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Peugeot World Tour: il Leone fa il giro del Mondo

Come il Phileas Fogg di Jules Verne, anche Andrea Tozzi ha concluso Peugeot World Tour, il suo personale giro del mondo. Anziché in 80 lo ha fatto in 184 giorni, suddivisi in quattro avventure distinte, durante le quali ha attraversato ben 23 Nazioni dei cinque Continenti, per un totale di 25.752 chilometri. Come compagna di viaggio una mountain bike Peugeot RSM01 “Solaris” in tre delle spedizioni e una Peugeot 2008 nella seconda, la più lunga. Peugeot World Tour è una delle imprese che costituiscono la Peugeot Road Experience. Ossia, avventura allo stato puro secondo il Leone, dimostrazione della validità della sua offerta di mobilità a 360° attraverso sfide che hanno al centro l’impegno fisico e mentale dell’uomo-atleta, assecondato dall’affidabilità e dalla resistenza dei mezzi di Peugeot, frutto di oltre 200 anni di storia e di 120 creazione automobilistica. Peugeot World Tour di Andrea Tozzi era iniziato il 12 aprile dell’anno scorso con la “frazione” Marrakech – Cabo da Roca (Portogallo): 1512 chilometri di pedalata in solitaria, dall’Africa all’Europa. Ad essa era seguita, poco dopo, quella euroasiatica: 64 giorni di viaggio, 20mila chilometri per unire il Portogallo con il Giappone, Capo da Roca con Tokyo, attraversando tutta l’Europa e tutta l’Asia, per l’occasione al volante dell’instancabile 2008. L’accoppiata Tozzi – “Solaris” si è ricostituita a cavallo di Capodanno 2015 per la terza spedizione, quella in America Latina: 19 tappe, 2354 chilometri di pedalate, 22.546 metri di scalata, da Puerto Montt (Cile) ad Ushuaia, la città più a sud del mondo, capoluogo della provincia argentina di Tierra del Fuego. E, per concludere, la tappa finale nel continente boreale con “l’attraversamento” della Nuova Zelanda, da Christchurch ad Auckland: 19 tappe per complessivi 2504 chilometri. Gli ultimi del Peugeot World Tour!

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Marquez cade (anche) dalla bici: mignolo fratturato

 

Sembra davvero non vedere la fine il periodo nero che sta coinvolgendo Marc Marquez. Come se non bastasse l’aver praticamente abdicato il proprio titolo mondiale lo scorso week end, ad Aragon, dopo l’ennesima caduta e il quinto ritiro in gare ufficiali della sua stagione, la notizia di stamattina è che il centauro spagnolo si è procurato una frattura del metacarpo del mignolo della mano sinistra cadendo durante un allenamento in mountain bike. Operato immediatamente a Barcellona dal professor Mir, che ha applicato allla mano del due volte campione del mondo una placca di titanio, Marquez rimarrà in ospedale per le prossime 24 ore. Dopo l’ennesimo episodio sfortunato di una stagione davvero storta per il pilota di Cervera, l’unico spiraglio di ottimismo trapela da casa Honda dove fanno sapere che la presenza del loro pilota di punta al prossimo Gp del Giappone, in programma a Motegi l’11 di ottobre, non dovrebbe essere a rischio, anche se i dubbi vista l’entità dell’infortunio rimangono.

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Citroen conquista il secondo titolo di Campione del Mondo FIA WTCC

 

