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Volkswagen Tiguan GTE Active Concept: il debutto a Detroit

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

A pochi giorni dalla presentazione fatta al CES di Las Vegas della proposta del minibus elettrico Budd-e, Volkswagen continua a rimanere attaccata al tema dell’ambiente preparando il debutto, al Salone di Detroit aperto proprio oggi, della nuova Tiguan GTE Active Concept. Evoluzione del suv compatto visto allo scorso Salone di Francoforte e basato sulla piattaforma modulare MQB, la nuova Tiguan GTE presenterà meno novità rispetto al Budd-e di cui sopra ma dovrebbe avere già il look e la configurazione definitivi di quando entrerà nel mercato, probabilmente già nell’anno in corso. Come si capisce dalla sigla GTE, entra a far parte della stessa famiglia della Golf GTE e prevede un motore benzina da 148 cavalli, coadiuvato da due unità elettriche per generare una potenza totale di 221 Cv. E’ il cambio DSG a sei rapporti a trasmettere la potenza all’avantreno, mentre sarà solo uno dei due propulsori elettrici a spingere il retrotreno, con la trazione integrale gestita in maniera elettronica. Per quanto riguarda l’autonomia, in modalità esclusivamente elettrica non parliamo di numeri esaltanti, 36 km per la precisione, ma attraverso il sistema ibrido plug-in arriviamo a prestazioni di buon livello, come l’accelerazione da 0 a 100 in 6,4 secondi in Sport Mode ed un’autonomia complessiva dichiarata di 935 km.

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Auguri Golf GTI: la Volskwagen ti regala la Clubsport

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

 E’ tempo di festeggiare in casa Volkswagen: la versione GTI della Golf compie quarant’anni, e dopo oltre due milioni di esemplari venduti la casa tedesca decide di celebrare l’anniversario lanciando la serie speciale Clubsport. In arrivo sul mercato ad inizio 2016 e poco al di sotto in gamma rispetto alla Golf R, la Clubsport sarà la GTI più potente di sempre, con un look grintoso e dettagli particolari come il nuovo paraurti anteriore, il diffusore posteriore, lo spoiler sul tetto, i listelli sottoporta e gli inediti cerchi in lega da 18 o 19 pollici; i sedili sportivi che troviamo all’interno confermano il modo d’essere di questo modello, mentre per la tecnologia è presente il sistema d’infotainment Composition Touch con display monocromatico da 5”, o in alternativa il Composition Colour con schermo a colori o ancora il Composition Media con schermo a colori da 8”. Passando al motore, di certo la parte più interessante, per la Clubsport parliamo di un quattro cilindri TSI da 2.0 a iniezione diretta da 265 cavalli (35 in più rispetto al modello “classico” della GTI), che possono diventare 290 con la funzione overboost; se la velocità massima è limitata elettronicamente a 250 km/h, l’accelerazione da 0 a 100 può arrivare ad essere di 5,9 secondi grazie alla funzione Launch Control del cambio automatico DSG proposto come optional. Per favorire le prestazioni, la Golf GTI Clubsport è dotata di trazione anteriore, differenziale anteriore elettronico, differenziale elettronico a bloccaggio trasversale XDS+ e infine sterzo progressivo, ai quali vanno aggiunti il telaio sportivo ribassato di 15 mm e le sospensioni McPherson.

 

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Dieselgate: Volskwagen si prepara a risolvere i problemi

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Dopo l’imponente scandalo Dieselgate, per Volkswagen è ora di porre rimedio. Il Gruppo teutonico, infatti,entro la fine del mese presenterà al KBA, l’Autorità Federale per i Trasporti tedesca, le soluzioni tecniche per i motori EA 189 truccati e montati su milioni di macchine con propulsori 1.6 e 2.0. Oltre a prevedere molto probabilmente un aggiornamento dei software, le modifiche sui motori 1.6 consisteranno nell’installazione di un trasformatore di flusso davanti al misuratore della massa d’aria; il trasformatore di cui sopra è in pratica una griglia che regola la formazione di vortici d’aria e aumenta la precisione della misurazione del flusso. Per quanto riguarda i 2.0 invece, i primi propulsori a far emergere lo scandalo, basterà un semplice aggiornamento del software. I tempi stimati delle modifiche tecniche sono all’incirca di un’ora per i 1.6 e appena mezz’ora per i 2.0, lo scopo di Volkswagen è quello di dare avvio agli aggiornamenti già dal prossimo gennaio mettendo in atto le misure appropriate nel corso di tutto il 2016. Tutti i clienti saranno contattati e in caso di bisogno verrà messa loro a disposizione una vettura sostitutiva per il tempo utile alle modifiche. Inoltre, nei prossimi giorni, il Gruppo Volkswagen presenterà al KBA anche le soluzioni per quanto riguarda i problemi delle motorizzazioni Diesel 1.2 tre cilindri.

