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Renault Captur: due nuove identità

 

di Filippo Gherardi

 

Presente anche la nostra redazione di Professione Motori, lo scorso 13 ottobre e nella splendida cornice della città di Verona, alla presentazione stampa delle due nuove versioni di quello che è diventato ormai un best seller di casa Renault, la Captur, che dopo aver riscosso un consenso significativo sul mercato e conquistato un’ampia fetta di pubblico rinnova il proprio top di gamma con i modelli Iconic ed Excite. Nel caso di Iconic stiamo parlando di una serie limitata al passo con le ultime tendenze, come dimostra innanzitutto la nuova tinta (utilizzata sia per gli esterni che per gli interni) Marrone Caramello. Si aggiungano anche, e tra le altre, sedili riscaldabili in pelle e Alcantara e numerosi dettagli che si ritrovano sapientemente nell’abitacolo, in particolare sui profili degli aeratori, alla base del cambio, sul tablet multimediale R-Link Evolution e su gli altoparlanti. Anche plancia e pannelli portiere presentano delle combinazioni bi-colore all’interno troviamo anche bracciolo centrale, cassetto Easy Life, nuovo volante in pelle e privacy glass. I cerchi sono in lega, diamantati, da 17″, mentre in termini di tecnologia la Iconic mette a disposizione della propria clientela, come detto qualche rigo sopra, il sistema R-Link Evolution con cartografia Europa, un tablet di bordo integrato e sempre connesso, il Parking Camera con sensori di parcheggio posteriore, l’Easy Access System II e il sistema keyless per apertura e avviamento. Per ciò che riguarda Excite, invece, ci troviamo a parlare in questo caso di un nuovo livello di equipaggiamento top di gamma che si contraddistingue innanzitutto per una carrozzeria Rosso Passion abbinata al tetto Bianco Avorio Perlato, dando vita all’inedita combinazione Be-Style “Mosca”. All’interno look dinamico e grintoso con sedili in pelle riscaldabili e dettagli degli interni color Red.  Anche in questo caso, cerchi in lega da 17” diamantati Black, Pack SKI sia anteriore che posteriore ed avanzato sistema di controllo della trazione Extended Grip, che permette un’evoluzione dell’antipattinamento e all’auto di aderire alla strada con tranquillità in condizioni di guida difficili. Attivabile manualmente dalla console centrale scegliendo fra tre modalità di assistenza: “Standard”, “No Grip” o “Expert”. Di serie Parking Camera, R-Link Evolution con cartografia europea ed Easy Access System II. In termini di motorizzazioni, sia per Captur Iconic che per Captur Excite sono disponibili esclusivamente propulsori diesel: dCi da 90cv S&S, con cambio manuale o cambio automatico EDC a doppia frizione, e dCi 110cv S&S con cambio manuale. I prezzi partono da 22.600€ per entrambe le novità.

TOP FOTO Toyota Prius+

Toyota Prius +: la prova

 

Di Federico Gianandrea de Angelis

 

