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C4 Cactus: la nuova filosofia di Citroen

 

di Maurizio Elviretti

 

Lo scorso 26 e 27 Giugno il nostro Direttore Filippo Gherardi è stato ospite in quel di Amsterdam dove si è svolta l’anteprima stampa della Citroen C4 Cactus, l’ultima creatura della casa francese. Nell’occasione ha avuto modo di testare con mano caratteristiche tecniche ed estetiche della nuova Cactus, oltre che scambiare alcune battute con il Responsabile Relazioni Pubbliche e Relazioni con i Media Citroen Italia Marco Freschi, che ci ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Più design, più confort, più tecnologia utile, il tutto ad un budget controllato. Questi sono gli assi portanti e la filosofia su cui è stata realizzata la nuova Citroen C4 Cactus, una vettura completamente innovativa che vuol rispondere alle esigenze dei clienti di oggi, una clientela che vuole veramente di più di ciò che realmente conta per lei. Per il design la risposta è immediata, con linee pure, semplici e con dettagli moderni come i fari anteriori al LED e con l’innovazione mondiale degli AirBump, protezioni laterali con capsule ad aria compressa che hanno una doppia funzione, sia di design che di protezione dai piccoli urti quotidiani. Più confort: Citroen da sempre è attenta al benessere a bordo e al comportamento stradale della vettura. Qui ci siamo migliorati grazie al nuovo sofà anteriore, con la possibilità di unire i due sedili anteriori, in un ambiente facilitato per l’utilizzo e per il viaggio, il tutto con dei brevetti internazionali, come lo spostamento dell’airbag lato passeggero dalla plancia al tetto della vettura, in modo da lasciare più spazio agli occupanti. Più tecnologia utile: tutti gli strumenti, le funzioni e i comandi della vettura sono stati raggruppati in uno schermo touch da 7 pollici. Abbiamo eliminato la maggior parte dei pulsanti a bordo, difficili da gestire, li abbiamo concentrati in due schermi di facile utilizzo, un po’ come i nostri smartphone che abbiamo a disposizione ogni giorno. Tutto questo ad un budget controllato, che non è solo il prezzo d’acquisto, comunque importante ed assolutamente concorrenziale rispetto al suo segmento d’appartenenza (a partire da 14.950€ fino a 21.600€), ma soprattutto un budget controllato in base ai costi d’utilizzo, con un consumo molto ridotto, grazie a due elementi particolari: i motori Euro 6, in particolare il BlueHDi da 100 CV, un motore diesel molto performante, e il peso, un elemento su cui i tecnici Citroen hanno lavorato tantissimo, riducendolo di 200kg rispetto ad una berlina tradizionale, elemento fondamentale per ridurre i consumi e per garantire più maneggevolezza e più agilità alla vettura stessa. Non crediamo che ci sia un target di clientela specifico. La vettura è molto trasversale, è chiaro che ha delle dimensioni di 4,16m molto compatte, una vettura con 5 posti, un bagagliaio da 358 litri, quindi può essere una vettura adatta alla famiglia o anche femminile. Crediamo che con questa tipologia di vettura Citroen rimescoli le carte nell’ambito del settore delle vetture compatte del segmento C, ma introduce anche nuovi elementi ed una nuova filosofia d’auto, più moderna e più adatta ai tempi in cui viviamo”.

Toyota Aygo all'ultimo Salone di Ginevra

Toyota Aygo

 

di Federico Gianandrea De Angelis

 

E’ in dirittura d’arrivo la nuova Toyota Aygo, la city car è stata già provata sulle strade olandesi ed è pronta ad offrire tante novità, sotto tutti i punti di vista: stile, consumi, agilità ed emissioni. Già dai primi metri si capisce che l’Aygo rispetto ai modelli precedenti sarà più silenziosa, maneggevole, comoda ed ecologica; i consumi infatti sono stati abbattuti e lo stesso vale per le emissioni, le quali scenderanno a 3,8 litri/100 km e 88 g/km. Si pensa a venderla, con l’obiettivo di arrivare a 15 000 unità annue, soprattutto in Italia, nel cui mercato debutterà a settembre 2014 e nel quale si presenterà anche nelle versioni speciali “x-cite” e “x-clusiv”, che affiancheranno gli allestimenti standard “x-cool” e “x-play”. L’evoluzione della city car Toyota avanza pari passo con quelle di Peugeot 108 e Citroen C1, ma, al contrario delle altre due che montano un motore 1.2 PSA, sulla Aygo ci sarà un 3 cilindri a benzina da 998 cc, con 69 CV di potenza e 95 Nm di coppia, che grazie alla trasmissione elettronica “x-shift” potrà sincronizzarsi con frizione e differenziale tramite le modalità Easy, Manual e Retro. Le dimensioni della vettura, proposta in carrozzeria a tre e a cinque porte, aumenteranno in lunghezza di 25 mm arrivando a 3,45 metri e in larghezza di 8 mm, e anche il bagagliaio arriverà ad una capienza di 168 litri, tutto per fornire un maggiore comfort. Diminuiranno invece le misure dei gruppi ottici, necessario farlo per integrare i proiettori poliellissoidali nella nuova grafica a forma di X presente sulla maschera multicolore. Oltre ai fari alogeni e alle luci diurne a LED, tanti gli optional disponibili sulla nuova Aygo: sistema multimediale “x-touch”, Bluetooth, Aux, Usb, rubrica, telefono, SMS, sedile del guidatore regolabile in altezza, sistemi Audio con streaming musica ed infine un display a colori da 7 pollici per la connettività MirrorLink per Smarphone. La versione base, la x-cool, sarà disponibile ad un prezzo di partenza di 11.350 euro, con carrozzeria tre porte, specchietti elettrici, luci led e bluetooth inclusi; il modello x-play invece, che è il più accessoriato, parte da 12.100 euro, ma in fase di lancio ci sarà una promozione che permetterà di acquistarla a 10.250 euro. Le altre due varianti, la x-cite in arancione e la x-clusiv in tinta nera, costeranno nell’ordine 13.600 euro e 13.550 euro, e, in ogni caso, per avere le 5 porte bisognerà aggiungere 450 euro.