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VW-gate: conseguenze pericolose

 

di Filippo Gherardi

 

Sarà davvero ricordato come l’anno zero, il punto di non ritorno, del mondo dorato dell’automotive? È ancora troppo presto per stabilirlo e, forse, anche troppo difficile che ciò avvenga realmente. Fatto sta che lo scandalo diesel-gate che ha inghiottito numeri, azioni, vetture e credibilità del gruppo Volkswagen di spunti, ancor prima che notizie, ne lascia e come in eredità. Tralasciando una tempistica che sfiora il paradossale, a due mesi dal sorpasso da parte del marchio di Wolfsburg nei confronti di Toyota come primo produttore di auto al mondo, e praticamente in contemporanea con un Salone di Francoforte in cui le case automobilistiche, tedesche in primis, si sono specchiate nella loro cherubina bellezza, quel che resta (e resterà) è innanzitutto il dubbio diffuso che Volkswagen e il suo “software trucca-emissioni” non siano gli unici protagonisti cattivi di un settore dove spesso la linearità comunicativa non sempre risulta scontata. Che un vaso di Pandora sia stato scoperchiato dopo la denuncia portata alla luce dalle autorità statunitensi, e la conseguente ammissione di colpa di Volkswagen, appare un’ipotesi credibile, soprattutto se controlliamo i nomi, e i marchi, che nei giorni a seguire hanno cominciato a passare sotto l’inesorabile lente di controllo dell’opinione pubblica. Il dubbio tuttavia rimane tale, perché fino a prova contraria al par di Volkswagen, almeno per ora, nessuno. Ed allora giusto focalizzarci su quello che rischia di capitare a chi all’interno di Volkswagen, da anni, ha sacrificato anni, tempo e fatica, a tutti coloro verso cui si è rivolto nei giorni scorsi il nuovo CEO Matthias Muller, qualcosa di molto vicino all’uomo meno invidiato del momento, dicendo che il percorso di ripresa sarà doloroso, che i 6,5 miliardi di euro accantonati non basteranno a pagare multe e risarcimenti e che saranno previsti tagli netti su tutto ciò che non sarà valutato strettamente necessario. Ciò nonostante, sempre Muller ha garantito che si farà di tutto per salvaguardare i posti di lavoro (che nel caso di Volkswagen, in cifre, si legge come migliaia di possibili licenziamenti), rinnovando che almeno da un punto di vista della sicurezza, per le motorizzazioni e le vetture incriminate, il suo gruppo non ha davvero nulla da farsi rimproverare. A questo si aggiunga pure che, sempre in questi giorni, è stato stimato l’avvio dei richiami delle auto diesel per la sostituzione dei dispositivi truccati ad inizio Gennaio, così da provare a sistemarle tutte entro la fine del 2016, e che il gruppo tedesco sta lavorando, come prima opera di rilancio, su una nuova e più che mai rivoluzionaria piattaforma modulare per motori trasversali di nome Mqb. Ma queste, almeno stavolta, rimangono solo notizie. Spunti, preoccupazioni e dubbi sono ben altri.

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Scandalo Emissioni: per Volkswagen tempo fino al 7 ottobre per liberarsi del software

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

 

Volkswagen potrebbe essere solo la prima casa in ordine cronologico ad essere stata coinvolta in quello che sembra essere un vero e propri caso  che sta scuotendo il mondo del mercato automobilistico. Adesso, infatti, anche la Bmw è entrata nel mirino, finendo sotto inchiesta della National Highway Traffic Satefy Administration, che sta indagando su Mini per i ritardi relativi alla risoluzione dei problemi delle auto che non hanno superato i crash test, precisamente 30.000 Mini Cooper e Cooper S. Tornando alla Volkswagen è stata aperta un’indagine sull’ex Ceo Martin Winterkorn, mentre le azioni continuano a crollare arrivando al -8%. Inoltre sembra siano stati sospesi i responsabili della ricerca e sviluppo di Audi, Porsche e della casa madre. Da Volkswagen comunque fanno sapere che le indagini continueranno e che saranno eliminati tutti i trucchi utilizzati per falsare i test sulle emissioni. Sempre tramite indiscrezioni sembra che in passato ci siano stati diversi avvenimenti, dal produttore di componenti Bosch che avrebbe, nel 2007, avvisato il marchio dell’irregolarità del software ai tempi più recenti quando un tecnico denuncio le irregolarità. Ma senza effetti. Entro il 7 ottobre, comunque, il software dovrà sparire dalle vetture del marchio  pena il ritiro del permesso di circolazione e di vendita, In Italia le vendite sono comunque stato bloccate, in Germania, invece, si fa avanti l’idea di una class action dei consumatori.