Se in ordine cronologico la nostra ultima prova fatta era a bordo della Auris, stavolta siamo rimasti in terra giapponese, sempre in casa Toyota, per testare e salire sulla nuova versione della Prius+. Lanciata nel 2012, fu la prima monovolume ibrida a sette posti venduta in Europa, ed ora torna aggiornata nello stile, nella tecnologia e con un nuovo powertrain omologato Euro 6. Negli USA. è più nota come Toyota Prius V dove la V sta per versatilità, visto che si può facilmente passare dalla configurazione a cinque posti a quella a sette, in una macchina dedicata a chi vuole allo stesso tempo confort di marcia e consumi ridotti. Va detto che dopo il successo della Prius, l’ibrida per eccellenza, Toyota decise di estendere la sua gamma di vetture con propulsione ibrida in vari segmenti di mercato senza però ottenere il successo sperato in Italia, ed è proprio attraverso questo restyling che si cercherà di acquisire una clientela che vada oltre quella dei tassisti, settore con più richieste per la Prius. Rispetto al modello base, la Prius+ si presenta con dimensioni maggiorate, pari a 4.645 mm di lunghezza, 1.775 di larghezza e 1.575 di altezza; vedendola da fuori risalta immediatamente il frontale KEEN LOOK tipico di tutte le ultime Toyota, sul quale troviamo una nuova griglia e lo stemma con effetto tridimensionale per dare maggior risalto ai proiettori con luci diurne a LED e agli indicatori di direzione integrati. Sono integrati anche i fari fendinebbia nella parte inferiore del paraurti, che ora mostra un disegno molto più aerodinamico ed attento all’impatto della vettura con l’aria, in modo che il flusso sia omogeneo nel momento in cui entri in contatto con la carrozzeria e si eviti un’alta rumorosità. Anche nel posteriore troviamo degli inediti gruppi ottici e delle linee più semplici per il paraurti con diffusore integrato, ma ciò che più colpisce nel retro è l’aumentata capienza del bagagliaio: con sette persone a bordo il volume di carico risulta di 200 litri, mentre abbassando i sedili e scegliendo la configurazione cinque posti si arriva addirittura a 535 litri. Tra le dotazioni esterne, che cambiano a seconda del tipo di allestimento (Active, Lounge e Style), segnaliamo il tetto panoramico, i vetri posteriori oscurati, i cerchi in lega da 16 o 17’’ e l’introduzione di due nuove colorazioni per la carrozzeria: il Dark Sherry Metallice l’Attitude Black Mica. Passando agli interni, entrando si notano subito i sedili in pelle E-Tec ma anche un abitacolo che ha mantenuto la stessa impostazione del precedente modello, ossia con la strumentazione sempre posta al centro della plancia, con quest’ultima che però mostra delle nuove finiture lucide e cromate. Sul modello base della nuova Prius+, quello con allestimento Active, c’è il display TFT da 4,2 pollici su cui viene visualizzato lo stato del sistema ibrido, il cruise control adattivo, l’audio e il clima, tutto controllabile dal volante. Sugli altri allestimenti, in particolare sul top di gamma Style che noi abbiamo provato, c’è anche una schermo più grande (6,1’’) con funzione Mirroring e sistema di infotainment Toyota Touch 2, il quale garantisce piena connettività con gli smartphone, hotspot wi-fi, e monitora il traffico in tempo reale con la Street View; comprende inoltre i sensori di parcheggio, il sistema di navigazione e soprattutto il Park Assist con telecamera posteriore. Di certo non manca la sicurezza sulla nuova Prius+, perché oltre ai sette airbag, tra cui quelli per il passeggero, per le ginocchia del conducente e per la testa, troviamo atri dispositivi come il monitoraggio della pressione degli pneumatici, i poggiatesta anteriori attivi (sistema WIL), e i sensori crepuscolari e per la pioggia. Sempre per rimanere su questo tema ma spostandoci leggermente sulla guida, segnaliamo il Pre Crash Safety che frena in automatico in casi di emergenza e rimane comunque attivo fino alla velocità di 60 km/h. Come detto inizialmente, questa è una vettura per chi ama il piacere di guida, ed è proprio per questo che sono state modificate le sospensioni, fornendo maggiore agilità alla macchina, e che sono stati inseriti dei materiali fonoassorbenti per rendere il mezzo ancor più silenzioso. Effettivamente quando si preme l’acceleratore da fermi non si sente alcun rumore, praticamente non ci si accorge di esser partiti, e ciò perché all’avvio viene utilizzata esclusivamente la componente elettrica del sistema ibrido: aggiornato per rispettare la normativa Euro 6 sulle emissioni inquinanti, è composto da un motore 1.8 benzina da 99 CV e da un unità elettrica con batteria agli ioni di Litio da 81 cv, per un totale di potenza di 136 cavalli. Una delle novità maggiori è l’inedita trasmissione brevettata Hybrid Sinergy Drive, che unita al peso minore e alle linee d’aria aerodinamiche permette livelli di emissioni ai vertici di categoria, pari a 95 grammi di CO2 per chilometro. Ovviamente non stiamo parlando di una sportiva e le prestazioni lo dimostrano, la velocità massima di 165 km/h e l’accelerazione da 0 a 100, tuttavia buona, in 11,3 secondi vengono però compensati dalla percorrenza: 1098 km con un solo pieno. Prima di terminare la nostra prova, abbiamo anche dato un’occhiata ai prezzi della nuova Prius+, ovviamente diversi a seconda dell’allestimento: il “nostro” Style ha un costo di 36.200 euro, si scende poi con il Lounge a 33.500 euro e si chiude con l’Active a 31.900 euro, ma ricordiamo che per tutto il mese di ottobre su quest’ultimo ci sarà una promozione che ne farà scendere il prezzo a 28.950 euro.

