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F1, Gp di Austria: Bottas vince, Vettel Allunga

 

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

 

Nonostante le radici tedesche, sembra ormai diventato quello d’Austria il circuito di casa della Mercedes, arrivata a conquistare il quarto successo consecutivo sul RedBull Ring, uno per ogni anno da quando la pista è tornata a far parte del calendario. Stavolta è stato il turno di Bottas, alla seconda vittoria stagionale nonché della sua carriera, che con una partenza fulminante al limite del “falso” è riuscito a mantenere la pole conquistata il giorno prima. Un indemoniato Vettel non ha mai smesso di tallonarlo rosicchiando decimi ad ogni giro, se la corsa fosse stata poco più lunga forse parleremmo sempre di uno stretto rapporto tra Germania e circuito austriaco, ma con una variante italiana che ricorderebbe un’Alleanza di altri tempi. Lo stesso Vettel sa che avrebbe potuto farcela, lo ha detto in maniera esplicita a fine gara: «Sono arrivato a mezzo secondo dal vincitore, sono contento soprattutto della seconda parte della gara, perché nella prima non andavo al meglio. Con le supersoft la macchina si è rigenerata e mi sono avvicinato. Un doppiaggio mi ha fatto perdere un po’ di tempo, avevo bisogno di un altro giro perché Bottas stava faticando». Purtroppo per lui non è andata così, l’esito è stato comunque positivo e soddisfacente perché il vero rivale Lewis Hamilton è rimasto ai piedi del podio, permettendo alla Rossa numero 5 di acquisire un vantaggio di ben 20 punti sull’inglese nella classifica mondiale, un altro piccolo ma importante passo sulla strada che porta al successo. La terza piazza è andata di nuovo a Ricciardo, quel podio non vuole più mollarlo: dopo il ritiro in Russia quattro terzi posti e la vittoria a Baku, ha trovato il feeling con la sua Red Bull e tutto sta andando a gonfie vele, a Spielberg più che mai a discapito di Hamilton, uscito con le ossa rotte dalla battaglia con l’australiano. Rimanendo in casa Red Bull, non si può certo avere la stessa positività parlando di Verstappen, sempre più sfortunato e ancora una volta costretto al ritiro, il quinto stagionale e soprattutto il terzo consecutivo; stavolta è stato “boicottato”dal solito cavallo pazzo Daniil Kvyat, partito bene ma senza controllo, tanto da finire addosso prima a Fernando Alonso e poi al povero Max, impedendo ad entrambi di terminare il primo giro e guadagnando per sé una bella penalizzazione che lo ha inchiodato in fondo alla classifica fino al termine. All’appello però manca ancora un nome, è quello di Kimi Raikkonen, troppo in ombra come al solito. E’ vero, ha avuto dei problemi con il motore e più volte dai box gli hanno dato indicazioni per modificare la configurazione, ma venti secondi di distacco da Vettel non possono essere addossati tutti alla macchina, anche il pilota ha le sue responsabilità; il quinto posto non è un risultato da buttare, ma se la scuderia si chiama Ferrari le ambizioni sono sicuramente più alte, e di mezzo c’è un contratto in scadenza… Ma torniamo alla lotta per il mondiale e cerchiamo di capire cosa è andato storto nel week-end di Hamilton, impresa tutt’altro che ardua: l’inglese ha dovuto pagare, e caro, la sostituzione del cambio con cinque posizioni di “retrocessione”, la sua gara è partita dalla ottava posizione. Questo, in termini competitivi, significa dover adottare una strategia volta alla rimonta ma le scelte del team non hanno dato i frutti sperati; Lewis è stato il primo a rientrare per il pit stop e questo, a lungo andare, a causato un eccessivo riscaldamento dei freni ed un deterioramento delle gomme difficile da controllare nella sfida finale per il podio vinta da Ricciardo. La classifica vede così Vettel a 171 e Lewis a 151 punti, il gap che c’era fino allo scorso anno è stato molto più che colmato, ma a Maranello sanno che i tedeschi non vanno presi con le molle ed è questo il motivo che porta il presidente Marchionne a parlare ancora come se fossero dietro: “Manca pochissimo, siamo lì e i cari amici tedeschi lo sanno benissimo, sentono il fiato sul collo, questa poca differenza la togliamo“. In Ferrari la filosofia è la stessa per tutti, anche Arrivabene preferisce tenere i piedi per terra: “Bisogna essere umili e guardare quello che è successo. Ora andiamo avanti, ci vediamo a Silverstone”. Si va in Inghilterra, a casa di Lewis Hamilton, per il giro di boa, fino ad ora tutto è andato per il verso giusto ma è impossibile dormire sonni tranquilli, può ancora succedere di tutto, lo sanno in casa Ferrari, lo sanno in casa Mercedes.

