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FCA: con Chrysler Pacifica Hybrid il debutto sul mercato ibrido

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

La Chrysler Pacifica Hybrid entra ufficialmente in commercio e FCA debutta finalmente nel segmento delle ibride plug-in, quello dei modelli con batterie ricaricabili dalla rete elettrica. Riprendendo il calco, ovviamente, della Pacifica, la versione ibrida non presenta grandi novità a livello estetico tranne per lo sportellino che nasconde la presa per collegare i cavi di ricarica attraverso la rete; look identico anche per gli interni, che però forniscono alcune nuove funzionalità nella strumentazione e permettono di avere, tramite il display, tutte le informazioni riguardo al funzionamento dell’unità ibrida e alla collocazione delle stazioni di ricarica più vicine, oltre che consigli per rendere i consumi ottimali. Rimanendo in tema, con la nuova propulsione la Chrysler Pacifica Hybrid è in grado di percorrere fino a 30 miglia (48 km) in modalità solo elettrica, con un autonomia totale di 530 miglia (853 km); a saltare all’occhio sono però proprio i dati sui consumi: 80 miglia per gallone, che in termini europei equivale a 3,5 litri per 100 chilometri. Esprimersi in miglia è sicuramente più adatto per questo veicolo ora destinato al mercato USA, dove grazie ad un credito federale di 7.500 euro è possibile acquistarla a 34.495 dollari invece di 41.995.

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FCA: una flotta di Pacifica a Google

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

La guida autonoma diventa sempre più reale, in America già circolano i primi veicoli dotati della nuova tecnologia e FCA già da tempo se ne è resa conto avviando i propri progetti di sviluppo, sfruttando la preziosa collaborazione di Google. Qualche mese fa era infatti arrivata la notizia dell’attivazione di una flotta Chrysler Pacifica proprio a Mountain View, sede del quartier generale del colosso americano. Si tratta di 100 esemplari di Chrysler Pacifica plug-in hybrid con motore 3.6 V6 da 287 cavalli e trasmissione automatica a 9 marce, ma più che la meccanica interessano qui i sistemi tecnologici: sui minivan sono stati installati supporti per i sensori Lidar laterali e per il gruppo di sensori sul tetto della vettura. Le vetture FCA si vanno così ad affiancare alle 24 Lexus RX450h e agli svariati prototipi Google, per avere la possibilità di fare ancor più test sulla guida autonoma in tre diverse aree urbane oltre a quella di Mountain View: Austin, Kirkland e Phoenix. La partnership si rivela un’ottima occasione per Google che deve accumulare esperienza su strada: finora sono 2 milioni i chilometri fatti dalle auto di Big G in sette anni, ancora pochi rispetto ai 222 percorsi dai veicoli Tesla dotati di Autopilot, sistema però a guida semi-autonoma.

Chrysler Pacifica

 

di Maurizio Elviretti

 

Si è presentata a Detroit la nuova Chrysler Pacifica, una vettura che va a reinventare completamente un modello uscito a metà degli anni ’80. A svelare il nuovo modello è stato Tim Kuniskis, di Fca North America. Il nuovo minivan Chrysler (gruppo Fca) avrà anche la versione ibrida con motore elettrico “plug in”. Il modello, dalla sua nascita, ha aggiunto Kuniskis, “ha conquistato il maggior numero di premi nel suo segmento, ha forgiato la nostra storia andando incontro ai bisogni delle famiglie americane e ha creato un segmento”. Sono infatti 14,3 milioni in totale le unità del minivan targato Chrysler vendute dalla sua nascita. Il debutto sul mercato Usa è previsto in primavera per la versione a benzina e nella seconda metà del 2016 per la “plug-in”. Prodotto in Canada, il minivan dovrebbe essere esportato in futuro anche in Europa. È la prima ibrida del gruppo Fca. La nuova monovolume di grandi dimensioni, erede della Town&Contry (Voyager in Ue, venduta a marchio Lancia) è lunga circa 5 metri e larga 2. Può ospitare, comodamente, fino a 8 passeggeri, con un bagagliaio dalla capacità massima di 3.978 litri. La versione ibrida abbina al motore 3.6 V6 depotenziato a 248 CV un motore elettrico con un autonomia di 48 chilometri. Il pacco batterie è agli ioni di litio e si trova sotto il pavimento. Le pile si ricaricano in due ore tramite un impianto da 240 volt. Poiché è una macchina destinata alle famiglie, ospita a bordo il nuovo sistema di intrattenimento Uconnect.

