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PSA Italia: Carlo Leoni diventa il nuovo Direttore Comunicazione

 

Cambiano i ruoli in PSA Italia: come annunciato da Eugenio Franzetti durante l’evento PSA & Friends in corso proprio in questi giorni, a partire dal 1 dicembre il suo ruolo sarà ricoperto da Carlo Leoni, il quale viene dunque nominato Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne di Groupe PSA in Italia, con il compito di coordinare le attività dei tre Marchi.  sarà Carlo Leoni a prendere il CARLO LEONI, sarà nominato Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne di Groupe PSA in Italia, con il compito di coordinare le attività dei tre Marchi.

A Carlo Leoni faranno riferimento

  • GIULIO MARC D’ALBERTON Responsabile Comunicazione Peugeot
  • MARCO FRESCHI Responsabile Comunicazione Citroën
  • ELENA FUMAGALLI Responsabile Comunicazione DS
  • FABRIZIO PIOTTI Responsabile Coordinamento Media e Corporate per i tre Marchi.

Franzetti, invece, assumerà l’incarico di Direttore Vendite Citroën/DS.

Galerie Peugeot (3)

Galerie Peugeot: un viaggio nel passato del Leone

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Più che di storia dell’auto sembra di parlare di una storia d’amore, quella sbocciata tra Daniele Bellucci e il Leone di Peugeot oltre trent’anni fa. La sua passione per il marchio lo ha portato ad avviare una collezione privata trasformatasi nella prima mostra non francese del mondo dedicata esclusivamente alle vetture della casa transalpina, e dopo aver fondato il Club Storico Peugeot Italia (1999), Bellucci ha così scelto di condividere con tutti la sua personale raccolta aprendo, nel 2007, la “Galerie Peugeot – auto e non solo” di San Gimignano (SI). Un’esposizione unica, che permette di capire come il design Peugeot si sia evoluto negli anni prima di arrivare alle moderne concezioni, composta da vere e proprie chicche acquistate e restaurate direttamente da Bellucci, fornite in prestito da Peugeot o provenienti dal museo L’Aventure Peugeot di Sochaux con cui il collezionista fiorentino ha avviato una stretta collaborazione. Tra le rarità che abbiamo potuto ammirare durante la nostra visita, una Bebè del 1916 ideata da Ettore Bugatti, una 202 Canadienne del 1949 con fiancate in legno, una 172 Quadrilette del 1924, una 301 D coupè del 1934, la 604 Limousine Heuliez utilizzata da Papa Giovanni Paolo II in una visita a Lissieux nel 1979, una 604 Tour de France in versione pre-serie allestita espressamente come ammiraglia per il Giro di Francia in bicicletta a metà degli anni Ottanta, fino ad arrivare alla più recente 306 Maxi del 1994 con cui Peugeot Italia vinse il Campionato Italiano 2 Ruote Motrici del 1999 e 2000. Ma il museo non è solo auto, lo completano anche una serie di oggetti provenienti dal mondo industriale Peugeot come moto, utensili, biciclette e materiale vario, ma se tutto questo non bastasse c’è sempre la possibilità addentrarsi ancor di più nella storia di diversi modelli grazie a diversi libri creati dallo stesso Bellucci (“Guida all’identificazione”  e “Peugeot. Quando il leone estrae gli artigli”). Accompagnati dai racconti e dalle eloquenti spiegazioni di Daniele Bellucci e Fabrizio Taiana, Segretario del Club Storico Peugeot, nonché da Carlo Leoni, Responsabile Comunicazione Peugeot Italia, il nostro viaggio nel passato è sfociato nel presente e siamo potuti salire su diverse vetture storiche del Leone con cui esplorare le splendide colline toscane. Un panorama fantastico accompagnato dalla miglior colonna sonora possibile eseguita da un’orchestra composta da: tre diverse 205 CTi Cabriolet (di cui una il allestimento Roland Garros), una 106 Rallye, una 204 Coupé, una 205 Gutmann, una 504 Cabriolet e la 604 Limousine utilizzata dal Papa. Vetture sportive e da passeggio, tutte con una propria storia e tenute in perfette condizioni grazie alla maniacale dedizione di Daniele Bellucci con il supporto di Peugeot, una scoperta del passato da rimaner senza parole.

