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Pagani Huayra Tempesta: si apre l’asta

 

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Va all’asta l’unico esemplare venduto negli Stati Uniti della Pagani Huayra Tempesta, dopo appena 1.000 km percorsi il proprietario ha scelto di venderla ed il prossimo 19 agosto ricchi facoltosi si sfideranno a colpi di rialzo alla vendita organizzata in California da RM Sotheby’s. Sotto al cofano di questa speciale Huayra, l’unica realizzata in color grigio opaco, c’è il potentissimo motore Mercedes-AMG V12 biturbo 6.0 da 730 cavalli e 1.000 Nm di coppia, in grado di spingere la portentosa hypercar ad una velocità massima di 370 km/h con un’accelerazione 0-100 di soli 3,3 secondi. Il kit Tempesta, invece, è stato pensato per rendere ancor più esclusiva la vettura: comprende elementi come spoiler e splitter speciali per favorire l’aerodinamica e le prestazioni, cerchi da 20 e 21”, impianto di scarico in titanio e ammortizzatori Ohlins regolabili in quattro posizioni; ma soprattutto, il pacchetto da solo costa 183.000 dollari. Compreso nell’offerta c’è anche uno special set di valigie in pelle beige dal valore di 20.000 dollari, ma non sono state di certo loro a far lievitare il prezzo della Pagani Huayra Tempesta, la cui base d’asta partirà da 2,2 milioni di dollari (1,8 milioni di euro).

Jaguar-XKSS-Continuation

Jaguar XKSS

 

Jaguar Classic ha annunciato che l’attesissima Jaguar XKSS “continuation”; farà il suo debutto a novembre in California. La sua presentazione coinciderà con l’apertura del Los Angeles Auto Show. La superesclusiva produzione della leggendaria XKSS sarà limitata a soli nove esemplari, realizzati a mano dagli esperti di Jaguar Classic secondo le esatte specifiche della produzione del 1957. Conosciuta come la prima supercar del mondo, la Jaguar XKSS era originariamente la versione stradale della D-type vincitrice a Le Mans e le unità costruite nel 1957 erano destinate all’esportazione negli USA, ma purtroppo un certo numero di queste venne perso nell’incendio di Browns Lane, nello stesso anno. Oggi, 59 anni dopo, Jaguar produrrà le nove sportive XKSS “perdute”, per un gruppo selezionato di clienti e collezionisti. Tutte le nuove XKSS sono già state assegnate e le prime consegne ai clienti verranno effettuate all’inizio del 2017. L’esperienza del Team Jaguar Classic nella produzione del primo modello “continuation”, la Lightweight E-type lanciata nel 2015, sarà impiegata nei processi produttivi della XKSS 2017.La Lightweight E-type chassis numero 15 è una delle famose ‘Missing Six’ prodotte come “continuation modello” nel 2015. Di proprietà della Stratstone Jaguar London, la numero 15 farà il suo debutto sportivo questo mese, sabato 9 luglio, nella Le Mans Classic, sul Circuito della Sarthe. L’affascinante storia della Lightweight E-type risale al febbraio 1963 e a quelle che dovevano essere le 18 unità da gara del progetto ‘Special GT E-type’ dell’epoca. Solo 12 delle 18 unità furono costruite e consegnate al reparto corse di Browns Lane tra il 1963 e il 1964, dando origine alle sei famose vetture mancanti, le ‘Missing Six’. I numeri di chassis mancanti, dal 13 al 18, furono ritrovati nel 2014 e così la nuova divisione Special Vehicle Operations di Jaguar Land Rover, la Jaguar Classic, entrò in scena. Per la riproduzione moderna della Lightweight E-type, il Team Jaguar Classic ha replicato oggi i sistemi di lavorazione e produzione originali degli anni ’60. Grazie alle avanzatissime tecnologie della lavorazione dell’alluminio, alla valente capacità artigianale, al sei cilindri XK con monoblocco in alluminio, alla testa cilindri in alluminio ad ampio angolo di bancata e alla lubrificazione a carter secco (derivata dalla D-type degli anni ’50 vincitrice a Le Mans), la Lightweight E-type 2015 è insieme originale e speciale sotto ogni aspetto. I veicoli sono stati realizzati come veicoli da competizione d’epoca, e soddisfano appieno le norme di omologazione FIA per l’automobilismo sportivo storico. Tutte le “Missing Six” rispettano fedelmente le esatte dimensioni e specifiche del periodo, e garantiscono la più assoluta autenticità abbinata alle tecniche moderne di produzione, secondo i massimi standard qualitativi.

Luminos 1

Bellezza solare

 

di Delfina Maria d’Ambrosio

 

Il 12 luglio al “Volkswagen Automotive Innovation Lab Festival” è stata presentata la nuova auto ad energia solare Luminos, frutto della creatività e del lungo e proficuo lavoro di un gruppo di studenti dell’università di Stanford in California. Ben due anni, infatti, sono stati impiegati per le varie fasi di pianificazione, progettazione, raccolta fondi, logistica, costruzione e collaudo, un investimento di tempo e di energie che è stato ampiamente ripagato dall’entusiasmante risultato. L’auto è stata progettata per partecipare al World Solar Challenge 2013, una competizione riservata proprio ai veicoli ad energia solare che dal 6 al 13 ottobre correranno su ben 3200 km dell’entroterra australiano, lungo una tratta che li vedrà partire da Darwin per arrivare ad Adelaide. Il concorso è ormai un appuntamento fisso per il team dell’università di Stanford, una tappa imperdibile dove poter concorrere con gruppi avversari spesso provenienti da altri atenei. Con Luminos, lo Stanford Solar Car Project, iniziativa nata nel 1989, arriva a quota undici modelli prodotti, il programma vede realizzata con cadenza biennale una nuova auto ad energia solare da parte degli studenti dell’Università, un lavoro impegnativo e ambizioso ma che permette ai ragazzi partecipanti di acquisire competenze importantissime e, allo stesso tempo, di capire e comunicare l’importanza di un futuro in cui la tecnologia e la tutela dell’ambiente potranno andare d’accordo. Wesley Ford, direttore del team, non ha nascosto di puntare a un buon piazzamento in questa edizione, proprio in considerazione del lungo lavoro quest’anno ancor più minuzioso, che ha visto in termini numerici gli studenti impiegare migliaia di ore con una spesa complessiva che ha sfiorato il milione di euro. Passando in rassegna le caratteristiche tecniche si evince subito la leggerezza della carrozzeria, disegnata nella galleria del vento, sotto la quale è celata la grande tecnologia dei motori elettrici di propulsione, alimentati da celle solari, posizionati sulle ruote anteriori e sottoposti a diversi test per verificarne la miglior resa rispetto alle concorrenti. Anche l’apparato di propulsione sfrutta delle celle solari al silicio monocristallino prodotte dalla Sunpower che, come ha spiegato Wesley Ford, assicurano un’altissima efficienza di conversione per la produzione di energia. Sorprendenti anche le proprietà aerodinamiche di Luminos, dovute allo strato antiriflesso, progettato da 3M, che ricopre la carrozzeria la quale vanta un coefficiente di resistenza aerodinamica ottimale, confermato inoltre dai test svolti che hanno registrato un miglioramento rispetto al modello precedente, nonostante l’automobile sia stata costruita più robusta, in vista dell’insidioso percorso australiano del World Solar Challenge. Si posiziona su questa linea di miglioramento anche l’impianto elettrico, risultato più efficace e affidabile, completamento di questo gioiellino tecnologico dal peso di 170kg e dalla velocità di 80km/h.