto fare un tuffo nel passato attraverso una restaurazione della storica Visa Chrono che nella prima serie del 1980 fu venduta in Francia in 1000 esemplari, evolvendosi poi fino alla terza serie del 1984, quella messa a nostra disposizione sul circuito di Voghera. Difficile descrivere le sensazioni di guida date da una vettura attempata e spinta da un motore 1360 cc di cilindrata con 80 cavalli, ma divertente è sicuramente l’espressione più adeguata da utilizzare per questa piccola francese di altri tempi. A concludere il test, un giro off-road su una C4 Aircross con trazione integrale inseribile e blocco del differenziale, spinta da un 1.6 da 115 CV. Certo rimane una vettura pensata per l’uso quotidiano, ma non c’è stata alcuna titubanza nell’affrontare rampe, ghiaia, fango e ripide salite, anche grazie all’aiuto di esperti istruttori. In conclusione, Citroen ha voluto dimostrarci veramente di essere un marchio differente, in grado di creare buone vetture per l’uso di tutti giorni che però allo stesso tempo possono essere tranquillamente riadattate a percorsi alternativi.

 

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