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F1, Gp di Austria: spallata Rosberg, ma Hamilton non cade

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Corrono con la stessa monoposto, fanno parte della medesima scuderia ma tutto sembrano tranne che compagni di squadra: Lewis contro Nico, è guerra aperta. Anche in Austria non c’è stato niente di amichevole, Rosberg si stava dirigendo verso la sesta vittoria stagionale ma Hamilton aveva un altro ritmo, e quando c’è stato il tentativo di sorpasso il primo ha letteralmente speronato il secondo . A pagarne le conseguenze è stato però lo stesso tedesco, Lewis è riuscito a mantenere la pista ed è stato lui a salire sul gradino più alto del podio, mentre Rosberg si vedeva sorpassato sia da Verstappen che da Raikkonen tagliando il traguardo solamente quarto. Nervosismo, tensione e polemiche in casa Mercedes, dai box sono rimasti a guardare invece di chiedere a Nico di far passare il compagno per chiudere con la terza doppietta dell’anno ma a Toto Wolf e co. non piace influenzare la corsa dei propri piloti, purtroppo ora dovranno cambiare idea per non rischiare che diventi una vera e propria lotta all’ultimo sangue ai danni della scuderia tedesca. Da una parte Hamilton, fischiato dal pubblico austriaco durante la premiazione, ha cercato di calmare le acque dicendo che forse il suo “compagno”aveva avuto un problema di freni, invece Rosberg è stato molto più diretto con un: “Lewis mi è venuto addosso”. Questo il tema principale della nona tappa corsa sul Red Bull Ring, ma praticamente di tutto il Mondiale visto fino ad ora e più che probabilmente anche di tutto quello che vedremo. Una disputa che fa passare in secondo piano il resto, con riferimento all’ottima gara di Verstappen e Raikkonen che hanno completato il podio, ma soprattutto all’uscita di Vettel, di nuovo sfortunato e tradito dallo scoppio di una gomma posteriore. Ancora da chiarire se sia stato un errore (l’ennesimo) di strategia delle gomme o se la copertura Pirelli abbia ceduto prima del previsto, fatto sta che in quel momento, dopo 26 giri, il Ferrarista era in testa senza aver ancora fatto il pit stop e invece si è ritrovato fuori dai giochi sciupando nuovamente l’occasione di centrare la prima vittoria stagionale e di avvicinarsi alle Frecce d’Argento in classifica. Kimi “Iceman” Raikkonen invece ha fatto il suo dovere, una corsa pulita e senza sbavature che però non si sarebbe conclusa sul podio se non fosse stato per il suicidio di Rosberg, complice anche una qualifica non entusiasmante. Non sorprende più invece il piccolo Max che è riuscito a chiudere al secondo posto sul circuito della propria scuderia utilizzando la stessa tattica della Ferrari senza però portarla oltre il limite; alla luce di questa prima parte di stagione, Verstappen sembra più una prima guida che il semplice gregario di Ricciardo, ancora una volta non abbastanza attento e poco resistente agli attacchi degli avversari. Impossibile negarlo, a differenza della maggior parte delle altre gare questa volta lo spettacolo non è mancato anche se a livello di risultati tutto è andato, o quasi, come da copione; nelle retrovie invece vanno annoverate diverse sorprese, a cominciare dal sesto posto di Button con una McLaren-Honda poco competitiva, passando per il settimo di Groesjan che certifica i passi in avanti fatti dal team Haas, e chiudendo con l’ottimo ottavo di Carlos Sainz partito quindicesimo con la sua Toro Rosso. Da segnalare anche la grande gioia della Manor derivante dal primo punto in stagione ottenuto grazie a Pascal Wehrlein, una bella soddisfazione per una squadra sempre più in crescita nonostante l’inferiorità rispetto alle altre in termini di disponibilità economica. A proposito di punti, archiviata la gara austriaca ora l’occhio può esaminare la classifica che recita così: Nico Rosberg 153, Lewis Hamilton 142, Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen 96. Solo undici punti dividono i nemici/amici di Mercedes, una nullità se pensiamo che non siamo nemmeno al giro di boa, mentre sono più di cinquanta quelli tra le Mercedes e le Rosse di Maranello, una cifra consistente che lascia ancora sperare Arrivabene e il suo staff ma che deve essere celermente accorciata. Già nel prossimo week end si torna in pista, a Silverstone in Gran Bretagna, in casa Mercedes sarà una settimana difficile all’interno della quale si cercherà di ristabilire le gerarchie e di evitare che ci siano nuove “violenze domestiche”; forse il Cavallino dovrebbe provare a sfruttare proprio questo nervosismo tedesco, a patto però che venga prima elaborata una strategia vincente o comunque sufficiente per terminare la corsa, sorte permettendo.