lewis-hamilton-vince-il-gp-di-silverstone-2016-davanti-nico-rosberg-e-max-verstappen-740x400

F1, GP Silverstone: Hamilton contro Rosberg, ora inizia la sfida

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Silverstone è casa sua e si vede, per la terza volta consecutiva Hamilton trionfa sul tracciato inglese davanti al compagno di squadra Rosberg agganciandolo nella classifica piloti, per un mondiale sì aperto ma allo stesso tempo chiuso. Difficile ormai pensare che non sarà un pilota Mercedes a portare a casa il titolo, ancora una volta i ferraristi deludono e il gap quasi raggiunge il limite dell’abissale: 62 i punti che dividono Raikkonen dal primo posto occupato da Rosberg, addirittura 70 le lunghezze di distanza di Vettel. Sul podio di Silverstone non si è vista nemmeno una sfumatura di rosso, ci è salito di nuovo quel ragazzino che non stupisce più, Max Verstappen, capace di eseguire un sorpasso d’autore su Nico Rosberg e di difendere a lungo il secondo posto fino poi alla resa davanti al controsorpasso del tedesco. Ai piedi del podio l’altra Red Bull di Ricciardo, amareggiato e deluso nel vedersi superare da un diciottenne che fino a pochi mesi fa nemmeno correva con la sua stessa macchina, ma forse l’australiano dovrebbe farsi un esame di coscienza perché la sua è stata una gara poco competitiva e povera di sussulti, a poco serve accusare la virtual safety car di aver mandato a monte la buona strategia studiata dalla scuderia. Più efficace invece la protesta via radio di Hamilton contro la vera safety car guidata da Bernd Maylander, talmente rabbiosa da convincere il direttore di gara a far iniziare la gara dopo i primi giri a regime controllato, cosa che ha permesso al campione del mondo di portare le gomme a temperatura e di imporre il suo ritmo facendo il vuoto dietro di sé: neanche il dritto che gli ha fatto perdere quasi 3 secondi è stato di aiuto agli avversari inseguitori. Ma torniamo alla Ferrari: sul circuito britannico questa volta la strategia è stata studiata con attenzione e ha funzionato al meglio resistendo persino alle difficoltà create dal meteo, sono stati i piloti a mancare. Raikkonen ha provato a portare alto il nome di Maranello ma il suo quinto posto rappresenta il massimo risultato che si poteva ottenere con una vettura che, almeno a Silverstone, si è dimostrata nettamente inferiore rispetto a quelle che la hanno preceduto, come testimonia il distacco di oltre un minuto subito; Vettel è partito da lontano e, purtroppo per lui, lontano è rimasto: la sostituzione del cambio lo ha costretto alll’undicesimo posto in griglia ed un’ulteriore penalità di 5 secondi (causata più da una monoposto poco competitiva che dall’errore umano) hanno influenzato la sua gara chiusa con un misero nono piazzamento. A proposito di penalità, vi abbiamo parlato del secondo posto di Rosberg ma al termine dei cinquantadue giri le cose sono leggermente cambiate. La sua W07 Hybrid ha iniziato a fare i capricci a causa di un problema alla trasmissione e, a differenza di quanto successo a Baku con Hamilton, il team radio ha deciso di intervenire per spiegare a Nico come effettuare il reset dell’elettronica, una mossa vietata dal regolamento ma mai infranta da nessuno e perciò ancora senza una sanzione definita. La decisione del collegio dei commissari sportivi è stata quella di attribuire a Rosberg una penalizzazione di dieci secondi e la conseguenza è stata la retrocessione del tedesco al terzo posto che, tradotto in altri termini, vuol dire tre punti in meno per la classifica. Quindi, facendo un po’ di ordine e due calcoli rapidi, a Silverstone sono stati 25 i punti conquistati da Hamilton e 15 quelli di Rosberg (18 per Verstappen passato secondo), un +10 per l’inglese che lo porta ad un solo distacco dal compagno, per una classifica che per essere più chiari possibili recita così: 168 Rosberg, 167 Hamilton. Dopo il poker iniziale Nico ha subito un leggero calo e, in maniera inversamente proporzionale, Lewis ha (ri)cominciato a dominare, la corsa al Mondiale praticamente inizia adesso, subito dopo aver assistito al giro di boa; l’Hungaroring dove sfrecceranno le monoposto il prossimo 24 luglio rappresenta una sorta di anno zero per una sfida che però, ricordiamolo, avrà quasi certamente solo due partecipanti ed una sola vettura, di marca Mercedes. Se il titolo piloti ha ancora in serbo qualche emozione da regalarci non si può di certo dire lo stesso per quello costruttori: la Ferrari rimane seconda ma sente il fiato della Redbull sul collo, i tedeschi invece sono troppo lontani per tutti e si apprestano al doppiaggio.

