Auto 'volante' possibile, società Usa ne studia sviluppo

L’Aerofex studia allo sviluppo dell’auto che vola

 

di Maurizio Elviretti

 

L’azienda americana Aerofex, dopo aver pensato al progetto della moto volante, in uscita nel 2017, sta iniziando a pensare anche al passo successivo,ovvero quello relativo alla macchina volante. Di certo ancora non sappiamo se si tratta di realtà o solamente di un giocattolino stile “Star Wars”. Ricordate l’auto volante di Luke Skywalker o le moto delle forze dell’Impero Galattico? Aerofex ci crede, eccome e dalla California fanno sapere che esistono reali possibilità di progettare questa hoover car. Intanto la stessa ditta, è al lavoro per una due ruote volante: La moto a cuscino d’aria, che può trasportare due persone a tre metri di altezza o sull’acqua, fino a una velocità massima di 72 km/h. La Aero-X, avrà un costo di 85.000 dollari, quindi più di 60.000 euro e le prenotazioni, a due anni e mezzo di distanza dall’arrivo sul mercato, sono già aperte ad un prezzo di 5.000 euro. Unico ostacolo, che bisognerà avere un patentino speciale per guidarla. Infatti occorrerà sostenere un corso pratico teorico per poi rivolgersi alla Federal Aviation Administration per il rilascio della patente. La tecnologia sarà portata anche sulle auto come già detto, parola Mark De Roche il creatore e direttore di Aerofex. Il mezzo più grande potrebbe, secondo l’azienda, essere utile al governo, alle aziende agricole, ma anche per il salvataggio o il pattugliamento, ma anche aero-taxi. Come sempre bisognerà vedere se il gioco varrà la candela, per i prezzi e la domanda. Non resta che aspettare.

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Usa: si viaggia più sicuri con le “talking car”

 

di Valerio Zuddas

 

Negli Stati Uniti si sta studiando una regolamentazione che preveda l’installazione, per tutte le auto nuove, di un “chip wireless” con le onde radio per la comunicazione tra veicoli. Queste ‘talking car’, secondo gli esperti, potrebbero ridurre addirittura dell’80% il numero di incidenti stradali. Le nuove norme potrebbero entrare in vigore all’inizio del 2017 (ancora sotto la presidenza di Barack Obama, quindi); un’innovazione che contribuirebbe anche a ridurre il traffico congestionato e a risparmiare carburante. Questa nuova generazione dotata di chip wireless utilizza una apposita frequenza chiamata Dedicated Short Range Communications, DSRC, da affiancare alle reti cellulari 3G e 4G già installate dai costruttori per i servizi Internet. Il sistema DSRC, sistema simile al Wi-fi utilizzato da smartphone e computer, permette di ricevere ed elaborare i segnali di altre auto con il DSRC e di rilevarne la posizione, la direzione e la velocità, così da allertare il guidatore fino a frenare in automatico per evitare un incidente. L’agenzia per la sicurezza NHTSA si è mostrata fiduciosa in una tecnologia basata su prove concrete, come quelle effettuate per un anno sulle strade di Ann Arbor, nel Michigan, dove sono state testate circa 3.000 vetture con DSRC. Questo studio è costato un investimento di ben 25 milioni di dollari. Anche in Europa le case automobilistiche sono già al lavoro per la creazione di auto connesse, con le prime che usciranno già nel 2015. Secondo degli studi, la tecnologia globale nei veicoli nuovi crescerà del 10% nel 2018 e del 70% nel 2027. Nonostante tutti questi vantaggi, la tecnologia produrrebbe alcuni rischi legati alla privacy e alla sicurezza, così come era avvenuto con la diffusione dei telefoni cellulari.

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Usa, crash test su 11 minicar: nessun punteggio massimo!

 

di Maurizio Elviretti

 

L’americana Insurance Institute for Highway Safety (IIHS) ha testato nei suoi crash test “Small Overlap” undici auto Minicar, equivalente negli Usa agli europei A e B. Solo un modello, la Chevrolet Spark, è stata giudicata “accettabile”, mentre delle altre dieci auto rimanenti, Ford Fiesta, Mazda 2, Kia Rio e Toyota Yaris hanno ottenuto il giudizio “marginale”, e Fiat 500, Honda Fit, Hyundai Accent, Mitsubishi Mirage, Nissan Versa, Toyota Prius C quello “scarso”. Nessuna vettura, comunque, ha realizzato il punteggio massimo (buono) e tutte hanno evidenziato una scarsa resistenza dell’abitacolo, con i montanti del telaio che hanno raggiunto il collasso arretrando in media di oltre 20 cm. In questi casi sia gli airbag che le cinture di sicurezza non riescono ad agire in modo efficacie, basti pensare che il volante subisce uno spostamento anche di 15 centimetri. Questo crash test è sicuramente il più duro e rigoroso al mondo, visto che comporta un impatto frontale a 64 km/h contro una barriera rigida che impatta solo con il 25% dell’energia frontale dell’auto. Il test simula lo scontro che può avvenire in fase di sorpasso oppure colpendo un ostacolo fisso con lo spigolo anteriore della vettura, che in questo modo non riesce a spargere l’energia cinetica su tutte le zone di deformazione programmata.