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Piazza Affari: oggi il debutto di Ferrari

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

 

Lunedì 4 gennaio 2016 è stata una giornata particolarmente importante per la storia della Ferrari. È infatti stata annunciata la separazione dal gruppo Fca. L’anno si apre quindi con una scelta fondamentale, come reso noto dal comunicato ufficiale, nel quale inoltre è stato spiegato: “Gli azionisti di Fca hanno titolo ad una azione ordinaria Ferrari ogni 10 azioni ordinarie Fca detenute. Inoltre i possessori di obbligazioni e conversione obbligatoria Fca hanno titolo a ricevere 0.77369 azioni ordinarie Ferrari per ogni Mcs unit da 100 dollari di valore nozionale detenuta”. Il primo lunedì dell’anno ha visto quindi svolgersi la cerimonia della campanella che ha dato avvio alla negoziazione dei titoli del Cavallino alla borsa di Milano, dopo il debutto a Wall Street avvenuto a ottobre. Presenti alla cerimonia il presidente della Ferrari e amministratore delegato della Fiat Chrysler Automobiles Sergio Marchionne, l’amministratore delegato della Ferrari Amedeo Felisa, il figlio del fondatore Piero Ferrari, il presidente di Fca John Elkan anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi che voluto sottolineare come la quotazione a Milano della Rossa sia una realtà importante e un messaggio bellissimo per tutta l’Italia. Purtroppo, però, la giornata non ha sorriso alla Ferrari, colpa del tonfo delle borse asiatiche e delle forti ripercussioni che ci sono state su tutte le piazze europee. Le azioni del Cavallino, con apertura a 43 euro, hanno subito un ribasso. Una tendenza che ha portato anche alla decisione di sospendere il titolo, per poi riammetterlo a 42,79. Il minimo toccato è stato di 41,5 euro, il massimo 43,23. Quanto invece a Fca, nella prima giornata senza Ferrari, ha aperto a 8,48 euro mentre mercoledì 30 dicembre, nell’ultima seduta del 2015,  aveva chiuso a 12,92 euro. Tra il 6 e il 7 gennaio sarà completata l’operazione che porterà ad avere un’azione ordinaria Ferrari per ogni dieci azioni ordinarie Fca che si hanno in portafoglio. SI dovrà quindi aspettare l’8 gennaio per avere la quotazione regolare di tutte le azioni Ferrari assegnate con lo scorporo.

 

 

 

 

 

Pininfarina passa agli Indiani di Mahindra

Pininfarina: la storica azienda italiana ceduta agli indiani di Mahindra

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

 

Troppi i debiti accumulati dalla famosa carrozzeria, un rosso in bilancio che non ha dato altra scelta se non quella di cedere alla corte del gruppo Mahindra. Un corteggiamento durato per più di due anni e che si è concluso, o meglio si concluderà entro il primo semestre del 2016, con un’operazione da 150 milioni di euro di cui 110milioni di garanzie sui debiti. La società indiana prenderà quindi il pacchetto di controllo della famiglia ma non è intenzionata a snaturalizzare l’azienda. Paolo Pininfarina resterà infatti presidente, il quartiere generale resterà in Italia, ma gli indiani controlleranno almeno il 76%. Secondo l’accordo, il cda si dimetterà al momento del closing, mentre l’indebitamento finanziario delle banche sarà ripagato dal 2017. Dalla Pincar fanno sapere che c’è grande soddisfazione per una soluzione che permetterà di continuare la tradizione italiana dell’azienda, senza alterarne il DNA. Dichiarazioni condivise dalla Mahindra che ha assicurato che farà crescere Pininfarina nel Belpaese.  In borsa, però, le impressioni non sembrano cariche di ottimismo, c’è stato anzi un pesante calo del 68,80%.