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L’elettrico non ha più confini

 

di Flavio Grisoli

 

“Gli Stati Uniti hanno sempre dato il loro meglio quando si è trattato di reinventarsi”: così Matt Levatich, presidente e capo operativo di Harley-Davidson, il più famoso marchio delle due ruote, dichiara alla presentazione del “Project LiveWire”, il primo progetto di motocicletta elettrica firmato dalla casa di Milwaukee. Il dirigente del produttore del Wisconsin continua: “Come per gli Stati Uniti, anche Harley-Davidson si è reinventata più volte nella storia anche grazie al contributo dei clienti che ci hanno accompagnato in ogni momento. Project LiveWire è un altro esaltante momento nella nostra storia costruito insieme a loro”. Perché “insieme a loro”? Semplice, perché attraverso la “Project LiveWire Experience”, Harley-Davidson inviterà i clienti e i potenziali ad un test-ride finalizzato esclusivamente a raccogliere pareri e sensazioni su questo nuovo prodotto. La Project LiveWire, infatti, non sarà in vendita ma verrà sviluppata come piattaforma di pareri rispetto ad una H-D elettrica. A guardarla, vorremmo fosse già in vendita, perché è assolutamente bellissima e la mancanza di serbatoio e di gruppo motore è un vantaggio in termini di peso e quindi di maneggevolezza. Un particolare assolutamente rilevante per una motocicletta, a differenza delle automobili. “Nel 2014 sarà lanciato un tour che partirà dalla Route 66, visiterà più di 30 concessionarie H-D fino alla fine dell’anno. Nel 2015 il tour si allargherà in tutti gli Stati Uniti e anche in Canada ed Europa”, prosegue Levatich. Dal punto di vista del “sound”, invece? Risponde Mark-Hans Richer, vicepresidente e direttore marketing: “Questa moto offre un’esperienza di guida viscerale, grazie alla sua accelerazione strappa-gomme e all’inconfondibile sonorità. Sembra un caccia che decolla da una portaerei. Il sound unico di Project LiveWire è stato pensato per differenziarlo dai motori a combustione interna e dalle altre motociclette elettriche sul mercato”. Insomma, non ci resta che attendere il prossimo anno per vederla dal vivo.

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Peugeot 108: prova parigina

 

di Filippo Gherardi

 

Compattezza, manegevolezza ed economia d’utilizzo. Questi i tre obiettivi e i tre tratti dominanti della nuova Peugeot 108, city car del segmento A d’ultima generazione, lanciata sul mercato dal Leone francese e realizzata in parallelo con le sue sorelle, almeno da un punto vista strettamente tecnico, Citroen C1 e Toyota Aygo. Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di testarla tra le strade e nei dintorni di Parigi, capirne pregi ed osservarne sfumature. Partiamo dal design, e partiamo nella fattispecie dai gruppi ottici: quelli anteriori, il vero tratto distintivo nel look esterno rispetto alla C1, sono incastonati nel resto della carrozzeria rimarcando lo spirito dinamico classico delle vetture del Leone francese, mentre quelli posteriori si contraddistinguono per l’ormai consolidata trama che prevede i tre artigli luminosi. Per il resto stile frizzante e al tempo stesso glamour, ben complementare con quello che è il target di riferimento di questa vettura, composto soprattutto da donne ma anche da coppie senza figli. Le misure recitano 3,47m di lunghezza, 1,62 di larghezza, un passo di 2.34m ed un peso di 840kg. Comodo l’ingresso nell’abitacolo, soprattutto nella variante cinque porte, sedili comodi ed avvolgenti, mentre il bagagliaio registra una capienza base di 243 litri estendibile fino ad 868 litri grazie ad un divano posteriore frazionabile. Così come per la “sorella” C1, un capitolo a parte anche per la Peugeot 108 lo merita la tecnologia. Touch screen intregrato da 7″, retrocamera e soprattutto la funzione Mirror Screen che permette di collegare il proprio smartphone alla vettura e di utilizzarne con estrema facilità tutte le principali funzioni. A tutto questo aggiungete pure Hill Assist di serie per le partenze in salita, accensione automatica delle luci, limitatore di velocità e servosterzo elettrico di serie. Un’altra parola chiave della nuova 108 è senza dubbio personalizzazione, con ben sette temi diversi che coinvolgono tappetini, cover retrovisori, cover telecomando e stickers plancia, oltre a stickers di carrozzeria diversi tra la versione berlina, quella Top e quella Bi-Color. A proposito di versione Top, sono disponibili anche tre capote differenti. Sbarcata sul mercato italiano a partire da questo mese di giugno, da un punto di vista tecnico nel nostro paese sarà presente nella doppia versione 3 e 5 porte e con 3 motorizzazioni differenti: il 1.0 Vti da 68CV, il 1.0 Vti sempre da 68 CV ma con cambio robotizzato ed infine il 1.2 Pure Tech da 82 CV. Tre gli allestimenti di gamma: Access, Active ed Allure, che diventano cinque se consideriamo anche le versioni cabrio Active TOP ed Allure Top. I prezzi vanno dai 9.950 euro della versione Access 1.0 Vti ai 14.650 euro della versione Allure TOP 1.2 Pure Tech, mentre i consumi (e qui ritorna l’economia di utlizzo di cui parlavamo in apertura ndr) oscillano tra i 3,8 e i 4,3 l/100km, con emissioni di CO2 che non superano i 99 g/km.

