Citroen

CitroenDS5 LS R

 

di Leonardo Frenquelli

 

A volte, mentre continuano a fioccare sul mercato crossover e city-car, prendono vita dei progetti di vetture non per tutti, auto di lusso. Uno di questi è il concept che la Citroen svelerà al prossimo Salone di Pechino, dal 20 aprile: DS5 LS R. Si tratta di una berlina premium ad alte prestazioni, che deriva dalla versione di serie della DS5 LS già in commercio proprio in terra cinese. La casa francese ha voluto creare una berlina potente ed aggressiva che fosse allo stesso tempo elegante e conforme alle caratteristiche delle altre DS. Così, prendendo spunto dalle esperienze fatte nel rally con la DS3 ed avendo aggiunto importanti modifiche sia a livello estetico che tecnico, questa vettura sarà in grado di soddisfare le richieste dei clienti più esigenti ed in particolare quelli della Cina, nazione in cui il mercato automobilistico sta raggiungendo dimensioni impressionanti. Le linee sportive ed i numerosi elementi in carbonio fanno subito intendere di che veicolo si possa trattare, senza dimenticare che Citroen ha voluto mettere la classica “R” sia sulla calandra che sui lati e sul retrotreno: una semplice lettera che può, deve spiegare molto di una vettura come questa. Il telaio è stato ribassato di 15 millimetri e per sostenere la spinta del motore anche il sistema frenante ha subito delle modifiche rispetto al modello di serie. Garanzia e punto di partenza per alte prestazioni non può che essere il motore: per la DS5 LS R sarà disponibile un 1.6 biturbo da 300 cavalli con una potente coppia di 400 Nm. Il cambio sarà un sequenziale montato al volante, mentre sarà presente un cronometro sulla consolle centrale. Non solo tanta potenza, ma anche un comfort ed un lusso eccezionali per questa berlina, che eccellerà per qualità di materiali e numero di dettagli che renderanno il viaggio più comodo, nel caso in cui si debbano affrontare tratte più lunghe. Aggressività, lusso ed eleganza per il nuovo concept Citroen una berlina premium che in pochi possono permettersi di produrre e di comprare.

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Nuova BMW X4

 

di Leonardo Frenquelli

 

Sport Activity Coupè. Questa è la nuova linea della serie X della BMW, che ha presentato a Ginevra l’ultima nata dopo aver dominato il mercato, quello dei SUV in particolare, con modelli ormai classici come X5 ed X3. Dopo che a Shangai era stato mostrato soltanto un concept, in occasione della kermesse svizzera la casa tedesca ha finalmente svelato la nuova proposta: X4. Partendo dalla proficua base della X3, si è cercato di dare un taglio ed un indirizzo più dinamico alla vettura, allontanandola dalla sua natura di SUV, spostando invece i parametri verso una coupè piuttosto “massiccia”. La fusione tra SUV e coupè inizia sin dalle linee estetiche dell’auto, più affusolate sia sul muso che sul retrotreno, garantendo alla X4 quindi un colpo d’occhio più aggressivo. Su specifica richiesta dei clienti la BMW ha deciso di montare su ogni sua vettura, di serie, la tecnologia a led per i fari anteriori e posteriori in modo da ammodernare l’aspetto della macchina e renderne più apprezzabili le nuove linee. Sempre in funzione della “nuova scelta” coupè, nella cabina posteriore è stato montato un divanetto a due posti comodo ma compatto, mentre l’assetto dei sedili anteriori è stato abbassato di 20 millimetri, modificando in maniera significativa l’abitacolo. La BMW ha messo a disposizione una gamma molto vasta di motori, che spaziano dai 184 ai 313 cavalli. Dei tre propulsori a benzina, quello in grado di garantire prestazioni maggiori è quello della X4 XDrive 35i: con 306 cavalli di potenza ed una coppia di 400 Nm, questo propulsore permette alla vettura una velocità di percorrenza da 0 a 100 km/h in 5,5 secondi. Numeri di alto livello, ma non la migliore offerta della gamma X4. A livello di velocità e potenza infatti, il top è rappresentato dal diesel 3.5 sei cilindri, che potrà scatenare 313 cavalli con una coppia di 630 Nm. In casa BMW si è fatto attenzione anche alla cura dell’ambiente: è stato prodotto infatti un 2.0 diesel che, abbinato al cambio Steptronic ad otto rapporti, emette solo 131 grammi al chilometro di CO2, consumando soli cinque litri ogni 100 chilometri. Tutti i motori di famma inoltre, sfrutteranno le tecnologie Efficient Dynamics e Twin Power Turbo ed avranno tutti l’omologazione Euro 6.