Sono arrivati in gara 1 i punti decisivi per la conquista del secondo titolo Costruttori.
Nelle 22 gare dal suo arrivo in WTCC nel 2014, Citroën ha conquistato 2 titoli Costruttori, 20 Pole Position, 34 vittorie, 13 doppiette, 8 triplette, 2 volte ha portato quattro piloti ai primi posti in gara e 1 volta addirittura cinque. A Shangai, allo spegnersi del semaforo di gara 1, Ma Qing Hua è restato bloccato in griglia, mentre José María López è passato subito in testa. Il primo giro è stato molto caotico, con diversi urti che hanno eliminato cinque auto. E’ stato necessario l’ingresso in pista della safetycar che ha fatto raggruppare il plotone di piloti, guidato da José María López, Yvan Muller e Sébastien Loeb. Dopo cinque giri la gara è tornata ad avere un ritmo elevato. Pechito è riuscito a distaccare i suoi compagni di team, che a loro volta erano ben lontani da Catsburg. Nel plotone Ma Qing Hua è risalito fino all’ottavo posto, ma poi è stato costretto all’abbandono per la rottura della trasmissione. Con questa tripletta López, Muller e Loeb hanno ottenuti punti sufficienti per permettere a Citroën di conquistare il titolo di Campione del Mondo FIA WTCC* a cinque gare dalla fine. Dopo il podio, le auto sono tornate sul caldo asfalto del circuito di Shanghai per la partenza di gara 2. Mentre Tarquini prendeva il comando, Yvan Muller e Sébastien Loeb hanno lottato fianco a fianco. Il quattro volte Campione del Mondo WTCC alla fine l’ha spuntata sul nove volte Campione del Mondo WRC, mentre José María López ne ha approfittato per interporsi tra i due! Sempre dietro Tarquini, Muller ha poi attaccato poco dopo metà gara, trovando un varco al primo tentativo, dopo il lungo rettilineo. Una volta passato in testa, l’alsaziano ha allungato definitivamente le distanze.
López ha tentato costantemente di superare Tarquini per conquistare il secondo posto. All’arrivo, l’italiano ha conservato il vantaggio per soli venticinque millesimi di secondo! In difficoltà con uno pneumatico al limite della foratura, Sébastien Loeb si è lasciato distanziare ottenendo i punti del quarto posto. Qing Hua ha concluso ottavo, dietro Mehdi Bennani.

RISULTATI

GARA 1
1. José María López (Citroën C-Elysée WTCC) 2. Yvan Muller (Citroën C-Elysée WTCC) 3. Sébastien Loeb (Citroën C-Elysée WTCC) 4. Nick Catsburg (Lada Vesta WTCC)
5. Mehdi Bennani (Citroën C-Elysée WTCC) MT : José María López in 1’52’’401

GARA 2
1. Yvan Muller (Citroën C-Elysée WTCC) 2. Gabriele Tarquini (Honda Civic WTCC) 3. José María López (Citroën C-Elysée WTCC) 4. Sébastien Loeb (Citroën C-Elysée WTCC) 5. Rob Huff (Lada Vesta WTCC) 6. Tiago Monteiro (Honda Civic WTCC) 7. Mehdi Bennani (Citroën C-Elysée WTCC) 8. Ma Qing Hua (Citroën C-Elysée WTCC)  MT: Sébastien Loeb in 1’52’’191

CAMPIONATO DEL MONDO PILOTI
1. José María López 396 punti 2. Yvan Muller 321 punti 3. Sébastien Loeb 282 punti 4. Ma Qing Hua 177 punti
5. Norbert Michelisz 172 punti 6. Gabriele Tarquini 171 punti 7. Tiago Monteiro 163 punti

CAMPIONATO DEL MONDO COSTRUTTORI
1. Citroën 879 punti 2. Honda 609 punti 3. Lada 320 punti

 

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SUPERCAR: al via la seconda edizione

 

