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Montezemolo nella Hall of Fame

 

di Maurizio Elviretti

 

Luca Cordero di Montezemolo, ex numero uno del Cavallino, entra nella Hall of Fame dell’automobilismo.  È il settimo italiano ad entrare nella Automotive Hall of Fame, la  più prestigiosa onorificenza dell’industria automobilistica  internazionale. Montezemolo sarà premiato in una cerimonia di Gala che si svolgerà il 23 luglio a Detroit. La motivazione per l’ex numero uno della Ferrari è la seguente: “per aver riaffermato il prestigio del  marchio, restituendo alla Scuderia Ferrari il dominio nel campionato  internazionale e affermando al tempo stesso il brand Ferrari come  potenza globale”. Nella Hall of Fame oltre a Montezemolo, sono già stati ammessi altri sei italiani: Gianni Agnelli nel 2002, Nuccio Bertone nel 2006, Ettore Bugatti nel 2000, Enzo Ferrari nel 2000, Giorgetto Giugiaro nel 2002 e Sergio Pininfarina nel 2007. Oltre a Montezemolo entrano quest’anno  nella Hall of Fame anche: Elwood Haynes (1857-1925), pioniere  dell’auto e co-fondatore di Haynes-Apperson Automobile Company; Ratan  Tata, magnate dell’industria indiana dell’auto e fondatore di Tata  Sons; Roger Penske, presidente di Penske Corporation.

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Caos Ferrari: il botta e risposta tra Marchionne e Montezemolo

 

Durante la conferenza stampa pre-natalizia che di fatto ha dato inizio alla stagione 2015 della Ferrari, il presidente Sergio Marchionne si è lasciato scappare anche qualche parola non proprio a favore dell’ex Montezemolo: “Nel consiglio della F1 Group non ci sono ruoli operativi, solo ad e presidente. L’ad è Ecclestone. La Ferrari si può opporre in condizioni precise, solamente a quella nomina. Ma non lo ha fatto. Quanto a Montezemolo non c’è stata la proposta, ma se ci fosse stata la Ferrari si sarebbe opposta. Avremmo avuto problemi con i concorrenti. Non si capiva perché di tutte le persone sulla faccia della terra si doveva proprio andare da uno che era stato in Ferrari per 23 anni. C’era poco fair play. E’ come se io andassi a fare il presidente della Volkswagen. Mi sarei opposto anche alla nomina di Jean Todt alla Fia, a suo tempo, per gli stessi motivi. Non ha avuto conseguenze, quella scelta. Ma ciò non vuol dire che fosse stato corretto. Io mi sarei opposto ugualmente, per principio”. Marchionne ha comunque concluso dicendo: “Montezemolo ha fatto un grande lavoro lo stimo molto. Ma il mondo è cambiato e bisogna cambiare pagina come si cambierà quando me ne andrò io”. Prontamente, in un’intervista rilasciata all’Ansa, oggi è arrivata la risposta di Luca Cordero di Montezemolo: “Mi sono ripromesso di non fare polemiche per il profondo amore che nutro per la Ferrari, per il rispetto che merita chi vi lavora oggi e chi vi ha lavorato e vinto sui mercati e sui circuiti di gara. In queste settimane ho assistito però ad esternazioni reiterate, gratuite ed in alcuni casi non rispondenti alla realtà dei fatti. Non intendo raccogliere tali provocazioni. I successi sportivi, superiori a quelli conseguiti da qualunque altra squadra, la forza ed il prestigio raggiunto dal brand nel mondo ed i risultati economico-finanziari che sono stati fondamentali per il Gruppo FCA e che quest’anno saranno i migliori nella storia dell’Azienda, parlano da soli. Confido davvero che il Natale rassereni gli animi e porti a tutti i consigli migliori”.

