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F1: si chiude l’era Ecclestone

 

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

In quarant’anni ha fatto il bello (soprattutto) e il cattivo tempo per il circus della F1, ma ora per Bernie Ecclestone è arrivato il momento di passare il testimone, anzi di deporre la corona. Dopo la cessione del circus a Liberty Media adesso arriva anche la conferma di quella notizia che la Bbc aveva anticipato qualche giorno fa, ossia che Bernie non è più l’amministratore delegato della Formula Uno Group e che quel ruolo sarà, almeno temporaneamente, ricoperto da Chase Carey. Ad ufficializzarlo lo stesso Ecclestone, che tramite la rivista tedesca Auto Motor un Sport ha dichiarato: “ E’ ufficiale, non sono più il capo della società. La mia nuova posizione è di presidente onorario, anche se non so cosa significhi “. Ma non è un addio, lo vedremo ancora durante le gare, probabilmente sempre in giro nel paddock o nei box: “ Non so ancora quanti Gp seguirò, ma di sicuro mi vedrete ancora sui circuiti. Ho ancora moltissimi amici in Formula 1. E ho abbastanza soldi per assistere alle gare. Sono orgoglioso di quanto costruito negli ultimi 40 anni e vorrei ringraziare tutti i promoter, i team, gli sponsor e i media con cui ho lavorato. Sono lieto che i miei affari siano stati rilevati da Liberty Media e che abbiano intenzione di investire nel futuro della Formula 1. E sono certo che Chase presiederà al suo ruolo nel modo migliore per questo sport“. E’ il momento di Carey, che raccoglie un’eredità pesantissima in un momento non proprio florido per la Formula 1, ma dalle sue prime parole da nuovo A.D. trapela fiducia e voglia di lavorare: “Sono emozionato di assumere il ruolo di Ceo. La Formula 1 ha un potenziale enorme e opportunità non sfruttate. E mi ha fatto piacere sentire dai fan, dai team, dalla FIA, dai promoter e dagli sponsor le loro idee e le speranze per questo sport. Lavoreremo insieme a tutti questi partner per accrescere nuove dimensioni a questo sport e guardiamo avanti per condividere gli obiettivi. Devo ringraziare Bernie per la sua guida nel corso dei decenni. Questo sport oggi è ciò che è grazie a lui e al talentuoso team di manager che ha guidato. E sarà sempre parte della famiglia della Formula 1. Il ruolo di Presidente Emerito si addice all’incredibile contributo che ha dato alla F1″. I doverosi ringraziamenti all’ormai ex numero uno arrivano anche da Greg Maffei, presidente della Liberty Media: “Siamo lieti di aver concluso l’acquisizione della Formula 1 e Chase (Carey, Ndr.) sarà a capo di questa azienda. Ci sono enormi opportunità di crescita in questo sport e nutriamo grande fiducia in Chase, per la sua abilità e la sua esperienza: è la persona giusta per realizzarle. Voglio ringaziare Bernie Ecclestone, che diventa Presidente Emerito, per il suo enorme successo nel costruire la considerevole reputazione di questo sport”.

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F1, Ecclestone: 26 udienze per dimostrare l’innocenza

 

di Valerio Zuddas

 

Saranno mesi difficili quelli che attenderanno Bernie Ecclestone: il boss del circus sarà chiamato a convincere la giuria tedesca della sua innocenza in un caso milionario di corruzione e a difendersi dalle accuse di corruzione nei riguardi di un funzionario pubblico e di istigazione alla frode aggravata. L’ 83enne britannico rischia una pena massima che di dieci anni di prigione. L’accusa sostiene che Ecclestone abbia pagato una “tangente” di 44milioni di dollari ad un ex dirigente della banca semi-pubblica BayernLB, Gerhard Gribkowsky, al fine di ottenere la vendita dei diritti di trasmissione della Formula 1, che deteneva la banca, al fondo investitore CVC. Tale operazione avrebbe permesso ad Ecclestone di controllare completamente la Formula 1. Comincia oggi un calvario composto da 26 udienze per il boss del circus, che si protrarranno fino al prossimo settembre. Ecclestone sarà obbligato ad assistere alle udienze, ma gli è stato concesso il permesso di lasciare Monaco quando non hanno luogo. «Il giudice è stato molto gentile. Devo stare pochi giorni a Monaco, e questo mi permette di continuare a viaggiare per le gare», ha dichiarato il patron del circus in un’intervista televisiva di qualche giorno fa in Germania. Il giudice del processo sarà Peter Noll, davanti al quale Ecclestone aveva già parlato per due giorni come testimone nel processo all’ex dirigente di banca Gribkowsky alla fine del 2011. Gribkowsky è stato poi condannato alla prigione e attualmente è il principale testimone contro Ecclestone. Dopo alcuni mesi di silenzio, Gribkowsky aveva affermato davanti al tribunale di aver ricevuto del denaro da Ecclestone ed era stato per questo condannato, nel 2012, ad otto anni e mezzo di reclusione. Il giudice Noll aveva in quella occasione affermato, leggendo la sentenza, che era stato lo stesso Ecclestone a portarlo «a delinquere».