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Skoda Octavia Scout

 

di Leonardo Frenquelli

 

Spesso il mercato automobilistico è guidato da tendenze, scelte che la maggior parte delle case fanno per assecondare le richieste dei clienti e crearne sempre di nuove. Senza alcun dubbio, la tendenza che la fa da padrone nell’ultimo periodo è una sola: il crossover. Sta crescendo sempre più, o così vogliono far sembrare, la necessità di poter attraversare qualsiasi terreno con la propria macchina di tutti i giorni, un’utilitaria che sia anche off-road, comfort e praticità. Anche la Skoda, marchio Ceco sempre al passo coi tempi, ha deciso di produrre qualcosa di nuovo partendo dalla base di un suo storico modello: la Skoda Octavia. È proprio partendo dalla versione Wagon della vettura in dotazione alla polizia della Repubblica Ceca che nasce il nuovo crossover di Mlada Boleslav, la “Scout”. Con numerosi accorgimenti sia dal punto di vista estetico che funzionale, è avvenuta l’evoluzione da station wagon a crossover. Una scocca più alta di 33 millimetri, modifica il veicolo per qualità e caratteristiche, molto più di quanto possa pensare: con un telaio diverso ed una struttura più “agile” in ogni angolo, ha consentito di creare un modello inedito ed innovativo. Oltre alle modifiche di scocca e qualche dettaglio a livello estetico i tecnici Skoda hanno lavorato molto sulla trazione, ottenendo un miglioramento del 25% con l’inserimento della trazione integrale del sistema Haldex di quinta generazione. Lavorando in questo modo su un veicolo, così come si riesce a rispondere al meglio alle necessità dei nuovi clienti delle quattro ruote, così si ottiene una diminuzione di consumi ed emissioni, fattore sempre più importante per ogni casa. Nonostante non siano ancora emerse delle specifiche tecniche sui propulsori della Scout, la Skoda ha reso noto che saranno disponibili due motorizzazioni diesel ed uno benzina. A questo punto risulta molto probabile che si possa trattare di uno dei nuovi propulsori Greenline, gli stessi che saranno montati sulle nuove Octavia, la Wagon e la Rapid, che riescono ad abbassare le emissioni di CO2 fino a 87 grammi per chilometro ad i quali potrebbe essere annesso di serie il sistema Start/Stop, ormai caratteristica fissa di Skoda e non solo. Il nuovo crossover sarà presentato in anteprima mondiale al prossimo Salone di Ginevra, nel quale dominerà lo stand del marchio Ceco assieme alla nuova gamma di Octavia, giunta ormai alla terza generazione.

Marc Marquez, al terzo giorno di test a Sepang

Marquez fa già paura

 

di Leonardo Frenquelli

 