E’ stata presentata oggi nella Sala del Carroccio del Campidoglio a Roma la seconda edizione di Supercar, il Salone dedicato all’auto non convenzionale. Presente anche il pilota Ferrari Giancarlo Fisichella, testimonial della manifestazione motoristica. Per tre giorni – da venerdì 9 a domenica 11 ottobre – i padiglioni di Fiera Roma ospiteranno un condensato di passioni, con la seconda edizione di Supercar: vetture da competizione, auto artigianali realizzate con dedizione sartoriale, ma anche prototipi ecologici e vetture di serie top di gamma saranno le protagoniste dell’evento. Ben 75.000 mq gli spazi espositivi, suddivisi in 35.000 mq interni e 40.000 mq di aree esterne, che ospiteranno varie attività: dalle esibizioni degli stunt alle sfilate delle Supercar, ai test drive, dove si possono provare gratuitamente le novità del mercato. “Un salone che parla di auto sembrerebbe controcorrente oggi, ma un evento come Supercar che tratta di auto non convenzionali in qualche modo rappresenta il made in Italy che fa parte della nostra cultura e la nostra artigianalità e per questo noi crediamo nel progetto Supercar”, ha detto Mauro Mannocchi, presidente di Fiera Roma. “Fiera Roma si interessa anche all’aspetto della mobilità, della sicurezza stradale e delle nuove tecnologie applicabili all’auto: e durante Supercar si parlerà anche di questo. Argomenti che oggi sono particolarmente alla ribalta visti i fatti che hanno coinvolto il famoso gruppo Volkswagen”. “Sono molto contento di essere il testimonial di Supercar”, ha commentato Giancarlo Fisichella, in partenza per gli Stati Uniti: il pilota romano correrà infatti questo weekend ad Atlanta e la settimana prossima in Cile, e ritornerà giusto in tempo per l’inaugurazione di Supercar venerdì 9 ottobre. “L’anno scorso fu un successo per tutti, a me personalmente Supercar è piaciuto moltissimo e anche mio figlio mi ha detto che non vede l’ora di tornarci perché si era divertito soprattutto girando in kart sulla pista nelle aree esterne di Supercar. Adesso, per il secondo anno vogliamo fare meglio. È un’opportunità fantastica per vedere dal vivo tante vetture da sogno. Sarò in Fiera Roma durante i tre giorni della manifestazione e spero che Supercar possa diventare presto un evento di portata mondiale e punto di riferimento per tutta l’Italia”. “Siamo rimasti sorpresi anche noi dalla risposta del pubblico dello scorso anno, con quasi 43.000 presenze”, ha spiegato Marco Galletti di Roma Auto Show, che organizza l’evento in collaborazione con Fiera Roma e che ha illustrato i contenuti della nuova edizione. “Formula vincente non si cambia, ma confermando i contenuti della prima edizione avremo anche qualcosa in più: le protagoniste indiscusse saranno le auto da sogno, ma ci sarà ampio spazio per l’area Ecotech Mobility e i convegni. Nelle aree esterne numerose le esibizioni, dove gli appassionati potranno sperimentare il brivido del drifting, a fianco di piloti professionisti. Supercar è anche vicino al sociale e ospiterà l’associazione Peter Pan Onlus, dando la possibilità ai ragazzi meno fortunati di vivere una giornata speciale”. ”Supercar vuol essere sempre più uno show e un evento per le famiglie”, ha aggiunto Andrea Barberis di Roma Auto Show. “Per questo abbiamo confermato l’area dedicata ai bambini e sarà presente anche la Fondazione Bioparco di Roma”. “Roma Servizi per la Mobilità e Fiera di Roma hanno sottoscritto un accordo della durata biennale per lavorare insieme sui temi della sicurezza stradale, della mobilità sostenibile e delle nuove tecnologie, mediante il potenziamento del MES, il Polo Innovativo della Mobilità e della Sicurezza Stradale, della Fiera stessa”, ha detto Mauro Giustibelli, Exibition Manager di Fiera Roma. “Un aspetto, questo, che sarà tra i cardini dell’evento Supercar durante il quale una sezione sarà dedicata alla guida sicura e all’educazione al volante”. “Supercar ha tutte le carte in regola per diventare il Motorshow di Roma con un milione di visitatori”, ha commentato Charlie Gnocchi, che sarà presente all’evento con i suoi particolari quadri dedicati al mondo dell’auto e che l’artista definisce “Alfismi”. Presente alla conferenza stampa anche il Generale di Brigata Paolo Scenna, Comandante della Scuola Trasporti e Materiali di Roma, in rappresentanza dell’Esercito che avrà un suo stand a Supercar, così come la Polizia Penitenziaria.

