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Tokyo strizza l’occhio all’idrogeno

 

di Maurizio Elviretti

 

Il Giappone punta a diventare l’alleata numero 1 dell’idrogeno, anche in vista delle prossime Olimpiadi del 2020, per offrire al mondo l’immagine di un Paese che riesce a precorrere i tempi sul fronte della mobilità sostenibile e per attrarre nuovi investimenti. Dopo il disastro di Fukushima il Giappone ha avviato una rivoluzione energetica puntando tutto su fonti rinnovabili sicure come il geotermico, l’eolico e il solare. Anche sul fronte della mobilità sostenibile, il governo nipponico vuole imprimere una svolta verde allo sviluppo del mercato e lo fa scommettendo sulle auto a idrogeno. Come prima mossa, il Governo ha deciso di stanziare 385 milioni di dollari per la realizzazione di una rete di stazioni di ricarica. Soltanto quando sarà possibile accedere in tutto il Paese al rifornimento di idrogeno, in modo rapido ed economico, le vendite di auto fuel cell potranno infatti decollare. I fondi messi a disposizione dal Governo verranno utilizzati anche per finanziare una serie di misure e agevolazioni volte a favorire la diffusione dei veicoli a idrogeno. Le autorità giapponesi hanno già siglato due importanti partnership con le case automobilistiche leader nella tecnologia fuel cell: la Toyota e la Honda. Saranno queste due compagnie ad occuparsi della progettazione e della realizzazione di 35 nuove stazioni di ricarica per le auto a idrogeno. Nei prossimi cinque anni, stando alle prime stime diffuse dagli analisti, in una metropoli altamente trafficata come Tokyo se ne conteranno circa 6 mila. Gli obiettivi a lungo termine del Giappone, per inaugurare l’era dell’idrogeno, sono molto più ambiziosi: il Governo punta infatti a far circolare 100 mila vetture e 100 autobus a idrogeno a Tokyo entro il 2025, con l’apertura di 80 stazioni di rifornimento.

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2014, Toyota regina del mercato

 

di Leonardo Frenquelli

 

Da tre anni a questa parte la corona di marchio più vincente del mercato automobilistico mondiale, è in Giappone, sponda Toyota. Anche nel 2014 infatti, il gruppo nipponico è quello che ha saputo far registrare il maggior numero di vendite nell’arco dei dodici mesi. Sembra passata una vita, ma era soltanto il 2008 quando la General Motors perdeva lo scettro che le apparteneva da più di settant’anni. Dopo il calo dovuto alla tragedia dello tsunami del 2011, la catastrofe naturale che ha recato più danni economici nella storia dell’uomo, Toyota è tornata davanti a tutti nel 2012 e lo è rimasta anche per l’anno appena trascorso. È stata una stagione fruttifera dunque per i giapponesi, così come lo è stata per il gruppo Volkswagen, secondo in questa speciale graduatoria. Con un incremento di vendite oltre i quattro punti percentuali, i tedeschi sono riusciti per la prima volta nella loro storia ad oltrepassare il muro dei dieci milioni di veicoli venduti, superando anche le proprie previsioni: secondo i calcoli del gruppo infatti, un risultato simile non sarebbe dovuto arrivare prima del 2018. Volkswagen, ha ottenuto questi numeri con strategie ben diverse da quelle Toyota:  se i giapponesi hanno puntato forte sul mercato statunitense, quello asiatico e le richiestissime tecnologie ibride, i teutonici hanno invece fatto leva sulla propria influenza nel mercato europeo, rimanendo comunque al passo con le più moderne forme di alimentazione alternativa e soddisfacendo le più diverse richieste dei clienti del “vecchio continente”. Sull’ultimo gradino del podio c’è la General Motors, quel gruppo che qualche anno fa regnava incontrastato e che nel 2014 non è andato oltre il due percento di incremento di vendite. I dati sono positivi dunque, in particolare per Toyota ma in giappone conosco bene il trend che il mercato sta prendendo e sanno perfettamente come, già l’anno prossimo, le posizioni di vertice della classifica potrebbero cambiare. Per il 2015 i nipponici prevedono un leggero calo di vendite e produzione nel mercato interno quindi, tenendo conto della costante crescita di Volkswagen, nel caso in cui i tedeschi mantenessero il livello di incremento, potrebbero, e per alcuni avrebbero dovuto già dal 2014, vedersi superati dalla potenza tedesca, nonostante la maggiore ampiezza dei mercati asiatici.

