2248789-patente

Revisione patente: in caso di incidente grave non servono infrazioni

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

 

Non può che meravigliare la sentenza n. 12/6 del TAR del Friuli Venezia Giulia. A destare stupore la decisione di revocare la patente in caso di incidente grave anche se non ci sono infrazioni. E’ quanto è successo ad un automobilista che aveva presentato ricorso dopo che la Motorizzazione civile gli aveva imposto di fare nuovamente l’esame per la patente. L’uomo aveva, infatti, sì investito un pedone sulle strisce pedonali, ma non aveva commesso nessuna infrazione ed anzi, i carabinieri che hanno effettuato i soccorsi hanno anche segnalato al Comune la pericolosità dell’attraversamento. Un’annotazione che è stata anche presa in considerazione visto che solo qualche settimana dopo le strisce sono state illuminate. Però, stando a quanto riporta il sito della Polizia Municipale, la motorizzazione può, tenendo conto del rapporto delle Forze dell’Ordine, richiedere la revisione della patente. Questo anche quando c’è un minimo dubbio e in assenza di infrazioni visto che è una misura precauzionale. Affermazioni che trovano riscontro anche nell’articolo 128 del Codice ella Strada.

Incidenti-Pedoni-Ciclisti-300x199

Italia: aumentano gli investimenti dei pedoni

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

 

Non arrivano solo buone notizie dall’elaborazione del Centro Studi Continental sui dati Istat. Se, da una parte, gli incidenti automobilistici sono in calo da qualche anno, stanno crescendo invece gli investimenti dei pedoni. Un aumento graduale dal 2008 che, per quanto riguarda il passato recente, vede i 19.345 investimenti del 2013 passare a 19.005 nel 2014. Due anni fa costituivano quindi il 10,7% del totale degli incidenti (181.227), l’anno scorso invece l’11,2% (su 177.031 incidenti). La situazione cambia da regione a regione, in cima alla black list c’è la Lombardia (10,6%), seguita dal Piemonte (10,4%) e dalla Campania (6,3%). Sorride invece la Basilicata con investimenti scesi del 22%. La tendenza è in calo anche in Valle D’Aosta (-13,5%), Marche (-10,2%), Sardegna (-9,7%), Abruzzo (-5,2%), Puglia (-5%), Sicilia (-4,4%) e Lazio (-3,9%).

57e71bee653e4019b4113d72e808ebe8

In caso di incidente all’estero la legge è quella del Paese in cui avviene

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

 

Non è mai piacevole fare un incidente, e può esserlo ancora di meno farlo all’estero. Secondo una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, del 10 dicembre 2015, infatti quando si viene coinvolti in un sinistro all’interno dei confini dell’Unione Europea  si deve fare riferimento alla giurisdizione del Paese dove ci si trova. Questo vuol dire che si potrebbero incontrare difficoltà nell’ottenere risarcimenti, sia dal punto di vista economico che di tempistiche. Lo scopo è, però, quello di evitare problemi e incongruenze che sorgerebbero tra persone che fanno riferimento a norme differenti visto le diverse nazionalità. La sentenza nasce da una pronuncia pregiudiziale avanzata dal Tribunale civile di Trieste relativa a una causa tra un automobilista rumeno e una compagnia assicurativa italiana.  La figlia del conducente è deceduta e i parenti, che vivevano tra Italia e Romania, non sapevano in quale nazione richiedere il risarcimento. Da sentenza è stata individuata l’Italia poiché lì si era verificato il sinistro.

Fotolia_scontro frontale2

2015: Crescono i morti a causa di incidenti stradali

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

 

Non arrivano buone notizie dalle strade italiane, anzi. Nei primi nove mesi del 2015 i morti in seguito a incidenti stradali sono trentasei in più rispetto allo stesso arco temporale del 2014. Questi i dati resi pubblici dalla Polizia Stradale durante il #ForumAutoMotive  tenutosi a Milano. Purtroppo, dopo anni di miglioramento con diminuzione dei sinistri mortali, già dal 2014 il trend  positivo si era fermato. La minaccia è che non si riesca a centrare l’obiettivo dei 2057 morti previsto per il 2020. A determinare molti problemi l’uso errato degli smartphone, visto l’alto livello di distrazione che causano chat ed sms. La Polizia stradale sta comunque rispondendo con auto civetta, totalmente in borghese, e  con la richiesta di punire l’uso del telefonino alla guida (anche se per la prima volta) con il ritiro della patente. Ancora, le Forze dell’Ordine chiedono a gran voce la presenza di medici ai posti di blocco per controllare l’uso di sostanze stupefacenti in loco.

google-selfdrivingcar

Google Car: la sua perfezione causa incidenti

 

 

 

 

 

 

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

 