Volkswagen Konzern weiterhin Nummer eins im europaeischen Grosskunden-Geschaeft

Matthias Müller nominato CEO del Gruppo Volkswagen

 

Matthias Müller (62anni) è stato nominato CEO di Volkswagen AG con effetto immediato. La decisione è stata presa dal Consiglio di Sorveglianza nel corso dell’incontro che si è tenuto a Wolfsburg nella giornata di oggi (venerdì). Müller è attualmente Presidente di Porsche AG e manterrà l’incarico fino alla nomina di un successore. Lo stesso Matthias Müller ha dichiarato: “Il compito più urgente è riconquistare la fiducia per il Gruppo Volkswagen, attraverso la chiarezza assoluta e la massima trasparenza, ma anche imparando dalla situazione attuale. Sotto la mia guida, Volkswagen farà tutto il possibile per sviluppare e implementare i più vincolanti standard di compliance e governance nel nostro settore. Se riusciremo a farlo, il Gruppo Volkswagen con la sua potenza innovativa, i suoi Marchi forti e soprattutto il suo team competente ed estremamente motivato, avrà l’opportunità di emergere da questa crisi più forte di prima”. Müller succede al Prof. Dr. Martin Winterkorn, che ha presentato le proprie dimissioni mercoledì.

 

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Sicurezza prima di tutto

 

di Federico Gianandrea De Angelis

 

La scorsa settimana siamo stati ospitati a Bologna da Michele Crisci, presidente e amministratore delegato di Volvo Italia, per un’intervista che ci ha permesso di scoprire ed esplorare, ancor più da vicino, il mondo del marchio svedese.

Il settore delle auto è stato colpito da una forte crisi nel 2013 alla quale è seguita una leggera ripresa nel 2014, ma come si è aperto e come sta andando Volvo in questo 2015?

“Stiamo andando bene, il 2015 è partito con dei timidi segnali di ripresa che pensavamo fossero dovuti quasi interamente all’apertura dell’EXPO, il quale ha portato le più grandi aziende italiane di noleggio ad aumentare il fabbisogno di automobili per servire i turisti che stavano arrivando in Italia. Credevamo fosse un momento che si sarebbe poi esaurito, in realtà devo dire che con l’arrivo dell’estate, oltre a questo incremento di mercato legato alle aziende di noleggio, anche nel mercato dei privati c’è stato un movimento in rialzo. Noi come Volvo abbiamo finora raggiunto un buon 25% di incremento confrontato al 2014, che rispetto ad un +15 % del mercato in generale ci conforta perché vuol dire che abbiamo una velocità più elevata rispetto al mercato. Sicuramente la XC90, l’ultima nata, ci sta dando una grande mano sia in termini di appeal che di visibilità; è stata una bandiera di Volvo a lungo e oggi il nuovo modello ci sta portando una grande attenzione di pubblico e di vendite. Allo stesso tempo, le vetture più tradizionali come la V40, la V60 o la XC60 stanno performando tutte meglio dell’anno scorso: è un dato importante per noi e per la nostra rete che aveva bisogno di un anno di respiro dopo un periodo difficile”.

Abbiamo citato la XC90: al lancio online del Salone di Parigi questa vettura ha venduto 1927 esemplari in meno di 48 ore, ma quali sono le caratteristiche che l’hanno portata al successo?

“Io credo che la XC90 abbia diversi contenuti che giustificano questo successo, oggi siamo arrivati a quasi 60.000 unità vendute a livello globale, un risultato straordinario e inatteso che ha creato anche qualche problema di fornitura che presto risolveremo. E’ una macchina dal design bellissimo, secondo me una delle più belle disegnate negli ultimi anni, con un frontale completamente nuovo, interni totalmente rivoluzionati e molto lussuosi; è un condensato di tecnologia, da quella applicata alla sicurezza ad una grandissima elettronica sulla vettura che porta a delle enormi innovazioni nel campo della connettività uomo-macchina e macchina-esterno. E’ tutto touch-screen, non ci sono più pulsanti visto che ormai siamo tutti abituati ad usare tablet e smartphone: potremmo definire la XC90 un grande smartphone con quattro ruote ed uno straordinario propulsore. A proposito di motori, anche qui viene introdotto il concetto Volvo di motori Drive-E: sono dei quattro cilindri superpotenti, sia diesel che benzina o biturbo e sovralimentati, che esprimono una coppia e un numero di cavalli comparabili con i sei cilindri e con gli otto cilindri tradizionali, e che offrono una qualità e una fluidità nella guida di grande piacevolezza. Questo è il grande successo di XC90: un’eredità importante che non ha tradito le aspettative dei nostri clienti”.