Top Foto, Cristiano Habetswallner ai nostri microfoni

“Vi racconto il mio Binomio Italiano”

 

a cura di Filippo Gherardi e Delfina Maria D’Ambrosio

 

All’interno del nostro speciale “TIM-Ducati: Binomio Italiano”, non poteva mancare l’intervista a Cristiano Habetswallner, Responsabile Sponsorship Telecom Italia e volto noto per gli amici di Professione Calcio. Anche questa volta, ci siamo fatti raccontare da uno dei diretti protagonisti di questa proficuo rapporto quelli che sono e sono stati gli aneddoti, le passioni, i ricordi, ma specialmente quelle che saranno le prospettive per il futuro: “Il binomio TIM-Ducati è una grande esperienza, non solo lavorativa e sportiva, ma oserei dire anche di vita – ha spiegato Cristiano Habetswallner – noi iniziammo a lavorare con la Ducati nel 2004 e, da allora, abbiamo avuto tante soddisfazioni. Per noi si presentò, al tempo, la possibilità di avere un partner fortemente solido nella tecnologia e, specialmente, un partner italiano. Ducati, del resto, è un po’ come la Ferrari, è la Rossa d’Italia su due ruote e rappresenta una delle grandi passioni degli italiani. Di questi dieci anni ho tanti ricordi piacevoli e intensi, primo fra tutti Casey Stoner che nel 2007 vinse il campionato, fu chiaramente una grandissima gioia anche perché noi iniziammo il nostro rapporto con la Ducati in un momento in cui non faceva faville, ma nonostante ciò credemmo in questo marchio italiano e pensammo fosse giusto sostenerlo e alla fine avemmo ragione”. Cristiano Habetswallner ci ha spiegato i motivi che hanno portato TIM ad investire sul mondo delle due ruote: “Le moto sono tecnologia e velocità e noi abbiamo utilizzato nelle nostre campagne di comunicazione, in particolar modo all’inizio della nostra partnership con Ducati, fortemente il concetto di velocità che questo binomio rappresenta. Inoltre, avevamo sponsorizzato la Ferrari dal 1999 al 2001, erano anni in cui si insisteva moltissimo nella velocità: velocità del download, nell’upload dei dati, nella navigazione in rete, evidentemente il marchio Ducati, un marchio estremamente performante andava molto bene per noi. Nel mondo delle due ruote esiste poi, ed è estremamente sviluppato nel progetto Ducati, il concetto di comunità, la moto è grande passione, i motociclisti sono grandissimi appassionati, basti pensare alla comunità ducatistica che trovava, già prima delle comunità social, diffusione sul web”.

