kia

Nuova Kia Optima: comfort ed eleganza

 

di Stefano Ursi

 

Linee decise, design innovativo, interni di classe e comfort tecnologico. Questi i quattro pilastri su cui Kia incentra una macro-descrizione della muova Optima. Partiamo dall’esterno per quella che invece, con tutte le proporzioni che il mezzo virtuale ci permette, deve essere una sorta di micro-descrizione alla ricerca di particolari e caratteristiche distintive della nuova Optima; che si presenta slanciata e sinuosa nelle forme ed è arricchita, sul frontale e sulle fiancate, di dettagli cromati. Forme che ne rendono il profilo dinamico e improntato ad un’eleganza che ben si accompagna con il comfort e la stabilità. Optima, nella sua versione rinnovata, non disdegna di trasportare con estrema semplicità lo stile anche all’interno, dove si possono trovare elementi e caratteristiche totalmente improntate sulla ricerca della comodità non solo di guida ma anche di utilizzo della strumentazione; la plancia centrale risulta inclinata di 8,5° verso il conducente, cosa che riesce a conferire al conducente un tasso molto alto di comfort e di compenetrazione con tutto ciò che è a sua disposizione durante la guida. Ma non solo, perchè la struttura dual zone permette al conducente di avere a disposizione i comandi con semplicità e soprattutto intuitività, il che durante la marcia è decisivo al fine di utilizzare una strumentazione di alto livello senza mai distogliere l’attenzione più del dovuto. I sedili anteriori non mancano di qualità sempre legate al comfort, come la possibilità per quello del conducente di essere regolato elettricamente in otto direzioni e di usufruire di regolazione in quattro direzioni dal punto di vista lombare. Addentriamoci nella dimensione della strumentazione e delle peculiarità hi-tech di Kia Optima; il navigatore fornisce le sue indicazioni e i suoi suggerimenti su un display da 7” che prevede Radio Data System (RDS), retrocamera, Bluetooth, lettore MP3, Kia Connected Services e mappe aggiornate gratuitamente per sette anni. La vettura è fornita del sistema di frenata rigenerativa, capace di ricaricare la batteria tramite energia cinetica quando il conducente sposta il piede dall’acceleratore. Troviamo poi il sistema SLIF (Speed Limit Information Function) che rileva limiti di velocità e divieti di sorpasso grazie alla camera montata sul parabrezza e il LKAS (Lane Keep Assist Service) che aiuta ad evitare sbandamenti e invasioni della carreggiata opposta. Motore diesel 1.7 CRDi da 141 CV e cambio DCT a 7 marce vanno a completare la Kia Optima rinnovata.

tesa

Tesla svela la “Gigafactory 1”

 

di Stefano Ursi

 

“Gigafactory 1”. Se proviamo ad analizzare il nome ci accorgiamo da subito che lascia intendere una struttura dalle dimensioni importanti nella quale si progettano innovazioni tecnologiche di una certa portata. Elon Musk, patron di Tesla e ideatore di questa struttura, l’ha pensata per fare da casa alla realizzazione di batterie agli ioni di litio, al fine di soddisfare quello che si stima di qui in avanti il fabbisogno mondiale in relazione alla produzione di auto elettriche. E proprio il termine “giga” sta a significare la capacità di produzione per anno della fabbrica: ovvero 35 GWh. La Gigafactory di Tesla ha visto iniziare i lavori per la sua realizzazione nel 2014 nei pressi di Sparks, in Nevada e si prefigge obiettivi di alto livello produttivo oltre che tecnico; l’idea di fondo infatti è quella di soddisfare, come detto, la richiesta di batterie per le auto ad alimentazione elettrica che verranno prodotte da qui in avanti ma sarà la modalità a fare la differenza, secondo quanto spiegano dalla casa madre in una nota a corredo dell’annuncio del progetto: abbattere i costi e ridurre gli sprechi, grazie all’economia di scala e all’accentramento di tutte le funzioni produttive in un’unica location. La produzione delle celle, secondo quanto spiega Tesla, dovrebbe iniziare nel 2017 e raggiungere il pieno regime produttivo nel 2020. Ovviamente l’obiettivo che funge da architrave a tutto questo progetto dalle enormi proporzioni (si tratta infatti dell’edificio con la superficie più estesa del mondo) è quello di dare la spallata definitiva al concetto delle motorizzazioni tradizionali per indirizzare l’industria automobilistica verso le fonti di alimentazione sostenibili e dunque verso un futuro produttivo (oltre che ambientale) diverso. Fondamentale l’accordo stretto da Tesla con Panasonic in ordine alla realizzazione di Gigafactory, accordo che potrà avere in futuro importanti sviluppi in termini di investimento e crescita del settore. Non possiamo non comprendere poi che l’idea di Tesla potrebbe in futuro toccare anche un tasto delicato dell’economia dei prossimi decenni, ovvero la produzione e la disponibilità di energia elettrica a costo sostenibile: oggi la stragrande maggioranza delle strutture che conosciamo e di quelle in espansione (oltre alle strumentazioni in dotazione ad industrie, aziende e privati) necessita di un apporto energetico costante oltre che in costante aumento. E un nuovo sistema di produzione di energia elettrica potrebbero presto divenire priorità a livello globale.

bmw

Paralimpiadi Rio 2016, ecco la sedia a ruote hi-tech firmata BMW

 

 

 

 

 

 

di Stefano Ursi

 

L’annuncio dell’inizio del processo di realizzazione è di quasi un anno fa ma per avere davanti agli occhi il modello finito è servito un percorso di confronto lungo e approfondito, che ha visto coinvolti ingegneri e sportivi, designer ed esperti di dinamica e aerodinamica. Così nasce la nuova sedia a ruote hi-tech firmata BMW per i paratleti del Team Usa che parteciperanno alle Paralimpiadi di Rio 2016; un modello evoluto, che guarda con interesse a quelli precedenti ma con la ferma convinzione di dover e voler migliorare uno strumento già di per sé futuristico. Se la si guarda bene la nuova creatura realizzata dal comparto BMW Design Works, in collaborazione con il team sportivo a stelle e strisce, appare già a prima vista progettata per essere quasi invisibile, per fondersi magicamente con il paratleta che in quegli attimi esplode tutta la sua potenza ed abilità in pista, conscio di dover dare il massimo dopo mesi e mesi di duro allenamento per un risultato che potrebbe entrare nella storia dello sport. Personalizzazione è la parola chiave predominante per questa sedia a ruote di nuova generazione, realizzata interamente in fibra di carbonio e dunque più leggera dei precedenti modelli, studiata appositamente tramite misurazioni in 3D e costruita secondo gli standard di qualità più elevati. Per migliorare l’aerodinamica e le prestazioni sono stati realizzati due prototipi su cui si è lavorato alacremente a stretto contatto con i paratleti, studiandone le performance nei vari momenti di gara e plasmando la struttura in base alle esigenze di ogni momento e necessità. La straordinaria novità sta appunto nella capacità del team di BMW di costruire dei modelli totalmente adattabili alle caratteristiche di prestazione del singolo paratleta che dovrà utilizzarla in gara, tramite apposite prove e simulazioni, gettando le basi per un modo innovativo di realizzare prodotti tecnologici destinati a settori specifici. Al fine di ottimizzare la resa e di tracciare nuove strade che possano avere sbocchi anche in ambiti diversi dallo sport.