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Peugeot: Sportività, vittorie e prestazioni

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

 

Studio affollatissimo quello di Professione Motori che, nelle scorse settimane, ha visto alternarsi tanti ospiti del mondo automobilistico. E’ tornato a trovarci anche Carlo Leoni, Responsabile Comunicazione Peugeot Italia. Visto quanto successo negli ultimi giorni nell’ambito del Motor Sport legato a Peugeot era impossibile non iniziare l’intervista parlando della Dakar. Solo alcune statistiche: 26 anni dopo l’ultimo successo, Peugeot vince la Dakar per la quinta volta nella sua storia. Peugeot 2008 DKR, due ruote motrici,  trionfa con il suo equipaggio ovviamente Peterhansel e Cottret. Ma l’aspetto più significativo sono le statistiche,  Peugeot vince questa Dakar alla seconda partecipazione nel continente Sud Americano ma specialmente con nove vittorie di tappa su dodici gare complessive tra cui sette doppiette e due triplette. Viene da pensare, che se Carlos Sainz non si fosse ritirato probabilmente anche nelle prime due posizioni alle spalle di Peterhansel, al posto di Al-Attyah con la Mini, avremmo trovato anche l’altro equipaggio con Carlos Sainz:

“Le cifre spesso aiutano a capire meglio quelle che sono state le gare. In questo caso siamo andati oltre ogni aspettativa ottenendo questi risultati al secondo anno di partecipazione alla Dakar, dove non solo bisogna avere una macchina competitiva e affidabile e piloti esperti ma conta tantissimo tutto il team visto che parliamo di una gara sì di performance ma anche di tattica, costanza, e dove i navigatori hanno un ruolo importante, quindi c’è davvero la somma del lavoro di tante persone. Essere riusciti a fare una Dakar straordinaria è un inizio dell’anno per lo sport di Peugeot importante e significativo, godiamo di questo risultato, anche se ce lo dimentichiamo già perché adesso iniziano altre attività. E’ stata una gara nel segno del Leone ma con l’alternansi di tanti piloti, delle doppiette, delle triplette e dei colpi di scena. Hai citato Sainz ma ricordo anche Loeb e Despres, tutti vittima di inconvenienti meccanici, forature, alcuni si sono persi e hanno accumulato ritardi, quindi davvero ogni giorno la classifica è stata rimescolata, fortunatamente con tutti questi rimescolamenti è rimasto comunque in testa un pilota Peugeot. Si tratta, naturalmente, di Peterhansel, è la dodicesima Dakar che vince e infatti ho parlato della necessità di essere affiatati, avere esperienza, conoscere le tattiche di gara e le reazioni, come quando attaccare o alzare il piede dall’acceleratore, aver fatto tutto questo al secondo anno, dopo 26 anni che non andavamo alla Dakar, è veramente un passaggio significativo.  Vuol dire che si è costruito un percorso, che prevederà la Dakar nel 2017 e la partecipazione di Loev al campionato mondiale di Rally Raid ed è quindi realmente un continuo con quello che abbiamo fatto nel nostro piccolo noi in Italia”.

Al di là di Peterhansel che ha vinto la sua dodicesima Dakar, sesta tra le auto dopo sei vinte anche in moto, al settimo posto troviamo Despres con il secondo equipaggio in termini di classifica generale per quel che riguarda Peugeot, mentre Sebastien Loeb, che inevitabilmente era ed è stato anche nei primi giorni il protagonista mediatico di questa Dakar 2016 con un debutto straordinario, ha avuto poi dei problemi di sfortuna altrimenti probabilmente sarebbe finito sul podio:

“Credo proprio di sì, al di là anche questo di ogni aspettativa, perché conosciamo tutti il Loeb pilota uno che non molla mai e non rinuncia mai alla vittoria. Nella prima settimana di gare, quando le piste forse erano più simili a quelle del rally, ha dominato,e sono prove lunghissime di 400km quindi è un rally profondamente diverso anche se le strade erano uguali. Nella seconda settimana, in cui tutto si stravolgeva e abbiamo visto la Dakar con le persone che si perdono e i problemi di orientamento, ha avuto difficoltà legate all’inesperienza, ha capottato ma poi è stato in grado di ripartire e arrivare nel termine massimo senza problemi. E’ riuscito comunque a dimostrare anche in questa seconda settimana e a fare tempi incredibili, una tappa cruciale è stata quella vinta da Peterhansel in quella famosa trilogia dell’inferno. Nella seconda tappa, in cui si sono persi un po’ tutti, lui ha dominato e ha dato oltre 50 minuti agli avversari  mentre Loeb è comunque arrivato quinto dimostrando che quando c’è da correre in una modalità diversa dal rally è competitivo. Credo che l’anno prossimo ci risarà e sarà un po’ più dura per gli altri.  Quanto a Peterhansel come lui stesso ha detto non ha vinto la dodicesima Dakar per ritirarsi. Non c’è il due senza  tre e non c’è nemmeno il dodici senza il tredici”.