Su XC90 è presente il sistema di infotainment Sensus: oltre a dare una grande connettività fornisce anche un’assistenza alla guida completa:

“Sì, come ad esempio il Line Departure, uno straordinario sistema che, leggendo le linee stradali,  riporta la vettura in carreggiata se per qualche motivo, distrazione o sonnolenza, questa abbia leggermente deviato la sua traiettoria. Ma c’è anche tutta la tecnologia applicata alla sicurezza che già era presente sulle altre vetture, come il Pedestrian Detection o il City Safety, il sistema che evita tamponamenti; in particolare quest’ultimo è stato ulteriormente potenziato e sulla XC90 interviene a qualsiasi velocità, non più solamente sopra ai 50 km/h,  dando al guidatore una grandissima sicurezza ed una protezione da urti o da altre situazioni. Ci sono poi tante altre cose introdotte su XC90 nella direzione già annunciata da qualche anno da Volvo: arrivare ad annullare completamente gli incidenti stradali e i decessi sulle nostre auto”.

Rimanendo in tema sicurezza, il 2015 si è aperto per Volvo con quattro modelli che hanno raggiunto il massimo livello nelle valutazioni dell’IIHS (Insurance Institute for Higway Safety): sono S60, V60, S80 e XC60. Un grande passo verso il raggiungimento del progetto “Zero morti con Volvo entro il 2020”

“Io personalmente sono molto orgoglioso di lavorare per un’azienda che ha quest’obiettivo. Se riuscissimo a ridurre al minimo gli incidenti e i decessi su vetture Volvo, anche senza arrivare a quota zero, avremmo fatto lo stesso un ottimo lavoro; mi fa molto piacere lavorare per un’azienda pioneristica da questo punto di vista”.

Se Volvo sta facendo grandi passi in avanti con la sicurezza, non si può certo dire il contrario per la tecnologia; ci riferiamo al sistema di Autopilot, grazie al quale le vetture si guideranno da sole senza bisogno del pilota:

“La guida autonoma è, nel nostro modo di vedere il mondo dell’auto, uno step importante per arrivare a quell’obiettivo del 2020 in cui vogliamo eliminare tutti i decessi a causa delle automobili. Pensiamo che la guida autonoma debba diventare un insostituibile supporto per le persone che guidano le auto ma anche per coloro che sono all’esterno della vettura e rischiano di entrarci in collisione. L’XC90 di oggi già dispone del Pilot Assist, quindi una predisposizione molto vicina alla guida auotonoma, che consente alla vettura, ad esempio in caso di incolonnamento, di agganciare l’auto che precede; dà la possibilità di lasciare volante e pedali, perché la XC90 non solo frenerà o accelererà in risposta a quello che farà la vettura davanti, ma addirittura sterzerà. In pratica è già una vettura che si muove in maniera autonoma ma fino ad una certa velocità. Ciò che stiamo pensando di fare e che probabilmente faremo già dall’anno prossimo, è mettere a disposizione a determinati clienti delle vetture completamente autonome e far provare loro l’esperienza di guidare un’auto che gode della guida autonoma. Questo rimane comunque un supporto e non si sostituisce alla persona che guida, l’Autonomus Driving deve essere un valido aiuto in caso di distrazione. La guida autonoma non può però vivere da sola, ha bisogno di infrastrutture esterne che permettano all’auto di essere connessa, non nel senso esclusivo di internet ma di un sistema di connessione in grado di mandare segnali alla vettura, come ambulanze o autobus; la macchina deve poter usufruire di questa rete per poter raggiungere un luogo frenando in caso di semafori o incroci senza che il pilota debba intervenire.  Nella guida autonoma il mondo dell’auto si sta muovendo molto bene, ora è il momento che anche l’infrastruttura dia il suo supporto: non è un caso che i primi test verranno fatti in Svezia, dove già vengono offerte infrastrutture di questo tipo”.