Anche quest’anno si è svolta la sessione di test invernali della MotoGP a Sepang, in Malesia. Tappa ormai classica, sta diventando più importante di anno in anno per tutti i team del motomondiale che, dopo un mese e mezzo di “pausa” ed ancora lontani dall’inizio della stagione che verrà, possono studiare al meglio le nuove moto, prendere i giusti provvedimenti e, soprattutto, provare ogni singolo dettaglio. La prima giornata è stata il 4 febbraio con tutti i grandi team già presenti ed al lavoro sui propri prototipi. Il team LCR Honda di Lucio Cecchinello ha affidato a Stefan Bradl la sua guida e nulla meglio del tracciato malesiano può essere utile a mettere alla prova le caratteristiche della Honda in frenata e lavorare sulla trazione, da spingere al massimo per poter pensare di avvicinare gli alieni, i piloti ufficiali. Soddisfatto il team LCR, come è subito stato contento delle sue prestazioni uno dei più attesi al varco della bandiera a scacchi per la nuova stagione: Valentino Rossi. Mentre Marquez ovviamente già volava con i tempi migliori (quest’anno nessuno potrà dire che non abbia il passo gara o critiche simili), il Dottore è partito concentrato ed alla fine della prima giornata di test ha fatto registrare il secondo tempo, staccato di cinque decimi, proprio dal “Fenomenino”. Se l’anno scorso Rossi si lamentava di non avere “feeling” con la sua M1, nel 2014 sembra aver trovato quanto di più simile. Dietro di lui Pedrosa, che ha dimostrato di tenere il passo, con un ritardo di sei decimi dal campione del mondo, e poi Jorge Lorenzo, lo sconfitto in cerca di rivalsa ma non ancora al massimo della condizione. Una nota negativa per la prima, come per l’intera sessione, sono le prestazioni Ducati: i migliori tempi l’ha fatti registrare il privato Iannone, l’unico tra i primi dieci. Poi Dovizioso e Crutchlow: sembra che per loro si annunci un altro anno faticoso, ad arrancare per ottenere punti, ma i piloti sono usciti dal circuito dicendosi ottimisti e soddisfatti per il lavoro specifico svolto sul freno motore e sui consumi. La seconda giornata vede ancora Marquez dominare ma stavolta al secondo posto c’è Pedrosa, che dovrebbe essersi ormai abituato a seguire il compagno/rivale di squadra, mentre a chiudere l’ipotetico podio c’è proprio Stefan Bradl, sulla Honda di Cecchinello. Dopo aver portato a termine 60 giri ed aver provato diversi tipi di pneumatici, Rossi ha fatto registrare il quarto miglior tempo, davanti ad un sorprendente Espargaro ed ancora una volta davanti a Lorenzo, stavolta sesto. Dopo due giorni di dominio quasi scontato, Marc Marquez, padrone in controllo totale della sua Honda Repsol, ha deciso di alzare l’asticella. Dato uno sguardo al record della pista ha deciso di abbassarlo un po’, così giusto per mantenere chiare le idee: 1:59.533. Ancora una volta, l’unico ad avvicinarsi al passo di Marc è stato Valentino che ha fatto registrare il miglior tempo sul giro a Sepang della sua lunga e pluripremiata carriera. Con l’ex numero 93 a fare la lepre, tutti i team si sono concentrati sui dettagli ed hanno cercato di sfruttare al meglio la disponibilità di Sepang, sia per la pista che per il meteo di tutti e tre i giorni di prove. Insomma, quest’anno sembra essersi alzato il livello e ci si potrebbe aspettare qualche grande ritorno, come si poteva leggere dal volto dei meccanici Yamaha, fiduciosi perché entrambi i loro piloti hanno portato a termine la simulazione di un Gp, con riscontri più che positivi. Il motomondiale prenderà il via il 23 marzo in Qatar  ed ogni team è pronto a dare il meglio e a spingere al massimo i propri prototipi per salire più in alto possibile in classifica, Marquez permettendo.

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Baby Jeep

 

di Leonardo Frenquelli

 

Se ne parla da tempo e per la prima volta si comincia anche a vedere. La Jeep, in collaborazione con la Fiat, presenterà al prossimo Salone di Ginevra quella che si candida ad essere la sorella della prossima 500X: un SUV al momento noto come “Baby Jeep”. Marchionne parlava di questo progetto già allo scorso Salone di Detroit, smentendo “Jeepster” come possibile nome del nuovo veicolo. Come era successo nel 1998, quando si era vociferato della possibile uscita di un prototipo, poi mai presentato, questo nome non sembra avere un futuro prossimo nel mercato mondiale. Non si sa quasi nulla dunque di questo prototipo ma da alcune foto “rubate” ai test, si è potuta intravedere per la prima volta la linea estetica. Dalle prime impressioni appare un SUV molto squadrato e “muscoloso”, con le classiche caratteristiche di una off road ed alcune linee che richiamano chiaramente i classici modelli Jeep. Con ogni probabilità, la Baby Jeep sarà assemblata anche nello stesso stabilimento della Fiat 500X, a Melfi. Stando alle indiscrezioni, mentre la sorella 500X disporrà di una versione a trazione anteriore ed una integrale, la Jeep dovrebbe essere soltanto 4×4 con un’ampia gamma di motorizzazioni, tutte sulla base del 4 cilindri. Il primo propulsore dovrebbe essere il potente 1.6 Multijet, poi un 2.0 a gasolio della Cherokee. Per quanto riguarda i benzina invece, saranno due motori Fiat da 1.4 litri uno dei quali con la tecnologia Multiair.