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Ecclestone assolto dal reato di corruzione

 

L’Alta Corte di Londra ha assolto Bernie Ecclestone dall’accusa di corruzione. L’aspetto contraddittorio è che il giudice che si è dovuto pronunciare, respingendo oltre tutto anche una richiesta di risarcimento avversa allo stesso Ecclestone di oltre 140 milioni di dollari, ha si riconosciuto l’avvenuto pagamento di una bustarella da parte del padre padrone della Formula 1 ad un broker, finalizzata ad agevolare la cessione dei diritti commerciali dell’intero circus alla CVC, ma al tempo stesso ha escluso danni economici per il gruppo Costantin Medien, l’altro pretendente all’acquisizione di suddetti diritti e presentatosi al processo nel ruolo di parte lesa. Inoltre, sempre l’Alta Corte di Londra ha escluso che Ecclestone nel 2006 abbia ceduto le quote della BayernLB ad un prezzo sottostimato (814 milioni di dollari), impedendo di fatto alla stessa Constantin Medien di ottenere quel 10% di bonus che le sarebbe spettato qualora la quotazione avesse superato il miliardo. Ecclestone assolto con formula piena e, cosa altrettanto significativa, Ecclestone che rimane saldamente al proprio posto, scongiurando, qualora si fosse altresì arrivati ad una condanna, l’eventualità di dimettersi dal ruolo che ormai ricopre da decenni.

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di Filippo Gherardi

 

Era il 1974, e tale Bernard Charles Ecclestone, per tutti semplicemente Bernie, quarantaquattrenne uomo d’affari della contea di Suffolk e con una passione viscerale per i motori decide di fondare insieme ad altri manager britannici, tra i quali anche Max Mosley e Frank Williams, la Formula One Constructors’ Association (FOCA). Un’associazione che aveva il compito di tutelare gli interessi dei team automobilistici inglesi al cospetto delle altre scuderie straniere, Ferrari in primis. In pochi, forse, l’avrebbero potuto immaginare, ma fu in quel momento esatto che Ecclestone cominciò a conquistare il mondo della Formula 1 fino a diventarne, negli anni, il padrone incontrastato. In quasi quarant’anni è riuscito a cambiare pelle, regolamenti, interesse ed anche bilanci economici dello sport più affascinante, e famoso, tra tutti quelli che prevedono una vettura a quattro ruote. Ecclestone ha rivoluzionato il mondo dei motori, guadagnando miliardi ma riuscendo, comunque, a consegnare una popolarità ad un universo che fino al suo avvento rimaneva un enorme circolo ristretto di appassionati e tecnici. Lo hanno accusato di essere un dittatore, d’altronde lui per primo in un’intervista rilasciata nel 2009 al Times dichiarò di preferire i regimi totalitari a quelli democratici, lo hanno disegnato come un freddo e calcolatore uomo d’affari, affamato di ricchezza e visibilità. L’ultima accusa, forse la più scomoda, gli è arrivata dal Tribunale di Monaco di Baviera, e più nello specifico dalle parole pronunciate da Gerhard Gribkowsky, ex presidente della banca Bayern LB, secondo cui Ecclestone avrebbe provato a corromperlo con una maxi tangente da 44 milioni per assumere (riassunto a grandissime linee) il controllo dell’intero pacchetto dei diritti televisivi della Formula 1. Un capo d’imputazione che potrebbe costargli dieci anni di reclusione, un motivo più che sufficiente per rassegnare, ad ottantatre anni compiuti, le proprie dimissioni. Qualcuno sostiene che siamo dinnanzi alla fine di un’epoca, per i motori e non solo, altri pensano che in fine dei conti, ed almeno per l’immediato, cambierà poco e nulla. Noi applaudiamo, comunque vada, il passo indietro (o quel che sia) fatto da Ecclestone, un gesto logico, per certi versi dovuto ma, conoscendo il soggetto in questione, tutt’altro che scontato.

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Bernie Ecclestone ad un passo dalle dimissioni

 

di Germana Condò

 

C’è aria di cambiamento epocale in Formula 1: Bernie Ecclestone, padre padrone da anni dell’intero circus, sarebbe prossimo a rassegnare le proprie dimissioni. A rivelarlo è stata, nel corso della giornata odierna, la Delta Topco, società che gestisce la F1, specificando che Ecclestone si defilerà in maniera considerevole rimanendo, di fatto, a svolgere semplici mansioni di normale amministrazione. Alla base di questa scelta ci sarebbero i noti problemi giuridici che stanno riguardando (e che riguarderanno nei mesi a venire) il magnate di Ipswich, rinviato a giudizio con l’accusa di corruzione. Il Tribunale di Monaco di Baviera, infatti, ha deciso di accogliere la richiesta presentata dalla procura che lo riterrebbe colpevole di aver versato una tangente da 44 milioni di dollari all’ex presidente della banca tedesca Bayern LB, Gerhard Gribkowsky, per convincerlo a cedere le partecipazioni a Cvc, di cui è presidente proprio Ecclestone. Gerhard Gribkowsky, già processato per corruzione ed evasione fiscale e condannato a otto anni e mezzo di reclusione, ha ammesso di aver ricevuto i soldi dal noto patron della Formula Uno. Le accuse vengono fermamente respinte da Sven Thomas e Norbert Sharf, i legali difensori dell’ottantatreenne Ecclestone. Il processo per corruzione inizierà ad aprile e il rischio per l’imprenditore britannico potrebbe essere una condanna fino a dieci anni di reclusione.

