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Ford Mustang: la prova della 5.0

 

 

 

 

 

 

 

di Valerio Verdone

 

Se la Ford Mustang è stata capace di scalzare nella classifica delle vendite tedesche anche auto del calibro di Porsche, è il segno che la muscle car americana ha fatto breccia anche nel cuore degli automobilisti del Vecchio Continente. Infatti, il prezzo inferiore ai 50.000 euro, la possibilità di mettersi in garage la mitica V8 5 litri e l’opportunità di acquistare anche la 4 cilindri 2.3 sovralimentata, hanno pesato e molto sul suo successo. Se poi ci aggiungiamo una linea decisamente riuscita e, finalmente, delle sospensioni multilink al posteriore, ecco che il quadro è completo. La 5.0 della nostra prova, identificata dal logo GT al posteriore e dalle scritte lungo i passaruota anteriori, rossa e con i grandi cerchi neri, faceva a dir poco paura, con un muso sconfinato, un posteriore caratterizzato dai montanti che scendono in maniera prepotente e poi ancora i fari a LED e l’estrattore. Con il grande volante tra le mani è un attimo sentirsi Steve McQueen, e ritrovarsi d’un tratto negli inseguimenti del film Bullit, lì recitava la sua antenata, oggi la scena è tutta per la Mustang 3.0 che, comunque, non ha dimenticato le sue origini. Il V8 ha voce roca e possente, il cambio manuale a 6 rapporti è per guidatori veri, e anche il retrotreno su cui grava solamente il 46% del peso. Quindi, i 421 CV e 530 Nm di coppia possono dar vita a prepotenti derapate se ci si priva dell’elettronica e si tenta di domare la Mustang in circuito. Ma è proprio questo l’aspetto intrigante della brucia semafori americana: la possibilità di essere guidata come una supercar senza filtri. Ad ogni modo, il consiglio è quello d’indossare un giubbetto di pelle, possibilmente nero, dei jeans, occhiali da sole, e trovarsi una strada di quelle indimenticabili, perché la Mustang è un’auto tutta da guidare, da capire, da vivere, vuole grandi spazi e trasmette emozioni che solo poche auto sanno dare ad un costo decisamente ragionevole. E’ la quadratura del cerchio? Forse no, ma poco ci manca!

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Campionato Italiano Rally: cresce l’attesa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Paolo Andreucci, Peugeot 208 T16, e Umberto Scandola, Skoda Fabia R5, hanno chiuso i rispettivi accordi con le loro Case e quindi sono pronti a ripresentarsi al via del tricolore rally con l’obiettivo di conquistare il campionato. L’ennesimo duello tra i due, sembra destinato ad essere il motivo dominante di una stagione che comunque si presenta sulla carta ricca di partecipanti di buon livello.  Andreucci e Scandola non sono gli unici ad avere velleità di successo. Tra i rientri più interessanti c’è ad esempio quello di Andrea Nucita, che si presenterà al via con una Skoda Fabia R5 del team DP Autosport. Il pilota siciliano ha, negli anni, dimostrato di essere sempre molto vicino ai migliori del Campionato e quindi si presenta come uno dei possibili outsider per la corsa al titolo. Stesso discorso quello che riguarda Simone Campedelli, protagonista di rilievo della scorsa stagione. La trattativa avviata e che dovrebbe avere il suo epilogo a giorni è quella con il team di Max Rendina che gli metterà a disposizione una delle sue Skoda Fabia R5. I tempi sono stretti, ma margini per chiudere ci sono e c’è un cauto ottimismo sulle operazione. Sempre tra i possibili protagonisti per la corsa al titolo non va dimenticato Alessandro Perico che si presenta quest’anno al via della serie con una Skoda Fabia R5 direttamente allestita dal suo team. Con lui la certezza di avere un pilota sempre pronto ad inserirsi molto in alto. Questi i possibili protagonisti di vertice che potrebbero dare incertezza ed interesse alla battaglia per il titolo. Purtroppo è ormai certo che alla serie tricolore non prenderà parte il Campione Italiano in carica, Giandomenico Basso che verrà dirottato dalla BRC su un mini programma che dovrebbe comprendere qualche gara del mondiale e dell’europeo. Tra le attese sorprese ci potrebbe essere sicuramente Elwis Chentre, che al 40° Rally Il Ciocco e Valle del Serchio, debutterà nel CIR 2017 con una Hyundai i20 R5 con i colori della Promo Racing Team. Per l’aostano sarà la possibilità di mettere in mostra tutte le sue grandi qualità. Anche Gabriele Ciavarella in arte “Ciava” prenderà parte al CIR ed al Trofeo Rally Asfalto con una Hyundai i20 seguita però dal team Bernini. Per il pilota di Massa un precampionato denso di test e l’obiettivo di ottenere qualche risultato di prestigio. Con lo stesso obiettivo si presenta al via anche Ivan Ferrarotti. Il Campione Italiano 2 Ruote Motrici correrà quest’anno con una Ford Fiesta R5 della GIMA riuscendo così a rendere concreto un sogno che covava da tempo. Come lo scorso anno tra gli iscritti al CIR ed al Trofeo Rally Asfalto ci sarà anche Antonio Rusce alla guida di una Ford Fiesta R5 della GB Motor. Il preparatore di Casinalbo di Formigine (MO) sta ultimando gli ultimi aggiornamenti alla già performante Ford Fiesta R5 per predisporla al meglio per una stagione di grandi battaglie.