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Fino alla fine

 

di Filippo Gherardi

 

Considerarlo uno dei Gran Premi più belli della stagione, per l’intensità mostrata sino agli ultimissimi metri, non sarebbe di certo un’esagerazione, tanto quanto giudicare l’attuale campionato come uno dei più incerti ed avvincenti degli ultimi anni. Phillip Island, come spesso successe, lascia un’eredità ricca di spettacolo a centauri ed appassionati di Moto Gp, compreso un inaspettato fuori programma che ha coinvolto un malcapitato gabbiano centrato in pieno dalla Ducati Desmosedici di Iannone. In termini statistici lascia in eredità, invece, la vittoria numero cinque in stagione e cinquanta in carriera di Marc Marquez, primo in volata, nell’ordine, su Jorge Lorenzo, Andrea Iannone e Valentino Rossi, con questi stessi quattro, i primi quattro sotto la bandiera a scacchi, contenuti in poco più di un secondo di distanza. Tutti bravi e tutti soddisfatti, almeno apparentemente, per il risultato ottenuto. Nonostante gli stati d’animo, tra podio e paddock, a giochi fatti fossero piuttosto contrastanti. Marquez si gode un successo da libri di storia che consegna, però, anche un bel pizzico di rimpianti per una stagione che doveva e poteva (e che invece non sarà) confermarlo sul tetto del mondo. Iannone rientra a Borgo Panigale con la convinzione che la sua fase di crescita sta percorrendo i binari giusti, e in attesa della prima vittoria si gode un quarto posto mondiale praticamente certo oltre ad un temperamento, ormai, da prima guida. Lorenzo nel dopo gara parlava di “Il meglio possibile per lo spettatore”, soddisfatto di aver contribuito a modo suo ad una battaglia mozzafiato e soddisfatto, ancor di più, per aver recuperato punti su Valentino Rossi in una lotta per il titolo mondiale che, a due gare dal termine, vede i due piloti Yamaha separati da appena 11 punti. Chiudiamo col Dottore. L’unico dei quattro fuori dal podio, l’unico a far trapelare una buona dose di delusione: “Mi sono divertito tanto, peccato il podio mancato”. L’unico sconfitto di giornata in fin dei conti a volerne trovare uno ma anche, ed ancora, il leader di un campionato dove due gare, due sole gare, ancora da correre prima dei definitivi titoli di coda anche per una leggenda come Valentino sembrano un’eternità nella strada che porta al decimo titolo iridato.

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La mobilità elettrica unisce l’Italia e gli italiani

 

La mobilità del futuro passa attraverso la progressiva elettrificazione dei veicoli che, partendo da versioni ibride e plug-in ibride, arriverà alle zero emissioni dell’auto elettrica 100%. Con #IoSonoElettrica, il più grande #eTour mai realizzato in Italia‎ che toccherà ben 14 città tra ottobre e novembre, Mercedes-Benz racconta oggi questo futuro a zero emissioni insieme a Enel, ACI e Michelin: stakeholders, istituzioni e partner impegnati nei rispettivi ruoli e responsabilità, nel comune obiettivo dello sviluppo della mobilità elettrica. Classe B Electric Drive, motore di questo viaggio nel cuore del Bel Paese, andrà ad incontrare gli italiani oltre i confini delle grandi città metropolitane, dimostrando che viaggiare a zero emissioni è un traguardo ormai raggiunto e si può finalmente guardare avanti, creando una vera cultura della mobilità elettrica. A farsi portavoce di questo messaggio, a fianco di Mercedes-Benz scendono in pista l’Automobile Club d’Italia, che presenterà nell’autodromo di Arese il primo protocollo di guida sicura per auto elettriche, Enel che mette a disposizione la propria rete di punti Enel per illustrare a clienti, appassionati e curiosi, le caratteristiche delle offerte dedicate all’auto elettrica, e Michelin, impegnata nello sviluppo di pneumatici a basso rotolamento, sempre più amici dell’ambiente. Inoltre, le tre Classe B Electric Drive impegnate nel tour saranno tra protagoniste al Congresso Nazionale dell’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.

