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Enel: via al piano per le colonnine di ricarica autostradali

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Che il rapporto tra Italia e mobilità elettrica non sia proprio idilliaco è cosa risaputa, tra infrastrutture, incentivi ed idea culturale c’è ancora molto da lavorare, ma fortunatamente qualcuno sta cercando di cambiare le attuali concezioni. In prima linea ci sono ovviamente le case automobilistiche che sull’elettrico stanno investendo molto (Nissan e Renault le più “agguerrite”), ma nel più dei casi nemmeno le loro buone autonomie contrastano il costo d’acquisto della vettura. Altro problema sono sicuramente le ricariche, non i tempi, che piano piano si stanno abbattendo, ma i luoghi dove fisicamente ridare energia alla batteria: troppe poche e distanti le colonnine sul territorio. Sotto questo punto di vista arriva un aiuto da Enel, che già dal prossimo settembre farà partire un piano nazionale per ampliare la rete delle colonnine elettriche presenti sul territorio. Le prime trenta arriveranno prima della fine dell’estate, nei pressi delle uscite autostradali e non solo: molte le troveremo sull’A1 Milano-Roma, sull’A4 Torino-Venezia, due sulla Salerno-Reggio Calabria e in Sicilia, e tre sul Grande Raccordo Anulare di Roma. Nel 2018 invece, sarà l’intera rete autostradale ad essere “investita” dal piano nazionale di Enel con 180 colonnine fast. Ad annunciarlo è stato proprio l’amministratore delegato di Enel Francesco Starace durante la presentazione di un nuovo progetto europeo per il trasporto pubblico con veicoli elettrici a Firenze, la città più elettrica d’Italia. “A settembre partirà il piano nazionale dell’infrastruttura per il sistema di ricarica della mobilità elettrica. Abbiamo già definito il piano, lo abbiamo presentato al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, e lo lanceremo per la fine dell’estate. “L’infrastruttura con il sistema di ricarica coprirà l’intero territorio nazionale – ha proseguito Starace –  poi faremo lo stesso anche all’estero dove siamo presenti. Per la parte che ci compete, quella dell’infrastruttura, siamo grandemente impegnati e saremo felici di collaborare a qualunque iniziativa parallela in questo settore”. L’investimento previsto è di circa 300 milioni di euro e prevede oltre 10.000 colonnine installate entro i prossimi tre anni, è il piano di un impegno concreto, il simbolo di una svolta che proietta il nostro Paese sempre più verso il domani.

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Nuova Subaru Impreza, a Francoforte parte la sfida europea

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Stefano Ursi

 

Il giorno è scritto: il prossimo 12 Settembre, al Salone Internazionale dell’Auto di Francoforte, Subaru svelerà al pubblico europeo la nuova generazione di Impreza. Giunto alla quinta generazione, il nuovo modello è basato sull’innovativo sistema Subaru Global Platform (SGP) e arriverà nel Vecchio Continente all’inizio del 2018; la vettura è disponibile nella versione tre volumi e nella versione hatchback. Nel comparto design poco o nulla cambia, sintomo che dal punto di vista delle forme e dello stile il modello ancora rimane di grande attrattiva e che, in ogni caso, si punta su altri fattori come ad esempio la piattaforma SGP di cui sopra abbiamo parlato sinteticamente, e soprattutto sulla dotazione tecnologica, implementata di elementi importanti e su cui si è già concentrata, complice la versione destinata agli Stati Uniti di cui sul web già si legge da tempo. La grande sfida che nuova Subaru Impreza lancia alle competitors vede la presenza di ”EyeSight”, sistema che usa due telecamere stereo ed è in grado di assistere il conducente su molti fattori legati alla guida e alle differenti condizioni cui potrebbe trovarsi dinnanzi: nella versione americana, infatti, vede nel sistema la frenata automatica, il supporto al mantenimento della corsia, la rilevazione degli angoli ciechi e i fari adattivi. Il sistema EyeSight, infatti, offre sette diversi tipi di sistemi di assistenza al guidatore progettati per ridurre o evitare le collisioni causate dall’errore del conducente e per ridurre o evitare le collisioni causate dalla fatica del conducente. Il sistema opera rilevando la presenza di veicoli, pedoni, ciclisti e altri pericoli potenziali fino a 110 metri di distanza. Per quanto riguarda le misure, la tre volumi è lunga 4,62 m e un passo di 2,67 m; la hatchback, invece, pur mantenendo la misura del passo, ha una lunghezza di 4,46 m. Grande incertezza, ancora oggi, rimane sul capitolo motorizzazioni, visto che ancora non ci sono notizie in merito; si sa solo che monterà i cosiddetti motori ”boxer”, ovvero a cilindri orizzontali contrapposti e molte indiscrezioni si rincorrono su cilindrate e potenza. Il modello destinato al mercato Usa, per esempio, monta un motore 2.0 boxer a iniezione diretta che spazia da 148 a 152 CV, in abbinamento al cambio CVT Lineatronic a 7 rapporti, che a sua volta è disponibile sia con palette al volante che manuale. L’attesa per Settembre è lanciata, verso Francoforte.

Lamborghini-Urus-Concept

Lamborghini Urus: il Suv più veloce del mondo

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Anche se mancano oltre due anni all’inizio della sua produzione, il responsabile della Divisione Ricerca e Sviluppo di Lamborghini Maurizio Reggiani ha voluto chiudere il 2015 annunciando che la Urus sarà il Suv più veloce del mondo. Con la produzione che partirà appunto nel 2018, la nuova creatura di Lamborghini si appresta a sfidare le nuove Bentley Bentayga e Porsche Cayenne Turbo S entrando così nel club di quei super Suv che vantano un’accelerazione da 0 a 100 km /h in meno di 4 secondi. Per la carrozzeria della Urus è previsto un uso consistente di fibra di carbonio, mentre saranno alluminio e acciaio a comporre la piattaforma, un’evoluzione di quella modulare che si trova alla base di Audi Q7 e Bentley Bentayga; rispetto a quest’ultima però, proprio grazie all’uso di materiali leggeri, fa registrare un peso inferiore di 265 kg (peso totale di Urus= 2500 kg). In realtà sul look del Suv Lamborghini si sa ancora poco, con molta probabilità seguirà le linee del concept visto al Salone di Pechino 2012 ma dovrebbe avere una maggiore abitabilità derivante dalle modifiche fatte sulle forme e sulle proporzioni del prototipo visto in Asia. Sul motore invece ci sono maggiori notizie e sembra che a spingere la Urus nel “club dei 4 secondi” ci dovrebbe essere il motore 4.0 V8 Twin Turbo di Audi anch’esso modificato: specifico impianto di scarico e nuovo flusso dei gas per addolcirne il suono; inizialmente è previsto solamente questo propulsore da 600 CV, mentre in seguito non è escluso vedere sulla Urus una versione ibrida plug-in.