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Ford, è guerra alle buche: arriva la ”mappa virtuale” europea

 

 

 

 

 

 

 

 

di Stefano Ursi

 

Quest’anno il gelo ha colpito forte sull’Europa e con esso tutte le problematiche connesse, tra cui lo stato delle strade che, a causa della neve e del ghiaccio, si presentano molto spesso caratterizzate da buche e terreni accidentati.Nel 2011 sono state oltre 20 milioni le buche segnalatei sulle strade europee, di cui solo la metà sono state successivamente ripristinate. Buche che, peraltro, sono causa di numerosi incidenti, spesso anche con tragici esiti. Proprio su questo terreno, ovvero aiutare gli automobilisti nell’individuare e scongiurare l’impatto con le buche, Ford ha annunciato in una nota che i suoi tecnici sono al lavoro per sviluppare una mappa virtuale di segnalazione delle buche basata sul crowd-sourcing tra utenti della strada; questo sistema, spiega Ford, verrà sperimentato attraverso diversi test nel corso del 2017. Come funziona? Scrive Ford che la mappa sarebbe in grado di mostrare in tempo reale sul computer di bordo dell’auto le condizioni del fondo stradale, dando informazioni rispetto allo stato di deterioramento del manto e localizzando con precisione le buche. Oltre a suggerire, incaso, eventuali percorsi alternativi. Un annuncio che ha destato parecchia curiosità soprattutto perché congiunge due dimensioni che ormai si toccano, ovvero quello della partecipazione virtuale degli utenti e le nuove tecnologie di bordo delle auto. Uwe Hoffmann, Research Engineer, Advanced Chassis Control Technologies, Ford Europa: ”La tecnologia di mappatura virtuale delle buche potrebbe segnalarne immediatamente la presenza al conducente e subito dopo diffondere l’alert, sull’imminente insidia stradale, agli altri automobilisti alla guida. Le nostre auto – spiega – sono già dotate di sensori che rilevano la presenza di buche e adesso ci stiamo muovendo per raggiungere un ulteriore livello di efficacia per questa tecnologia”. I tecnici Ford operanti presso il centro di Ricerca e Innovazione Ford ad Aachen, stanno eseguendo una serie di test sull’interazione fra telecamere e modem da implementare a bordo delle vetture e un innovativo sistema di sospensioni attive progettato per ridurre in modo determinante gli eventuali danni all’auto dovuti alla presenza su strada di dossi voluminosi. Cloud, telecamere, tecnologie, idee e necessità di tutti i giorni si integrano, per chi è alla guida su strade che possono divenire, in determinate condizioni come quelle post-gelo e ghiaccio, molto difficili oltre che pericolose da percorrere.

