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F1, GP Silverstone: Hamilton contro Rosberg, ora inizia la sfida

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Silverstone è casa sua e si vede, per la terza volta consecutiva Hamilton trionfa sul tracciato inglese davanti al compagno di squadra Rosberg agganciandolo nella classifica piloti, per un mondiale sì aperto ma allo stesso tempo chiuso. Difficile ormai pensare che non sarà un pilota Mercedes a portare a casa il titolo, ancora una volta i ferraristi deludono e il gap quasi raggiunge il limite dell’abissale: 62 i punti che dividono Raikkonen dal primo posto occupato da Rosberg, addirittura 70 le lunghezze di distanza di Vettel. Sul podio di Silverstone non si è vista nemmeno una sfumatura di rosso, ci è salito di nuovo quel ragazzino che non stupisce più, Max Verstappen, capace di eseguire un sorpasso d’autore su Nico Rosberg e di difendere a lungo il secondo posto fino poi alla resa davanti al controsorpasso del tedesco. Ai piedi del podio l’altra Red Bull di Ricciardo, amareggiato e deluso nel vedersi superare da un diciottenne che fino a pochi mesi fa nemmeno correva con la sua stessa macchina, ma forse l’australiano dovrebbe farsi un esame di coscienza perché la sua è stata una gara poco competitiva e povera di sussulti, a poco serve accusare la virtual safety car di aver mandato a monte la buona strategia studiata dalla scuderia. Più efficace invece la protesta via radio di Hamilton contro la vera safety car guidata da Bernd Maylander, talmente rabbiosa da convincere il direttore di gara a far iniziare la gara dopo i primi giri a regime controllato, cosa che ha permesso al campione del mondo di portare le gomme a temperatura e di imporre il suo ritmo facendo il vuoto dietro di sé: neanche il dritto che gli ha fatto perdere quasi 3 secondi è stato di aiuto agli avversari inseguitori. Ma torniamo alla Ferrari: sul circuito britannico questa volta la strategia è stata studiata con attenzione e ha funzionato al meglio resistendo persino alle difficoltà create dal meteo, sono stati i piloti a mancare. Raikkonen ha provato a portare alto il nome di Maranello ma il suo quinto posto rappresenta il massimo risultato che si poteva ottenere con una vettura che, almeno a Silverstone, si è dimostrata nettamente inferiore rispetto a quelle che la hanno preceduto, come testimonia il distacco di oltre un minuto subito; Vettel è partito da lontano e, purtroppo per lui, lontano è rimasto: la sostituzione del cambio lo ha costretto alll’undicesimo posto in griglia ed un’ulteriore penalità di 5 secondi (causata più da una monoposto poco competitiva che dall’errore umano) hanno influenzato la sua gara chiusa con un misero nono piazzamento. A proposito di penalità, vi abbiamo parlato del secondo posto di Rosberg ma al termine dei cinquantadue giri le cose sono leggermente cambiate. La sua W07 Hybrid ha iniziato a fare i capricci a causa di un problema alla trasmissione e, a differenza di quanto successo a Baku con Hamilton, il team radio ha deciso di intervenire per spiegare a Nico come effettuare il reset dell’elettronica, una mossa vietata dal regolamento ma mai infranta da nessuno e perciò ancora senza una sanzione definita. La decisione del collegio dei commissari sportivi è stata quella di attribuire a Rosberg una penalizzazione di dieci secondi e la conseguenza è stata la retrocessione del tedesco al terzo posto che, tradotto in altri termini, vuol dire tre punti in meno per la classifica. Quindi, facendo un po’ di ordine e due calcoli rapidi, a Silverstone sono stati 25 i punti conquistati da Hamilton e 15 quelli di Rosberg (18 per Verstappen passato secondo), un +10 per l’inglese che lo porta ad un solo distacco dal compagno, per una classifica che per essere più chiari possibili recita così: 168 Rosberg, 167 Hamilton. Dopo il poker iniziale Nico ha subito un leggero calo e, in maniera inversamente proporzionale, Lewis ha (ri)cominciato a dominare, la corsa al Mondiale praticamente inizia adesso, subito dopo aver assistito al giro di boa; l’Hungaroring dove sfrecceranno le monoposto il prossimo 24 luglio rappresenta una sorta di anno zero per una sfida che però, ricordiamolo, avrà quasi certamente solo due partecipanti ed una sola vettura, di marca Mercedes. Se il titolo piloti ha ancora in serbo qualche emozione da regalarci non si può di certo dire lo stesso per quello costruttori: la Ferrari rimane seconda ma sente il fiato della Redbull sul collo, i tedeschi invece sono troppo lontani per tutti e si apprestano al doppiaggio.