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BMW e Toyota: insieme per la nuova i5

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Negli ultimi giorni circolano sempre più le voci secondo le quali BMW potrebbe a breve ampliare la sua gamma “i” con un nuovo modello  a idrogeno, creato utilizzando la tecnologia fuel cell a idrogeno della Toyota FCV Mirai. E’ una notizia un po’ sorprendente visti gli ingenti investimenti fatti da BMW nei modelli plugin, ma il successo riscosso da questi ultimi da parte della critica non è stato riscontrato nelle vendite, e per questo motivo la casa tedesca sembrerebbe aver cambiato strada. Questo sarebbe solo il primo di tanti passi che BMW e Toyota percorrerebbero insieme, già si parla infatti di un progetto in fase avanzata, nato in collaborazione tra le due case automobilistiche, che prevede la costruzione di un pianale di vettura sportiva a trazione posteriore adatto alle prossime Toyota Supra e BMW Roadster. Con un veicolo a propulsione alternativo, come la futura i5, BMW potrebbe entrare in competizione con la Mercedes Classe B che uscirà nel 2017 e con la Audi A7 appena presentata al Salone di Los Angeles, ovviamente entrambe alimentate a idrogeno. Inoltre, nell’affare potrebbe anche entrare Tesla Motors, sia per aiutare BMW a individuare nuove strategie per la diffusione dei veicoli elettrici che per trovare un accordo comune sull’uso delle stazioni di ricarica per auto elettriche Tesla.

Si chiama Mirai (Futuro) nuova Toyota fuel cell a idrogeno

Toyota Mirai

 

di Maurizio Elviretti

 

Si chiama Toyota Mirai, che in giapponese significa “futuro” ed è una berlina alimentata ad idrogeno prima nota come FCV. Verrà presentata ufficialmente nella serata odierna e rappresenta un vero e proprio punto di svolta non solo per la Derivata dalla concept car FCV. Verrà proposta sul mercato in Giappone a partire dal prossimo Aprile, mentre in America e in Europa arriverà non prima dell’estate. Negli States, Toyota è già al lavoro per costruire un network in grado di supportare il lancio della fuel cell: a maggio, ad esempio, la Casa ha concesso un finanziamento di 7,3 milioni di dollari alla FirstElement Fuels per la gestione di 19 stazioni in California. Il Golden State è certamente l’amministrazione più all’avanguardia sull’infrastruttura green (l’Energy Commission ha già speso 35 milioni per la costruzione di 28 punti di rifornimento), ma ora si tratta di passare alla East Coast: come annunciato da Jim Lentz, Ceo di Toyota North America, la Casa sta collaborando con Air Liquide per aprire 12 centri idrogeno in New Jersey, Massachussetts, Connecticut, Rhode Island e a New York. Il prezzo di listino sarà di circa 60.300 dollari, ossia 48.200 euro stando al cambio attuale. La casa delle Ellissi promette un’autonomia massima di 483 km, ben superiore rispetto a quella delle tradizionali auto elettriche. Il merito di questo risultato sta nel fatto che l’energia elettrica sia prodotta dalla reazione di gas di idrogeno con l’ossigeno.

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Da Ginevra a Padova, la RAV-4 compie vent’anni

 

di Leonardo Frenquelli

 