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Ford Fiesta ST-Line: la prova in pista

 

 

 

 

 

 

 

di Valerio Verdone

 

Se la Ford Fiesta ST 200, con il suo 1.6 sovralimentato da 200 CV può risultare troppo impegnativa, a livello spese di gestione, la più piccola 1.0 ST Line da 140 CV potrebbe essere la soluzione giusta per cerca un valido compromesso tra prestazioni e consumi. Grazie ad uno spoiler anteriore specifico, alla calandra di stampo sportivo a nido d’ape, ed ai loghi ST Line, si capisce subito che la Fiesta in questione non scherza. Se poi si mettono a fuoco l’alettoncino posteriore ed i cerchi in lega da 16 pollici bruniti, ecco che il colpo d’occhio è piacevole e non troppo differente da quello offerto dalla ST. L’abitacolo, con il piccolo schermo dell’infotainment, evidenzia il trascorrere del tempo, ma altri particolari come i sedili sportivi con tanto d’impunture rosse ed il volante di stampo racing rivestito in pelle invogliano ad accendere la Fiesta ST Line per scatenarla sulla pista dell’ISAM di Anagni (FR). Ebbene, il piccolo ma potente 1.0 a 3 cilindri da 140 CV e 180 Nm, spinge bene già dal basso, l’auto è agile, rapida in inserimento, e con una potenza importante ma non eccessiva il sottosterzo non va a penalizzare le traiettorie, sempre a patto di non esagerare volutamente. La tenuta offre un valido appoggio nella percorrenza di curva ed il 3 cilindri palesa la sua presenza solamente nelle accelerazioni più decise. Ne consegue che su strada l’auto è silenziosa, fluida, con consumi dichiarati di appena 4,5 l/100 km. Le prestazioni non sono niente male, visto che, con i suoi 201 km/h di velocità massima, la punta velocistica ricorda quella delle piccole bombe anni ’80, ed anche l’accelerazione da 0 a 100 km/h, coperta in 9 secondi netti, non è troppo lontana dalle sportivette di quell’epoca che fecero sognare tutti gli appassionati. Insomma, la Fiesta ST Line è un’auto furba, divertente e accattivante nel look; il prezzo, per la 3 porte è di 17.000 euro, che diventano 17.750 euro per la 5 porte.

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Ford: un tocco di Vignale anche per Kuga ed Edge

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Si amplia la gamma a firma Vignale del marchio Ford, dopo aver visto la Mondeo e la S-Max ecco che arrivano altri due modelli in versione lusso: Kuga ed Edge. Considerando che la maggior parte dei clienti che hanno acquistato le due SUV dell’Ovale hanno preferito l’allestimento Titanium, perché non aggiungere una versione ancor più lussuosa affidandola al Vignale Centre di Valencia? Kuga ed Edge Vignale presentano una lunga serie di elementi che vanno ad arricchire gli esterni e gli interni attraverso materiali di alta qualità, entrambe sono caratterizzate da una nuova griglia anteriore specifica, cerchi in lega esclusivi e protezioni cromate nella zona inferiore dei paraurti; il look viene completato da dettagli color alluminio, cromati o anche nero satinati, con speciali livree esterne abbinate ai motivi esagonali tipici del brand Vignale. Questi ultimi si ritrovano ovviamente nei ricchi interni, dotati di sedili e pannelli porta rivestiti in pelle Windsor pieno fiore con doppia cucitura a contrasto. Il pacchetto comprende un equipaggiamento tecnologico completo che offre il sistema di infotainment Ford Sync 3 con touch screen capacitivo da 8” e sistemi di connettività per smartphone con Apple CarPlay ed Android Auto. Sotto la voce sicurezza sono presenti i più recenti sistemi di assistenza alla guida Ford, tra cui  sistema di frenata automatica, dispositivo di parcheggio semiautomatico, avviso di superamento involontario della corsia e riconoscimento dei segnali stradali. Se l’allestimento Vignale è identico per tutte e due, a livello meccanico ci sono delle piccole differenze. Sotto al cofano di Kuga è possibile avere un 2.0 TDCI da 150 o 180 cavalli, il primo a due o quattro ruote motrici e il secondo esclusivamente con la trazione integrale, abbinabili a un cambio manuale o a un doppia frizione powershift a sei marce. La Edge Vignale sfrutta lo stesso 2.0 TDCI ma con una maggiore potenza che arriva ad erogare 210 cavalli, unito qui al cambio powershift e alla trazione 4×4 Intelligent All-Wheel Drive che permette di passare dalle due alle quattro ruote motrici in appena 20 millisecondi. Sempre la Edge è dotata dell’Active Noise Control, un sistema che riduce al minimo la rumorosità attraverso l’uso di tre microfoni generatori di suoni di frequenza opposta ai rumori del veicolo. Ciò che differisce sensibilmente le due Vignale è infine il prezzo: da 39.500 euro per la Kuga e da 56.250 euro per la Edge.

