di Maurizio Elviretti
Il nuovo anno inizia col botto in casa Ferrari: è di pochi minuti fa la notizia che vedrebbe il Team Principal Maurizio Arrivabene al passo d’addio con la scuderia di Maranello. Molto probabilmente verrà sostituito da Mattia Binotto, attuale direttore tecnico della Rossa e stimatissimo anche dal compianto Sergio Marchionne. Alla base della rottura, la mancata vittoria del mondiale piloti nel 2018. Ma ci sarebbe anche un altro motivo alla base di questo avvicendamento: oltre ad un rapporto ormai logoro tra lo stesso Arrivabene e Binotto, anche la paura da parte della scuderia di perdere quest’ultimo, che di fatto è colui che ha dato i “natali” alla SF71H. Non è un mistero che Binotto sia stato contattato da molti team, rivali, con Mercedes e Renault su tutte; e di certo per la Ferrari sarebbe stato uno smacco clamoroso, perché sarebbe andata a rinforzare squadre avversarie e concorrenti con uno dei suoi migliori uomini. Il rischio di perdere l’uomo che parlava direttamene con Marchionne dei problemi della Rossa e del futuro della scuderia era troppo alto: di conseguenza la scelta di John Elkann di dare il benservito ad Arrivabene e promuovere il 49enne ingegnere di origine svizzera. Maurizio Arrivabene era divenuto direttore della Scuderia Ferrari nel novembre 2014; sul suo groppone pesano moltissimo soprattutto gli errori di strategia di quest’anno, a livello di gestione piloti ma anche comunicativo. I vertici della scuderia, infatti, non hanno gradito le critiche di Arrivabene alla vettura nel finale di stagione.