Foto F1 1

F1, Gp di Austria: spallata Rosberg, ma Hamilton non cade

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Corrono con la stessa monoposto, fanno parte della medesima scuderia ma tutto sembrano tranne che compagni di squadra: Lewis contro Nico, è guerra aperta. Anche in Austria non c’è stato niente di amichevole, Rosberg si stava dirigendo verso la sesta vittoria stagionale ma Hamilton aveva un altro ritmo, e quando c’è stato il tentativo di sorpasso il primo ha letteralmente speronato il secondo . A pagarne le conseguenze è stato però lo stesso tedesco, Lewis è riuscito a mantenere la pista ed è stato lui a salire sul gradino più alto del podio, mentre Rosberg si vedeva sorpassato sia da Verstappen che da Raikkonen tagliando il traguardo solamente quarto. Nervosismo, tensione e polemiche in casa Mercedes, dai box sono rimasti a guardare invece di chiedere a Nico di far passare il compagno per chiudere con la terza doppietta dell’anno ma a Toto Wolf e co. non piace influenzare la corsa dei propri piloti, purtroppo ora dovranno cambiare idea per non rischiare che diventi una vera e propria lotta all’ultimo sangue ai danni della scuderia tedesca. Da una parte Hamilton, fischiato dal pubblico austriaco durante la premiazione, ha cercato di calmare le acque dicendo che forse il suo “compagno”aveva avuto un problema di freni, invece Rosberg è stato molto più diretto con un: “Lewis mi è venuto addosso”. Questo il tema principale della nona tappa corsa sul Red Bull Ring, ma praticamente di tutto il Mondiale visto fino ad ora e più che probabilmente anche di tutto quello che vedremo. Una disputa che fa passare in secondo piano il resto, con riferimento all’ottima gara di Verstappen e Raikkonen che hanno completato il podio, ma soprattutto all’uscita di Vettel, di nuovo sfortunato e tradito dallo scoppio di una gomma posteriore. Ancora da chiarire se sia stato un errore (l’ennesimo) di strategia delle gomme o se la copertura Pirelli abbia ceduto prima del previsto, fatto sta che in quel momento, dopo 26 giri, il Ferrarista era in testa senza aver ancora fatto il pit stop e invece si è ritrovato fuori dai giochi sciupando nuovamente l’occasione di centrare la prima vittoria stagionale e di avvicinarsi alle Frecce d’Argento in classifica. Kimi “Iceman” Raikkonen invece ha fatto il suo dovere, una corsa pulita e senza sbavature che però non si sarebbe conclusa sul podio se non fosse stato per il suicidio di Rosberg, complice anche una qualifica non entusiasmante. Non sorprende più invece il piccolo Max che è riuscito a chiudere al secondo posto sul circuito della propria scuderia utilizzando la stessa tattica della Ferrari senza però portarla oltre il limite; alla luce di questa prima parte di stagione, Verstappen sembra più una prima guida che il semplice gregario di Ricciardo, ancora una volta non abbastanza attento e poco resistente agli attacchi degli avversari. Impossibile negarlo, a differenza della maggior parte delle altre gare questa volta lo spettacolo non è mancato anche se a livello di risultati tutto è andato, o quasi, come da copione; nelle retrovie invece vanno annoverate diverse sorprese, a cominciare dal sesto posto di Button con una McLaren-Honda poco competitiva, passando per il settimo di Groesjan che certifica i passi in avanti fatti dal team Haas, e chiudendo con l’ottimo ottavo di Carlos Sainz partito quindicesimo con la sua Toro Rosso. Da segnalare anche la grande gioia della Manor derivante dal primo punto in stagione ottenuto grazie a Pascal Wehrlein, una bella soddisfazione per una squadra sempre più in crescita nonostante l’inferiorità rispetto alle altre in termini di disponibilità economica. A proposito di punti, archiviata la gara austriaca ora l’occhio può esaminare la classifica che recita così: Nico Rosberg 153, Lewis Hamilton 142, Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen 96. Solo undici punti dividono i nemici/amici di Mercedes, una nullità se pensiamo che non siamo nemmeno al giro di boa, mentre sono più di cinquanta quelli tra le Mercedes e le Rosse di Maranello, una cifra consistente che lascia ancora sperare Arrivabene e il suo staff ma che deve essere celermente accorciata. Già nel prossimo week end si torna in pista, a Silverstone in Gran Bretagna, in casa Mercedes sarà una settimana difficile all’interno della quale si cercherà di ristabilire le gerarchie e di evitare che ci siano nuove “violenze domestiche”; forse il Cavallino dovrebbe provare a sfruttare proprio questo nervosismo tedesco, a patto però che venga prima elaborata una strategia vincente o comunque sufficiente per terminare la corsa, sorte permettendo.