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Telematica Magneti Marelli sulle vetture FCA ad Expo Milano 2015

 

Sono state consegnate questa settimana a Expo Milano 2015 le automobili di Fiat Chrysler Automobiles, Global Partner di Expo Milano 2015, che costituiscono la flotta di vetture che l’organizzazione utilizzerà nei mesi della manifestazione. Sulle 105 vetture della flotta, sono 50 le 500L a metano equipaggiate con la scatola telematica T-BOX di Magneti Marelli. Le vetture saranno impiegate per il servizio di Car Sharing a esclusiva disposizione delle numerose delegazioni internazionali che saranno presenti a Milano nel prossimo semestre. Una presenza all’insegna della mobilità sostenibile grazie alle basse emissioni e alle alimentazioni alternative. La T-BOX di Magneti Marelli è il cuore pulsante di tutto il servizio di Car Sharing. La scatola telematica permette di comunicare con il centro servizi per localizzare il veicolo, oltre ad abilitare una serie di funzioni quali l’apertura e chiusura delle portiere, l’avviamento solo a personale autorizzato e autenticato tramite un’App per smartphone, e la lettura dei dati della rete di bordo garantendo informazioni in tempo reale sullo stato della vettura. La T-BOX è parte dell’offerta Telematica di Magneti Marelli, ovvero tecnologie e sistemi per le auto nuove e per il parco circolante, che aprono la strada a nuovi paradigmi di mobilità in coerenza con criteri di sicurezza (safety e security), sostenibilità e trend legislativi (eCall)

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Chrysler cerca talenti: via al concorso di design automobilistico

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Anche quest’anno Chrysler vuole aprire le porte del mondo del design dell’auto a tutti gli studenti degli USA: è stata infatti lanciata la terza edizione del Detroit Autorama High School Automotive Design Competition, un concorso al quale possono partecipare tutti gli allievi delle scuole pubbliche superiori americane. Il tema stavolta sarà il futuro, e il compito dei partecipanti sarà quello disegnare una vettura Dodge che possa andar bene per l’anno 2025; il concorso prevede premi molto allettanti: il primo classificato riceverà una borsa di studio da 60.00 dollari per il corso di laurea presso il College for Creative Studies di Detroit, un corso estivo di tre settimane proprio in quel college, un MacBookPro da 13 pollici e tre ingressi validi per il Detroit Autorama, ossia la più grande mostra di hot rod e di auto personalizzate. I ragazzi che arriveranno secondo e terzo vinceranno una corso di disegno estivo presso il CCS, un MacBook Pro ciascuno, e tre ingressi per il Detroit Autorama. Ci sarà qualcosa anche per il quarto classificato: anche per lui un corso estivo di disegno presso il CCS, un iPad Retina e tre ingressi all’Autorama. E’ un’ottima opportunità per gli studenti americani, il CCS è uno dei più importanti college al mondo per quanto riguarda il design automobilistico, e da lì sono usciti grandi nomi come Andre Hudson, design manager alla Hyundai Motors America, Michael Burton, director of interior design alla General Motors, Tyler Blake, design manager alla Ford e tanti altri.

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Il gruppo FCA si presenta a Las Vegas

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Il prossimo 4 novembre avrà inizio il Sema Show di Las Vegas, la più grande manifestazione del mondo dedicata alle elaborazioni ed al tuning, organizzata appunto dalla Speciality Equipment Market Association. Qui si potranno vedere tanti modelli personalizzati del gruppo FCA, dopo che quest’ultimo è approdato negli Stati Uniti tramite la quotazione alla Borsa di Wall Street. Tra questi troveremo vetture di Chrysler, Jeep, Dodge, Ram e Fiat, personalizzate dalla Mopar, la divisione specializzata non solo in ricambi, ma anche ovviamente in accessori e componenti per elaborazioni. Nell’anteprima al Salone fatta dalla FCA, si intravedono alcuni dettagli dell’esclusiva 500 Abarth Scorpion, ossia una 500 L rivista in estetica e in accessori, delle Jeep Renegade Trailhawk Frostbite e Renegade Limited Rip Tied, della Chrysler 200 Concept e di un furgone Ram ProMaster, l’equivalente a stelle e strisce del Fiat Ducato pensato da Mopar.