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Hi-Tech: basta semafori rossi con Ford

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Un’onda verde perenne si prospetta alla guida delle Ford del futuro, tutto grazie al Green Light Optimal Speed Advisory, il nuovo dispositivo che gli ingegneri dell’Ovale stanno studiando. Attraverso questo sistema vengono ricevute, da apposite centraline poste sulla strada, le informazioni relative ai tempi dei semafori che si trovano lungo il percorso da fare, con i dati che vengono successivamente elaborati dal computer di bordo che invia sul display le indicazioni sulla velocità da mantenere per passare con il verde. I primi test verranno fatti in Gran Bretagna durante il progetto Autodrive per lo sviluppo dei sistemi di comunicazione tra veicoli e tra auto e infrastrutture, dove il Green Light Optimal Speed Advisory permetterà di circolare senza mai incontrare semafori rossi. Ovviamente questo porterà ad un notevole accorciamento dei tempi e avrà un grande impatto in positivo su consumi ed emissioni, ma se proprio sarà impossibile non prendere il rosso, apparirà sul cruscotto un cronometro che informerà sull’attesa prevista per il verde. Sempre nel progetto Autodrive, Ford sta sperimentando un sistema capace di individuare una vettura che abbia appena effettuato una frenata di emergenza, sempre che essa sia sulla stessa corsia ed entro una distanza di 500 metri, un sistema chiamato Emergency Electronic Brake Lights che sarà montato per i test sulle Ford Mondeo Hybrid. Nel giro di un anno verrà poi inserita una nuova tecnologia che saprà avvertire il conducente della presenza di un veicolo fermo all’incrocio verso il quale sta andando o se si sta avvicinando un mezzo di soccorso. Soddisfatto Christian Ress, il Supervisor Driver Assist Technologies di Ford Research e Advanced Engineering, che ha dichiarato: ”Non c’è nulla di peggio dopo una lunga giornata di lavoro che imbattersi in tutti i semafori rossi, uno dopo l’altro, ed essere costretti a fermarsi e a ripartire a ogni incrocio. Regalare ai conducenti la possibilità di ‘cavalcare l’onda verde’ significa rendere l’esperienza di guida più agevole, aiutando così il miglioramento generale del flusso del traffico, fornendo riduzioni significative delle emissioni di anidride carbonica e diminuendo il consumo di carburante”.

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Ford Edge: la prova

 

di Valerio Verdone

 