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Citroen C1: la prova

 

di Filippo Gherardi

 

Nata (e sviluppata) dal progetto in comune con Peugeot 108 e Toyota Aygo, la nuova C1 sbarca sul mercato con il serio intento di conquistarlo. L’ultima versione in ordine di tempo della city car di casa Citroen si contraddistingue, innanzitutto, per due tratti dominanti: cura del design estetico e confort ai massimi livelli per una vettura della sua categoria. Partiamo dal primo aspetto: la cura quasi maniacale del dettaglio da parte dei designers francesi consegna a questa vettura componenti stilistiche davvero ragguardevoli, cominciando da un volume compatto e da una capote, per i modelli Airscape, in tela colorata sgargiante, ma anche un profilo che, grazie al particolare design dei gruppi ottici anteriori, regala alla C1 un vero e proprio ritratto facciale con tanto di naso, bocca ed occhi. Una macchina dal look simpatico ma al tempo stesso deciso, lunga 3.46 metri e con una forte componente di personalizzazione cromatica con ben otto tinte diverse. La superficie del tettino è di 80×76 cm, apribile elettricamente nella versione Airscape, mentre il peso complessivo è stato ridotto arrivando ad una massa che non supera gli 840 kg. Passando al confort, altro punto forte come detto di questa vettura, ciò che balza immediatamente all’occhio è la grande comodità dei sedili anteriori, avvolgenti ed adatti anche per sostenere le distanze più lunghe. Buona anche la tenuta di strada, tenendo sempre conto che stiamo parlando di una city car, un aspetto che tuttavia non limita manegevolezza ed agilità. Ottimo il livello di insonorizzazione all’interno dell’abitacolo, dove più di ogni altra cosa però emerge soprattutto l’importante dose di tecnologia che la nuova C1 porta in dotazione: touch board da 7″, retrocamera per il parcheggio e, ultima ma non ultima, l’innovativa tecnologia Mirror Screen che permette con estrema facilità di collegare il proprio smartphone alla vettura ed utilizzarne in pieno tutte le funzioni. Rimanendo in tema di tecnologia, disponibile anche l’Hill Assist per le partenze in salita ed il sistema di identificazione della vettura di ultima generazione Card Deluxe. Tre gli allestimenti disponibili per la versione berlina: Live, Feel e Shine, oltre alla Shine Edition, mentre per quella Airscape è disponibile anche la Feel Edition. Da un punto di vista di motori, disponibili quattro propulsori differenti: il 1.0 VTi da 68Cv ed il 1.0 e-VTi AirDream sempre da 68 Cv, oltre al 1.0 VTi 68 Cv con cambio pilotato ETG e il 1.2 VTi da 82 Cv. Per tutti vale la stessa identica linea comune: consumi ed emissioni bassissimi, e se nel primo caso non si va sotto i 3,8 l/100km ma nemmeno oltre i 4,3 l/100km, nel secondo non si superano i 99 g/km della versione 1.2 VTi 82. Disponibile sia nella doppia variante a 3 e a 5 porte, il target di riferimento del nuovo modello di C1 è di gran lunga quello delle donne, seguito da coppie senza figli e pensionati. Debutto sul mercato previsto per il 26 giugno, i prezzi sono compresi tra i 9.950 euro della versione Live 1.0 VTi 3 porte, ai 13.450 euro della versione Shine Edition 1.2 VTi 82 sempre a 3 porte.