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F1, nel 2014 torna il Gp d’Austria

 

della Redazione

 

Nel 2014 il Gp d’Austria tornerà nel calendario di Formula 1. La notizia è arrivata qualche ora fa, con la Red Bull, proprietaria del circuito di Spielberg (o A-Ring se preferite) che ha annunciato di aver raggiunto un accordo con la FIA e Bernie Ecclestone per ripristinare una tappa storica, come quella austriaca, in un calendario della prossima F1 che a questo punto diventa fittissimo e che non esclude anche possibili esclusioni eccellenti. Un esempio su tutti è legato proprio al ripristino del Gp d’Austria, che secondo le prime indiscrezioni avrebbe dovuto prendere il posto del Gp di Turchia e che, in seconda battuta, sembra destinato a svolgersi nel primo fine settimana di luglio, quello, per intenderci, in cui quest’anno si è corso il Gp di Germania del Nurburgring. Da un punto di vista storico, il Gp d’Austria si è corso una prima volta nel 1964, poi ininterrottamente dal 1970 al 1987 sul circuito dell’Osterreichring, ed in seguito dal 1997 al 2003 proprio all’A-Ring. In termini di risultati, si segnalano tre successi per Prost, due per Jones, Hakkinen e Schumacher ma anche una vittoria ciascuno, tra gli altri, per Fittipaldi, Lauda, Mansell, Jacques Villeneuve, Irvine (con la Ferrari ndr) e Coulthard.

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Ecclestone incriminato per corruzione

 

della Redazione

 

Come anticipato lo scorso mese di maggio dal quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, e come riportato anche da noi di Professione Motori, la procura di Monaco di Baviera stava portando avanti ormai da tempo un’inchiesta sul patron della Formula 1 Bernie Ecclestone. Il motivo? Un presunto tentativo di corruzione, risalente al 2006, da parte dello stesso Ecclestone nei confronti di Gerhard Gribkowsky, all’epoca dei fatti responsabile rischi della banca BayernLB. Oggi, a distanza di mesi, è arrivata la notizia ufficiale che la stessa procura bavarese ha incriminato Ecclestone proprio per tentativo di corruzione verso Gribkowsky, e nella fattispecie il miliardario inglese è accusato di aver versato un totale di 44 milioni di euro al banchiere per far si che la Bayern LB acconsentisse alla cessione dei diritti tv sulla Formula 1 alla Cvc, fondo di cui lo stesso Ecclestone è direttore esecutivo.

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F1, le rassicurazioni di Sticchi Damiani: “Monza si correrà”

 

della Redazione

 

Dopo le dichiarazioni di Bernie Ecclestone, padre padrone della Formula 1, uscite nei giorni scorsi e relative alla possibilità che il Gran Premio di Italia di Monza potesse essere soppresso per questioni legate, principalmente, ad aspetti di natura economica, stamattina sono arrivate le rassicurazioni al riguardo da parte del numero uno dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani: “Ho parlato con Ecclestone, il quale mi ha detto di non aver mai dichiarato che a Monza ci siano problemi e soprattutto che il futuro del GP d’Italia sia a rischio, ed il nostro lavoro nell’organizzazione del Gran Premio è sempre andato avanti senza sosta. Tra 72 giorni il più importante evento motoristico italiano si svolgerà come di consueto nel tempio della velocità e dello spettacolo a quattro ruote. Oggi come domani: la storia e la tradizione di Monza sono valori da trasmettere alle future generazioni“. Il numero uno dell’ACI, nonchè vice presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile, ha incontrato Ecclestone a margine del Consiglio Mondiale dello Sport della FIA che si è svolto nella giornata odierna a Goodwood.

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Ecclestone accusato di corruzione

 

della Redazione

 

Bernie Ecclestone, padre padrone della Formula 1, rischierebbe grosso almeno stando a quanto trapela sulle pagine del quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung. Alla base dell’incriminazione, formulata dalla procura di Monaco di Baviera, ci sarebbe un reato di corruzione e istigazione alla malversazione in merito ad un versamento effettuato nel 2006, da parte dell’82enne magnate britannico, di una cifra intorno ai 44 milioni di dollari all’allora responsabile rischi della banca BayernLB Gerhard Gribkowsky. Il motivo? La vendita dei diritti della Formula 1 alla Cvc, società di cui Ecclestone è direttore esecutivo, transizione di cui proprio la BayernLB si sarebbe dovuta occupare in prima persona. I legali di Ecclestone hanno puntualmente rigettato le accuse di Gribkowsky nei confronti del loro assistito, tuttavia l’intero mondo della Formula 1, e non solo,  rimane con gli occhi puntati su uno scandalo che, se venisse confermato, segnerebbe la fine di un’epoca che dura ormai da decenni: quella di Bernie Ecclestone.