Torniamo alle auto, in questi giorni sarà possibile provare la nuova V60 Cross Country, un assetto più alto che adatta la macchina a strade più impervie. Da qui poi partirà un vero e proprio periodo “Cross Country”:

“Per noi questa è una linea di prodotto fondamentale perché incarna quello che è la Svezia: le Volvo sono prodotte da persone che vivono in un habitat splendido ma particolarmente aggressivo e rigido soprattutto nel periodo invernale. Cross Country rappresenta la qualità massima sul wheel driving e nella capacità della vettura di assorbire gli urti, grazie alla maggiore altezza dal terreno di ulteriori 6 centimetri e al sottoscocca rinforzato. Questo permette all’auto di avere un telaio ed una piattaforma diversi, in modo tale che la vettura possa reggere alle torsioni che si verificano in caso di percorsi fuori stradali. Per noi Cross Country è tutto questo, ora stiamo lanciando le S60 e V60 Cross Country, le quali andranno a completare una gamma molto vasta che dalla V40 fino ai SUV  XC40 e XC90 rende importante la nostra offerta di quattro ruote motrici e di vetture con caratteristiche da fuoristrada”.

C’è poi un’altra novità: la S90. Pensavamo di vederla al Salone di Francoforte ma Volvo ha scelto di non esserci, la vedremo quindi a Detroit. E’ una vettura importante in termini di mercato anche perché verrà prodotta e lanciata in Cina

“Abbiamo deciso di non andare a Francoforte perché Volvo vuole presenziare nei saloni più importanti non in termini di caratteristiche ma di temporalità, ossia quelli che verranno tenuti in periodi per noi più favorevoli per svelare modelli in rapporto alla loro uscita e produzione. Vorremo andare in quei saloni che ci saranno quando noi saremo pronti a sfornare delle novità: per la S90 quindi sceglieremo Ginevra per l’Europa e Detroit per l’America, oltre naturalmente ai saloni cinesi. La S90 sarà svelata negli Stati Uniti, verrà prodotta ancora a Goteborg ma anche nei nostri impianti cinesi per fornire il mercato asiatico; probabilmente nel 2017 sarà pronta anche una fabbrica negli USA che servirà il continente americano, in modo di avere un sistema di impianti per ogni continente che possa servire in maniera autonoma il proprio mercato. S90 comunque la vedremo a Detroit per poi lanciarla alla fine della prossima estate”.

Abbiamo aperto con un bilancio dell’ultimo anno, chiudiamo con il futuro: cosa prevedono i prossimi progetti di Volvo?

“Siamo abbastanza ambiziosi ma anche molto realistici. In questi anni Volvo ha dimostrato che si possono produrre 500 mila automobili in maniera profittevole. Molto spesso si pensa che ci sia bisogno di produrre milioni di auto per avere successo, invece noi siamo la prova che bastano meno esemplari ma fatti bene per andare a profitto in maniera considerevole. Con la nuova proprietà cinese si stanno facendo investimenti importanti, più di undici miliardi di dollari, per realizzare nuove piattaforme, impianti e motori. Le previsioni sono comunque quelle di aumentare i volumi, e  qui la Cina farà da traino perché quello rappresenterà un mercato di riferimento per il futuro; vogliamo riprendere le posizioni negli Stati Uniti che storicamente sono appartenute a Volvo ma che ora si sono ridimensionate e dobbiamo rinforzarci in Europa. Oggi in Europa abbiamo un peso pari a 250.000 macchine, vogliamo arrivare a 350.000 su un totale di 800.000 che ci poniamo come obiettivo; anche l’Italia avrà un ruolo importante, qui abbiamo intenzione di tornare sopra le 20.000 unità vendute, superarle e stabilizzarsi poco oltre quella cifra senza voler inseguire competitors o quote di mercato specifiche”.

