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Peugeot 205 GTi Gutmann: la prova

 

di Flavio Grisoli

 

Devo dire che è stato davvero emozionante potermi sedere su un’auto che ha disegnato un’epoca. E devo anche ringraziare Peugeot per avercene dato la possibilità grazie al restauro che ha permesso di far arrivare in perfette condizioni oltre 25 anni dopo una 205 1.9 GTi 16V Gutmann. Una vera e propria icona della fine anni ’80-inizio ’90 che è rimasta nel cuore dei ventenni di allora. Io ero ancora ben lontano dal prendere la patente quando la casa del Leone commercializzò questa variante supersportiva della fortunatissima 205, ma “scoprirla” oggi è stato molto entusiasmante. Inutile dire che il pezzo forte di questa Peugeot sta sotto il cofano: la testata della 309 16V completamente trapiantata sul telaio della 205 1.9 GTi standard da 130 CV. Con qualche piccola aggiunta: nuovo radiatore dell’olio (per migliorarne il raffreddamento), alberi a camme appositi, centralina rivisitata e scarico ampliato. Piccoli accorgimenti che fanno passare il 130 a 160 CV e la coppia massima a 180 Nm (dai precedenti 165) a 6500 rpm. Un valore un po’ alto, in realtà. Qualche dato: da 0 a 100 Km/h in 8 secondi e velocità massima misurata in 230 Km/h. Un auto particolarmente spinta, considerato anche che non arriva alla tonnellata di peso. L’assetto è più rigido per migliorare la tenuta di strada, a scapito della comodità, e ribassato di circa 3 cm. Si può notare la barra duomi all’anteriore (si tratta di un accessorio meccanico che viene utilizzato per migliorare la tenuta di strada. Consente un collegamento rigido tra i duomi delle sospensioni per avere una maggiore rigidità torsionale della scocca) ed esternamente i badge Gutmann, i cerchi in lega neri da 15’’ che supportano pneumatici maggiorati di misura 195/50 e la scritta “i16V” sul retrotreno. Molti di voi, probabilmente i più giovani, si saranno chiesti chi sia questo Gutmann. È un preparatore di automobili, ex pilota dilettante, che gestisce ancora una concessionaria della Peugeot nella cittadina tedesca di Breisach (situata nel land Baden-Wurttemberg, 16.500 abitanti. In lingua celtica il nome significa frangiflutti). Nel 1978 Gutmann iniziò a rielaborare le automobili, e cominciò con una Talbot Horizon. Poi l’incontro con le Peugeot, di cui ancora oggi è uno dei maggiori rielaboratori. La sua firma è sulla 205 Turbo e sulla GTi, prodotta in circa 300 esemplari, di cui una decina circa sono arrivati in Italia (e ad un prezzo non proprio abbordabile per l’epoca: 28 milioni di Lire). Tornando al tuning, passiamo agli interni: molto spartani (c’è davvero il minimo indispensabile per non appesantire troppo la macchina e quindi favorire il rapporto peso/potenza al massimo) con un po’ di rosso sui sedili (profilati e molto comodi), sul pianale e sulle portiere. Volante in pelle dal diametro più piccolo, in puro stile rally, fondini della strumentazione di bordo bianchi con la scritta “Racing” e ci fermiamo qui. Perché, come detto, quello che conta è quello che non si vede. Poi negli anni il concetto è stato – purtroppo – ribaltato. L’esperienza di guida è esaltante: il guidatore torna ad avere il completo controllo del mezzo, senza “barriere” a fare da filtro (o da angelo custode, fate voi). Non c’è servosterzo, né ABS, EBD, ESP e tutte le diavolerie (di cui ormai non possiamo fare a meno) elettroniche di cui fornite le auto di oggi. L’inserimento in curva è abbastanza preciso e il motore un vero e proprio godimento (se avete problemi con qualche decibel in più lasciate perdere, non fa per voi). Qualche borbottio all’accensione (e vorrei vedere) e a regimi bassi, ma quando raggiunge la sua temperatura di esercizio e soprattutto i giri motore sopra i 4mila è un vero spettacolo. C’è ripresa fino ai 6500 giri anche a marce elevate. La cambiata è secca e con una risposta un po’ brusca. In conclusione, un auto d’altri tempi per una sensazione di guida d’altri tempi. Quando si poteva davvero dire di dominare la strada e il mezzo.