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Il gruppo FCA si presenta a Las Vegas

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Il prossimo 4 novembre avrà inizio il Sema Show di Las Vegas, la più grande manifestazione del mondo dedicata alle elaborazioni ed al tuning, organizzata appunto dalla Speciality Equipment Market Association. Qui si potranno vedere tanti modelli personalizzati del gruppo FCA, dopo che quest’ultimo è approdato negli Stati Uniti tramite la quotazione alla Borsa di Wall Street. Tra questi troveremo vetture di Chrysler, Jeep, Dodge, Ram e Fiat, personalizzate dalla Mopar, la divisione specializzata non solo in ricambi, ma anche ovviamente in accessori e componenti per elaborazioni. Nell’anteprima al Salone fatta dalla FCA, si intravedono alcuni dettagli dell’esclusiva 500 Abarth Scorpion, ossia una 500 L rivista in estetica e in accessori, delle Jeep Renegade Trailhawk Frostbite e Renegade Limited Rip Tied, della Chrysler 200 Concept e di un furgone Ram ProMaster, l’equivalente a stelle e strisce del Fiat Ducato pensato da Mopar.

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Wall Strett: Fca parte bene, poi cala

 

di Maurizio Elviretti

 

Inizio soddisfacente e successiva frenata: questo, in sintesi, l’esordio ufficiale di Fiat Chrysler a Wall Street. Al debutto il titolo Fca è stato richiesto a 9,19 dollari, in rialzo del 5,6%, per poi scendere intorno a 9,07 dollari e infine passare in negativo a 8,86 dollari. In Piazza Affari, invece, dove Fca ha preso il posto dopo 111 anni della vecchia Fiat, la quotazione è rimasta positiva fino alla chiusura a 7,025 (+1,2%). A Wall Street Fca chiude in calo dell’1,00% a 8,91 dollari per azione. La giornata è stata seguita da New York dai vertici di Fca, il presidente John Elkann e l’amministratore delegato, Sergio Marchionne, che hanno suonato la campanella di chiusura delle contrattazioni alle 16 locali (le 22 italiane). «La nascita ufficiale di Fiat Chrysler Automobiles con il suo debutto al New York Stock Exchange rappresenta un momento storico», ha commentato Elkann. «A partire dalle fondamenta e dalle aspirazioni di Fiat e Chrysler si apre oggi una fase completamente nuova, che ci consentirà di affrontare da protagonisti il futuro del settore automobilistico mondiale». Per Marchionne si tratta del «culmine del lavoro che abbiamo fatto negli ultimi cinque anni e mezzo per raggiungere un’unione straordinaria. Fca ha stabilito un percorso di crescita aggressivo, sulla base degli obiettivi annunciati durante l’Investor Day del 6 maggio», ha continuato il presidente, «la strada che abbiamo scelto non è quella più facile né quella che richiede lo sforzo minore. Eppure, come tante pietre miliari, non rappresenta solo la fine di qualcosa, ma è soprattutto un nuovo inizio. La giornata di oggi segna l’inizio del nostro viaggio come Fca, come un unico costruttore globale». Definita la partita finanziaria, restano i simboli, come la bandiera. Così da questa mattina sul palazzo del Lingotto, a Torino, è stata issata la bandiera bianca con il nuovo logo blu del gruppo automobilistico, Fca, Fiat Crhrysler Automobiles.

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La Ferrari resta autonoma

 

di Maurizio Elviretti

 

Resterà autonoma la Ferrari e non entrerà a far parte del polo del lusso con Maserati e Alfa Romeo. Questo quanto emerso dalle parole del neo Presidente del “Cavallino”, alla conferenza di presentazione. Si allontana quindi lo spettro di un’americanizzazione del marchio e della creazione di un polo di fascia alta. Anzi, Sergio Marchionne è stato ancora più chiaro: «La sua indipendenza non verrà mai messa in discussione, il successo è legato alla sua esclusività». Non è questo il nodo dello scontro che ha portato al cambio al vertice della casa di Maranello.
Sergio Marchionne è stato categorico: «Non c’è la minima intenzione di integrare in questo senso Ferrari in Fiat Chrysler, è una società del gruppo ma manterrà la sua autonomia» ha detto. «Non sono vere neppure le voci sull’arrivo di Harald Wester, attuale amministratore delegato di Maserati e Alfa». Non cambiano nemmeno le linee strategiche: resta il tetto di 7.000 vetture che, concordano Marchionne e
Montezemolo, potrà essere solo ritoccato (già il piano di Detroit indicava la possibilità di arrivare fino a quota 10.000). Quanto a una possibile quotazione del brand Ferrari, Marchionne ha risposto così: «Smettetela di farmi domande su questo. Non è sul tavolo, è un’ipotesi che non esiste, ma comunque la responsabilità di scelte strategiche come l’aumento di capitale e l’Ipo Ferrari sono del cda».