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Francoforte 2015: idee che prendono forma (e forme)

 

di Filippo Gherardi

 

Come ogni (grande) Salone automobilistico che si rispetti, anche la sessantaseiesima edizione dell’International Motor Show di Francoforte può tranquillamente andare in archvio all’insegna di poche, ma efficaci, chiavi di lettura comuni. È stato il Salone delle idee. Alcune difficili da realizzare, altre molto più credibili ed accattivanti. Ma è stato anche il Salone delle forme, perché ormai comodità e confort, abbinati a funzionalità e versatilità, sembrano vincere per distacco su eleganza e lusso. Girando per i vari stand non sono mancate le anteprime, tanto quanto concept e soprese. Entrando più nel dettaglio, di idee e di forme hanno dimostrato di averne in territorio francese, con Citroen che rispolvera il mito Mehari attraverso l’orginale concept car Cactus M, affiancata nello stand transalpino dalla muscolarità e dagli Alloy Bump dell’altro concept Aircross. DS, al suo primo Salone di Francoforte da “autonomo”, ha dato lustro alla nuova DS4 svelata in anteprima assoluta non solo nella sua versione berlina ma anche (a proposito di forme) in quella crossover nel modelllo Crossback. Peugeot, parlando in termini di idee, sviluppa un’ulteriore evoluzione del suo i-Cockpit attraverso la concept car Fractal, coupé 100 per 100 elettrica che esalta il senso dell’udito e che affianca nelle première del Leone un’intera declinazione della collaudata, e vincente, formula della 308 attraverso la nuova 308 GTi ma anche con la 308 Hybrid R e la velocissima 308 Racingo Cup. Sempre in terra transalpina, collaudata e come è anche la formula Renault legata a Megane, in anteprima nel suo ultimo restyling in ordine di tempo accanto alla nuova Talisman, station wagon da 4,85 metri che raccoglie l’eredità della Laguna. Forme generose anche nell’universo Toyota, con la nuova Prius sul piedistallo delle anteprime da copertina e pronta a rilanciare la propria sfida al segmento ibrido, a pochi metri dal crossover Toyota C-HR e dall’eleganza, anche in questo caso con misure abbondanti, della nuova Lexus RX. Comoda, pratica e moderna anche la nuova Opel Astra, geniale, al limite del futuristico, la Nissan Gripz, concept car di un crossover con assetto rialzato. Non ce ne voglia l’eleganza della nuova Mondeo Vignale, ma anche lo stand Ford ci è sembrato soprattutto all’insegna delle forme con la Edge e il pickup Ford Ranger. Idee che prendono forma (e forme) sono state anche la nuova Kia Sportage, la Jaguar F-Pace (il primo SUV nella storia del marchio inglese), la Volkswagen Tiguan, il restyling della Mitsubishi Outlander PHEV, la Suzuki Baleno e il concept del crossover Mazda Koeru, mentre nel caso della tanto attesa “prima” davanti al grande pubblico dell’Alfa Giulia tutto è stato all’insegna della tradizione. E non è un caso se nel padiglione italiano, accanto proprio alla nuova ammiraglia di casa Alfa Romeo, si sono notati innanzitutto i restyling di modelli classici come la Fiat 500 e la Lancia Ypsilon. Abbiamo iniziato con le francesi, chiudiamo, per logica, con le tedesche di segmento premium. Attesa (rispettata) per la nuova Audi A4, ma anche per la Mercedes Classe C Coupé e la Mercedes Classe S Cabriolet, oltre che per la seconda generazione della BMW X1 e la sesta della BMW Serie 7. Quest’ultime tutte inserite all’interno di stand all’insegna della tecnologia e delle innovazioni, oltre che di metrature e capacità interne davvero sensazionali. Ma d’altronde anche questo è stato il Salone di Francoforte 2015, il salone delle idee che prendono forma e forme.

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Rosse di sera

 

di Filippo Gherardi

 