Quanto di questi campioni ha il vostro Paolo Andreucci? Perché nell’ultimo anno Peugeot è stata ancora una volta cannibale nei confini italiani. Paolo Andreucci ha vinto il suo titolo italiano in coppia naturalmente con Anna Andreussi, dando una mano più che significativa a questo tiplete storico che vi proietta come marchio straniero più vincente di tutti i tempi nel rally italiano. Triplete che consiste: nella vittoria del titolo costruttore, vittoria di Andreucci nel titolo assoluto, e dominio della coppia Tassone-Michi nel Campionato Junior. Partiamo da Andrucci-Andreussi una coppia intramontabile, avete fatto un ottimo Rally di Monza sempre con la stessa vettura, sempre con questo equipaggio e sempre con gli stessi meccanici perché questa è una vittoria di squadra:

“Come la Dakar, si vince grazie ai piloti, si vince grazie ai meccanici, si vince grazie alla macchina ma si vince grazie al lavoro della squadra perché tutto deve funzionare al meglio e se non hai la squadra i meccanici che lo fanno puoi avere il pilota più forte del mondo e la macchina più competitiva. ma non vai da nessuna parte.  Alla domanda rispondo parafrasando proprio Andreucci che dice che questi piloti sono tutti grandi campioni e sono inarrivabili, io invece dico che di loro in Andeucci c’è la voglia di vincere sempre e comunque anche a 50 anni , questa è una dote innegabile che credo sia la chiave dei sui successi degli ultimi anni perché la voglia di vincere fa sì che ci sia sempre la costanza, l’attenzione maniacale a controllare tutto e di cercare sempre il massimo da se stesso, da Anna, dal team, da noi, ed essere quindi veramente uomo-squadra quella che trascina tutti perché nelle squadre si vince se il collettivo funziona ma in tutte le grandi squadre ci vuole il fuori classe, quello che fa spogliatoio e Paolo Andreucci lo è”.

Ottimo anche Monza Rally Show per Andreucci-Andreussi. Con la 208 T16 avete dimostrato anche qui che questa è una squadra credibile anche contro le VRC perché a Monza di fatto con Andreucci la 208 T16  è stata la prima non VRC nel gruppo dei grandissimi:

“Sì lasciandosi dietro anche molte VRC macchine più potenti della 208 T16. Monza è una passerella ma è anche una gara vera, ha una grande vocazione quella di mischiare campioni di diverse discipline e di farle correre davanti a un pubblico folto, 40mila paganti quest’anno, davanti a un pubblico del genere chi è in macchina non si ricorda che è una gara spettacolo ma pensa sempre a vincere. Anche noi nonostante sia una passerella e l’ultima gara della stagione, l’affrontiamo sempre con la voglia di primeggiare. E’ stata un’ottima chiusura della stagione,  la ciliegina sulla torta di un anno incredibile con il triplete che abbiamo colto grazie alla bravura di tutti e vogliamo capitalizzare questi successi per ripartire al meglio”.

Peugeot, naturalmente, non si limita in termini di adrenalina solo alla pista, ma si allarga prepotentemente anche alla strada. C’è da un trittico di auto che riassume questa doppia identità: stradistica e pistaiola, quindi quello che Puegeot Sport ha saputo negli ultimi anni riproporre anche su strada. Cominciano  in termini di presentazione dalla Peugeot RCZ R: motore 1.6 benzina da 270 CV, assetto abbassato di ulteriori 10 millimetri rispetto alla versione standard  da 0 a 100km/h in 5 secondi scarsi, sedute avvolgenti, comandi e volante ergonomici, display da 7 pollici. Insomma, sportività prestazioni, eleganza e comodità:

