Top Foto - Un'immagine dall'interno del Museo Ducati

TIM-Ducati: la storia siamo noi

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

 

La scorsa settimana, nell’ambito dello speciale “TIM-Ducati: Binomio Italiano”, abbiamo fatto tappa a Bologna, precisamente a Borgo Panigale, dove hanno sede sia la fabbrica sia il Museo Ducati, una struttura che raccoglie nelle sue stanze la storia dei successi, delle gioie e delle vittorie della famosa casa motociclistica. Abbiamo potuto fare una tour experience insieme ad alcuni fortunati clienti TIM sorteggiati per questa visita guidata, ma specialmente abbiamo potuto godere dell’esperienza e della conoscenza di Livio Lodi, curatore del Museo Ducati, vero e proprio almanacco della storia della “Rossa”: «Prima di tutto voglio sottolineare come per me sia un piacere fare da guida alle persone, non è sempre facile spiegare la storia. C’è una sorta di fil rouge che lega la Ducati a TIM – ha spiegato Livio Lodi – perché agli albori della telefonia italiana, che presumo sia nata non più tardi degli anni venti e trenta, la Ducati cominciava a lavorare nel settore delle componenti elettrotecniche, non facevamo telefoni ma siamo arrivati a fare radio quindi parliamo di una tecnologia del tutto simile a quella che noi all’epoca sviluppavamo. Poi le strade si sono separate e dal 2004 è iniziata questa collaborazione con Alice prima, poi Telecom ed infine TIM, un rapporto bellissimo tra due splendide realtà italiane che dura ormai da più di dieci anni. Paradossalmente, quando ho visto per le prime volte gli sponsor della telefonia mi è venuto in mente con un po’ di nostalgia, anche perché sono ormai ben  ventisette anni che lavoro in Ducati, quando ancora non esistevano i telefonini e le telefonate a casa o agli amici si facevano dentro la vecchia mensa dove avevamo il classico globo in plexiglass con la cabina con il telefono grigio e il pomello giallo per cambiare i gettoni. Poi, nel 1990, c’è stato il grande arrivo della cabina telefonica con tanto di telefono e scheda telefonica, quando le telefonate duravano più tempo rispetto ad oggi. E’ uno sguardo un po’ trasognato della storia e mi piace pensare che la realtà di Ducati, che si è ormai sposata alla realtà di Tim, segua ancora il corso dell’epoca del tempo. Oggi sono arrivati agli smartphone, sono arrivate le Moto GP, ma il concetto fondamentalmente non è tanto diverso». TIM e Ducati che rappresentano, quindi, un vero e proprio viaggio in parallelo negli anni, iniziato non soltanto dieci anni fa, ma diverso tempo prima, e che poi ha portato queste due società ad incontrarsi e a sposarsi: «Sì, parliamo prima di un rapporto come fornitore di servizi e poi come sponsorship – ha confermato Livio Lodi – è un po’ come parlare della storia del nostra nazione e dell’evoluzione che abbiamo avuto e continuiamo ad avere. Posso dire di sposare completamente questo pensiero legato ad una realtà di un paese che cresce, che era venuto su da anni difficili, come dimenticare il dopo guerra e poi il boom, e che poi ha visto la comparsa di mille tecnologie che ci hanno portato via via ai giorni nostri». Livio Lodi ci ha anche raccontato la storia di questo museo: «È nato nel 1998, anno in cui Ducati ha celebrato il primo raduno mondiale World Ducati Week, di cui inoltre TIM è nostro main sponsor per l’evento, in quell’occasione abbiamo creato una sorta di macchina del tempo con la quale si è raccontata fondamentalmente la storia delle competizioni reinterpretando la chiave di lettura della storia stessa. Noi abbiamo la percezione di Ducati come un’azienda, ed è una percezione vera, che produce moto molto belle, moto rosse, moto italiane, ma bisogna chiedersi che cosa c’è dietro quel nome, cosa si vive in Ducati?». Abbiamo chiesto al curatore del Museo Ducati di ricordare il momento più bello di questa sua avventura: «È difficile dire quali sono stati i momenti belli o meno belli, posso dirvi che in ventisette anni di vita dedicati a questa azienda dei miei quarantotto rivivrei  esattamente ogni secondo delle cose che ho fatto. Sono stato operaio, sono stato contabile e da sedici anni seguo il museo, tre dei quali li ho fatti d’assistente e gli altri tredici da direttore. Personalmente, credo sarebbe ingiusto dire che c’è stato un momento più bello, la prima cosa che potrei ricordare è quando abbiamo vinto il titolo mondiale Moto GP, ma non vedo per quale motivo non avrei dovuto provare la stessa gioia quando Ducati ha vinto gli altri titoli mondiali Superbike. Ogni vittoria, ogni successo raggiunto secondo me è motivo di gioia, anche quando produciamo una moto particolarmente bella, quale può essere una Panigale, una Multistrada, una Diavel, una Hypermotard, tutte moto che vedendole poi girare per strada ti fanno pensare a dove le hanno fatte e nel momento in cui le vedo realizzo e penso le hanno fatte a casa». Parlando di storia, non potevamo non chiedere a Livio Lodi anche cosa si aspetta per il futuro di questo binomio TIM-Ducati: «Io potrei rispondere in maniera molto banale che sono l’uomo del passato, non leggo il futuro e non sono un veggente, per me il futuro sarà interessante quando avrà un anno e allora potremmo parlare di passato prossimo. Mi auguro, comunque, che questa bella avventura tra Ducati e TIM continui perché comunque, nonostante abbiamo passato degli anni non proprio brillanti perché sono stati un po’ avari in termini di risultati, TIM si è comunque dimostrata fedele al nostro impegno. Chiunque potrebbe abbandonare la barca quando affonda, ma questa non è una barca che affonda, questa è una delle poche aziende che, grazie al cielo, ha degli ottimi profitti, che vende bene e che è conosciuta in tutto il mondo. Questo vuol dire che anche il brand TIM che viene portato all’estero e che si vede sulle carene delle nostre moto da corsa, Superbike e Moto GP, porta in qualche maniera un testimonial di un’altra realtà italiana. Per me il futuro è roseo, in realtà dovrei dire rosso corsa, io personalmente la vivo un po’ alla giornata, ma è inutile negare che i giorni che passano sono il consolidamento di qualcosa che si è iniziato a fare e che entrambe le case, Ducati e TIM, sono ben liete di continuare».