Rosso di sera, bel tempo si spera. È uno degli adagi più famosi, è quello che inevitabilmente viene in mente ripensando a quanto successo nell’ultimo week end di Formula 1. Vettel e la Ferrari vincono, anzi, scusate, Vettel e la Ferrari dominano come non succedeva da tempo l’intero week end di Singapore, lì dove si vive e si corre la notte, lì dove la Rossa di Maranello è tornata ad essere cannibale. Il tedesco stampa la prima pole da quando è a Maranello, la prima di questo mondiale, in dodici gare, non a firma Mercedes. Alle sue spalle l’ex compagno alla Red Bull Daniel Ricciaro, davanti all’attuale compagno in Ferrari Kimi Raikkonen e all’altra Red Bull di Daniil Kvjat. Solo terza fila per le Mercedes, con Hamilton quinto e Rosberg sesto. La gara è un assolo di Vettel, che parte dalla pole e mantiene la testa della corsa costantemente, respingendo i (timidi) assalti degli avversari e senza farsi troppo condizionare nemmeno dalla doppia safety car chiamata in causa prima, al giro 13, dall’incidente tra Massa e Hulkenberg e poi, al giro 37, dall’invasione di pista di uno spettatore a dir poco avventuroso. Per il resto è cavalcata trionfale per la Ferrari numero 5 verso il suo terzo successo stagionale e il quarto acuto in carriera, per Vettel, sotto le bandiere a scacchi di Marina Bay. Alle sue spalle Ricciardo e Raikkonen mantengono le posizioni, Rosberg deve accontentarsi del quarto posto ed Hamilton, al contrario, è costretto al ritiro per un problema di depotenziamento della propria Mercedes occorso al giro numero ventisei. Per la seconda volta in stagione, dopo il Gp di Ungheria, nessuna Mercedes sale sul podio, per la prima volta lo fanno entrambe le Ferrari. Rosberg sale in classifica mondiale a meno 41 punti da Hamilton, Vettel si avvicina ad entrambi portandosi a quota 203 punti a 49 lunghezze di distanza dal campione del mondo in carica. Da qui alla definitiva bandiera a scacchi della stagione mancano ancora sei gare, l’Europa, Gran Premio di Russia a parte, rimarrà un lontano ricordo e la corsa al Mondiale si può considerare, per forza di cose, ancora un discorso monocromatico tra le due Mercedes, con Hamilton, chiaramente, grande favorito per il bis. Ma la distanza ridotta in classifica, una Ferrari che sotto le luci artificiali della notte di Singapore è tornata a risplendere ed un Vettel che sembra Schumacher fanno sognare qualcosa che fino a poco tempo fa sembrava, necessariamente, un miracolo irrealizzabile.

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SEAT 20V20: Design award come miglior prototipo

 

La 20V20 (“Visione 2020”) rappresenta, come nessun’altra showcar nella storia SEAT, la visione del futuro del Marchio in termini di design, qualità e passione. Fin dal suo debutto, durante lo scorso Salone dell’Automobile di Ginevra, sono stati il design e le linee scultoree della concept a catturare maggiormente l’attenzione del pubblico. E proprio con la 20V20, la SEAT si è aggiudicata il premio del prestigioso “Automotive Brand Contest” nella categoria “Prototipi”. Considerato uno dei più importanti del settore automotive, il concorso di design è regolato da una rinomata giuria (tra cui spiccano esponenti della stampa di settore, rappresentanti di varie Università ed esperti designer), che si esprime consegnando riconoscimenti in 15 differenti categorie. Il design al contempo possente e sofisticato che caratterizza il Marchio spagnolo, di cui le attuali Leon e Ibiza sono prova, è stato riscontrato dalla giuria dell’ “Automotive Brand Contest” anche nel prototipo 20V20. Trattandosi dell’unico concorso di design in ambito automobilistico a valenza internazionale (dove, tra le altre, vengono premiate le categorie “Interior design”, “Brand Design” e “Future, Parts & Mobility”), il verdetto ricevuto dalla SEAT è di enorme prestigio. Il Consiglio tedesco del Design, ispirato dal principio di un utilizzo del design mirato a generare valore nei Brand, ingloba oltre 200 aziende, per un totale di due milioni di collaboratori. La sua fondazione (nel 1953) fu promossa dal Bundestag, il Parlamento tedesco, con l’obiettivo di promuovere il design all’interno dell’economia tedesca. Il prestigioso premio è stato consegnato lo scorso martedì 15 settembre, in concomitanza alla prima giornata stampa del Salone Internazionale dell’Automobile di Francoforte, durante una cerimonia di gala organizzata dal Consiglio tedesco del Design presso il Museo Städel della città tedesca.