Vi abbiamo già parlato della Google Car, l’auto che si guida da sola firmata dal colosso di Mountain View, e vi abbiamo parlato anche dei diversi sinistri in cui è stata coinvolta, suscitando stupore e diverse critiche. Dopo attenti test e analisi si è data una risposta a questi strani eventi, una risposta che potremmo definire paradossale. A causare incidenti è, infatti, proprio il rispetto pedissequo delle regole che, nella maggior parte dei casi, non sono osservate nella stessa maniera dagli uomini. Alla base ci sarebbe quindi un’incomprensione uomo-macchina. La vettura di Google segue alla lettera quello che si dovrebbe fare non comprendendo i comportamenti degli umani che vanno in un’altra direzione.  Nei 16 incidenti avvenuti in sei anni di test è sempre stato l’uomo a causare il sinistro.  Nell’ultimo episodio una Google car ha rallentato per far attraversare un pedone venendo così tamponata dalla macchina che la seguiva.  Nel 2009, invece, l’automobile intelligente è stata letteralmente mandata in tilt. Ad un incrocio si era fermata aspettando che le auto si fermassero a loro volta per farla passare, come appunto dovrebbe essere, ma invece ciò non è avvenuto visto che le altre vetture si sono limitate a rallentare. Possiamo dire che, di fatto, le Google Car non contemplano le infrazioni, a confermarlo una manovra pericolosa compiuta da una di queste vetture quando ha percepito come una macchina in contromano una che in realtà era solo parcheggiata in maniera non corretta. Una situazione che dovrebbe far riflettere, sottolineando come difficilmente gli automobilisti rispettino le regole fondamentali della viabilità. Insomma, per far scendere a zero il numero di incidenti le Google Car dovrebbero diventare meno sicure e meno rispettose delle regole. Dall’azienda, però, fanno sapere che non sono disposti a cedere e che le loro automobili osserveranno sempre il codice della strada. La soluzione potrebbe essere quella di far diventare gli uomini ‘totalmente corretti’, ma più che come una soluzione ad oggi appare come un miracolo.

1436069543686

Google Car: incidente in California

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

Brutte notizie per Google, una delle sue Google car, innovative vetture senza pilota in fase di sperimentazione, è stata coinvolta in un incidente a Mountain View in California. Al momento dell’impatto erano in macchina (una Suv Lexus) tre dipendenti di Google e nessuno, fortunatamente, ha riportato ferite. L’incidente è avvenuto il primo luglio, ma la notizia è stata rivelata solamente nelle ultime ore. In sei anni e in ben 1,9 milioni di test si tratta del quattordicesimo incidente, secondo il colosso di Mountain View, comunque, nessuna delle auto senza pilota ha responsabilità negli incidenti, mentre mentre Chris Urmson, capo del programma di self-driving car di Google, ha affermato che “il tema qui e’ l’errore umano e la distrazione”.

ABBANDONO ANIMALI

Incidenti causati da randagi: a pagare è il gestore della strada

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

 

Abbandonare un animale è un’immensa crudeltà ed è anche un pericolo non solo per il nostro amico a quattro zampe, ma anche per gli automobilisti. Con l’estate cresce notevolmente il numero dei cani e dei gatti che vengono lasciati sulle strade e cresce anche il numero di incidenti provocati dalla loro presenza. L’orientamento della legge è quello di far risarcire danni a cose o persone dal gestore della strada. Così si era espressa lo scorso 12 febbraio la Corte di Cassazione che ha condannato il Comune a risarcire un motociclista caduto, dello stesso avviso la Terza Sezione del Tribunale di Taranto che ha dato la responsabilità alla società di gestione rea di non aver realizzato una protezione che evitasse l’accesso degli animali alla strada. L’unica situazione in cui il gestore della strada può essere inattaccabile è il “caso fortuito” ovvero quando è stato fatto realmente di tutto, adottando tutte le misure necessarie, per tenere lontani i randagi dalle macchine. Il problema dell’abbandono è comunque un tema su cui si continua e si deve continuare a lottare e negli ultimi tempi anche il Codice della Strada ha fatto dei passi in avanti obbligando a prestare assistenza agli animali feriti in strada.

Google Self-Driving Car

Le auto di Google sono sicure

 

di Flavio Grisoli

 