Abbiamo chiesto anche a Cristiano Habetswallner, dopo averlo già domandato ad Enrico Novari, se è stato più difficile introdurre il mondo della comunicazione in quello delle due ruote o il contrario: “Si tratta di una domanda interessante e, devo ammettere, ho anche qualche difficoltà a rispondere. Il mondo della comunicazione credo abbia beneficiato dal mondo delle due ruote, ma penso che sia vero anche il contrario. Alcune delle campagne più interessanti fatte da noi riguardano proprio i motori in generale e le motociclette in particolare, qualcuno ricorderà di qualche pagina stampa magari in occasione del 2007 e della vittoria del Campionato del Mondo. Posso quindi dire che il binomio comunicazione e due ruote è un il binomio solido, non saprei chi ha tratto il maggior beneficio. Al mondo delle moto va però un grande applauso, partendo da una situazione non invidiabile sotto il punto di vista delle strutture, come ad esempio delle aree dedicate all’ospitalità e ai punti d’accoglienza dei vari circuiti, hanno saputo, portando sponsor e quindi comunicazione, creare un mondo che oggi funziona in maniera straordinaria che muove tanti soldi e che è riuscito a seguire anche un po’ il passo della Formula Uno, che inizialmente era più avanti, ma con la differenza di aver mantenuto una sana genuinità”. Sono stati tantissimi i campioni che si sono alternarti in questi dieci anni sulla sella della Ducati, impossibile non chiedere a Cristiano Habetswallner quale sia stato il suo preferito: “Sicuramente Casey Stoner è quello che ho conosciuto meglio e quindi è evidente che a lui va mio pensiero, è davvero una persona estremamente tranquilla, almeno fino a quando non sale su una moto e non dà gas, oltre che un grande professionista, ma lo sono tutti i piloti della Ducati che del resto, per un motivo o per un altro, sento tutti vicino. Con Gibernau, per esempio, posso dire di aver iniziato la mia avventura, ha le caratteristiche tipiche dell’estro dei piloti, che ti permettono di correre a 300 km/h. C’è poi Valentino Rossi che non ha bisogno di presentazioni, è un personaggio eccezionale, credo sia il re della comunicazione, è stato un privilegio conoscerlo. Nicky Hayden è un ragazzo molto sorridente, sempre disponibile e aperto, mentre quello che ho potuto conoscere di meno è Andrea Dovizioso che però mi sembra una persona che fa della serenità e dell’equilibrio le sue armi vincenti e forse anche comprensibilmente visto che in uno sport un po’ estremo è un bene cercare di essere tranquilli”. Marchio TIM che da anni è abbinato soprattutto alla tappa del circuito del Mugello: “Ho tantissimi ricordi legati al Mugello, soprattutto relativi all’accoglienza, al calore, e ai colori. Ho poi impressa una fantastica coreografia legata a Valentino e Hayden fatta con la tribuna Ducati che sposò con slancio questa nostra idea. Per noi il Mugello è centrale perché il Gran Premio d’Italia e come tale diventa la ciliegina sulla torta di quel trittico formato appunto da TIM, azienda italiana per eccellenza, Ducati, marchio italiano delle due ruote per eccellenza, e il Gran Premio d’Italia, Gran Premio per eccellenza”. In chiusura, uno sguardo al futuro: “Se non ci saranno motivazioni contrarie, e non credo ce ne saranno, continueremo a sponsorizzare tanto il Gran Premio del Mugello quanto Ducati, lo faremo quest’anno e lo faremo ritengo per i prossimi due. Vi dirò di più, forse vi verrò presto a raccontare qualche novità perché potremmo anche pensare di rafforzare la nostra sponsorizzazione. Abbiamo un’ottima relazione con i nostri partner e in particolare con la Ducati con la quale il rapporto è solido dal 2004, abbiamo attraversato anche delle difficoltà, anche questo non è il miglior momento per loro, ma il secondo posto ottenuto di recente ad Assen ci rincuora molto perché ci indica un cammino e noi in questo cammino vogliamo esserci e sostenere il progetto Ducati che mi pare stia prendendo i giusti binari”.

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Rivoluzione due ruote: i 125 anche in tangenziale ed autostrada

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

 

Siamo davanti a quella che potrà essere una vera e propria rivoluzione per il mondo delle due ruote. È stato infatti approvato in Commissione Trasporti della Camera il testo unificato della legge delega di riforma del codice della strada. La principale novità interessa i motocicli 125cc che, se fino ad oggi, potevano circolare solamente su strade urbane, dovendo lasciare autostrade e tangenziali ai 150cc, tra poco vedranno cadere questo divieto. L’unico limite sarà prettamente anagrafico e consisterà nella maggiore età: i minorenni infatti dovranno aspettare di compiere il diciottesimo anno per poter guidare i 125cc in autostrada. Alla base di questa decisione c’è, chiaramente, la tutela della sicurezza, un aspetto che viene affrontato su più fronti dalla bozza di quello che sarà il futuro codice della strada. Si lavorerà per limitare la presenza di ostacoli fissi al bordo della strada che rappresentano un pericolo per motociclisti e ciclisti, ai quali sarà inoltre riconosciuto lo status di utenti vulnerabili, e per permettere ai guidatori delle due ruote di percorrere le corsie riservate ai mezzi pubblici, così da separarli dal traffico ordinario, sempre più insidioso. Ancora a sostegno degli amanti delle biciclette, ci saranno una serie di misure tese a incentivare la loro circolazione e, specialmente, un nuovo sistema di marchiatura del telaio, per agevolare il recupero di bici rubate e per scoraggiare i malintenzionati.

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MonoMondiale

 

di Filippo Gherardi

 