“Parliamo di sportività, quello che ci si chiede sempre è quanto della competizione sportiva viene poi trasportato nella produzione di serie, ecco credo che il grande upgrade del marchio sia quello di aver portato  sulle auto che guidiamo sulle strade di tutti i giorni Peugeot Sport. Quindi quando la factory sportiva si unisce alla produzione commerciale nasce questo connubio. RCZ R è stato il primo step di questo percorso iniziato tre anni fa ed eravamo un po’ sorpresi perché non era mai successo nella storia recente. RCZ R, che è giunta ormai alla fine della produzione, rimane il primo tassello che unisce queste doti di sportività estreme che dà Peugeot Sport, alcune caratteristiche tipiche di Peugeot come il comfort ed il piacere di guida e una linea estremamente elegante e sportiva”.

Un’altra vettura che, oltre alla RCZ R, abbiamo avuto il piacere di provare anche su una piccola pista ad Anagni, è stata la Peugeot 208 GTI: 1.6 THP da 200 cavalli abbinato a trazione anteriore e cambio manuale a sei rapporti, mini spoiler sopra il lunotto posteriore, doppio scarico, cerchi da 17 pollici, all’interno schermo da 7 pollici, un bagagliaio che si estende da 285 a  1076 litri, velocità massima 230 km/h e da 0 a 100km/h in 6,8 secondi:

“Abbiamo parlato di RCZ R, poi il mito GT che come tutti sappiamo nasce per Peugeot con la 205 trent’anni fa, è stato ripreso e sviluppato  sulla 208 con due versioni: la GT e la GTi by Peugeot Sport dove, come indica il nome, c’è l’intervento dei tecnici di Peugeot Sport sul veicolo. LA GTi by Peugeot Sport si differenzia anche per la presenza del differenziale torsen all’anteriore, davvero si coniugano in modo estremamente semplice e fluido  le prestazioni a un comfort e un piacere di guida che permettono di utilizzare la vettura nella vita di tutti i giorni. Ci si può divertire in pista ad Anagni ma si può anche girare sulle strade di tutti i giorni e vuol dire da un lato avere una vettura sportiva e confortevole e dall’altro contenere, anche grazie al lavoro che è stato fatto sui motori, i consumi e le emissioni. Un difficile equilibrio che credo sia stato pienamente raggiunto su 208, su RCZ R e poi sulla 308 GTi.

Dulcis in fundo, ultima creatura di Peugeot Sport legata alla strada: 308 GTi, anche in questo caso motore 1.6 sistema Start&Stop , 270 cavalli, da 0 a 100 km/h in 6 secondi, emissioni di CO2 139 grammi, consumi 6 litri per 100 km , carrozzeria bicolore per l’edizione speciale  poi interni caratterizzati dai sedili avvolgenti Peugeot Sport e si può personalizzare con il Drive Sport Pack e poi ciliegina sulla torta: il differenziale a slittamento limitato  torsen:

“Sì, credo che la tenuta di strada, al di là di quelle che sono le prestazioni della velocistica comunque importanti, sia uno dei valori aggiunti della vettura unito ai consumi assolutamente best in class per una categoria di questa potenza visto che è la macchina che performa meglio al punto di vista delle emissioni, dei consumi e della potenza specifica. La gamma 308 è ampia, articolata, con due carrozzerie, berlina e station wagon, con diverse motorizzazioni, dai Blue HDi da 100 cavalli sino ai 150 cavalli, fino ad arrivare alla versione GT, le vere gran turismo e l’ultimo livello è la 308 GTi che credo incarni al meglio l’essenza e l’animo sportivo del marchio. E’ una macchina piacevole da guidare in città ma è anche una vettura assolutamente prestazionale da guidare anche in circuito. Paolo Andrucci l’ha definita una macchina sorprendente dal punto di vista delle prestazioni, del confort e dalla tenuta di strada. Inoltre, pur rivolgendosi a una nicchia di appassionati di vetture sportive sta riscuotendo un successo, gli ordini sono davvero superiori a quelle che immaginavamo potessero essere le vendite nel 2016 quindi siamo contenti perché pensiamo  che rappresenti realmente la ciliegina sulla torta all’interno della gamma 308. La 308 è una vettura di successo e riuscire a far diventare il modello che ritenevamo fosse quello che dovesse dare immagine un piccolo successo commerciale  è motivo di orgoglio per Peugeot Sport  che l’ha progettata e per noi e per voi che siamo andati a provarla e a raccontarla ai telespettatori”.