Quando nel marzo 1994 usciva la prima versione della RAV-4, probabilmente nessuno si sarebbe aspettato l’enorme impatto che quel veicolo avrebbe avuto sul mercato automobilistico internazionale. Soltanto la tenacia di Masakatsu Nonaka, Chief di Toyota,ha permesso che un progetto tanto difficile, quanto lungimirante, arrivasse a compimento: non esisteva, al tempo, un segmento che potesse identificare una 4×4 così compatta e di piccole dimensioni. Dopo le esitazioni della stessa casa produttrice, la produzione fu lentamente allargata su grande scala ed ancora oggi il Recreational Active Vehicle a quattro ruote motrici (questo il significato della sigla), riscuote un successo eccezionale a livello di vendite e popolarità. Sono passati quasi vent’anni da quando al Salone di Ginevra fu svelata la prima RAV-4 ed in occasione di questa ricorrenza, Toyota ha deciso di ampliarne ulteriormente la gamma, presentando al Salone di Auto e Moto d’epoca di Padova una versione particolare. Con un capolavoro di ingegneria la nuova 4×4 disporra di numerose tecnologie all’avenguardia, correlate ad una motorizzazione di tutto rispetto. Sarà un 2.0 Turbo Diesel D-4D con 124 cavalli di potenza ma l’elemento particolare saranno proprio i sistemi che ne caratterizzeranno e miglioreranno la guidabilità ed i consumi. Toyota ha racchiuso nell’Integrated Dynamic Drive System tutta una serie di funzionalità che la rendono uno dei punti di riferimento per quanto riguarda le vetture a quattro ruote motrici. Attraverso l’IDDS, ogni sistema di cui la RAV-4 dispone viene controllato con efficienza: si va dal servosterzo elettronico, passando per il VSC (Vehicle Stability Control), fino ad arrivare al vero punto di forza di casa Toyota, il Dynamic Torque Control AWD. Sia i consumi che la resa del motore sono sensibilmente migliorate dal DTC, sistema in grado di cambiare la ripartizione della forza motrice tra ruote anteriori e posteriori in base alle necessità ed alla velocità di crociera. Nel caso in cui ci si troci in condizioni di guida “off-road”, questa tecnologia distribuisce al 50% tra i due semiassi la trazione, mentre in fase di guida stradale la ripartizione si concentra al 100% sull’anteriore, in funzione di una sensibile riduzione di consumi.

Auto ibride, il primato a Toyota con 7 milioni di unità

Toyota: l’ibrido da medaglia d’oro

 

di Maurizio Elviretti

 

Era il Dicembre del 1997, in Giappone, quando la Toyota ha lanciato la “Prius”, la prima vettura ibrida prodotta in serie per il trasporto di passeggeri. Da allora, i veicoli ibridi Toyota hanno ricevuto un enorme consenso da parte dei consumatori di tutto il mondo. A distanza di diciassette anni, Toyota Motor Corporation annuncia che il 30 settembre 2014 le vendite mondiali delle vetture ibride Toyota hanno superato i 7 milioni di unità, raggiungendo 7.053 milioni. L’ultimo milione è stato raggiunto nel tempo record di soli 9 mesi. Contribuire a ridurre gli effetti dell’inquinamento è una priorità per la casa del Sol Levante che si è focalizzata sulla soluzione ibrido benzina. Ad oggi Toyota nel mondo vende 27 differenti modelli di vetture ibride e un modello plug-in in più di 90 Paesi. Inoltre, dall’inizio di quest’anno alla fine del 2015, Toyota lancerà un totale di 15 nuovi modelli ibridi, tra cui (solo in Giappone) il “Voxy Hybrid” ed il “Noah Hybrid”, il Lexus “NX Hybrid” (lanciato lo scorso Luglio) e la Lexus “RC Hybrid” che verrà lanciata nei primi mesi del 2015. Toyota continuerà ad aumentare la sua gamma ibrida incrementando il numero di Paesi in cui commercializza i propri veicoli. Indubbiamente la casa nipponica ci ha visto giusto e molto lontano anche se per molti l’ibrido non è il traguardo finale ma solo un interessante passaggio intermedio verso tecnologie più avanzate come la trazione elettrica. 

Toyota ha calcolato che fino al 30 Settembre 2014, i propri veicoli ibridi hanno contribuito a produrre approssimativamente 49 milioni di tonnellate di CO2 in meno e che con i suoi veicoli ibridi siano stati risparmiati circa 18 miliardi di litri di benzina, rispetto a quanti ne sarebbero stati prodotti e consumati da vetture a benzina con prestazioni e dimensioni simili.