Cartellone pubblicitario della SABIC

A ruota libera

 

di Flavio Grisoli

 

Il futuro dell’impatto al suolo delle nostre autovetture presto potrebbe chiamarsi Ultem. Si tratta di una resina speciale prodotta dall’azienda petrolchimica Sabic in collaborazione con Kringlan. Sabic è una delle più grandi industrie del settore al mondo ed è stata creata negli anni ’70 per regio decreto in Arabia Saudita, che ne possiede il 70%. Presidente è il principe Prince Saud bin Abdullah bin Thunayan Al-Saud. Il quartier generale è a Riyadh, capitale dell’Arabia Saudita. Tornando al prodotto, Ultem è una resina composita di carbonio/termoplastica ed è, tecnicamente, un amorfo polieterimide termoplastica. Come caratteristiche ha un’elevatissima resistenza e rigidità, ad altissime temperature e agli agenti chimici. Questo nuovo materiale andrà ben presto a rimpiazzare il metallo e l’alluminio attualmente in uso per la produzione di tutte le ruote delle autovetture in circolazione. Non ci sono solo motivazioni ingegneristiche, anche se potremmo elencare molte altre caratteristiche (temperatura di transizione vetrosa a 217°, intrinseca resistenza alla fiamma con un LOI del 47%, generando comunque un fumo non più denso e dannoso di quello del legno), di certo quello che potrebbe interessare maggiormente i lettori è che questo materiale è estremamente leggero. Cosa significa questo? Che la vettura pesa meno, di conseguenza consuma meno carburante e quindi inquina anche meno. Circa il 2-3% di emissioni di CO2 in meno rispetto ad auto che montano ruote in materiali tradizionali. Naturalmente questi materiali sono stati sottoposti e hanno superato i test dell’Associazione di Controllo Tecnico tedesca (TüV), per verificare che rispettino gli standard definiti dalle norme vigenti per le ruote metalliche. Fatto questo, ora non resta che attendere che arrivino sul mercato.

Fiat Novo Uno Rua

Cose dell’altro mondo (o quasi)

 

di Filippo Gherardi

 