Dopo il SUV di segmento B, denominato EcoSport e recentemente sottoposto a restyling, ecco che alla Ford hanno pensato bene di proporre in Europa un crossover dalle dimensioni importanti che si inserisce in gamma al di sopra della Kuga: il nuovo Edge, che prende vita dal pianale della nuova Mondeo e della S-Max di nuova generazione. Esteticamente è impossibile non notare la grande calandra, i gruppi ottici dal taglio deciso, ed i montanti posteriori che rendono fluida la fiancata insieme allo spoiler sul tetto. Mancano le barre perché incompatibili con il tetto apribile panoramico e questo da un punto di vista stilistico è un bene.L ’abitacolo è all’americana, con tanto spazio tra i sedili anteriori e con quelli posteriori che non oppongono resistenza alla libertà di movimento  delle ginocchia dei passeggeri. Immancabile, nella parte centrale della plancia il display dedicato al sistema multimediale SYNC 2, mentre spicca, davanti al guidatore, la strumentazione digitale. Certo, bisogna individuare i pulsanti sparsi all’interno del SUV dell’Ovale Blu per riuscire a trovarli in maniera istintiva mentre si guida, ma dopo un breve apprendistato l’operazione diventa più agevole di quanto si pensi. Interessante la presenza delle cinture posteriori gonfiabili in caso d’urto. Ma la Ford Edge è colma di tecnologia che aiuta il guidatore e migliora il comfort di marcia; infatti, come sulla S-Max, troviamo la telecamera anteriore. Inoltre, non manca una diavoleria, denominata Active Noise Control, capace di percepire le frequenze indesiderate che arrivano nell’abitacolo e di contrastarle attraverso l’impianto audio; oppure l’intelligent speed limiter, che riconosce i segnali stradali ed adegua la velocità dell’auto a quella consentita. Da segnalare anche il sistema di frenata automatica con tanto di riconoscimento pedoni, lo sterzo adattivo, che varia la resistenza del volante a seconda della velocità, l’active park assist che agevola le manovre di parcheggio insieme al park-out assist ed al side parking, ed i fari che regolano il fascio luminoso in base alla situazione senza disturbare i veicoli che sopraggiungono nella direzione opposta. Al volante il biturbodiesel 2 litri da 210 CV spinge forte e guadagna 5 decimi nello scatto da 0 a 100 km/h rispetto all’unità da 180 CV che si ferma sul tempo di 9,9 secondi, inoltre raggiunge i 211 km/h, mentre si accontenta di 5,8 litri di gasolio per percorrere 100 km, in base a quanto dichiarato dalla Casa. La guida risulta sempre confortevole, grazie al cambio automatico powershift a doppia frizione a 6 velocità, mentre la trazione integrale si attiva in maniera automatica: bastano 20 millisecondi e ripartisce la coppia tra i due assali al 50-50, una rapidità d’esecuzione dovuta ad un sistema che raccoglie le informazioni da ben 25 sensori. Il listino della nuova Ford Edge da 2.0 TDCi da 180 CV parte dai 45.250 euro della versione Plus fino ad arrivare ai 51.250 euro della variante Sport, mentre l’allestimento Titanium ha un costo di 49.250 euro. Come sempre, in Casa Ford, i passaggi da un propulsore all’altro hanno dei costi precisi: infatti sono necessari ulteriori 2.500 euro per avere il 2.0 biturbodiesel da 210 CV con cambio automatico powershift.

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Distrazioni alla guida: smartphone, velocità eccessiva e alcol

 

 

 

 

 

 

 

di Stefano Ursi

 

L’indagine che Ford ha ha commissionato relativamente alle abitudini alla guida dei giovani, studenti in età da università, altro non fa se non fotografare la realtà che ogni giorno vediamo e (purtroppo) spesso leggiamo sulle cronache. I dati, come detto in apertura, non stupiscono perché è difficile oggi non vedere a fianco della nostra auto una alla cui guida c’è qualcuno con il capo rivolto verso il basso, verso il display dello smartphone piuttosto che verso la strada. E c’è da dire, per dovere di cronaca, che non sono solo giovani o studenti, bensì un’ampia platea di persone di ogni età e provenienza sociale. Ma torniamo ai dati dell’indagine Ford, effettuata su 6.500 ragazzi fra Italia, Spagna, Germania, Francia e Regno Unito, e iniziamo con il dare qualche numero: il 43% degli intervistati ammette di inviare (e dunque scrivere!!!) messaggi di testo durante la guida, il 38% naviga nelle app e il 36% effettua o riceve chiamate mentre è al volante. Il 60% dichiara di andare più veloce del consentito e il 13% si mette alla guida dopo aver bevuto. Per quanto riguarda l’Italia, precisa l’indagine, il 49% degli intervistati usa il telefono mentre è alla guida, in Germania il 70% degli intervistati supera i limiti di velocità mentre in Francia e Spagna il 18% si mette alla guida dopo qualche bicchiere di troppo. Dati inquietanti che però, come a più riprese si legge sui media o si ascolta nei dibattiti tv, non possono stupire perché come tutti ci troviamo ad osservare la dimensione della tecnologia che giorno dopo giorno erode pezzi della nostra esistenza e il superamento dei limiti, l’ebbrezza del rischio a tutti i costi che pian piano si impadronisce di generazioni una dopo l’altra. Lasciando così la giusta osservanza dei limiti e delle regole sprofondare sempre più nell’oblio. L’importanza dei dati che emergono da queste indagini rileva soprattutto per conoscere le dimensioni di un fenomeno sempre in crescita, ovvero le cattive abitudini al volante dei giovani (e dei meno giovani) e studiare modi e tempi per arginarlo. E soprattutto per mettere in campo iniziative di sensibilizzazione e di insegnamento sul campo di quali rischi si corrano nel reiterare comportamenti pericolosi alla guida. Ford, proprio sulla scorta di questi dati ha dato il via ormai da tre anni al programma “Driving Skills for Life”, che in ben 13 paesi europei fornisce corsi gratuiti di guida responsabile ai giovani under 25.