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Ducati con “Fisica in Moto” al Festival della Scienza di Genova 2015

 

Con un percorso didattico aperto a tutti e con focus sulle Scuole Secondarie di II Grado, il Laboratorio permanente Ducati “Fisica in Moto” partecipa alla tredicesima edizione del Festival della Scienza di Genova (22 ottobre – 1 novembre 2015), evento internazionale quest’anno dedicato al tema dell’Equilibrio. Il progetto didattico sviluppato da “Fisica in Moto” per il Festival vuole comunicare il messaggio che la Scienza ha una bellezza intrinseca e che la Fisica è profondamente radicata nella realtà. Al Festival della Scienza di Genova, che vanta una media di circa 180.000 visitatori per edizione, “Fisica in Moto” Ducati è presente con uno stand di 100 metri quadrati, attrezzato di macchinari interattivi con cui è possibile sperimentare la concretezza dei principi fisici studiati a scuola e il legame tra questi e la progettazione di una moto Ducati. Nello stand di “Fisica in Moto” studenti e accompagnatori, con il supporto di ingegneri Ducati e animatori scientifici, posso “toccare con mano”, per esempio, il principio fisico su cui poggia il manovellismo della biella sulla manovella dell’albero motore di una moto; oppure che tra massa e peso c’è differenza sostanziale, perché nella Fisica sono concetti ben distinti anche se comunemente ritenuti identici. “Fisica in Moto”, nato nel 2008, ha sede nella storica fabbrica Ducati di Borgo Panigale ed è un progetto di Fondazione Ducati in collaborazione con il Liceo Malpighi di Bologna. Scopo del Laboratorio, unico nel suo genere, è di realizzare un ponte tra la scuola e la fabbrica: studenti di Istituti superiori partecipano numerosi e con assiduità agli esperimenti del Laboratorio Ducati seguendo con particolare impegno i vari progetti proposti da “Fisica in Moto”. Il Laboratorio è strutturato in tre sale: una speciale Officina Ducati, un innovativo Laboratorio Scientifico e la sala Ducati Corse dove gli studenti si sfidano in un vero e proprio MotoGP della fisica. Il percorso creato ad hoc per gli studenti s’inserisce perfettamente nel programma di Fisica delle scuole secondarie superiori. Grazie al sostegno del Piano Nazionale Lauree Scientifiche le attività sono offerte gratuitamente agli studenti di tutte le scuole.

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RC Auto: la dematerializzazione del tagliando farà risparmiare più di 100 milioni di euro

 

Mancano pochi giorni all’entrata in vigore del contrassegno elettronico per l’RC auto: secondo i calcoli di Facile.it, principale comparatore italiano del settore, questo porterà alle compagnie assicurative un risparmio sui costi operativi di circa 100 milioni di euro. Dal taglio potrebbe derivare un’ulteriore discesa dei premi pagati dagli automobilisti, trend costante nell’ultimo anno. Secondo i numeri del periodico Osservatorio RC Auto di Facile.it (http://www.facile.it/assicurazioni.html) e Assicurazione.it, a settembre 2015 il costo medio di una polizza auto è stato pari a 511,44 euro: l’11,18% in meno di sei mesi fa e addirittura il 20,55% in meno rispetto a settembre 2014. «Se si considerano i soli costi che ogni compagnia non dovrà più sostenere per stampa e spedizione dei tagliandi – ha dichiarato Mauro Giacobbe, Amministratore Delegato di www.facile.it – la riduzione che ne consegue oscilla tra i 2 e i 3 euro a polizza; moltiplicando questo dato per il numero di contratti attivi in Italia per il solo settore auto, si arriva ad una cifra decisamente importante. Visto il trend di calo già in essere dei premi e la maggiore dimestichezza degli assicurati con gli strumenti di confronto, è ragionevole ipotizzare che queste risorse verranno reimpiegate dalle compagnie, almeno in buona parte, per attirare i clienti con tariffe sempre più vantaggiose».