Che fosse un predestinato era chiaro sin dal primo momento in cui è salito, nel 2008, in sella alla KTM nella classe 125, cogliendo nella stessa stagione, la prima in assoluto da professionista, un terzo posto a Donington alla giovanissima età di 15 anni e 4 mesi. Da allora, di fatto, Marc Marquez non si è più fermato. Mondiale in 125 nel 2010, in Moto 2 nel 2012 e lo scorso anno, all’esordio nella classe regina, in Moto Gp. Ma è quest’anno che il Fenomeno di Cervera, piccolo comune di 9mila abitanti incastonato nel cuore della Catalonga, sta “minacciando” la storia. Dopo nove successi in altrettanti Gran Premi disputati, dopo aver vinto su circuiti dove fino a quel momento non era mai salito sul gradino più alto del podio, dopo aver trionfato in fuga solitaria tanto quanto al termine di volate mozzafiato, partendo dalla pole o, come è successo nell’ultimo Gp del Sachsenring, addirittura dalla pit-lane, i numeri del numero 93 più famoso dello sport mondiale stanno diventando qualcosa di normale in un contesto del tutto eccezionale. Con la vittoria ad Assen, l’ottava di fila, aveva distanziato Rossi nel computo di successi consecutivi (con il Dottore fermo a quota 7 vittorie nel 2002) e raggiunto Giacomo Agostini (l’unico prima di Marquez ad aver ottenuti 8 sigilli consecutivi nel 1971). Ora il campionissimo bresciano, almeno in termini di strisce vincenti, rimane il prossimo obiettivo di Marc: dieci successi, se anche il prossimo 10 agosto ad Indianapolis il pilota della Honda dovesse transitare davanti a tutti sotto la bandiera a scacchi, esattamente come il mitico Ago fece per tre anni di fila (’68, ’69 e ’70) e come solo un meraviglioso Michael Doohan, nel 1997, riuscì ad eguagliare. Mito di Agostini a parte, la consapevolezza diffusa è che mai, nemmeno ai tempi d’oro di Rossi o dello stesso Doohan, il Motomondiale ha vissuto un dominio così evidente. Marquez non “scende” dal podio dal 2 giugno 2013, dallo scivolone del Mugello e se non teniamo conto della squalifica inflittagli ad ottobre in Australia. Mantenendosi su questi livelli, disumani, vincendo le prossime cinque gare si laureerebbe Campione del Mondo in Aragona, con almeno con 4 Gp di anticipo (ma non è escluso anche prima ndr), anche se Dani Pedrosa, il secondo attuale nel Mondiale Piloti, centrasse nelle medesime cinque gare ogni volta il secondo posto. Nessuno come lui, nessuno come lui a 21 anni. Il mondo, non solo quello delle due ruote, lo ammira, esalta e conosce ogni giorno sempre di più. Il circus della Moto Gp, tecnici ed avversari si domandano su chi saprà tornare, concretamente e prima o poi, a contendergli lo scettro di dominatore indiscusso.

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C4 Cactus: la prova

 

di Filippo Gherardi

 

Design, confort e tecnologia ad un budget “sotto controllo”. Anche per descrivere la C4 Cactus, nuova berlina compatta di segmento C di casa Citroen, basterebbero poche ed essenziali parole chiave. Presentata alla stampa il 26 e 27 Giugno ad Amsterdam, tra le strade interne e limitrofe alla capitale olandese la nostra redazione ha avuto modo di valutarne caratteristiche tecniche ed estetiche. Partiamo da un design esclusivo, frutto della combinazione di volumi fluidi ed essenziali con caratteristiche estetiche davvero innovative. In tal senso impossibile non parlare sin da subito degli Airbump, piccole capsule di aria compressa incastonate su superfici in pelle morbida che dominano le fiancate della nuova C4 Cactus. La loro funzione è essenzialmente protettiva, contro possibili urti o graffi comuni del traffico cittadino, ma non disdegnano anche una forte impronta estetica, con un design assolutamente originale (non si era mai visto nulla di simile) e grazie alla spiccata quantità di variazioni cromatiche: 4 tinte diverse di Airbump abbinate a 10 differenti colorazioni della carrozzeria che permettono di raggiungere ben 21 combinazioni differenti. Dal design esterno, nel quale spiccano anche dei sinuosi fari diurni al Led, a quello interno, riconducibile già da un primo contatto al mondo della valigeria per quel che riguarda le trame e i tessuti utilizzati ma anche, e soprattutto, focalizzando la nostra attenzione sulle cinghie inserite in sostituzione delle più classiche maniglie per aprire e chiudere le porte. I sedili sono ampi ed avvolgenti, e tanto quelli posteriori quanto quelli anteriori (possibilità di unirli) sembrano più che altro dei veri e propri sofà. La percezione che si ha è quella di una vettura assolutamente spaziosa, merito dell’abbondante tetto panoramico capace, grazie ad uno speciale trattamento, di consegnare luminosità all’abitacolo ma al tempo stesso di isolare il calore, oltre che di una plancia pulita, di un porta oggetti “top box” comodo e capiente e di un’importante capacità di carico perfettamente riconducibile ai 358 litri del bagagliaio. La lunghezza totale della C4 Cactus misura, invece, 4.16 metri. Da un punto di vista tecnologico, uno schermo Touch Pad di serie da 7” integra tutte le principali funzioni tra cui gestione delle sorgenti multimediali, navigazione, climatizzazione automatica e sistemi di assistenza alla guida. Tra quest’ultimi si segnalano retrocamera, Park Assist ed Hill Assist. A livello multimediale non mancano nemmeno le applicazioni: Carburante (che indica stazione di servizio più vicina ed economica), Trip Adivsor (hotel e ristoranti), Michelin Traffico (traffico) e Coyote che ti informa su tutto ciò che potresti trovare per strada (autovelox, tutor, incidenti, zone a rischio ecc ecc). Plancia, come detto, più generosa e capiente grazie anche ad un’altra esclusiva studiata ad hoc per questa nuova C4 Cactus, e vale a dire l’Airbag del passeggero spostato nel padiglione superiore e che in caso di impatto si apre seguendo il profilo del parabrezza. Da sottolineare anche la tecnologia Magic Wash sui tergicristalli, che non solo riduce sensibilmente il consumo (e lo spreco) di liquidi ma elimina anche il classico disturbo visivo derivato proprio dall’innaffiamento del vetro anteriore. Motorizzazioni di ultima generazione, con la gamma benzina PureTech e diesel BlueHDi. Nel primo caso si va dai 1.2 VTi da 75 ed 82 Cv fino al 1.2 e-THP da 110 Cv, nel secondo dal 1.6 e-HDi da 92 Cv con Stop&Start di ultima generazione fino al 1.6 BlueHDi da 100 Cv che vanta emissioni di CO2 e consumi davvero eccezionali. Abbinabili sia a cambio manuale che automatico, in quest’ultimo caso impossibile non sottolineare l’impostazione Easy Push dei comandi, i classici D, N e R, collocati nella parte inferiore della plancia e coadiuvati nella loro funzionalità da palette applicate al volante che servono per cambiare manualmente le marce. In termini di cifre, la nuova C4 Cactus perde peso, oltre 200 kg in meno rispetto alla versione precedente della C4, ma abbatte anche consumi ed emissioni di CO2. I prezzi partono dai 13.950 euro della versione Start VTi da 75 CV, e si arriva fino ai 23.150 euro della versione Shine Edition BlueHDi 100 CV.