La sede della FIAT a Torino, nel giorno della nascita di Fiat Chrysler Automobiles

Le nuove linee guida di FCA

 

di Leonardo Frenquelli

 

La FCA, Fiat Chrysler Automobiles, ha studiato un piano di innovazione che va da qui ai prossimi quattro anni, rispettando una serie di punti che porteranno la macro azienda automobilistica ad un cambiamento sostanziale della qualità e della quantità delle produzioni annue. Le parole chiave di questa strategia sono “flessibilità” ed “elettrificazione”. La crisi costringe ovviamente, in qualsiasi campo lavorativo, a dare una particolare importanza al risparmio ed all’ottimizzazione dei mezzi che già si possiedono ed è esattamente la filosofia che sta guidando gli impianti FCA, basti pensare all’utilizzo che viene fatto delle piattaforme in fase di produzione. “Compact Wide” è l’esempio più calzante per spiegare il concetto di flessibilità: si tratta della base su cui sono prodotte, tra le altre, l’Alfa Romeo Giulietta e la Jeep Cherokee, una piattaforma polifunzionale valida per dare vita a modelli di vetture completamente divresi tra loro. Infatti l’obiettivo è quello di rendere la modularità alla base delle industrie FCA, dove ogni piattaforma dovrà essere in grado di montare diversi motori, a trazione integrale o parziale e così via, per ogni componente richiesto. Delle diciotto piattaforme attualmente in uso nelle fabbriche FCA, sono soltanto quattro a produrre ben il 48% dei veicoli che sono messi sul mercato. Entro il 2018, si sono prefissati di ridurre a 15 il numero totale, assegnando addirittura il 70% alle quattro piattaforma più “impegnate”, ottenendo così un significativo incremento della qualità nei prodotti ed un risparmio, sia nel tempo di industrializzazione che nella spesa per i materiali. Questi sono i risultati dell’applicazione della flessibilità, che ovviamente presuppone un miglioramento dell’efficienza meccanica degli apparecchi industriali atti a compiere il lavoro richiesto, fattore sul quale la FCA sta già concentrando le proprie forze. L’altra direttiva è quella dell’elettrificazione, perché nel mercato automobilistico è finalmente chiara la necessità di distaccarsi dai soliti caburanti, cominciando a pianificare seriamente un lavoro in funzione del basso impatto ambientale e del risparmio energetico. Nei prossimi quattro anni infatti, in FCA saranno introdotte produzioni di motori ibridi, dapprima in versione “micro”, dopo il 2016 con il plug-in Hyb, per arrivare ad un massiccio aumento della commercializzazione di auto elettriche, se richieste dal mercato, entro il 2018. Si ridurranno dunque i consumi e le spese per i carburanti, aumentando l’efficienza di propulsori che mirano ad azzerare l’impatto ambientale dei veicoli, facendo sì che l’emissione di CO2 sia abbassata al minimo anche per i motori più potenti e potenzialmente inquinanti.

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FCA, l’inizio di una nuova era?

 

di Filippo Gherardi

 

Fiat Chrysler Automobiles, tre parole per riassumere una rivoluzione automobilistica oltre che economica e culturale. Il nuovo ex gruppo Fiat ha preso ufficialmente corpo al termine del Cda che si è svolto lo scorso 29 gennaio, internazionalizzando come più (e meglio?) non avrebbe potuto fare la sua struttura interna. Sede legale in Olanda, mentre quella fiscale è stata “confinata” in Gran Bretagna, ed azioni quotate oltre che sulla borsa di Milano anche (e soprattutto) presso quella di New York. Una rivoluzione, come detto, per quello che è da sempre il brand trainante del mercato automobilistico italiano, ma come tale, e come ogni buona rivoluzione che si rispetti, anche non esente da perplessità, scetticismo e qualche critica. Tralasciando l’aspetto strettamente nazionalistico, con lo storico Lingotto torinese ormai destinato a qualcosa di molto vicino ad una “sede storica”, il capitolo che più sta a cuore è, inevitabile, quello legato alle sorti delle aziende sparse sul territorio e, ancor più gravoso, dei loro dipendenti. Una decentralizzazione così evidente potrebbe avere ripercussioni? Ancora è presto per dirlo ma non, necessariamente, per temerlo. Secondo poi, la nascita di un gruppo industriale protagonista su ambedue i lati dell’Oceano può permettere al neonato marchio FCA di tenere botta nei confronti degli altri gruppi presenti sul mercato? L’augurio, comunque vada, rimane questo, ma per riuscirci occorrerà rinverdire una gamma vetture che negli ultimi tempi è sembrata un po’ a corto di brillantezza ed originalità, valorizzando i propri punti di forza e trovandone, se possibile, degli altri. Ben vengano, quindi, l’Alfa Romeo 4C premiata “Auto più Bella dell’Anno 2013” all’ultimo Festival Internazionale dell’Automobile di Chamonix, la Maserati Ghibli proiettata in diretta, davanti a 110 milioni di spettatori, in occasione dell’ultimo Super Bowl ed anche un logo rivisitato e più “intercontinentale”. Tuttavia per far si che questa rivoluzione porti i frutti sperati occorrerà, per forza di cose, molto e molto di più.