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Ford Fiesta ST: debutto europeo per una nuova versione

 

di Stefano Ursi

 

Passando da tre a cinque porte, lo sa ogni automobilista che si rispetti, può cambiare molto. Anzi moltissimo non solo in termini di estetica ma anche e soprattutto in relazione alla praticità e all’usabilità di un veicolo. Il passaggio alle cinque porte di Fiesta ST segna un passaggio decisivo, quasi una scelta di campo per una vettura che dal 2013 ad oggi non ha fatto che incrementare la richiesta, portando ad un ascolto sempre più mirato della clientela che a più riprese sollecitava lo studio e il lancio di un modello a cinque porte, più pratico ma capace di mantenere inalterati i livelli di prestazione. E si può dire che Ford abbia ascoltato il mercato, così da mettere su strada il modello di Fiesta ST che oggi ci accingiamo ad analizzare. Sotto il cofano troviamo un motore 1.6 EcoBoost da 182 cavalli che si lancia da 0 a 100 km/h in 6,9 secondi, rilasciando emissioni CO2 141 g/km. Per La ‘hot hatch’ arricchita di due porte rilancia la visione estetica della sorella maggiore a tre porte e si presenta esternamente dotata di cerchi in lega da 17 pollici, luci diurne a LED, cinque colori esterni a disposizione, diffusore posteriore e griglia a nido d’ape. Come appare più che evidente il carattere sportivo non manca a Fiesta ST 5 porte e questo modello rinnovato nella dimensione pratica non ha alcuna remora nel mostrarlo, nel far comprendere come la primogenitura delle ST precedenti sia un valore aggiunto. Non solo all’esterno ma anche e soprattutto negli interni la vettura ricorda sempre con estrema decisione il suo carattere sportivo con sedili sportivi Recaro e volante brandizzato, oltre a pedali e cambio in alluminio. Anche la tecnologia, soprattutto per quanto riguarda gli accessori hi-tech associati alla sicurezza del veicolo non manca all’interno di Fiesta ST 5 porte, dove possiamo trovare il sistema Enhanced Torque Vectoring Control ovvero il controllo avanzato di trazione in curva, la taratura delle molle e degli ammortizzatori a più basso centro di gravità (che denota sempre l’alto tasso di sportività connesso alla vettura) e il controllo elettronico di stabilità a tre modalità. Una vettura Fiesta ST 5 porte che in sostanza tenta in maniera decisa di allungare il passo verso una fetta di mercato automobilistico ampia e variegata che tende sempre più a chiedere alte prestazioni associate a totale praticità, spiccata sportività a chiara usabilità.

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Ford Focus RS: la prova

 

di Valerio Verdone

 