Partiamo dalla Francia, non proprio il capo opposto del mondo rispetto a noi. Il Parlamento transalpino, attraverso la commissione dell’assemblea nazionale presieduta dal socialista Jean-Paul Chanteguet, propone una legge a tutela dell’ecotassa. Un emendamento che prevede l’introduzione di una franchigia chilometrica, per i trasporti a corto raggio, abbinata all’istituzione di un fondo monetario per l’acquisto di veicoli ecologici. Un “manovra” che porterebbe (cifre stimate) nelle casse pubbliche francesi la bellezza di 800 milioni di euro l’anno e che conserverebbe, comunque vada, le già preesistenti esenzioni. Sul tavolo del dibattito politico nel corso della prossima estate, si sta valutando un periodo quadrimestrale di prova (autunno) prima di renderla effettiva a partire dal 2015. Nel frattempo il mondo, non solo quello calcistico-sportivo, nei prossimi giorni e per almeno un mese focalizzerà le sue attenzioni in Brasile, in questo caso davvero dall’altra parte del pianeta, per l’edizione 2014 della Coppa del Mondo di calcio, ed allora ecco due marchi “simbolo” dell’automobilismo occidentale lanciare altrettante vetture che riguardano, più o meno direttamente, l’imminente e futura centralità del paese della samba. La prima è la Ford che, notizie di questi giorni, coadiuvata dalla Troller Veicuols Especials fa esordire sul mercato carioca il Troller T4, SUV prodotto in Brasile ma che proprio in Brasile, in occasione della sua presentazione a Sao Paulo, ha riscosso anche sonore critiche per il prezzo, non proprio alla portata di tutti, e per un DNA che richiama le caratteristiche principali della filosofia americana (statunitense) del concetto stesso di SUV, lontana, non poco, da quella brasiliana. Il nuovo T4 avrà, tra gli altri, il compito di fronteggiare sul mercato i prodotti di casa Jeep e quindi, indirettamente, della grande famiglia Fiat, che nel frattempo e sempre in Brasile, oltre che in questi giorni, scommette sulla sua Novo Uno Rua edizione limitata. Disponibile in appena 2000 unità, colore, rifiniture e nome (Rua) certificano in pieno lo spirito brasiliano di questa utilitaria da prezzi e cilindrata contenuti, ma anche dallo spirito tipico verdeoro.

TOP Foto

Tradizione & Novità

 

di Maurizio Elviretti

 