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X-Trail 2014

 

di Valerio Zuddas

 

Diventare, entro il 2016, il primo costruttore asiatico in Europa: sarà questo l’ambizioso obiettivo della Nissan che come primo passo ha proposto la nuova X-Trail 2014. La Casa di Yokohama, con la terza generazione volta pagina in maniera radicale per seguire le logiche di mercato. I due enormi successi commerciali Juke e Qashqai hanno imposto un look più nuovo e moderno, rendendo lo stile estetico della Nissan X-Trail più dolce e più vicino a quello dei crossover/SUV di famiglia. Il target è di venderne mezzo milione di unità l’anno (dal suo arrivo, nel 2001, ne sono state vendute 1,7 milioni). Esteticamente la nuova Nissan X-Trail 2014 sfoggia il tipico frontale V-Motion, con gruppi ottici a LED allungati verso i lati e un paraurti molto alto. Lateralmente i parafanghi molto accentuati, gonfi ed alti, ne esaltano l’aspetto massiccio ricordando la sua vera natura da 4×4. Dietro, il design è più funzionale, un po’ meno addolcito dell’anteriore e più da off-road. I cerchi in lega da 19 pollici (disponibili anche da 17) forniscono un tocco molto potente e raffinato. Per quanto riguarda le dimensioni, la nuova Nissan X-Trail mantiene quasi identiche le misure rispetto alla passata generazione, si allunga soltanto di 8 mm, ma il passo aumenta di ben 76 mm, che nell’abitacolo di un’auto si notano eccome. Lo spazio in più nell’abitacolo si nota soprattutto nella parte posteriore e sopra la testa, dove i volumi abbondano. I passeggeri posteriori, rispetto alla X-Trail del 2007, hanno a disposizione il 20% in più di spazio, che equivale a 10 cm. Sempre le poltrone posteriori, abbattibili con uno schema 40/20/40, possono essere ripiegate con diverse possibilità, tra cui è compreso anche lo scorrimento (con tutti i sedili abbattuti si possono caricare oggetti lunghi fino a 260 cm). Il portabagagli, da 550 litri, è modulabile grazie a due pannelli removibili e configurabili in nove posizioni differenti. Inoltre ci sarà la possibilità di avere una fila ulteriore di sedili ripiegabili proprio nel bagagliaio garantendo 7 posti in totale, con ogni fila leggermente soprelevata rispetto a quella anteriore. Negli interni, i materiali soft touch che rivestono tutta la plancia e i pannelli delle portiere, le rifiniture in plastiche che imitano la fibra di carbonio, i materiali di alta qualità e un tetto panoramico che moltiplica la luce e la sensazione di spaziosità, elevano la nuova X-Trail a un gradino molto più alto rispetto alla vecchia versione rendendola di gran lunga più confortevole. Il motore è un 1.6 Diesel da 130 CV a 4.000 giri con una coppia motrice massima di 320 Nm disponibile a 1.750 giri: un ottimo motore che sembra calzare a pennello nel cofano della Nissan X-Trail. Il cambio è il manuale a sei marce, non sempre precisissimo e morbido, ma in alternativa si può optare anche per l’automatico XTronic CVT. Il sistema ALL MODE 4×4 di ultima generazione è una garanzia. I consumi dichiarati dalla Casa, che si aggirano sui 5,0l/100 km, sono molto allettanti e la tecnologia si mette molto a servizio della guida. Grazie al sistema Nissan Chassis Control (con Active Ride Control, Active Engine Brake, Active Trace Control, Hill Start Assist) si percepisce la fluidità di guida al volante. La sicurezza è praticamente da vettura di classe premium, ed è garantita da ulteriori sistemi tecnologici di ultimissima generazione come l’Around View Monitor con Intelligent Park Assist, il Nissan Safety Shield, il Forward Emergency Braking o il Moving Object Detection solo per citarne alcuni. Gli allestimenti della nuova Nissan X-Trail 2014 saranno, come da tradizione, i tre noti Visia, Acenta e Tekna. Inizierà ad arrivare nelle concessionarie a Luglio 2014 e le prime consegne ai clienti avverranno a settembre. Per quanto riguarda i prezzi previsti per il mercato italiano si partirà da una versione base di 27.500 euro fino a quella più accessoriata da 34.300 euro.