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McLaren: tergicristalli addio

 

di Leonardo Frenquelli

 

Quando si parla di tecnologie all’avanguardia, uno dei campi di riferimento è sicuramente l’aeronautica militare. Delle vere e proprie “macchine da guerra” che sfrecciano oltre la velocità del suono devono, per forza di cose, raggiungere un livello eccellente in ogni dettaglio possibile. Evidentemente lo sa bene anche Frank Stephenson, capo del reparto design della McLaren. Stando infatti ad alcune sue dichiarazioni è proprio ispirandosi ad un caccia militare che il cinquantacinquenne di Casablanca, che ha già collaborato anche con Fiat, Bmw e Ferrari, sta progettando un sistema innovativo per i prossimi modelli supersportivi della casa di Woking. Stephenson si è chiesto come facessero i caccia ad avere sempre un’ottima visibilità nonostante l’alta velocità e le intemperie, e la risposta l’ha trovata in un sistema di ultrasuoni disposti in modalità particolare che impedisca a detriti ed impurità di fissarsi sul vetro della cabina di pilotaggio. Ispirati da questa idea e ritenendo i tergicristalli un elemento oramai superato, in McLaren si lavora per rimuoverli del tutto dal parabrezza dei nuovi veicoli, favorendo l’estetica e permettendo di risparmiare in peso e costi di produzione. Le possibili modalità per applicare una tecnologia così ambiziosa sono molteplici tra cui la più complessa sarebbe poi quella maggiormente fedele al modello iniziale: un sistema di ultrasuoni ad altissima intensità, atto appunto a rimuovere gli elementi estranei dal parabrezza. Questa soluzione recherebbe però dei problemi per quanto concerne i costi di produzione, i quali diverrebbero troppo elevati in rapporto al guadagno generale. Dunque, sembra che in McLaren abbiano preso in considerazione l’opzione di affidarsi ad un sistema in cui la messa a fuoco dei segnali ad ultrasuoni sia allineata nel parabrezza, dando ai ricevitori delle onde, posti attorno all’area interessata, la possibilità di “sondare” ogni tipo di imperfezione e impurità. Ci si affiderà dunque ai campi di forza per scavalcare una tecnologia che ha già segnato la storia delle automobili, sin dal 1916, anno in cui è stata introdotta per la prima volta in una produzione in serie. J.H.Apjohn non sarebbe sicuramente contento se venisse a sapere che ora la sua invenzione, datata 1903, è stata etichettata da Stephenson come un reperto archeologico. Ma in McLaren ed in tutto il mondo dell’automobile si guarda sempre avanti ed il progresso è tanto necessario, quanto inevitabile. Il primo esemplare dotato di questa “ultra pulizia” del parabrezza dovrebbe essere la nascitura supersportiva di Woking, finora nota come P13: una supersportiva in uscita nel 2015, da presentare già al Salone di Parigi 2014, su cui i britannici punteranno molto per aumentare le loro vendite, tanto da andare a fare concorrenza, tra le altre, alla Porsche 911.