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Performance a consumi contenuti

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

 

Nei giorni scorsi è tornato a farci visita negli Studi di Professione Motori Carlo Leoni, Responsabile Comunicazione Peugeot Italia. Avevamo avuto il piacere di incontrarlo al Salone di Francoforte e siamo partiti proprio da un bilancio di questa importante kermesse internazionale:

“Il bilancio è assolutamente positivo, Peugeot si presentava con alcune anteprime mondiali legate al mondo 308 declinato nelle sue varianti sportive e da pista quindi la 308 GTi by Peugeot Sport, la 308 R Hybrid, un prototipo ibrido dalle grandi prestazioni, la 308 Racing Cup, per la pista quindi non in vendita nelle concessionarie, e poi un’importante novità, visto che Peugeot è un marchio che si rinnova e che continua a guardare al futuro,  è stata la Peugeot Fractal. Si tratta di una coupé elettrica, uno studio legato ai materiali e all’utilizzo della stampa 3D che per ora rimane un concetto astratto, ma secondo le previsioni magari tra qualche anno nelle concessionarie con la stampa 3D si potranno fare delle personalizzazioni last minute al cliente quasi sartoriali quindi un lavoro e uno sguardo volto non solo al domani ma anche al dopodomani”.

Una visione del futuro quella di Peugeot che ritroviamo anche in un altro concept, ovvero Onyx, una macchina molto interessante:

“Sì, una supersportiva al centro dei canoni di Peugeot di questi anni quindi l’i-cockpit, vale a dire il volante di dimensioni ridotte, il quadro strumenti in posizione rialzata, il touchscreen era presente e in più si lavorava sui materiali, sulle superfici con il coupe franche che era presente per la prima volta su Onyx e che dopo abbiamo ritrovato nelle vetture sportive come 308 GTi by Peugeot Sport, con il bicolore rosso e nero, e la R hybrid o la 208 Gti by Peugeot Sport”.

Cominciamo il nostro cammino in queste declinazioni sportive e supersportive di 308 perché immediatamente i tecnici di Peugeot Sport hanno capito le potenzialità di questa vettura da poter modificare in questa maniera, e con la GTi sono stati raggiunti dei livelli altissimi:

“Il progetto della 308 Gti by Peugeot Sport è stato affrontato dai tecnici come si progetta una nuova auto sportiva quindi lavorando sul peso, sulla telaistica, sui freni, sulla parte dei motori. Tutti questi aspetti sono stati il settore in cui è intervenuta Peugeot Sport facendo delle modifiche sostanziali rispetto alla 308 strada, quindi riuscendo veramente ad avere una supersportiva con 270 CV di potenza ma con il cuore della 308 quindi un’automobile confortevole con un grande piacere di guida all’insegna ovviamente dell’ultra prestazione”.

Le sportive vendute da Peugeot nel corso degli anni sono più di ottocentomila, un amore mai spento e che continua:

“Il DNA sportivo del marchio è sempre stato evidente, ci sono sempre state versioni della gamma molto sportive, un filone che abbiamo sempre proseguito nel corso degli anni e che secondo me in questo momento raggiunge davvero il  compimento perché da un lato c’è Peugeot Sport che fa vetture da corsa, all’altro la produzione: due mondi che difficilmente nel passato si sono parlati, e dalla cui unione adesso escono queste supersportive come la 208 GTi by Peugeot Sport e la 308 GTi by Peugeot Sport. Mai come adesso il cuore sportivo del Leone è integrato davvero in tutti i settori”.

Il motore è un 1.6 Start&Stop, 270 CV, da 0 a 100km/h in 6 secondi, con emissioni di CO2 a soli 139 g/km, pari a 6,0 l/100km quindi nonostante tutto si tratta di un motore molto parsimonioso

“La 308 GTi  by Peugeot Sport è una vettura sì sportiva ma che si può coniugare con le abitudini di ognuno per gli utilizzi in città. Quindi i valori di emissioni e di consumi sono i migliori nella categoria di potenza, un risultato importante perché da un lato si cerca la performance e dall’altro si cerca di proseguire gli aspetti essenziali del marchio quindi cercare di contenere consumi ed emissioni”.