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Peugeot 108: “La tecnologia diventa chic”

 

di Maurizio Elviretti

 

Lo scorso 18 e 19 Giugno il nostro direttore Filippo Gherardi è intervenuto alla presentazione parigina della nuova Peugeot 108. Nel corso della due giorni, non solo ha avuto modo di provare la nuova citycar francese ma anche di intervistare il Direttore Relazioni Esterne Peugeot Eugenio Franzetti, che ci ha spiegato le caratteristiche dell’ultima arrivata nella casa del Leone: “Abbiamo voluto creare una macchina che avesse una forte personalità, una macchina con un design puro, chic, che esprimesse eleganza e lo abbiamo fatto. Un design che ricorda molto quello dell’ultima produzione Peugeot, pensiamo a 208, 2008 e 308. A questo abbiamo aggiunto anche la possibilità di personalizzare la propria vettura: la si può scegliere 3 o 5 porte, con ben otto colorazioni differenti, ci sono sette temi di adesivi differenti che permettono di personalizzare l’auto, la possibilità di averla berlina o decappottabile, 3 colori diversi di tela della cappotta vettura, 3 interni con colori diversi all’interno dell’abitacolo e 3 possibilità di tessuti diversi. Tutto questo crea infinite possibilità per arrivare poi ad avere una macchina unica, la propria”. Eugenio Franzetti ci ha poi confermato quali sono i nuovi aspetti che Peugeot ha voluto incrementare, rispetto alle altre vetture anche di segmento maggiore, ammettendo che si tratta di una citycar in linea con i tempi riguardo anche la tecnologia: “Il Family Feeling, la somiglianza del design della vettura rispetto alle altre vetture della gamma come la 308, lo si esprime molto bene su quella che è la forma dei fari della calandra anteriore e sui fari posteriori. Una vettura disegnata pensando ai nuovi canoni stilistici del marchio, dei fari anteriori che esprimono tecnologia, dinamismo, estremamente sensuali con la calandra nella quale è incastonato il marchio Peugeot, e dei fari posteriori molto personali, tipici della produzione con le tre luci che rappresentano il graffio del Leone, come per la 208, 2008 e la 308. La 108 è una vettura moderna, dinamica e tecnologica, pensata per il cliente tecnologico. Tutti abbiamo in tasca uno smartphone, il Mirror Screen è la possibilità di connettersi via cavo USB a questo grande schermo touch da 7 pollici, e fare in modo che questo schermo diventi lo specchio dello smartphone sulla macchina, che non verrà toccato o utilizzato, ma lo si potrà muovere direttamente dallo screen della vettura. Pensiamo alla telefonia, alla musica, alla navigazione, tutto questo utilizzato con grande sicurezza. Questa tecnologia ci porta ad avere, sempre con lo screen, la retrocamera per parcheggi comodi e sicuri. Presente anche l’Hill Assist, un supporto che ti permette una facile partenza in salita, senza il bisogno dell’utilizzo del freno a mano”. Il prezzo, accessibile a tutte le tasche, è competitivo con le altre vetture della sua stessa categoria, anche nell’utilizzo quotidiano: consumi bassissimi, e alta ecologia grazie a livelli d’inquinamento più bassi della categoria, come ci spiega sempre Eugenio Franzetti: “Una macchina modernissima, con rapporto design, qualità, tecnologia e prezzo di altissimo livello. La convenienza non è più necessariamente nel prezzo di acquisto, molto competitivo confrontato con la tecnologia a bordo, ma anche un economicità di utilizzo grazie ai nuovi motori a 1.0 3 cilindri da 68 cv, sia con cambio manuale che robotizzato, che sono pensati per consumare e inquinare poco, come il più brillante 1.2 Pure Tech 3 cilindri da 82 cv, tutti motori che hanno livello di inquinamento sotto i 100gr di Co2 per chilometro”. In conclusione, il Direttore Relazioni Esterne di Peugeot dichiara quali sono e quali saranno gli obiettivi della casa francese con l’arrivo di 108: “La 108 è sul mercato a partire dal 19 giugno e a partire da 9.950€. L’obiettivo di 108 è quello di conquistare una fetta importante del segmento A, sostituisce di fatto la 107 che dal 2005 fino a pochi  giorni fa ha venduto oltre centomila pezzi, per cui una vettura importante per un segmento di mercato, in Italia, altrettanto importante”.

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KIA Sportage

 

di Valerio Zuddas

 