La sede della FIAT a Torino, nel giorno della nascita di Fiat Chrysler Automobiles

Le nuove linee guida di FCA

 

di Leonardo Frenquelli

 

La FCA, Fiat Chrysler Automobiles, ha studiato un piano di innovazione che va da qui ai prossimi quattro anni, rispettando una serie di punti che porteranno la macro azienda automobilistica ad un cambiamento sostanziale della qualità e della quantità delle produzioni annue. Le parole chiave di questa strategia sono “flessibilità” ed “elettrificazione”. La crisi costringe ovviamente, in qualsiasi campo lavorativo, a dare una particolare importanza al risparmio ed all’ottimizzazione dei mezzi che già si possiedono ed è esattamente la filosofia che sta guidando gli impianti FCA, basti pensare all’utilizzo che viene fatto delle piattaforme in fase di produzione. “Compact Wide” è l’esempio più calzante per spiegare il concetto di flessibilità: si tratta della base su cui sono prodotte, tra le altre, l’Alfa Romeo Giulietta e la Jeep Cherokee, una piattaforma polifunzionale valida per dare vita a modelli di vetture completamente divresi tra loro. Infatti l’obiettivo è quello di rendere la modularità alla base delle industrie FCA, dove ogni piattaforma dovrà essere in grado di montare diversi motori, a trazione integrale o parziale e così via, per ogni componente richiesto. Delle diciotto piattaforme attualmente in uso nelle fabbriche FCA, sono soltanto quattro a produrre ben il 48% dei veicoli che sono messi sul mercato. Entro il 2018, si sono prefissati di ridurre a 15 il numero totale, assegnando addirittura il 70% alle quattro piattaforma più “impegnate”, ottenendo così un significativo incremento della qualità nei prodotti ed un risparmio, sia nel tempo di industrializzazione che nella spesa per i materiali. Questi sono i risultati dell’applicazione della flessibilità, che ovviamente presuppone un miglioramento dell’efficienza meccanica degli apparecchi industriali atti a compiere il lavoro richiesto, fattore sul quale la FCA sta già concentrando le proprie forze. L’altra direttiva è quella dell’elettrificazione, perché nel mercato automobilistico è finalmente chiara la necessità di distaccarsi dai soliti caburanti, cominciando a pianificare seriamente un lavoro in funzione del basso impatto ambientale e del risparmio energetico. Nei prossimi quattro anni infatti, in FCA saranno introdotte produzioni di motori ibridi, dapprima in versione “micro”, dopo il 2016 con il plug-in Hyb, per arrivare ad un massiccio aumento della commercializzazione di auto elettriche, se richieste dal mercato, entro il 2018. Si ridurranno dunque i consumi e le spese per i carburanti, aumentando l’efficienza di propulsori che mirano ad azzerare l’impatto ambientale dei veicoli, facendo sì che l’emissione di CO2 sia abbassata al minimo anche per i motori più potenti e potenzialmente inquinanti.

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FCA, l’inizio di una nuova era?

 

di Filippo Gherardi

 

Fiat Chrysler Automobiles, tre parole per riassumere una rivoluzione automobilistica oltre che economica e culturale. Il nuovo ex gruppo Fiat ha preso ufficialmente corpo al termine del Cda che si è svolto lo scorso 29 gennaio, internazionalizzando come più (e meglio?) non avrebbe potuto fare la sua struttura interna. Sede legale in Olanda, mentre quella fiscale è stata “confinata” in Gran Bretagna, ed azioni quotate oltre che sulla borsa di Milano anche (e soprattutto) presso quella di New York. Una rivoluzione, come detto, per quello che è da sempre il brand trainante del mercato automobilistico italiano, ma come tale, e come ogni buona rivoluzione che si rispetti, anche non esente da perplessità, scetticismo e qualche critica. Tralasciando l’aspetto strettamente nazionalistico, con lo storico Lingotto torinese ormai destinato a qualcosa di molto vicino ad una “sede storica”, il capitolo che più sta a cuore è, inevitabile, quello legato alle sorti delle aziende sparse sul territorio e, ancor più gravoso, dei loro dipendenti. Una decentralizzazione così evidente potrebbe avere ripercussioni? Ancora è presto per dirlo ma non, necessariamente, per temerlo. Secondo poi, la nascita di un gruppo industriale protagonista su ambedue i lati dell’Oceano può permettere al neonato marchio FCA di tenere botta nei confronti degli altri gruppi presenti sul mercato? L’augurio, comunque vada, rimane questo, ma per riuscirci occorrerà rinverdire una gamma vetture che negli ultimi tempi è sembrata un po’ a corto di brillantezza ed originalità, valorizzando i propri punti di forza e trovandone, se possibile, degli altri. Ben vengano, quindi, l’Alfa Romeo 4C premiata “Auto più Bella dell’Anno 2013” all’ultimo Festival Internazionale dell’Automobile di Chamonix, la Maserati Ghibli proiettata in diretta, davanti a 110 milioni di spettatori, in occasione dell’ultimo Super Bowl ed anche un logo rivisitato e più “intercontinentale”. Tuttavia per far si che questa rivoluzione porti i frutti sperati occorrerà, per forza di cose, molto e molto di più.