Venerdì 16 Maggio la carovana della MilleMiglia 2014 ha toccato la Capitale, con l’arrivo ufficiale della tappa a Castel Sant’Angelo, nel pieno cuore di Roma. Questa location è stata anche la cornice ideale per Mercedes per lanciare l’anteprima della nuova Classe S Coupè, massima interpretazione di stile, con un connubio vincente di eleganza e sportività raffinata. Il nuovo gioiellino della casa teutonica segna il ritorno all’epoca del mitico SEC grazie a proporzioni classiche da grande coupè sportivo, con allestimenti rifiniti ed altamente esclusivi e con un occhio di riguardo per i dettagli esterni come i cristalli Swarovski nei fari anteriori. Gli interni della S Coupé sono a dir poco sontuosi, con sedili sportivi in pelle ed una plancia armoniosa ed avvolgente, nella quale gli airbag disposti più in basso del normale hanno consentito di portare in primo piano uno spettacolare display in formato widescreen dell’infotainment, controllabile attraverso il touch pad sul tunnel. Prezioso l’impianto hi-fi, basato sul Burmester Sound System Surround. La vettura è già ordinabile, con consegne a partire da settembre: il listino parte da 130mila euro, ma con una serie di accessori qualificanti si sfiorano i 150mila. Per la versione 63AMG si sale di almeno altri 30mila euro. Ma d’altronde stiamo parlando dell’università dell’automobile. Di tutto questo e tanto altro ancora ne ha parlato il nostro Filippo Gherardi con il Responsabile Comunicazione di Mercedes Paolo Lanzoni, che ci ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: «Per noi la MilleMiglia è un momento importantissimo, da sempre racconta un pezzo della nostra storia, la storia delle nostre corse è legata infatti alla MilleMiglia, all’Italia e alla Targa Florio. Siamo contenti che ogni anno la MilleMiglia sia anche l’occasione per presentare una nuova vettura in anteprima, quest’anno la nuova Classe S Coupè che a nostro avviso è da sempre un punto di riferimento nel mercato automobilistico. Quello che introduciamo sulla Classe S arriverà 25 anni dopo in tutto il mercato automobilistico. Torniamo ai fasti del SEC, andiamo 30 anni indietro, con linee scolpite molto filanti, oltre 5 metri di vettura nascosta da un design incredibile, senza montante centrale e totale apertura dei vetri laterali. Un’esperienza di guida incredibile. Sulla nuova Classe S Coupè troviamo ancora il braccio elettromeccanico che allunga la cintura di sicurezza per i passeggeri anteriori, questi sono dei dettagli che fanno capire quanto Mercedes tiene a preservare le tradizioni ed innovare al tempo stesso. Per quanto riguarda il lato estetico, c’è la possibilità di inserire ben 47 Swarovski nei fari, un po’ a sottolineare l’infinita possibilità di personalizzazione di questa vettura. Stiamo parlando di una vettura che parte dai 130 mila euro, disponibile in 2 motorizzazioni tutte V8, abbiamo anche la versione AMG da 585 CV. Questi 47 cristalli per faro servono a dare più luce ed un look più accattivante alla nostra vettura. Tanta tecnologia: è la prima vettura al mondo con il sistema di inclinazione in curva, il Magic Body Control, con le ruote che si inclinano ed accompagnano la forza cinetica delle curve in modo da rendere ancora più confortevole e fluida la guida, una cosa che troveremo tra molti anni anche sulle altre automobili. Facendo un’analisi più generale, l’anno è cominciato bene per Mercedes, abbiamo una gamma di vetture molto belle e ideali per il nostro mercato perchè sono compatte, vedi la Classe A e la GLA il nostro crossover che sta andando molto bene, dopodiché stiamo introducendo S Coupè ed il nostro primo monovolume in assoluto, la Classe V. Abbiamo vetture di volumi, vetture ideali per le flotte come la nuova Classe C presentata da poco, e poi le nicchie che da sempre contraddistinguono il nostro marchio e con la Classe S Coupé, nello specifico, torniamo a parlare al cuore dei clienti Mercedes. Quest’anno per la prima volta abbiamo organizzato il “Mercedes Benz Tribute to MilleMiglia”, abbiamo raccolto 40 vetture del passato, ma che per motivi di regolamento non possono partecipare alla MilleMiglia, che anticipano la meravigliosa carovana a prescindere dal marchio». Oltre all’anteprima della nuova Classe S Coupè, la casa “stellata” ha colto l’occasione per festeggiare alla MilleMiglia 2014 anche i 120 anni di successi nel Motorsport e i 60 anni di “Ali di Gabbiano”, la leggendaria 300 SL Gullwing prodotta dal 1954.

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Eco-Mobilità

di Flavio Grisoli

 