Niente rivoluzioni per il restyling della nuova Kia Sportage: la Casa coreana non ha voluto stravolgere di innovazioni il SUV di medie dimensioni, di cui sono stati affinati soltanto alcuni dettagli, visto il successo commerciale riscosso. Nella vista anteriore si riconosce l’adozione di una nuova mascherina, oltre ai fanali fendinebbia leggermente ridisegnati. In opzione si possono avere anche i gruppi ottici posteriori a LED, mentre i fari anteriori restano del tutto invariati, con la solita striscia di LED per la marcia diurna nella parte inferiore. Ci sarà anche qualche nuova colorazione, oltre a qualche nuovo modello di cerchi in lega, ma niente di significativo. Anche spostandoci nell’abitacolo i cambiamenti sono davvero minimi: nuova regolazione per lo sterzo, un inedito sistema di ventilazione per i passeggeri posteriori e schienali posteriori reclinabili. Parlando di dotazione, poi, si aggiunge alla lista di optional il pack Premium, che agli accessori di serie aggiunge anche: interni rivestiti in pelle, poltrone anteriori con sistema di ventilazione, tetto panoramico ad ampia superficie vetrata, sistema di navigazione satellitare e sistema per il monitoraggio del traffico sulle strade. Aggiornato anche il sistema di infotainment, battezzato UVO, che si potrà collegare ad internet tramite uno smartphone. La Kia Sportage facelift viene venduta con le stesse motorizzazioni di prima. I benzina sono dei 1.6 GDI da 135 cavalli, i diesel invece dei 1.7 CRDI da 116 cavalli altrimenti dei 2.0 da 136 e 184 cavalli di potenza massima; infine disponibili anche propulsori con doppia alimentazione benzina/Gpl, nonché dei 1.6 tutti con trazione anteriore e potenza di 135 cavalli. La trasmissione è un cambio manuale a sei marce ma c’è anche un automatico a sei rapporti sequenziale. Trazione anteriore sarà disponibile per le versioni a benzina, Gpl e diesel da 116 cavalli, mentre sarà integrale per tutte le altre. Come optional sono previsti il cambio automatico a sei marce proposto a 2.000 Euro per le Feel Rebel ed è di serie per le Rebel, ruota di scorta a 250 Euro di serie per le AWD e non per le Gpl, vernice metallizzata a 650 Euro o bianca a 300 Euro. I pacchetti da scegliere sono tre: il Move&Style a 2.200 Euro per Class, Cool e Feel Rebel, Stop&Go EcoDynamics a 350 Euro per le 1.7 diesel negli allestimenti Cool e Class ed infine il Techno a 3.000 Euro per gli allestimenti Class.

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TIM-Ducati: prospettiva a 360 gradi