 

 

Ferrari

Ferrari F60 America

 

di Edoardo D’Angeli

 

La Ferrari fa 60 anni in Nord America e decide di regalare a tutti gli appasionati del Cavallino Rampante un nuovo modello prodotto solamente in 10 esemplari. La nuova piccola di casa, si chiama F60 America con motore V12 da 6.3 litri, 740 CV e guida “a cielo aperto”, le grandi passioni per i fans americani. Il potente motore loda il carattere sportivo della vettura. L’ultima Ferrari dell’era Montezemolo ha un valore di 2.5 milioni di euro per un totale, moltiplicato per i dieci esemplari, di 25 milioni. Questo lussuosissimo modello è stato presentato a Beverly Hills, dove non poteva mancare anche lo stesso Montezemolo così come John Elkan (presidente FCA) e Sergio Marchionne (amministratore delegato FCA e presidente Ferrari). Il colore della carrozzeria ricorda la livrea del North America Racing Team, blu con la striscia bianca in mezzo al cofano. Sui parafanghi è stampato il logo commemorativo Ferrari con Cavvalino e richiamo al 60° anniversario. Sulla fiancata affiora l’innovativo disegno diapason, sul davanti della F60 si può cogliere la classifica monobocca Ferrari con calandra cromata e prese d’aria dei freni integrate. I due rollbar scendono fino al posteriore del auto, creando un movimento fluido ed ordinato. Può essere chiusa da una capote in tessuto. I due sedili sono stati creati utilizzando due colori differenti tra loro, al lato conducente si può vedere questo imponente rosso, mentre per il lato passeggero viene utilizzato lo storico nero che fa rivivere le autentiche Ferrari da competizioni. Interni sfarzosi, oltre ad una stilizzazione della bandiera americana che è stata riportata nel sedili racing. Le prestazioni di questa piccola ma pontente Ferrari sono da 0-100 km/h in 3’’netti e la velocità massima può arrivare a toccare i 340 km/h.

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Del doman non v’è certezza

 

di Filippo Gherardi

 

Non si tratta di essere pro o contro Luca Cordero di Montezemolo, ne tantomeno di immaginarsi Sergio Marchionne nei panni di presidente e timoniere dell’ultimo vero marchio made in italy in grado di far innamorare milioni di persone. Si tratta di Michael Schumacher, Jean Alesi, Rubens Barrichello, Jean Todt, Rory Byrne e Ross Brawn, ma anche di Kimi Raikkonen, Felipe Massa e Fernando Alonso. Si tratta di 23 anni di successi, di sei titoli mondiali piloti ed addirittura di otto costruttori. Si tratta di un’era, vincente ed avvincente, che è arrivata ai titoli di coda. Un ciclo che finisce, una storia conclusa e difficile da dimenticare tanto quanto da eguagliare. La Ferrari ripartirà da Sergio Marchionne, bisognerà capire fino a che punto e fino a quando anche da Marco Mattiacci nel ruolo di team principal e da Fernando Alonso in quello di prima guida. Quel che è certo è che ripartirà da una squadra e da un progetto tecnico in gran parte da ricostruire, sicuramente con il fardello, pesante, di un’eredità da raccogliere e soddisfare. Interrogarsi su quale futuro toccherà al Cavallino, almeno nell’immediato, è lecito ma anche, per i tanti tifosi, piuttosto autolesionista. Che la Ferrari sia un orgoglio nazionale non si discute, che la gestione Marchionne dell’intero gruppo Fiat faccia rima con un robusto, e continuo, processo di internazionalizzazione lo dicono i fatti. Tuttavia in queste ore il neo presidente della Rossa ha lasciato intendere senza troppi giri di parole che la Ferrari è l’Italia e che, come tale, in Italia rimarrà. Salvaguardando il suo stato di società (e marchio) autonomo all’interno della grande famiglia FCA. Qualcuno anni indietro lo ha definito un manager costantemente proiettato al futuro, ed allora perché in pochi, almeno oggi, riescono ad immaginarsi nel futuro immediato un Sergio Marchionne festante, e vincente, nei box accerchiato da una valanga rossa di tecnici, meccanici ed indirettamente anche di tifosi? Nel frattempo Luca Cordero di Montezemolo si congeda con la bellezza di 27 milioni di euro di liquidazione, l’ultimo atto, ed anche quello meno romantico, di una storia che ormai appartiene al passato.