Peugeot: Sportività, vittorie e prestazioni

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

 

Studio affollatissimo quello di Professione Motori che, nelle scorse settimane, ha visto alternarsi tanti ospiti del mondo automobilistico. E’ tornato a trovarci anche Carlo Leoni, Responsabile Comunicazione Peugeot Italia. Visto quanto successo negli ultimi giorni nell’ambito del Motor Sport legato a Peugeot era impossibile non iniziare l’intervista parlando della Dakar. Solo alcune statistiche: 26 anni dopo l’ultimo successo, Peugeot vince la Dakar per la quinta volta nella sua storia. Peugeot 2008 DKR, due ruote motrici,  trionfa con il suo equipaggio ovviamente Peterhansel e Cottret. Ma l’aspetto più significativo sono le statistiche,  Peugeot vince questa Dakar alla seconda partecipazione nel continente Sud Americano ma specialmente con nove vittorie di tappa su dodici gare complessive tra cui sette doppiette e due triplette. Viene da pensare, che se Carlos Sainz non si fosse ritirato probabilmente anche nelle prime due posizioni alle spalle di Peterhansel, al posto di Al-Attyah con la Mini, avremmo trovato anche l’altro equipaggio con Carlos Sainz:

“Le cifre spesso aiutano a capire meglio quelle che sono state le gare. In questo caso siamo andati oltre ogni aspettativa ottenendo questi risultati al secondo anno di partecipazione alla Dakar, dove non solo bisogna avere una macchina competitiva e affidabile e piloti esperti ma conta tantissimo tutto il team visto che parliamo di una gara sì di performance ma anche di tattica, costanza, e dove i navigatori hanno un ruolo importante, quindi c’è davvero la somma del lavoro di tante persone. Essere riusciti a fare una Dakar straordinaria è un inizio dell’anno per lo sport di Peugeot importante e significativo, godiamo di questo risultato, anche se ce lo dimentichiamo già perché adesso iniziano altre attività. E’ stata una gara nel segno del Leone ma con l’alternansi di tanti piloti, delle doppiette, delle triplette e dei colpi di scena. Hai citato Sainz ma ricordo anche Loeb e Despres, tutti vittima di inconvenienti meccanici, forature, alcuni si sono persi e hanno accumulato ritardi, quindi davvero ogni giorno la classifica è stata rimescolata, fortunatamente con tutti questi rimescolamenti è rimasto comunque in testa un pilota Peugeot. Si tratta, naturalmente, di Peterhansel, è la dodicesima Dakar che vince e infatti ho parlato della necessità di essere affiatati, avere esperienza, conoscere le tattiche di gara e le reazioni, come quando attaccare o alzare il piede dall’acceleratore, aver fatto tutto questo al secondo anno, dopo 26 anni che non andavamo alla Dakar, è veramente un passaggio significativo.  Vuol dire che si è costruito un percorso, che prevederà la Dakar nel 2017 e la partecipazione di Loev al campionato mondiale di Rally Raid ed è quindi realmente un continuo con quello che abbiamo fatto nel nostro piccolo noi in Italia”.

Al di là di Peterhansel che ha vinto la sua dodicesima Dakar, sesta tra le auto dopo sei vinte anche in moto, al settimo posto troviamo Despres con il secondo equipaggio in termini di classifica generale per quel che riguarda Peugeot, mentre Sebastien Loeb, che inevitabilmente era ed è stato anche nei primi giorni il protagonista mediatico di questa Dakar 2016 con un debutto straordinario, ha avuto poi dei problemi di sfortuna altrimenti probabilmente sarebbe finito sul podio:

“Credo proprio di sì, al di là anche questo di ogni aspettativa, perché conosciamo tutti il Loeb pilota uno che non molla mai e non rinuncia mai alla vittoria. Nella prima settimana di gare, quando le piste forse erano più simili a quelle del rally, ha dominato,e sono prove lunghissime di 400km quindi è un rally profondamente diverso anche se le strade erano uguali. Nella seconda settimana, in cui tutto si stravolgeva e abbiamo visto la Dakar con le persone che si perdono e i problemi di orientamento, ha avuto difficoltà legate all’inesperienza, ha capottato ma poi è stato in grado di ripartire e arrivare nel termine massimo senza problemi. E’ riuscito comunque a dimostrare anche in questa seconda settimana e a fare tempi incredibili, una tappa cruciale è stata quella vinta da Peterhansel in quella famosa trilogia dell’inferno. Nella seconda tappa, in cui si sono persi un po’ tutti, lui ha dominato e ha dato oltre 50 minuti agli avversari  mentre Loeb è comunque arrivato quinto dimostrando che quando c’è da correre in una modalità diversa dal rally è competitivo. Credo che l’anno prossimo ci risarà e sarà un po’ più dura per gli altri.  Quanto a Peterhansel come lui stesso ha detto non ha vinto la dodicesima Dakar per ritirarsi. Non c’è il due senza  tre e non c’è nemmeno il dodici senza il tredici”.