Ormai la mobilità sostenibile (a bassi costi) è diventato uno dei grandi obiettivi del prossimo futuro, sia perché il petrolio non durerà per sempre, sia per evitare ulteriori intensificazioni dell’effetto serra. La scorsa settimana si è svolta a Rotterdam l’edizione 2014 della “Shell Eco-marathon” versione europea, la più importante competizione dedicata al tema della mobilità a prezzi ridotti. Per l’occasione quasi duecento team di studenti provenienti da ogni angolo d’Europa si sono sfidati con le loro creazioni artigianali con l’obiettivo di coprire la maggior distanza possibile con l’equivalente di 1 kWh di energia o un litro di carburante. I risultati conseguiti sono a dir poco stupefacenti: la squadra francese Microjoule – La Joliverie è stata in grado di progettare un prototipo che ha percorso 3.314,9 km con un solo litro di benzina. Praticamente come un viaggio da Roma a Nižnij Novgorod, cittadina a est di Mosca. Il miglioramento rispetto alla scorsa edizione è stata dell’11%. Resta da domandarsi come sia possibile raggiungere risultati di questo tipo. Ovviamente si tratta di prototipi che non sono realizzati per addentrarsi nel traffico cittadino, ma di vetture futuristiche concepite per ridurre l’attrito al minimo e massimizzare l’efficienza aerodinamica. Ad esempio i vincitori del contest francesi sono costretti a guidare l’auto praticamente da sdraiati all’interno di un abitacolo particolarmente angusto. Naturalmente questa particolarità limita al minimo la visibilità e la possibilità di effettuare sorpassi. Una carrozzeria totalmente in fibra in carbonio e un motore piccolo ma dall’altissima efficienza fanno poi il resto. Anche l’Italia si è però ben comportata in questa particolare manifestazione: l’ITIP “Luigi Bucci” di Faenza è infatti salito sul podio sia con l’Urban Concept (primo posto nella categoria GTL) che con il prototipo alimentato a diesel (terzo posto), ottenendo risultati di efficienza energetica quasi triplicati rispetto alle prestazioni dello scorso anno. FaBI-Sparkless – questo il nome del veicolo – ha infatti percorso con un solo litro di carburante la distanza di 727,4 Km – l’equivalente di un viaggio da Venezia a Napoli. Si è distinto nella competizione anche il Politecnico di Torino, che si è piazzato al quarto posto nella categoria prototipi grazie a un veicolo a idrogeno capace di percorrere oltre 314 km con un kWh di energia. Insomma, anche se stiamo parlando di sperimentazioni e di vetture non certo di massa, lo scarto rispetto alle automobili in commercio – che pure hanno migliorato negli ultimi anni le proprie prestazioni – è clamoroso. Tanto che, visti i costi del carburante, non resta che condividere l’auspicio finale di Norman Koch, Technical Director della Shell Eco-marathon: “Speriamo che queste innovazioni possano raggiungere, un giorno, anche i veicoli che circolano sulle nostre strade”.

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Numeri all’italiana

 

di Filippo Gherardi

 

Arriverà il momento in cui i numeri, quelli che contano davvero, torneranno ad essere un alleato anziché un nemico. Intendiamoci, per sorridere e per considerare il peggio passato bisognerà ancora attendere un po’ di tempo, lavorare molto (chi di dovere) ed affidarsi a statistiche più definitive, ma nel frattempo giusto “accontentarsi” di valutare e riferire dati indicativi per il mercato italiano delle quattro ruote e per i suoi consumatori. All’apertura del Automotive Dealer Day di Verona il direttore generale di Quintegia, la società che studia le dinamiche della distribuzione auto, ha riconosciuto che malgrado la crisi e malgrado il fatto che il mercato stia sensibilmente cambiando i suoi confini geografici, con paesi come (nell’ordine) Cina, Brasile e Russia che rappresentano delle nuove ed emergenti frontiere, l’automobile in’Italia rimane un fattore rilevante. Merito, almeno apparentemente, di un impulso che è figlio delle continue novità tecnologiche introdotte e di un insieme di valori e servizi fino a qualche tempo fa davvero inimmaginabili. L’Italia ha chiuso il 2013 al dodicesimo posto nella classifica mondiale per numero di immatricolazioni, ma il dato che vale la pena mettere ancor più in risalto è quello delle 690 auto (e veicoli commerciali) ogni 1000 abitanti, che pone il nostro paese ben oltre la media mondiale, ferma a 170, e quella europea, che non supera le 563 unità. Gli italiani continuano ad investire sulle automobili quindi, malgrado, sempre numeri alla mano, continuino a tagliare sui consumi dei carburanti. Anche in questo caso ci si affida ai dati diffusi, e nello specifico da parte del Centro Studi Promotor. Il 2013 si era chiuso con un taglio complessivo, rispetto al periodo antecedente alla crisi economica (2007 ndr), del 20,9%, e la tendenza anche in questo primo quadrimestre del 2014 sembra essere pressoché la stessa. Un’ulteriore riduzione dell’1,8% nell’utilizzo di benzina e gasolio, che ha portato ad una diminuzione della spesa complessiva, in questo stesso periodo temporale, di 934 milioni. Gli italiani, nei primi quattro mesi del 2014, hanno fatto registrare una spesa complessiva di 19,518 miliardi, esattamente il 4,6% in meno rispetto a quella registrata nello stesso periodo di un anno fa. Per qualcuno la logica conseguenza di questi numeri, e forse anche la possibile soluzione per risollevarli, dovrebbe essere quella di ridurre la tassazione (record) dei carburanti. Staremo a vedere se anche chi dovere la penserà allo stesso modo.