images

Vettel e RedBull: l’addio diventa certezza

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Dopo una stagione di crisi, il campione del mondo di Formula 1 in carica Sebastian Vettel, sembra aver deciso di lasciare la Red Bull per andare alla Ferrari. Non è ancora ufficiale il passaggio in rosso, ma sicuramente l’anno prossimo non lo vedremo con la scuderia con cui ha conquistato il titolo, ne ha parlato lui stesso in un’intervista rilasciata ad Auto Motor un Sport: « E’ un passo verso l’ignoto e quindi un rischio. Ho pensato bene alla decisione di lasciare la Red Bull. Se non fossi convinto di essere in grado di avere successo non avrei osato. Naturalmente mi auguro di poter annunciare quello che succederà in futuro, ma in questo momento devo essere paziente». Il tedesco vuole avere una nuova opportunità per contrastare il netto dominio delle frecce argentate in questa stagione, ma sa che non sarà una passeggiata: « Sono consapevole del fatto di trovarmi davanti un grande compito che richiede del tempo. Soprattutto in un momento in cui la Mercedes ha un enorme vantaggio in termini di competitività ». Nell’intervista,inoltre, Vettel si è lasciato andare esternando alcune opinioni strettamente personali collegate alla difficile annata che ha vissuto: « Ho pensato di smettere. Quando l’auto si può riavviare solo col computer ti chiedi: cosa c’entra tutto questo con le corse?», poi, però, il ripensamento: « Le macchine sono diventate più lente, ma sono ancora le più veloci che ci sono là fuori».

red-bull15

Formula 1: tra test segreti e litigi

 

di Maurizio Elviretti

 

C’è da scommetterci che subito, qualche malpensante ha rispolverato il test gate dello scorso anno che vide imputata la Mercedes e la Pirelli. Cambiano i protagonisti ma la salsa è apparentemente la stessa. È la vigilia del Gran Premio del Canada e la Bild scuote l’ambiente riportando come lo scorso mese di marzo si sia tenuto un test segreto della Red Bull in Austria, a Graz. Una sei giorni di prove che avrebbe aiutato il team austriaco e la Renault per risolvere gran parte dei problemi avuti durante i test invernali. Il pilota, che sarebbe sceso in pista sarebbe stato il terzo pilota di Milton Keynes, Antonio Felix da Costa, che proprio in quel periodo aveva twittato alcuni messaggi dove riportava di stare trascorrendo il fine settimana proprio a Graz. Niente d’oltraggioso o così segreto, come invece si era pensato in un primo tempo visto che Mercedes, Sauber e Ferrari erano state informate del test attraverso una lettera. Alla luce delle ultime indiscrezione, è stato svelato che la prova non è stata portata avanti dalla Red Bull, ma dalla Toro Rosso, che ha girato senza ali anteriori e posteriori, indubbiamente coinvolta nel provare a raddrizzare la stagione negativa della casa madre. Intanto è guerra tra Red Bull e Renault. La scuderia austriaca vuole presentare alla Renault il conto dei danni subito quest’anno per colpa della iniziale inefficienza del motore Energy F1. La conferma ora viene dal super-consigliere della Red Bull, Helmut Marko. La fornitura Renault costa oltre 20 milioni di euro a squadra e anche se Red Bull è il team “ufficiale”, questi soldi devono rientrare. Perché il modello economico e di business di Renault si basa proprio su quattro team paganti: Red Bull, Toro Rosso, Lotus e Caterham. Se qualcuno delle squadra non paga la cifra pattuita, non ci può essere sviluppo per il 2015 e oltre. Una situazione delicata che starebbe facendo passare a Adrian Newey la voglia di restare legato a Renault. A questo punto le opzioni sono due: primo, Red Bull si cerca um altro motorista. E torna in ballo per l’ennesima volta il nome Volkswagen (poco probabile), ma si parla anche di Honda.
Seconda opzione, si trova un accordo con Renault. Ma a questo punto bisogna convincere anche Adrian a non farsi tentare dalle sirene di Maranello.