GP SPAGNA F1/2016

F1 Gp Barcellona: Verstappen riscrive la storia

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

A Barcellona doveva essere una gara tutta Mercedes, con Hamilton in pole e Rosberg accanto a lui nella prima fila, invece tutto lo champagne lo ha bevuto un ragazzino olandese che correva su una macchina non sua: si chiama Max Verstappen, ed è il più giovane pilota ad aver vinto un Gran Premio di Formula 1. Il fato ha voluto che Daniel Kvyat fosse troppo agitato e per calmarlo Chris Horner e co. hanno pensato che sarebbe stato meglio farlo ricominciare dalla Toro Rosso, promuovendo così Verstappen con un posto in RedBull, poi l’olandese ci ha messo del suo ringraziando la scuderia con una storica vittoria. Già in qualifica aveva fatto vedere di che pasta era fatto dando spettacolo e ottenendo la quarta posizione in una griglia dove le prime tre file sono state egualmente divise per scuderie: Mercedes, Rebull e poi le insoddisfatte Ferrari che, dopo le dichiarazioni di Marchionne prima del week end, avrebbero dovuto fare molto meglio. Già dal sabato, quindi, tutto faceva supporre alla solita e monotona gara con le Frecce d’Argento in fuga e gli altri a contendersi il gradino più basso del podio. Effettivamente a semafori spenti tutto si è svolto secondo copione, se non fosse che la voglia di riscatto di Hamilton e l’ambiziosa ricerca di pokerissimo di Rosberg siano terminate col mandare in fumo tutti i piani della scuderia tedesca: Lewis parte leggermente più lento del compagno e subito allora prova ad infilare Nico che lo chiude all’ultimo, le monoposto si scontrano e finiscono nella ghiaia. Risultato? Safety car, zero punti per Hamilton, zero punti per Rosberg, zero punti per Mercedes. Gli altri ovviamente non possono che ringraziare dando così vita ad una corsa spagnola ricca di sorpassi e colpi di scena: bene per gli spettatori ma forse non un buon segno per i team, perché questo per loro va quasi a significare che solo senza Mercedes è possibile vincere. Fatto sta che poco prima dell’entrata della safety car Ricciardo e Verstappen riescono a difendersi dagli attacchi di Vettel e Raikkonen mantenendo la posizione, con Sainz  che si infila tra i due team litiganti sfruttando l’indecisione causata dall’incidente. Dopo tre giri con la vettura di sicurezza tutto riparte regolarmente e le Ferrari non ci mettono molto per divorarsi la Toro Rosso di Sainz, Ricciardo rientra ai box e Verstappen diventa così il più giovane in assoluto ad essere in testa in una gara. Al giro dopo però rientra così come lo fanno le monoposto di Maranello e la graduatoria torna ad essere quella vista in precedenza, mentre dietro a loro quattro anche Bottas sorpassa Sainz; in seguito a diverse strategie, tra gomme morbide e dure, Verstappen si ritrova al comando al giro 44 seguito da Kimi Raikkonen in quella che diventa una sfida generazionale. Qualche metro più in là si accende anche la lotta tra Vettel e Ricciardo, l’australiano prova a passare più volte ma non trova mai lo spazio fino a quando la sua gomma non si fora costringendolo ad un’ultima sosta che per sua fortuna non gli strappa la quarta posizione finale. Il giovane Max invece guida come se fosse il grande Schumi e non cede un millimetro, tagliando il traguardo con una penna in mano pronto a scrivere la storia: è il primo olandese a trionfare in un Gran Premio ed il più giovane di tutti i tempi con i suoi 18 anni, 7 mesi e 15 giorni, annientando il primato conquistato da Vettel nel 2008 in Italia. Nonostante la “retrocessione”, Kvyat riesce comunque a togliersi un sassolino dalla scarpa facendo segnare il giro più veloce ma chiudendo appena decimo. Rosberg rimane così fermo a quota 100 punti nella classifica del Mondiale mentre l’umore del campione in carica Hamilton si incupisce ancor di più con il sorpasso di Raikkonen, ora secondo a 61. Si accorcia anche la classifica costruttori con la Ferrari che si porta a – 48 sfruttando l’errore della Mercedes che aveva vinto tutte le ultime dieci gare. Non una grande soddisfazione però per le Rosse che, utilizzando le parole di Arrivabene, hanno sprecato una grande occasione per dare fastidio alle Mercedes, ma sempre secondo il team principal dei margini di miglioramento ci sono stati, il problema è che gli avversari non rimarranno a guardare. I commissari di gara hanno osservato attentamente le immagini dell’incidente Rosberg-Hamilton decidendo che nessuno dei due partirà con penalizzazioni sul circuito di Montecarlo il prossimo 29 maggio, lì dove le Frecce d’Argento proveranno a ristabilire le gerarchie, dove le Rosse tenteranno nuovamente di centrare la prima vittoria stagionale, e dove ci sarà un avversario in più e una sorpresa di meno: Max Verstappen.