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Ecclestone “salvo” grazie a 100 milioni di dollari

 

Nessuna condanna per Bernie Ecclestone, ma soltanto una multa quanto mai salata. Questo è quello che ha deciso il giudice del tribunale di Monaco, che ha accettato la richiesta di archiviare il processo a carico del numero uno della Formula 1, accusato di aver corrotto il banchiere Gerhard Gribkowsky con una tangente di 44 milioni, in cambio del pagamento da parte dello stesso Ecclestone di una cifra pari a 100 milioni di dollari. Ad incidere su questa decisione, da quanto trapela, sarebbero stati l’eta avanzata di Ecclestone (83 anni compiuti) e la lunga durata del processo in cui sarebbe stato coinvolto.

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Ecclestone assolto dal reato di corruzione

 

L’Alta Corte di Londra ha assolto Bernie Ecclestone dall’accusa di corruzione. L’aspetto contraddittorio è che il giudice che si è dovuto pronunciare, respingendo oltre tutto anche una richiesta di risarcimento avversa allo stesso Ecclestone di oltre 140 milioni di dollari, ha si riconosciuto l’avvenuto pagamento di una bustarella da parte del padre padrone della Formula 1 ad un broker, finalizzata ad agevolare la cessione dei diritti commerciali dell’intero circus alla CVC, ma al tempo stesso ha escluso danni economici per il gruppo Costantin Medien, l’altro pretendente all’acquisizione di suddetti diritti e presentatosi al processo nel ruolo di parte lesa. Inoltre, sempre l’Alta Corte di Londra ha escluso che Ecclestone nel 2006 abbia ceduto le quote della BayernLB ad un prezzo sottostimato (814 milioni di dollari), impedendo di fatto alla stessa Constantin Medien di ottenere quel 10% di bonus che le sarebbe spettato qualora la quotazione avesse superato il miliardo. Ecclestone assolto con formula piena e, cosa altrettanto significativa, Ecclestone che rimane saldamente al proprio posto, scongiurando, qualora si fosse altresì arrivati ad una condanna, l’eventualità di dimettersi dal ruolo che ormai ricopre da decenni.

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EccleStoria

 

di Filippo Gherardi

 

Era il 1974, e tale Bernard Charles Ecclestone, per tutti semplicemente Bernie, quarantaquattrenne uomo d’affari della contea di Suffolk e con una passione viscerale per i motori decide di fondare insieme ad altri manager britannici, tra i quali anche Max Mosley e Frank Williams, la Formula One Constructors’ Association (FOCA). Un’associazione che aveva il compito di tutelare gli interessi dei team automobilistici inglesi al cospetto delle altre scuderie straniere, Ferrari in primis. In pochi, forse, l’avrebbero potuto immaginare, ma fu in quel momento esatto che Ecclestone cominciò a conquistare il mondo della Formula 1 fino a diventarne, negli anni, il padrone incontrastato. In quasi quarant’anni è riuscito a cambiare pelle, regolamenti, interesse ed anche bilanci economici dello sport più affascinante, e famoso, tra tutti quelli che prevedono una vettura a quattro ruote. Ecclestone ha rivoluzionato il mondo dei motori, guadagnando miliardi ma riuscendo, comunque, a consegnare una popolarità ad un universo che fino al suo avvento rimaneva un enorme circolo ristretto di appassionati e tecnici. Lo hanno accusato di essere un dittatore, d’altronde lui per primo in un’intervista rilasciata nel 2009 al Times dichiarò di preferire i regimi totalitari a quelli democratici, lo hanno disegnato come un freddo e calcolatore uomo d’affari, affamato di ricchezza e visibilità. L’ultima accusa, forse la più scomoda, gli è arrivata dal Tribunale di Monaco di Baviera, e più nello specifico dalle parole pronunciate da Gerhard Gribkowsky, ex presidente della banca Bayern LB, secondo cui Ecclestone avrebbe provato a corromperlo con una maxi tangente da 44 milioni per assumere (riassunto a grandissime linee) il controllo dell’intero pacchetto dei diritti televisivi della Formula 1. Un capo d’imputazione che potrebbe costargli dieci anni di reclusione, un motivo più che sufficiente per rassegnare, ad ottantatre anni compiuti, le proprie dimissioni. Qualcuno sostiene che siamo dinnanzi alla fine di un’epoca, per i motori e non solo, altri pensano che in fine dei conti, ed almeno per l’immediato, cambierà poco e nulla. Noi applaudiamo, comunque vada, il passo indietro (o quel che sia) fatto da Ecclestone, un gesto logico, per certi versi dovuto ma, conoscendo il soggetto in questione, tutt’altro che scontato.