“PanDakar”: Verzeletti e Cabini scrivono la storia

 

 

di Maurizio Elviretti

 

Una nuova pagina del Motorsport mondiale “made in Italy” è stata scritta. Due le penne: Giulio Verzeletti e Antonio Cabini. Sono loro i due italiani che hanno portato sotto la bandiera a scacchi della trentottesima edizione della Parigi-Dakar, la prima vettura italiana della storia, una Panda 4×4 Cross, la PanDakar. E probabilmente lo hanno fatto nell’edizione più dura di sempre: delle novantatre auto partenti, solo cinquantadue hanno tagliato il traguardo di Buenos Aires, dopo i 9000 chilometri percorsi, di cui quasi la metà ad un’altitudine superiore ai 3.500 metri, affaticando l’equipaggio e i motori delle vetture per assenza d’ossigeno. Verzeletti, pilota con all’attivo 15 Dakar tra moto, auto e camion, Cabini, ben 20 Dakar all’attivo, sono arrivati nella capitale argentina pagando un ritardo di oltre 77 ore dal vincitore Peterhansel, ma aver superato le 12 tappe, attraversando Paraguay, Bolivia e Argentina, è comunque un’impresa memorabile. Tutti sapevano già da prima di partire che una Panda non avrebbe mai potuto tenere il passo delle Peugeot 3008 DKR o delle Toyota Hilux. La vittoria era arrivare al traguardo e la missione è stata compiuta con successo, nonostante mille difficoltà e la rottura del cambio e di un giunto. PanDakar aggiunge un incredibile record a quelli stabiliti nel 2016: 190.000 immatricolazioni che la confermano per il quinto anno consecutivo vettura più venduta in Italia, grazie alle sue svariate motorizzazioni e versioni, che la rendono la scelta perfetta per qualsiasi utilizzo ed esigenza.

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