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Toyota richiama 1,75 milioni di vetture

 

di Maurizio Elviretti

 

Sono circa 1,75 milioni le vetture che Toyota è stata costretta a richiamare a causa della scoperta di problemi di vario genere, che coinvolgono i freni ed i sistemi di aspirazione ed iniezione della benzina. Non si tratta della prima operazione di richiamo per Toyota nel 2014: infatti lo scorso febbraio erano state richiamate due milioni di Prius per problemi di software, ad aprile un massiccio recall aveva interessato 6,3 milioni di macchine nel mondo, mentre due mesi dopo la Casa Giapponese aveva fatto rientrare altri 2,3 milioni di veicoli. Toyota si sta quindi confermando molto scrupolosa da questo punto di vista, conducendo queste operazioni anche quando i potenziali rischi per gli automobilisti sono piuttosto rari. Circa 802.000 veicoli venduti in tutto il mondo hanno un difetto nel sistema frenante, che potrebbe causare la perdita del liquido dei freni. In particolare, la questione coinvolge dei modelli Crown Majesta, Crown, Noah e Voxy venduti tra giugno 2007 e giugno 2012. Nei veicoli rientrati Toyota correggerà il difetto nel cilindro del servofreno, o sostituirà la parte nel caso si fosse già appurata la perdita di liquido. Altre 759.000 vetture sono invece interessate da un problema al sistema di iniezione del carburante, che potrebbe causare una perdita ed aumentare i rischi di incendio a bordo. In questo caso i veicoli coinvolti sono vari modelli di Lexus prodotti tra gennaio 2005 e settembre 2010. Nello specifico, si tratta di 423,000 veicoli negli Stati Uniti, 240.000 in Giappone e poco meno di 70.000 tra Europa e Medio Oriente. Infine, circa 190.000 auto vendute in Giappone hanno un problema al sistema d’aspirazione del carburante. Nello specifico, si tratta di modelli di Corolla Rumion e Auris prodotti tra ottobre 2006 e ottobre 2014.

 

Toyota Prius+, ecco gli aggiornamenti per il 2015

A gennaio nei concessionari arriva la nuova Toryota Prius+

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

La Toyota Prius+ si presenta nuovamente rinnovata, soprattutto nell’aspetto estetico e negli interni, ma anche nella tecnologia; l’unica sette posti con motore ibrido arriverà sul mercato a gennaio con un powertrain che ora è Euro 6. Da fuori risalta subito il nuovo frontale con il Keen Look di tutte le ultime auto Toyota che utilizza la nuova griglia e lo stemma ad effetto tridimensionale per dare maggior risalto ai proiettori con luci diurne a LED e indicatori di direzione intgrati; nuova griglia e fari fendinebbia integrati anche nella parte inferiore del paraurti. Facendo il giro e passando alla parte posteriore della nuova Prius +, vediamo che ci sono degli inediti gruppi ottici e che il paraurti si presenta con delle linee più semplici, con il diffusore integrato. Internamente alla vettura, ci sono i sedili in pelle E-Tec, la plancia e la console centrale presentano delle finiture lucide e cromate, ma soprattutto spicca la nuova tecnologia: c’è una strumentazione con display TFT da 4,2 pollici che può essere controllato anche dal volante e allo stesso tempo possono essere visualizzati lo stato del sistema ibrido, il cruise control adattivo, il climatizzatore e l’audio. Il display ha una funzione mirroring per visualizzare le informazioni normalmente proiettate sullo schermo più grande, un 6,1 pollici con il sistema di infotainment Toyota Touch 2, che permette la piena connettività con gli smartphone, funziona come hotspot wi-fi, monitora il traffico in tempo reale con la Street View e comprende inoltre Park Assist e sensori. Per quanto riguarda la sicurezza, grandemente ampliata sulla nuova Prius+, è presente il Pre-Crash Safety che rimane attivo fino alla velocità di 60 km/h, frenando automaticamente in casi di emergenza; le sospensioni hanno subito modifiche per rendere maggiore confort e agilità della vettura e sono stati utilizzati dei materiali fono-assorbenti per rendere il mezzo più silenzioso.