 

Le variazioni regionali

Stando ai dati emersi dallo studio effettuato dal portale e consultabile al link http://www.facile.it/assicurazioni/osservatorio/rc-auto-italia.html la regione che da settembre 2014 a settembre 2015 ha visto scendere maggiormente i premi RC auto è la Campania: qui la riduzione è stata pari al 39,27%, con un premio medio di 801,72 euro, comunque ancora il più alto d’Italia in termini assoluti. Alle sue spalle per il calo dei prezzi si trova la Puglia, con una riduzione del 33,15% e un premio medio di 629 euro (il terzo più caro del Paese). Se invece guardiamo all’importo delle polizze, la seconda regione con i prezzi più cari per assicurare l’auto è la Calabria dove, nonostante un calo annuale del 27,75%, si è registrata una media di 646,04 euro. Le regioni in cui, di contro, assicurare i veicoli costa di meno sono risultate la Valle d’Aosta – dove a fronte di un calo annuale del 20,62% si paga un premio medio di 333,67 euro – il Friuli Venezia Giulia (calo annuale del 23,04% e premio pari a 352,76 euro) e il Trentino Alto Adige (calo annuale del 21,47% e premio pari a 362,96 euro). Le riduzioni minori di prezzo si sono registrate invece in Molise (in decisa controtendenza, con appena un -8,47% e un premio medio di 480,11 euro), Basilicata (-13,34% e premio medio pari a 472,67 euro) e Abruzzo (-13,56% e 489,03 euro pagati in media per ciascuna polizza). «La scelta di introdurre il tagliando elettronico – continua Mauro Giacobbe – mira a ridurre il numero dei veicoli circolanti senza assicurazione, dato che i controlli saranno effettuati direttamente sulla targa. Oltre che al risparmio economico immediato che abbiamo quantificato, un effetto di lungo periodo sarà la maggior tutela dei cittadini più onesti e la limitazione dei casi di incidenti in cui vengono coinvolte auto senza copertura». Di seguito una tabella riassuntiva con i prezzi medi per l’RC auto nelle regioni italiane e le variazioni semestrali e annuali.

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Alla scoperta della Formula E

 

di Flavio Grisoli

 

Come conciliare la velocità e le corse con impatto ambientale “0”? Semplice, creando delle macchine stile Formula 1 totalmente elettriche. Se nel mondo del “Circus” in molti hanno storto (e storcono ancora) il naso di fronte alla deriva ibrida (in qualche modo a ragione, se vogliamo), questa nuova categoria creata dalla FIA (la Federazione Internazionale dell’Automobile) sta invece raccogliendo molti consensi dopo la prima stagione, conclusasi questa estate con un doppio GP a Londra. Stiamo parlando della Formula E, categoria di vetture completamente elettriche, che vale la pena scoprire. Intanto, come in certe categorie americane, le macchine sono tutte uguali: telaio Dallara e costruite da Spark Racing Technology in collaborazione con Renault; motori McLaren (gli stessi montati sulla supercar P1); cambio Hewland a 5 marce con rapporti di geometria definiti e fissi per ridurre i costi; gomme Michelin scanalate sia da asciutto che da bagnato. Questi bolidi fanno da 0-100 Km/h in appena 3 secondi e raggiungono i 230 Km/h di velocità massima. Nell’assoluto silenzio. O quasi: perché la FIA ci tiene a far sapere come queste vetture siano ben lontane dall’essere “mute”. Ad alte velocità, infatti, producono un suono di 80 decibel, che è superiore di oltre il 10% di quello che produrrebbe una qualunque auto da strada a combustione. Questo per la prima stagione: per quella che inizierà il prossimo anno, si apre la battaglia fra i costruttori. Infatti sarà data la possibilità di sviluppare le macchine (all’interno di un regolamento tecnico, chiaramente). La potenza massima sviluppata da queste vetture è di 200kw (270 cv), e può essere utilizzata solamente durante le qualifiche. In gara, per abbattere i consumi, viene limitata a 150kw. Le gare durano circa 45 minuti, e le batterie non hanno capacità a sufficienza per garantire tale percorrenza. Pit-stop? Sì, ma per cambiare auto: infatti per ricaricare completamente queste batterie sono necessari 50 minuti circa. Quindi ogni scuderia ha a disposizione 4 vetture (2 per pilota). L’esperienza di guida è diversa rispetto ad una Formula 1, sia per le caratteristiche delle piste (si corre esclusivamente su circuiti cittadini, anche per attrarre più pubblico), sia per le caratteristiche delle vetture (nei cambi di direzione si comportano in maniera diversa: sono più morbide di sospensioni e più maneggevoli, proprio per districarsi nei tracciati più tortuosi); ma chi le ha guidate giura che sono divertenti come le “sorellone” oggi turbo-ibride. La prima stagione ha ospitato molti piloti che hanno avuto poca fortuna in Formula 1: Bruno Senna, J.E. Vergne, Nicolas Prost, Jerome D’Ambrosio, Lucas di Grassi, Sebastien Buemi e Nelsinho Piquet. Proprio quest’ultimo ha vinto il primo campionato di Formula E, con un solo punto di vantaggio sullo svizzero Buemi e undici sul connazionale di Grassi. Il calendario si snoda come quello del calcio (dall’autunno all’estate), e non nell’anno solare come nella Formula 1: si parte quindi il 24 ottobre in Cina a Pechino; Putrajaya (Malesia), Punta del Este (Uruguay), Buenos Aires (Argentina), una sede da decidere, Long Beach (USA), Parigi (Francia), Berlino (Germania), Mosca (Russia) per poi chiudere con il doppio appuntamento a Londra (Regno Unito) il 2 e 3 luglio 2016.