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Fiat sempre meno “italiana”

 

di Filippo Gherardi

 

A poche settimane dalla notizia dell’acquisizione del 100% di Chrysler, continua prepotente la fase di internazionalizzazione voluta, e perseguita, dal gruppo Fiat. Da quanto è trapelato nel corso della giornata odierna, in occasione del prossimo consiglio d’amministrazione del 29 gennaio dovrebbe concretizzarsi uno schema aziendale che darebbe vita ad una Fiat con Sede societaria in Olanda, sede operativa e quotazione negli USA e domicilio fiscale in Gran Bretagna. Dietro a ciascuna di queste scelte regnerebbero, come prevedibile, interessi e vantaggi di natura economico-amministrativo, legate a borsa e normative fiscali. La sede principale dovrebbe essere quella di Detroit, dove già ora i vertici Fiat, con Sergio Marchionne in testa, passano gran parte delle loro giornate. Per il momento dal Lingotto non arrivano ne conferme e ne tantomeno smentite, ma l’impressione è che quella torinese rischi di diventare per la nuova Fiat-Chrysler niente più che una sede storica, limitando la centralità della produzione italiana e creando, c’è da scommetterci, non pochi disagi e controindicazioni per migliaia di lavoratori. La tradizione ha il suo peso, certo, ma praticità ed introiti finiscono, sempre, col prendere il sopravvento.    

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Fiat assume il controllo del 100% di Chrysler

 

Intesa raggiunta tra Fiat e Veba per l’acquisizione del 41,5%, mancante, di Chrysler da parte del marchio del Lingotto. Un’operazione ufficializzata dallo stesso Sergio Marchionne, che permette alla Fiat di assumere il controllo totale (100%) di Chrysler e che tradotta in soldoni si quantifica in un corrispettivo pari a 3,65 miliardi di dollari. Una cifra migliore di quella inizialmente chiesta da Veba (5 miliardi di dollari) e in linea con le stime degli analisti. «Aspetto questo giorno sin dal primo momento, sin da quando nel 2009 siamo stati scelti per contribuire alla ricostruzione di Chrysler», sono le parole con cui il presidente di Fiat, John Elkann, commenta l’intesa, al termine di un lungo braccio di ferro. Il closing definitivo dell’intera operazione è previsto entro il 20 gennaio. L’intesa prevede una erogazione straordinaria che Chrysler pagherà a tutti i soci, per un totale pari a circa 1,9 miliardi di dollari. Fiat pagherà in cash, invece, l’altra parte, 1,75 miliardi di dollari, e lo farà utilizzando la liquidità disponibile: non è previsto infatti un aumento di capitale da parte del Lingotto, che quindi non chiederà risorse ai soci per salire al 100% del gruppo. Dichiarazioni sull’accordo concluso arrivano, naturalmente, anche dallo stesso Sergio Marchionne: “Nella vita di ogni grande organizzazione e delle sue persone ci sono momenti importanti, che finiscono nei libri di storia. L’accordo appena raggiunto con Veba è senza dubbio uno di questi momenti per Fiat e per Chrysler. Sarò per sempre grato al team di leadership per il sostegno e per il loro incessante impegno nel realizzare il progetto di integrazione che oggi assume la sua forma definitiva”. Sul fronte politico, ecco le considerazioni invece del sindaco di Torino Piero Fassino: “Questo accordo rafforza il ruolo di player globale del gruppo. Una scelta strategica da cui ci attendiamo positive conseguenze anche per l’Italia e per Torino”. Soddisfazione anche tra sindacati ed enti locali, secondo cui l’accordo siglato renderà disponibili ulteriori risorse finanziarie che contribuiranno a rilanciare gli stabilimenti del gruppo torinese e, di conseguenza, a garantire prospettive migliori a tutti i lavoratori.