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Volkswagen Polo 2014

 

di Valerio Zuddas

 

La Volkswagen Polo 2014 ha debuttato nelle concessionarie italiane con un weekend porte aperte lo scorso 17 e 18 maggio. I vertici della Casa hanno deciso di ricorrere ad un restyling molto leggero, mantenendo le classiche linee un po’ squadrate. Le principali novità estetiche riguardano infatti i paraurti e la fanaleria, con lampade alogene H7 per tutta la gamma e, dall’autunno prossimo, l’opzione dei fari a Led, una specie di primizia per la categoria. La Volkswagen Polo 2014 porta in dote una gamma motori completamente rivista, con new entry importanti e già in regola con la normativa Euro 6, un altro primato nel segmento B. Per il lancio l’offerta prevede sul fronte benzina due varianti del tre cilindri 1.0 MPI, da 60 e 75 cv, oltre al 1.200 TSI BlueMotion Technology (con start & stop) da 90 cv. Quanto ai turbodiesel, a monopolizzare la scena è ora il 1.400 TDI, a sua volta a tre cilindri e con potenze da 75 e 90 cv. Sulle Polo 2014 da 90 cv sarà disponibile a breve il cambio robotizzato a doppia frizione DSG a 7 marce, mentre a novembre si aggiungerà anche il piccolo mille in versione turbo da 95 cv. Gli ingegneri elettronici hanno reso la Polo 2014 la macchina più high tech del segmento B. Tra le dotazioni di serie spiccano adesso il nuovo servosterzo elettromeccanico, il dispositivo che rileva il rischio di colpi di sonno (Fatigue Detection System) e il sistema anticollisione multipla, che frena la macchina dopo che ha subito un primo tamponamento. Tra i gadget a richiesta spuntano invece il cruise control adattivo e l’assetto Sport Select, che permette di regolare in due modi gli ammortizzatori, tramite un semplice pulsante sulla plancia, rendendoli all’occorrenza più sportivi. Altre chicche a pagamento sono la telecamera posteriore Rear View e il Front Assist, che fiuta il pericolo di incidenti e, in caso di pericolo, interviene a limitare i danni grazie alla funzione di frenata di emergenza City. La Volkswagen Polo 2014 fa un bel passo in avanti anche sul fronte dell’infotainment, con i sistemi radio e quelli di navigazione che appartengono alla famiglia MIB, la stessa della Golf. Molte le versioni disponibili, con un eventuale sensore di prossimità e che possono permettere, tra le altre cose, lo streaming audio e la zoomata a due dita sul touchsceen. Tra le funzioni più apprezzate c’è anche quella MirrorLink, per gestire dalla plancia certe app dello smartphone. Nella gamma sono previste anche le varianti CrossPolo, GTI, BlueGT e BlueMotion ma per il momento occhi puntati sulla Volkswagen Polo 2014 base, il cui listino ruota attorno a tre allestimenti: Trendline, Comfortline e Fresh, che per il momento fa la veci del classico Highline. E’ interessante soprattutto notare come la versione base si presenti oggi piuttosto ricca, con di serie anche il climatizzatore, il Fatigue Detection di cui sopra, la spia di controllo della pressione pneumatici, la chiusura centralizzata con telecomando, un nuovo volante a tre razze, la radio Composition Touch e il computer di bordo. Così attrezzata, la Polo 1.0 60 cv costerebbe 12.600 euro ma per il lancio è stata varata una promozione che porta il prezzo a 10.900 euro. Sul fronte opposto, la Polo più cara è per il momento la 1.4 TDI 90 cv Fresh, che costa 18.500 euro.