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VW-gate: conseguenze pericolose

 

di Filippo Gherardi

 

Sarà davvero ricordato come l’anno zero, il punto di non ritorno, del mondo dorato dell’automotive? È ancora troppo presto per stabilirlo e, forse, anche troppo difficile che ciò avvenga realmente. Fatto sta che lo scandalo diesel-gate che ha inghiottito numeri, azioni, vetture e credibilità del gruppo Volkswagen di spunti, ancor prima che notizie, ne lascia e come in eredità. Tralasciando una tempistica che sfiora il paradossale, a due mesi dal sorpasso da parte del marchio di Wolfsburg nei confronti di Toyota come primo produttore di auto al mondo, e praticamente in contemporanea con un Salone di Francoforte in cui le case automobilistiche, tedesche in primis, si sono specchiate nella loro cherubina bellezza, quel che resta (e resterà) è innanzitutto il dubbio diffuso che Volkswagen e il suo “software trucca-emissioni” non siano gli unici protagonisti cattivi di un settore dove spesso la linearità comunicativa non sempre risulta scontata. Che un vaso di Pandora sia stato scoperchiato dopo la denuncia portata alla luce dalle autorità statunitensi, e la conseguente ammissione di colpa di Volkswagen, appare un’ipotesi credibile, soprattutto se controlliamo i nomi, e i marchi, che nei giorni a seguire hanno cominciato a passare sotto l’inesorabile lente di controllo dell’opinione pubblica. Il dubbio tuttavia rimane tale, perché fino a prova contraria al par di Volkswagen, almeno per ora, nessuno. Ed allora giusto focalizzarci su quello che rischia di capitare a chi all’interno di Volkswagen, da anni, ha sacrificato anni, tempo e fatica, a tutti coloro verso cui si è rivolto nei giorni scorsi il nuovo CEO Matthias Muller, qualcosa di molto vicino all’uomo meno invidiato del momento, dicendo che il percorso di ripresa sarà doloroso, che i 6,5 miliardi di euro accantonati non basteranno a pagare multe e risarcimenti e che saranno previsti tagli netti su tutto ciò che non sarà valutato strettamente necessario. Ciò nonostante, sempre Muller ha garantito che si farà di tutto per salvaguardare i posti di lavoro (che nel caso di Volkswagen, in cifre, si legge come migliaia di possibili licenziamenti), rinnovando che almeno da un punto di vista della sicurezza, per le motorizzazioni e le vetture incriminate, il suo gruppo non ha davvero nulla da farsi rimproverare. A questo si aggiunga pure che, sempre in questi giorni, è stato stimato l’avvio dei richiami delle auto diesel per la sostituzione dei dispositivi truccati ad inizio Gennaio, così da provare a sistemarle tutte entro la fine del 2016, e che il gruppo tedesco sta lavorando, come prima opera di rilancio, su una nuova e più che mai rivoluzionaria piattaforma modulare per motori trasversali di nome Mqb. Ma queste, almeno stavolta, rimangono solo notizie. Spunti, preoccupazioni e dubbi sono ben altri.