Quanto di questi campioni ha il vostro Paolo Andreucci? Perché nell’ultimo anno Peugeot è stata ancora una volta cannibale nei confini italiani. Paolo Andreucci ha vinto il suo titolo italiano in coppia naturalmente con Anna Andreussi, dando una mano più che significativa a questo tiplete storico che vi proietta come marchio straniero più vincente di tutti i tempi nel rally italiano. Triplete che consiste: nella vittoria del titolo costruttore, vittoria di Andreucci nel titolo assoluto, e dominio della coppia Tassone-Michi nel Campionato Junior. Partiamo da Andrucci-Andreussi una coppia intramontabile, avete fatto un ottimo Rally di Monza sempre con la stessa vettura, sempre con questo equipaggio e sempre con gli stessi meccanici perché questa è una vittoria di squadra:

“Come la Dakar, si vince grazie ai piloti, si vince grazie ai meccanici, si vince grazie alla macchina ma si vince grazie al lavoro della squadra perché tutto deve funzionare al meglio e se non hai la squadra i meccanici che lo fanno puoi avere il pilota più forte del mondo e la macchina più competitiva. ma non vai da nessuna parte.  Alla domanda rispondo parafrasando proprio Andreucci che dice che questi piloti sono tutti grandi campioni e sono inarrivabili, io invece dico che di loro in Andeucci c’è la voglia di vincere sempre e comunque anche a 50 anni , questa è una dote innegabile che credo sia la chiave dei sui successi degli ultimi anni perché la voglia di vincere fa sì che ci sia sempre la costanza, l’attenzione maniacale a controllare tutto e di cercare sempre il massimo da se stesso, da Anna, dal team, da noi, ed essere quindi veramente uomo-squadra quella che trascina tutti perché nelle squadre si vince se il collettivo funziona ma in tutte le grandi squadre ci vuole il fuori classe, quello che fa spogliatoio e Paolo Andreucci lo è”.

Ottimo anche Monza Rally Show per Andreucci-Andreussi. Con la 208 T16 avete dimostrato anche qui che questa è una squadra credibile anche contro le VRC perché a Monza di fatto con Andreucci la 208 T16  è stata la prima non VRC nel gruppo dei grandissimi:

“Sì lasciandosi dietro anche molte VRC macchine più potenti della 208 T16. Monza è una passerella ma è anche una gara vera, ha una grande vocazione quella di mischiare campioni di diverse discipline e di farle correre davanti a un pubblico folto, 40mila paganti quest’anno, davanti a un pubblico del genere chi è in macchina non si ricorda che è una gara spettacolo ma pensa sempre a vincere. Anche noi nonostante sia una passerella e l’ultima gara della stagione, l’affrontiamo sempre con la voglia di primeggiare. E’ stata un’ottima chiusura della stagione,  la ciliegina sulla torta di un anno incredibile con il triplete che abbiamo colto grazie alla bravura di tutti e vogliamo capitalizzare questi successi per ripartire al meglio”.

Peugeot, naturalmente, non si limita in termini di adrenalina solo alla pista, ma si allarga prepotentemente anche alla strada. C’è da un trittico di auto che riassume questa doppia identità: stradistica e pistaiola, quindi quello che Puegeot Sport ha saputo negli ultimi anni riproporre anche su strada. Cominciano  in termini di presentazione dalla Peugeot RCZ R: motore 1.6 benzina da 270 CV, assetto abbassato di ulteriori 10 millimetri rispetto alla versione standard  da 0 a 100km/h in 5 secondi scarsi, sedute avvolgenti, comandi e volante ergonomici, display da 7 pollici. Insomma, sportività prestazioni, eleganza e comodità:

“Parliamo di sportività, quello che ci si chiede sempre è quanto della competizione sportiva viene poi trasportato nella produzione di serie, ecco credo che il grande upgrade del marchio sia quello di aver portato  sulle auto che guidiamo sulle strade di tutti i giorni Peugeot Sport. Quindi quando la factory sportiva si unisce alla produzione commerciale nasce questo connubio. RCZ R è stato il primo step di questo percorso iniziato tre anni fa ed eravamo un po’ sorpresi perché non era mai successo nella storia recente. RCZ R, che è giunta ormai alla fine della produzione, rimane il primo tassello che unisce queste doti di sportività estreme che dà Peugeot Sport, alcune caratteristiche tipiche di Peugeot come il comfort ed il piacere di guida e una linea estremamente elegante e sportiva”.

Un’altra vettura che, oltre alla RCZ R, abbiamo avuto il piacere di provare anche su una piccola pista ad Anagni, è stata la Peugeot 208 GTI: 1.6 THP da 200 cavalli abbinato a trazione anteriore e cambio manuale a sei rapporti, mini spoiler sopra il lunotto posteriore, doppio scarico, cerchi da 17 pollici, all’interno schermo da 7 pollici, un bagagliaio che si estende da 285 a  1076 litri, velocità massima 230 km/h e da 0 a 100km/h in 6,8 secondi:

“Abbiamo parlato di RCZ R, poi il mito GT che come tutti sappiamo nasce per Peugeot con la 205 trent’anni fa, è stato ripreso e sviluppato  sulla 208 con due versioni: la GT e la GTi by Peugeot Sport dove, come indica il nome, c’è l’intervento dei tecnici di Peugeot Sport sul veicolo. LA GTi by Peugeot Sport si differenzia anche per la presenza del differenziale torsen all’anteriore, davvero si coniugano in modo estremamente semplice e fluido  le prestazioni a un comfort e un piacere di guida che permettono di utilizzare la vettura nella vita di tutti i giorni. Ci si può divertire in pista ad Anagni ma si può anche girare sulle strade di tutti i giorni e vuol dire da un lato avere una vettura sportiva e confortevole e dall’altro contenere, anche grazie al lavoro che è stato fatto sui motori, i consumi e le emissioni. Un difficile equilibrio che credo sia stato pienamente raggiunto su 208, su RCZ R e poi sulla 308 GTi.

Dulcis in fundo, ultima creatura di Peugeot Sport legata alla strada: 308 GTi, anche in questo caso motore 1.6 sistema Start&Stop , 270 cavalli, da 0 a 100 km/h in 6 secondi, emissioni di CO2 139 grammi, consumi 6 litri per 100 km , carrozzeria bicolore per l’edizione speciale  poi interni caratterizzati dai sedili avvolgenti Peugeot Sport e si può personalizzare con il Drive Sport Pack e poi ciliegina sulla torta: il differenziale a slittamento limitato  torsen:

“Sì, credo che la tenuta di strada, al di là di quelle che sono le prestazioni della velocistica comunque importanti, sia uno dei valori aggiunti della vettura unito ai consumi assolutamente best in class per una categoria di questa potenza visto che è la macchina che performa meglio al punto di vista delle emissioni, dei consumi e della potenza specifica. La gamma 308 è ampia, articolata, con due carrozzerie, berlina e station wagon, con diverse motorizzazioni, dai Blue HDi da 100 cavalli sino ai 150 cavalli, fino ad arrivare alla versione GT, le vere gran turismo e l’ultimo livello è la 308 GTi che credo incarni al meglio l’essenza e l’animo sportivo del marchio. E’ una macchina piacevole da guidare in città ma è anche una vettura assolutamente prestazionale da guidare anche in circuito. Paolo Andrucci l’ha definita una macchina sorprendente dal punto di vista delle prestazioni, del confort e dalla tenuta di strada. Inoltre, pur rivolgendosi a una nicchia di appassionati di vetture sportive sta riscuotendo un successo, gli ordini sono davvero superiori a quelle che immaginavamo potessero essere le vendite nel 2016 quindi siamo contenti perché pensiamo  che rappresenti realmente la ciliegina sulla torta all’interno della gamma 308. La 308 è una vettura di successo e riuscire a far diventare il modello che ritenevamo fosse quello che dovesse dare immagine un piccolo successo commerciale  è motivo di orgoglio per Peugeot Sport  che l’ha progettata e per noi e per voi che siamo andati a provarla e a raccontarla ai telespettatori”.

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