Lei si presenta così, con quel frontale a bocca di squalo, le fameliche prese d’aria anteriori, l’enorme alettone posteriore, l’estrattore racing e due scarichi circolari che promettono battaglia. Come se non bastasse le coperture, su cerchi da 19 pollici, sono ultraribassate, nella misura 235/35, tanto per intenderci, mentre i dischi dei freni anteriori sono da 350 mm e presentano pinze Brembo a 4 pompanti. Aggiungete la colorazione speciale Nitrous Blu, da 1.250 euro, che brilla per i particolari perlati, e il gioco è fatto. Stiamo parlando della Focus RS di nuova generazione, si sappiamo già quello che state pensando leggendo queste righe, quella con il drift mode, che aiuta la derapata. Ebbene, l’abbiamo provata in pista sul circuito dell’ISAM di Anagni (FR) e venerdì potrete vederla in azione nel test di Professione Motori, che andrà in onda su Odeon TV (ch 177 DTT) alle 21.30 e su Nuvola61 (ch 61 DTT)alle 23.00. Nel frattempo possiamo dirvi che l’abitacolo abbraccia i passeggeri anteriori con i sedili Recaro a dir poco sportivi, forse un po’ alti, considerando il genere di auto, ma molto efficaci quando si inizia a spingere sul serio. La strumentazione è dedicata, e ci sono preziosi indicatori supplementari sopra la plancia per tenere sotto controllo la pressione dell’olio, la sua temperatura e la pressione di sovralimentazione. Il cambio è manuale, a 6 marce, ed è un bene, perché la scelta coinvolge di più nella guida, e non mancano cuciture e particolari blu che richiamano i colori del logo RS presente anche all’interno di questa Focus, tanto per far capire che non si tratta della paciosa hatchback a cui siamo abituati. Si c’è anche l’infotainment con il SYNC 2 ed i comandi vocali, ma francamente, sulla vettura in questione è un dettaglio che passa in secondo piano, anche se poi si rivela utile nella vita di tutti i giorni. Ma basta parlare, meglio lasciarla esprimere, e allora ecco che il motore si fa sentire da subito, non appena si spinge il pulsante d’accensione, si tratta del 2.3 EcoBoost parente di quello montato sulla Mustang, ma con un turbina twin scroll più grande per farlo arrivare a 350 CV e 440 Nm di coppia massima, che poi diventano 470 Nm grazie all’overboost che agisce per 15 secondi quando è necessario. Ne consegue che, volendo tirare su una strada chiusa al traffico, la velocità massima tocca i 266 km/h, mentre l’accelerazione, grazie anche al launch control, consente uno scatto da 0 a 100 km/h in appena 4,7 secondi. Ma non è tutto, perché la sua particolarità è che il torque vectoring consente di erogare il 70% della coppia al posteriore, mentre le due frizioni posizionate ai lati del differenziale posteriore permettono di trasferire in un lampo, 0,6 secondi, la coppia tra una ruota e l’altra. La sua trazione integrale è sofisticata, ma adatta al suo spirito sportivo. Quindi partiamo in modalità normal, il motore è sornione nel sound, ma sempre pronto alla spinta, l’assetto è morbido per consentire viaggi dal confort accettabile su strada, e anche lo sterzo non richiede un grande sforzo, ovviamente i controlli sono attivi al massimo del loro potenziale. In sport, qualcosa cambia, l’auto scoppietta in rilascio, e sia il volante che il motore diventano più reattivi. In Race, da utilizzare in pista, il controllo della stabilità diventa più permissivo, l’assetto si irrigidisce del 40% e l’auto diventa estremamente precisa. Ma è solo selezionando la modalità drift mode che la Focus RS mostra la sua natura di fan car! Infatti, l’assetto rimane in normal, così come lo sterzo, la coppia viene erogata in maniera preponderante al posteriore e l’auto allarga che è un piacere con il retrotreno, si possono disattivare i controlli, ma è necessario essere veloci con lo sterzo, perché a quel punto la derapata non è solo possibile ma diventa una certezza. Sì, Ken Block, il funambolo, ha fatto un ottimo lavoro, se è vero che questa integrale si può guidare quasi come una trazione posteriore pura, ma ci raccomandiamo: certe cose è meglio sperimentarle in pista, perché la Focus RS non è un giocattolo, ma un’auto velocissima che necessita di essere studiata in maniera graduale per comprenderla fino in fondo. Finalmente una sportiva vera, un’integrale come una volta, che se avesse avuto un cambio manuale con una corsa più breve ed una seduta leggermente più bassa sarebbe stata perfetta. Il prezzo? Parte da 39.500 euro: meno delle concorrenti tedesche che vanno per la maggiore, ma il suo stile è da maschio alfa, non è certo un’auto per timidi!