Proseguono, in silenzio e a testa bassa, le sperimentazioni di Google sulle automobili a guida autonoma. I risultati raccolti finora sono talmente soddisfacenti che a Mountain View hanno deciso di fare un ulteriore passo in avanti. Come si legge dal blog ufficiale del colosso californiano, questa estate un piccolo numero di prototipi sarà lasciato girare sulle strade cittadine attorno al centro di ricerca con a bordo dei cosiddetti “safety drivers”, ovvero degli addetti che in caso di necessità possono attivare sterzo e pedali rimovibili. La velocità di questi mezzi sarà limitata a 25 miglia orarie (40 km/h). Sempre secondo Chris Urmson, che del progetto Self-Driving Car di Google è il direttore, nel corso delle sperimentazioni con le Lexus RX450h modificate, è stato percorso più di un milione di km e recentemente addirittura più di 10mila km in una settimana. Questo significa che è stata raccolta esperienza equivalente di circa 75 anni di guida di un adulto americano. Sono stati forniti anche i dati relativi agli incidenti con coinvolgimento delle Self-Driving Cars: sono 11 in totale, tutti lievi e mai per colpa dei mezzi di Mountain View, ma per distrazione di altri utenti della strada. Tamponamenti posteriori, laterali e un passaggio col rosso: questa la statistica. Il rapporto di Google fa capire come anche questo tipo di situazioni siano molto “istruttive”: in primo luogo perché i suoi sensori e algoritmi si sono rivelati statisticamente molto più attenti rispetto al conducente umano; in secondo luogo i comportamenti sbagliati degli utenti della strada non fanno altro che “insegnare” alla Self-Driving Car come comportarsi la volta successiva, rendendo la macchina di Google ancora più sicura di quanto già non sia.

i-ACC

Come ti prevedo l’incidente

 

di Flavio Grisoli

 

Ne abbiamo accennato sullo scorso numero della rivista e anche nella trasmissione televisiva, però vale davvero la pena cercare di approfondire meglio l’argomento. Ad inizio anno, Honda ha lanciato un nuovo sistema di Cruise Control Adattivo, definendolo “intelligente”. Basato su uno studio a livello mondiale degli stili di guida degli automobilisti, i tecnici giapponesi sono riusciti ad ideare un sistema in grado di predire con un certo margine di anticipo la possibilità che un veicolo nelle nostre vicinanze possa invadere la nostra corsia. Fino a questo momento, il controllo di velocità di crociera adattivo si “attiva” solo quando un veicolo entra nella nostra “safe area”, frenando il nostro incedere. Ma si tratta solo di un controllo longitudinale. Se invece qualcuno entra all’improvviso (come nel caso di un’invasione di corsia) all’interno della distanza di sicurezza, la frenata è brusca e improvvisa, causando non poco disagio nel conducente. Ora, è tutto diverso. Il sistema i-ACC funziona attraverso una telecamera e un radar per posizionare gli altri veicoli sulla strada. Poi, attraverso un algoritmo, riesce a prevedere la possibilità che i veicoli nelle vicinanze possano invadere la nostra carreggiata, valutando le relazioni fra una molteplicità di veicoli (come si vede nell’immagine, il sistema riesce a prevedere che la macchina che ci precede sta per superare il camion), permettendo al veicolo di reagire in maniera veloce e sicura. Il tempo di previsione è fino a cinque secondi prima che l’evento si verifichi, permettendo così al sistema di agire con tranquillità sul sistema frenante per mantenere la distanza di sicurezza senza spaventare il conducente. La prima frenata, con un anticipo di cinque secondi, sarà più dolce, e si attiveranno dei segnali luminosi e sonori all’interno della vettura in modo da preparare il guidatore alla frenata successiva, che sarà un po’ più sostenuta. Il Dr. Kleinehagenbrock, il responsabile di Honda R&D Europa dell’i-ACC dice: “Questo nuovo sistema porta il cruise control ad un livello completamente nuovo, offrendo quello che noi definiamo ‘sicurezza predittiva’”. Il sistema è funzionante in entrambi gli ambienti di marcia in Europa (anche in UK, con la guida a destra), e al momento è stato montato esclusivamente sulla nuova CR-V con l’allestimento Executive.

skoda_fabia_2000_front

Crash Test: ecco le automobili più sicure del 2014

 

Qual è la macchina più sicura? Alla guida di quale automobile possiamo davvero sentirci sereni e tranquilli? A queste domande dà una risposta accurata  e precisa il crash test del 2014, o, più precisamente, i 42 crash test eseguiti nel corso dell’anno su nove berline compatte, tredici utilitarie, cinque berline medie, sette multi spazio piccoli, sei SUV compatti, un veicolo commerciale e un SUV ‘full-size”. In base allo studio condotto dall’EURO NCAP la vettura che si aggiudica lo scettro di utilitaria più sicura è la Skoda Fabia. Tra le small family e small MPV sono invece la Nissan Qashqai e la Volkswagen Golf Sportsvan, la Mercedes Classe C vince nella categoria large, la Land Rover Discovery Sport nella small off-road 4×4 e, infine, per la categoria “auto a energia alternativa” si aggiudicano il primo posto in coabitazione la Lexus NX e la Tesla Model S.  Ad essere determinanti per la vittoria del titolo sono stati fattori come i dispositivi di frenata automatica di emergenza, l’avviso di cambio corsia involontario, la protezione per il colpo di frusta per i passeggeri posteriori  e gli airbag per le ginocchia.