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GP Russia: Rosberg e un poker da 100 e lode

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Quattro assi che valgono l’en plein, Rosberg non manca il bersaglio e va a trionfare anche nella terra degli Zar rimanendo a punteggio pieno in questo campionato mondiale che parla sempre più la lingua tedesca. Dietro di lui si rivede Hamilton, un secondo posto che per l’inglese sembra esclusivamente una sconfitta, e a seguire Raikkonen che conquista l’ennesimo podio per la Ferrari, niente più di una magra consolazione. Dopo aver raggiunto con la ventiquattresima pole position Niki Lauda nella speciale classifica delle partenze in testa, Rosberg ha ancora una volta affossato la gara levando ogni speranza agli avversari e conducendo un Gran Premio in solitaria, ma non per questo possiamo dire che la corsa di Sochi sia stata monotona, anzi, le emozioni ci sono state fin dallo spegnimento dei semafori. Già dalle qualifiche Nico fa capire che avrebbe fatto il vuoto dietro di sé conquistando la prima posizione con un vantaggio di oltre 7 decimi sul secondo classificato che teoricamente sarebbe Vettel, ma la sostituzione del cambio compiuta sulla rossa di quest’ultimo durante le prove libere di venerdì porta la pratica a fargli scontare una penalizzazione di cinque posizioni. Guai anche, e di nuovo, per Lewis Hamilton, il quale dopo aver fatto segnare il secondo miglior tempo nella Q2 non può partecipare alla Q3 per un problema tecnico che lo obbliga a fermarsi nei box e quindi a partire in decima posizione. Alle 14:00 di domenica, la griglia del Gran Premio di Sochi vede la prima fila completarsi con la Williams di Bottas, seguiti nell’ordine da Raikkonen, Massa, Ricciardo, Perez, Vettel e Kvyat. L’attenzione si concentra tutta sugli ultimi due, ma non per la litigata causata dall’incidente in Cina, bensì per un nuovo capitolo fatto di scintille: nell’immediato traffico iniziale il russo dà una leggera toccata al tedesco, poche curve dopo fa la frittata vera e propria tamponandolo e mandandolo definitivamente fuori. Per Kvyat una penalizzazione di dieci secondi ai box, per Vettel una sfuriata durante il team radio che nessuno si sarebbe aspettato dal pacato teutonico, per tutti gli altri safety car. Molti ne hanno approfittato per rientrare ai box e fare un cambio nella strategia, forse troppo azzardata la scelta delle gomme medie per la RedBull, visto che i tempi delle energy car risulteranno grandemente penalizzati durante il resto della corsa. Quando si riparte a pieno regime, la battaglia tutta in finlandese tra Bottas e Raikkonen, a cui presto prende parte anche Hamilton, favorisce la fuga di Rosberg. Il campione del mondo in carica ci mette poco a sbarazzasi della rossa mentre ha bisogno di qualche giro in più per passare anche Bottas posizionandosi così alle spalle del compagno di squadra, ma ormai il distacco tra le due Mercedes è di 10 secondi e c’è poco da fare. Al trentesimo giro si accende una bella lotta a quattro per l’ottavo posto tra Ricciardo, Magnussen, Groesjan e Sainz che termina con l’esclusione dalla zona punti per la Red Bull e la Toro Rosso, sorpassate anche dalla Mclaren di Button a soli quattro giri dal termine. Dopo quello singolo conquistato dalla “riserva” VanDoorne, arrivano così i primi punti per i due piloti ufficiali McLaren: uno per Button come visto prima, e addirittura otto per Alonso grazie al sesto posto finale, forse la sua migliore gara da quando è arrivato in scuderia. Tra lo spagnolo ed il podio, che come annunciato è stato occupato da Rosberg, Hamilton e Raikkonen, si piazzano le due Williams di Bottas e Massa che ancora una volta si dimostrano competitive ma di certo non al pari di Mercedes e Ferrari. Prima di completare il suo trionfo però, Rosberg ha voluto lanciare un segnale forte tutti facendo il giro più veloce proprio all’ultima tornata, anche se i festeggiamenti al momento dell’uscita della sua monoposto sono stati quasi nulli: per lui vincere è ormai un’abitudine ed è un fastidio che Hamilton non riesce a sopportare. Servono a poco le scuse via telefono di Kvyat verso colui che ormai è il suo bersaglio preferito, le speranze di Vettel di riagganciarlo sono quasi nulle, forse rimangono ancora accese quelle di Hamilton ma, a memoria, tutti coloro che hanno vinto le prime quattro sono poi stati incoronati campioni del mondo. Ora si andrà in Spagna, magari è presto per dirlo perché effettivamente siamo ancora all’inizio della stagione, però tutto fa presupporre che anche le prossime diciassette gare, come l’anno scorso, saranno dominate dalla Mercedes, stavolta a parti invertite ma sempre nella stessa noia di un Campionato a senso unico.