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Nissan firma il nuovo black cab londinese

 

di Leonardo Frenquelli

 

La città di Londra è casa di alcune delle tradizioni più affascinanti ed antiche, ed una di queste è quella del “Black Cab”. Derivati dalle “Hackney carriage”, carrozze trainate dai cavalli che percorrevano le strade londinesi nel diciassettesimo secolo, i black cabs sono i taxi di proprietà della città stessa e ne sono diventati un’icona. Tutti i tassisti londinesi hanno la possibilità di percorrere le 320 rotte principali della City, solo dopo aver dimostrato di conoscerle alla perfezione ed aver ottenuto una licenza celebre tra tutti gli addetti ai lavori per complessità ed impegno richiesto. Per la prima volta, probabilmente al termine del 2014, sarà lanciato il primo Black Cab di produzione Nissan. La casa giapponese aveva già presentato un progetto all’ufficio del sindaco Boris Johnson nell’agosto 2012, ma il modello si allontanava troppo dal design originale dello storico taxi: è importante rimanere vicini alle tradizioni pur guardando al futuro. Così, dopo un fervente lavoro di restyling nel quartier generale londinese Nissan, sono state arrotondate le linee di fari e carrozzeria e la celebre scritta “TAXI” sul tettino sarà a led. Questo modello nipponico si aggiungerà agli altri due tipi di Black Cab già esistenti, il classico ed elegante LTI TX4 prodotto a Coventry ed il più industriale Mercedes Vito. La Nissan come suo solito è stata molto attenta al discorso “eco-sostenibile” e le emissioni si limiteranno a 132 grammi di CO2 per ogni chilometro, in attesa del modello totalmente elettrico previsto addirittura già per il 2015.

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Ginevra 2014: Qoros presenterà il suo secondo modello

 

di Leonardo Frenquelli

 

Arriva dalla Cina una nuova indiscrezione sul prossimo Salone di Ginevra, in programma dal 6 marzo 2014. Il giovanissimo marchio cinese Qoros ha annunciato la presentazione del secondo modello della loro gamma, dopo che nel 2013 era stata presentata la Qoros 3 Sedan proprio nella passata edizione dello showroom svizzero. La Qoros è stata fondata soltanto nel 2007 dalla fusione in una join venture tra la Chery Automobile, gruppo aziendale cinese, e la Israel Corporation. Un marchio nuovo, partito immediatamente con le idee molto chiare, che ha sede nella città di Changshu ma possiede già una filiale a Monaco di Baviera, in Germania. Il target dichiarato è quello dei giovani, moderni e molto attenti alla possibilità di essere sempre connessi con il mondo, anche quando si viaggia in macchina. Il primo modello presentato, a settembre, è stata la prima auto ad ottenere cinque stelle nei crash test EuroNCAP. Queste prove sono un riferimento per le case di ogni paese ma, in particolare la Qoros, assumono una rilevanza maggiore rispetto agli altri marchi cinesi: le produzioni sono destinate soltanto ad un pubblico estero, anche in Europa appunto. Stiamo parlando del futuro dell’automobile, non solo per la provenienza dei veicoli ma anche per i metodi di produzione, per rapidità ed efficacia. Sia per il primo modello che per la nascitura Qoros, i cinesi utilizzeranno la loro nuova piattaforma modulare e gli innovativi processi che porteranno all’assemblaggio dei veicoli. Con questo metodo la casa cinese, conosciuta in patria come Guan Zhi, sarà in grado di mantenere lo straordinario ritmo di una nuova produzione ogni sei, massimo, dodici mesi. La prossima Qoros intanto, sarà un SUV moderno e dinamico che presenterà una griglia frontale e luci a led posteriori.

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Il Gruppo Volkswagen nuovo leader del mercato cinese

 

di Leonardo Frenquelli

 