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Yaris: ecco il restyling

 

di Leonardo Frenquelli

 

Ad alti livelli, il saper riconoscere i propri errori è una qualità indispensabile. Nel mercato automobilistico non è usuale, ma può succedere, che una grande casa definisca migliorabile il proprio lavoro e decida di modificare un prodotto. Quando nell’ottobre 2011 Toyota ha presentato la terza serie della Yaris, forse il modello che ha saputo maggiormente scuotere il mercato internazionale, aveva dei fini e delle aspettative eccezionali, forti del grande successo delle generazioni precedenti e della fama ormai acquisita. I dati effettivi, però, non hanno soddisfatto in pieno le previsioni dell’entourage guidato da Yoshihiko Kanamori: l’incremento di vendite c’è stato (soltanto nel primo semestre del 2014 sono state acquistate 90mila Yaris) ma non è mancata, come prevedibile, nemmeno qualche critica. Riconosciuti gli errori, Toyota non ha badato a spese ed ha stanziato ottantacinque milioni di euro per rendere la vettura più aggressiva, moderna ed accattivante. Il fatto che questi soldi siano stati destinati al settore “Europe” con sede a Bruxelles, mostra chiaramente come i giapponesi diano fondamentale rilevanza alle vendite nel vecchio continente, metro importante per il mercato automobilistico internazionale. Partendo comunque da un’ottima base, con le due motorizzazioni benzina ed una diesel che rimangono invariate, gli allestimenti (Base, Active, Lounge e Style) che continuano ad essere gli stessi ed un passo che non cambia in maniera sostanziale, i giapponesi sono andati a ritoccare gli elementi che meno avevano soddisfatto le esigente richieste dei clienti, come la “poca originalità” estetica di interni ed esterni. È stata data, quindi, carta bianca ad Elvio D’Aprile ed al centro design di Nizza che ha saputo rinnovare la Yaris. Modificato il muso che richiama leggermente la “X” della nuova Aygo, sono stati cambiati del tutto i gruppi ottici del retrotreno e negli interni le modifiche hanno riguardato i materiali, la plancia centrale ed i pannelli laterali. È stato migliorato anche il sistema di infotainment tanto che, dopo questo restyling, il “Touch 2”, potrà vantare uno schermo da sette pollici e nuove funzionalità. Sotto il punto di vista tecnico, Toyota ha ritenuto necessario ritarare sospensioni e sterzo, per una guida più morbida ed adatta a diverse situazioni. Come detto non hanno subito grandi modifiche le motorizzazioni, malgrado per l’ibrido 1.5 da 100 cavalli ed il 1.0 VVT-i da 69 sono state adeguate e ridotte emissioni e consumi, per rientrare nei prossimi parametri Euro6. Andando avanti col tempo i giapponesi continueranno a puntare sulla tecnologia ibrida che, in Italia in particolare, ha dato ottimi risultati sin da quando è stato reso disponibile nel 2012. Tanto lavoro, per una vettura di punta: la Toyota torna sui suoi passi per riportare la Yaris al livello più alto possibile.

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Toyota C-HR: appuntamento a Parigi

 

di Maurizio Elviretti

 

La Toyota ha diffuso la prima immagine della concept C-HR, ovvero il prototipo sperimentale di una crossover di segmento C, quindi al di sotto della Rav4, che sarà presentato per la prima volta in pubblico al Salone di Parigi 2014, del prossimo mese di ottobre. Si tratta di una crossover che, come detto, dovrebbe inserirsi un gradino più in basso come dimensioni rispetto alla Rav4 (che è lungo 457 cm: possibile ipotizzare che la C-HR ne misuri sui 20-25 in meno). Possiamo presumere che “C” faccia riferimento proprio alla categoria delle auto “compatte”, quella della Golf per intendersi. La vista laterale della Toyota C-HR rivela una forma affusolata, con il parabrezza inclinato e il frontale, verosimilmente, “corposo”: le porte dovrebbero essere cinque, e il tetto digradante interrotto dalla presenza di uno spoiler accentuato proprio alla sommità del lunotto. In bell’evidenza i fanali posteriori, che ricordano per certi versi quelli della Ford Focus, ma che potrebbero cambiare dal vivo. Ben pronunciato, e alto, il paraurti posteriore. Nulla si sa della meccanica, se non che il motore sarà ibrido: appuntamento, quindi, a Parigi ai primi di ottobre.