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

Continua lo speciale di Professione Motori sul decennale binomio italiano TIM-Ducati, questa volta abbiamo avuto il piacere di ospitare nei nostri studi televisivi di Saxa Rubra l’ingegnere Maurizio Rota, direttore di Illusion Assist Group, che ci ha spiegato il funzionamento e tutti i segreti della rivoluzionaria telecamera 360 Oculus Rift che il collaudatore della Ducati Franco Battaini ha montato sul suo casco a metà maggio, in occasione di alcuni test di prova che si sono svolti al Mugello: «Prima di tutto ci tengo a spiegare la differenza tra la camera 360 e l’Oculus Rift. La camera 360 è la composizione di diverse gopro di ultimissima generazione, quindi sei gopro montate su uno stampo 3D di forma cubica che noi abbiamo realizzato, e che vanno a creare quella che comunemente viene chiamata la videocamera 360 e quindi va a fare quel video sferico. L’Oculus Rift invece è un visore quindi un particolare supporto che permette di navigare in una realtà immersiva in video a 360 gradi, come se si fosse all’interno del casco del pilota, quindi è un visore di un video”. Impossibile non chiedere al direttore di Illusion di parlarci anche della sua azienda: “Illusion è una divisione del gruppo Assist, la più giovane delle divisioni e che ha come obiettivo quello di attualizzare il mercato delle sponsorizzazioni non solo sportive, anche se in questo caso chiaramente lo sono, applicando delle nuove tecnologie. Siamo nati nel 2012 con questa mission e siamo il frutto di oltre venticinque anni di lavoro del gruppo Assist nel mondo dello sport. Noi ci facciamo quindi continuamente delle domande, chiedendoci come possiamo migliorare un aspetto o intervenire per valorizzare una parte di un format di sponsorizzazione o per valorizzarla da nuovo. Seguendo questa traccia noi facciamo costantemente scouting internazionale alla ricerca di nuove tecnologie e nuovi prodotti e, attraverso un forte reparto di ricerca e sviluppo presente nella nostra divisione, andiamo a disegnare, progettare e realizzare dei prototipi sfruttando queste tecnologie ed attraverso delle esclusive partnership internazionali andiamo ad applicare nei format e creiamo questi servizi e questi prodotti di cui le aziende che sono all’avanguardia, faccio l’esempio di TIM, che lo è sempre stata nelle tecnologie e soprattutto molto presente a livelli di buon posizionamento nelle sponsorizzazioni sportive, si avvalgono dei nostri servizi e dei nostri prodotti. Facciamo comunque capo ad Assist Group che da oltre venticinque anni lavora nella comunicazione internazionale a vario titolo. Chiaramente, nello sport ci siamo nati perché all’epoca abbiamo iniziato proprio nella Formula1, passando poi per le grandi regate di vela, per serie A TIM e per la Nazionale italiana di calcio, e non ultime le Olimpiadi con dei progetti che ci hanno visti coinvolti con il CONI a Pechino, Vancouver e l’ultima a Londra. In questo mondo, quindi, ci sentiamo a casa e chiaramente TIM, che è sempre stata molto attenta al mondo dello sport, è una delle nostre aziende partner clienti più importante. A livello motoristico, Illusion si incentra sullo sport non al 100% ma con alcuni dei suoi prodotti, ad esempio il video a 360 gradi che abbiamo girato al Mugello con Franco Battaini e che abbiamo reso fruibile a una clientela di TIM in un’area riservata dell’autodromo del Mugello durante tutto il weekend di gara attraverso la visione con l’Oculus Rift. Chiaramente, ci sono dei prodotti di Illusion che più si prestano al mondo dei motori, appunto come dicevo prima l’Oculus Rift e il video a 360 gradi, perché sono meglio collegabili ad attività e sport ad altra adrenalina, cosa può essere, del resto, più adrenalinico di un giro in sella a una Ducati, una Moto Gp con collaudatore ufficiale? Inoltre, non essendo una camera invasiva non modifica la guida del pilota, essendo posizionata sul casco chiaramente ci vuole un pochino di tempo prima che il pilota realizzi di avere un corpo estraneo, anche se si tratta di qualche centinaio di grammi, ma subito dopo aver familiarizzato parte alla grande e nel video si vede benissimo”. L’ingegnere Maurizio Rota ci ha anche spiegato come sono approdati nella grande famiglia TIM-Ducati: “Noi siamo entrati in questa famiglia sin da subito, ovvero da quando è nata la sponsorizzazione, anche se io preferisco chiamarla partnership perché di questo si tratta tra due aziende simbolo del Made in Italy e che puntano ad amplificare la passione dei loro fan, Ducati verso il popolo dei ducatisti e TIM verso i propri clienti per i quali ha sempre grande rispetto. TIM è sempre stata all’avanguardia nelle sponsorizzazioni, infatti con lei abbiamo sviluppato nel calcio nuove tecnologie, per esempio la fancam, quelle immagini a 360 gradi a ventimiliardi di pixel, parliamo quindi di una qualità esagerata sulla quale viene poi montata una piattaforma social, quindi diamo la possibilità ai fan e agli utenti di vivere una “user experience” nuova perché possono entrare, taggarsi, condividere sui social con i loro profili personali, partecipare a concorsi e sondaggi. Si tratta di una realtà di cui TIM è stata anticipatrice in Italia, la prima azienda in assoluta a farlo nel calcio in Italia, la prima al mondo ad aver effettuato una fancam al Mugello nel moto GP dell’anno scorso. Mi piace chiamare TIM e Ducati le ammiraglie delle tecnologie nonché portabandiera del made in Italy. Per esempio la fancam che è visibile ancora sul sito www.timducati360.it, dove inoltre si trova la versione navigabile del video 360, ha realizzato in pochissime settimane circa il 60% di accessi, quindi 46mila accessi unici su 76mila presenze live, questo vuol dire che il 60% delle persone che erano lì presenti sono andate a vedere la loro immagine ripresa dal circuito del Mugello e si sono taggati, hanno partecipato a delle iniziative ecc. Nel settore delle sponsorizzazioni TIM è sempre stata molto attiva, noi li abbiamo sempre seguiti e da quando sono entrati a fa parte della famiglia Ducati, da quando queste due realtà italiane hanno deciso di chiudere una partnership che è proficua a livello di passione che trasmettono ai propri fan, noi siamo sempre stati al loro fianco con le nostre tecnologie”. Abbiamo poi chiesto a Maurizio Rota quale feedback hanno ricevuto le immagini girate dalla telecamera inserita nel casco di Franco Battaini, visto che sono state proposte in anteprima agli invitati della TIM al Gran Premio d’Italia della Moto Gp: “Ci sono due versioni di questo video, la versione navigabile a 360 gradi che è visibile tutt’ora sul sito www.timducati360.it e la versione adattata a essere fruita attraverso l’Oculus Rift che è stata proposta in anteprima alla clientela di TIM in aree dedicate dell’ippodromo del Mugello. Le prime impressioni sono state entusiaste, perché l’Oculus Rift permette di vivere in una realtà immersiva quello che difficilmente si riuscirebbe a fare, permette di navigare con il solo spostamento della testa il video a 360 gradi, di fatto è come se io fossi abbracciato a Battaini che comanda la moto ma io posso vedere esattamente quello che succede accanto a me. Lo stesso Battaini quando ha provato al Mugello i risultati del suo video con l’Oculis Rift ne è rimasto sorpreso e, addirittura, ha fatto tutta l’ultima parte guardando indietro perché chiaramente come ci diceva lui da pilota non si volta mai. L’entusiasmo nasce anche dalle emozioni che regala questa esperienza: a pochi capita di potersi sedere su una Ducati in corsa”. Uno sguardo al futuro e a quelli che sono gli obiettivi e le prospettive di questa giovane divisione: “Noi di Illusion e l’intero Gruppo Assist siamo giovani e avidi di nuovi progetti, andiamo sempre alla ricerca di tecnologie e mi auguro che questo trend non termini mai anche dal punto di vista societario. Noi abbiamo dei progetti per l’Oculus Rift nel 2015 non in ambito sportivo, non posso però anticipare nulla, ma se tutto va come ci auguriamo, ne sentirete parlare. Per il resto ci stiamo concentrando molto sull’user experience, quindi mettere a disposizione dei fan la possibilità di vivere un’esperienza anche a chi non era sul luogo dell’evento. Stiamo lavorando molto sulla internet of thinks per dare al luogo che ospita l’evento la possibilità di comunicare con gli spettatori, quindi attraverso la connessione internet di fare sharing di informazione, oppure con la dual screen technology che permette agli spettatori di poter fruire di contenuti aggiuntivi in real time attraverso tutti gli ultimi dispositivi come tv, tablet, smartphone. Si tratta davvero di una user experience che fin’ora non si era mai riuscita a raggiungere, indirizzata, lo ribadisco, non solo a chi è presente e può vivere le emozioni di un evento visto live ma anche a chi non è potuto esserci e non per questo deve essere penalizzato”.