Dal punto di vista automobilistico, il mercato più importante per numero di veicoli prodotti e venduti è sicuramente quello cinese. Tenendo conto di ogni mezzo a quattro ruote, sia pubblico che privato, proprio nelle prossime ore diverrà il primo mercato a raggiungere quota 20 milioni di vendite in un anno. Proprio negli ultimi mesi la Cina aveva aumentato la richiesta e la produzione di automobili, sia di marchi stranieri che interni, per un incremento di quasi il 20% annuo. Da quasi nove anni, ormai, questo impero ha avuto un unico padrone: il marchio General Motors ha dominato in maniera incontrastabile, almeno fino agli inizi di dicembre. Stando a quanto riferisce Bloomberg infatti, l’enorme casa di Detroit si è fatta scavalcare dalla Volkswagen nella prima settimana dell’ultimo mese dell’anno. Con ben una settimana di anticipo la casa tedesca ha raggiunto il target di 3 milioni di unità vendute, calcolando tutti i marchi che essa “contiene” sul mercato cinese (Volkswagen, Seat, Bentley, Porsche, Lamborghini ed Audi). A Wolfsburg, però, non sono del tutto soddisfatti. Convinti di avere qualche limite a livello di capacità di produzione, si affacciano sul nuovo anno con l’uscita di A3 Sedan e A4 per il marchio Audi e prenderà il via la fabbricazione di Volkswagen Bora e Skoda Octavia. A fronte di questa perdita del trono, a Detroit si stanno prendendo già degli importanti provvedimenti. Dan Akerson, CEO e Chairman della General Motors dal  primo settembre 2010, sarà sostituito dopo il suo mandato, dopo che già ad aprile dell’anno che sta per concludersi si era cominciato a parlare di un possibile ritiro. A prendere il suo posto, come annunciato lo scorso 10 dicembre, sarà Mary Barra, imprenditrice americana. La cinquantaduenne del Michigan, sarà la prima donna a prendere il comando di una casa automobilistica così importante ed il suo mandato prenderà il via a partire dal 15 gennaio 2014. Mentre per il mercato cinese si prevede che entro il 2020 possa raggiungere i 22 milioni di veicoli venduti, gli americani cercheranno di ritornare a dominare questa industria in continua crescita, dopo lo storico sorpasso Volkswagen.

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MINI “John Cooper Works Concept”

 

di Leonardo Frenquelli

 

Quando nel mondo automobilistico si parla di “concept”, è probabile che ci si riferisca a progetti vagamente accennati da una casa, da realizzare in un futuro non necessariamente prossimo. Questo discorso non vale per la nuova MINI “John Cooper Works Concept”. La nuova vettura della casa inglese sarà infatti presentata, con ogni probabilità, al Salone di Detroit previsto dal 13 al 26 gennaio 2014. Siamo ormai giunti alla terza generazione di questa sportiva che andrà ad ampliare la gamma delle nuove MINI, aggiungendosi alle nasciture Cooper, Cooper S e Cooper D, rinnovate sotto molti punti di vista. Questa concept seguirà la linea delle edizioni precedenti, presentandosi quindi con l’obiettivo di essere una sportiva, garante di ottime prestazioni ma allo stesso tempo spaziosa e confortevole anche per viaggi di medio-lunga distanza. Come suo solito la MINI dà molta importanza allo stile ed alle caratteristiche estetiche di una vettura: la classica doppia striscia longitudinale, il tettino, gli specchietti e numerosi altri dettagli saranno di colore rosso, di contorno alla verniciatura Bright Highways Grey, lucidata a mano per rimanere splendente e bella da vedere. Inoltre spiccano anche le nuove luci al led, paraurti con prese d’aria sul muso cromate, così come il doppio scarico, fregiato anche del logo delle edizioni speciali JCW. Dal punto di vista tecnico uno dei target principali era quello di incrementare le prestazioni, riguardo alle quali Mini non ha ancora rilasciato nessun dato o testimonianza ufficiale. Sappiamo però che attraverso l’utilizzo di materiali particolari, si è badato ad una sostanziale riduzione dei pesi complessivi della vettura. Si aggiunge alle specifiche tecniche di questa “piccola” sportiva anche un assetto maggiormente aerodinamico, grazie ai suddetti nuovi paraurti e ad un set di cerchi in lega 18” a cinque razze. Come detto, la MINI non ha ancora diramato notizie ufficiali sulle motorizzazioni che saranno disponibili per questo modello ma è molto probabile che venga montato lo stesso 2.0 turbo presente sulla Cooper S, potenziato da 192 a 210/230 cavalli. Per questo nuovo lavoro è stato anche incrementato il passo, per favorire un maggiore grip a terra anche a velocità più elevate. Una concept già svelata dunque, piuttosto insolito ma il fatto che sia una MINI vale da garanzia di soddisfazione delle attese.