Il coupe franche è estremamente particolare, si tratta di una colorazione divisa a metà in senso verticale, una trovata stilistica molto ambiziosa:

“Un design di questo tipo rende ancora più sportiva, più aggressiva e più essenziale la vettura. Ovviamente esistono anche nelle colorazioni normali. Anche gli interni, con i sedili avvolgenti griffati Peugeot Sport, sottolineano l’anima sportiva che è delineata in tutti gli aspetti, motoristici, estetici, interiori”.

Per i più sportivi ci sono degli strumenti che permettono di modificare qualcosa all’interno, anche l’assetto:

“Sì sia sulla 308 GTi  che sulla 208 GTi c’è il drive sport pack che interviene direttamente su alcuni aspetti della vettura, dando ancora una sensazione interna più sportiva andando a modificare alcuni parametri e poi sottolineo il piacere per chi guida perché nel cruscotto nella modalità drive sport pack è possibile visualizzare la potenza e la pressione del turbo erogata”.

C’è anche il differenziale a slittamento limitato torsen, una particolarità significativa che permette una tenuta di strada ancor più importante:

“Sì, è elaborato sul telaio oltre che sul motore e quindi la vettura è stata rivista dal punto di vista dell’assetto, è stata ribassata, le carreggiate allargate e per dare ancora maggiore performance si è lavorato anche sull’impianto frenante con  dischi anteriori da 380 millimetri. Il motore è stato potenziato e si è lavorato sulla coppia 330Nm da 1900 giri al minuto. Per avere una coppia di questo tipo la progettazione del motore è stata rivista, abbiamo bielle cambio rinforzate, pistoni forgiati in alluminio derivanti dalle competizioni sportive. Peugeot Sport su questa macchina è intervenuta pesantemente in quelli che sono gli aspetti principali di una vettura sportiva. C’è poi anche una versione da 250 CV che si distingue principalmente per i cerchi da 18 e non a 19 e per l’assenza del differenziale torsen anteriore”.

Passiamo alla 308 R Hybrid:

“Si tratta di una concept, anche qui è un prototipo che nasce sotto l’ala protettrice di Peugeot Sport perché si è andati a sviluppare una catena di trazione ibrida derivata dal know-how di Peugeot Sport nel mondo delle competizioni per cui nella 308 R Hybrid al motore anteriore termico benzina 270 CV sono accoppiati due motori elettrici da 115 CV all’anteriore e al posteriore. La potenza finale è di 500 CV, una macchina ipersportiva quasi da circuito, per cui tutta questa potenza può essere gestita dal guidatore visto che non è necessario avere sempre 500 CV ma si può scegliere tra le varie modalità per parzializzare l’utilizzo o meno dei motori elettrici e quindi della potenza disponibile. É anche una macchina a quattro ruote motrici, perché i motori agiscono sia sull’asse anteriore che quella posteriore, ci sono dei record di prestazioni da 0/100km/h in 4 secondi  e non dimentichiamo che è una vettura ibrida perché può funzionare in modalità completamente elettrica, per alcuni km  dopo di che emissioni e consumi 70 grammi di C02, risultato notevole visto che  parliamo di una macchina da 500 CV”.

Quanto è futuribile un’auto di questo genere?

“È una macchina che può essere prodotta ma andrà trovato il giusto equilibrio tra costi produzione e costi di vendita ma è una vettura già completamente funzionante, gira su strada, quindi si tratta di capire quale sarà il futuro dell’auto. Mentre Factan è uno studio verso le tendenze dell’auto la 308 R Hybrid ha dei contenuti attuali”.

A Francoforte era presente anche la versione Racing Cup della 308, una macchina fatta per la pista:

“Nasce per i clienti sportivi del marchio, quelli che per passione si dedicano alla competizione. Ha alcuni dati di base della 308, come il motore, lo stesso della 308 GTi, che viene potenziato da 270 a 308 CV, il turbo derivato dalla competizione perché è il turbo della nostra 208  T16 che ha vinto quest’anno il campionato italiano rally. Il peso è stato ridotto quasi 200 kg rispetto alla versione di serie della GTi. Peugeot sport sta lavorando per sviluppare la vettura. L’obiettivo: prima di tutto l’affidabilità, migliorare ancora le performance e cercare ancora di limare qualcosa sui pesi. L’obiettivo di Peugeot Sport è metterla a listino per i clienti sportivi nel 2017 e  metterla a disposizioni, nel 2016, delle filiali nazionali affinché possano fare di programmi di sviluppo”.