 

 

 

 

 

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Scandalo Volkswagen: maxifrode sulle emissioni ambientali

 

della Redazione

 

Scandalo in casa Volkswagen. Secondo un’inchiesta delle autorità americane dell’Environmental Protection Agenc il gruppo tedesco avrebbe manipolato, grazie a un software, i dati relativi alle emissioni delle proprie motorizzazioni diesel, con dichiarazioni forvianti, in alcuni casi anche inferiori di 40 volte a quelle reali. Le auto finite nel mirino sarebbero Jetta, Passat, Beetle, Golf e Audi A3, e nelle ultime ore è stata la stessa Volkswagen ad ammettere, in via ufficiale, che i problemi relativi alle discrepanze delle motorizzazioni diesel riguardano un totale di 11 milioni di vetture in tutto il mondo (e quindi  non soltanto nel mercato americano) più del totale delle auto che la stessa Volkswagen ha venduto lo scorso anno (circa 10 milioni) e più delle macchine immatricolate in tutta Europa nei primi otto mesi del 2015. Per il colosso tedesco, che proprio nell’ultimo anno aveva superato Toyota nella classifica dei costruttori con maggior numero di vendite al mondo, si prospetta una multa molto salata (forse 18 miliardi). Ma il peggio, come spesso succede, deve ancora venire, visto che all’orizzonte si concretizza il serio rischio di un pesante calo delle vendite dovuto alla poca affidabilità dimostrata. Non indifferente a quello che ormai molti definiscono come il “diesel-gate” anche la borsa, con cali considerevoli non solo per il marchio di Wolfsburg (-16,8 %) ma anche per altri, importanti, gruppi automobilistici internazionali. Ultimo, ma non ultimo per importanza, quanto dichiarato dal il capo dell’istituto economico tedesco Diw Marcel Fratzscher alla Bild, secondo cui “Il danno all’immagine di Vw avrà gravi costi non solo sul mercato americano, ma anche a livello globale, e con questo saranno messi a rischio posti di lavoro e molti subfornitori in Germania”. Nel frattempo il governo tedesco, attraverso il ministro dei trasporti Dobrindt, ha creato una commissione d’inchiesta, e la stessa cancelliera Angela Merkel ha detto di auspicarsi che “i fatti siano messi sul tavolo il più velocemente possibile”. Anche il goverono italiano resta vigile ed aspettano chiarimenti da parte dei vertici di VW italia, considerando che solo nei primi sei mesi del 2015 nel nostro paese sono state vendute più di 114mila auto del produttore tedesco.

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Nuova Volkswagen Touran, più grande ma meno pesante

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

E’ pronta ad entrare in scena la nuova Volkswagen Touran, il palcoscenico per l’ultima generazione di questa monovolume è stato quello del Salone di Ginevra che si è tenuto lo scorso 5 marzo. Via di mezzo tra la Sharan e la Golf Sportsvan, la nuova Touran si presenta “dimagrita” di 62 kg, grazie alla piattaforma modulare MQB presa proprio dalla Golf prima citata, ma soprattutto più lunga e capiente; sono infatti 13 i centimetri in più della nuova monovolume, di cui 11,3 di passo, che permettono di aumentare l’abitabilità e la capienza del vano bagaglio, precisamente di 48 litri per quest’ultimo e 1.040 per il totale (1980 se si abbatte il vano posteriore). Essenzialmente la nuova Touran è una monovolume a cinque posti, ma c’è anche la possibilità di avere la versione sette posti, con i due sedili della fila posteriore estraibili dal bagagliaio. La struttura è stata pensata e creata proprio per favorire lo spazio interno, il sistema di abbattimento dei sedili permette di avere una superficie di carico piatta e i vani portaoggetti presenti sono addirittura quarantasette. Fortemente rinnovati anche i motori: disponibili tre turbo benzina TSI (1.2 da 110 cv, 1.4 da 150 cv e 1.8 da 180 cv), e tre turbo diesel TDI(1.6 da 110 cv, e un 2.0 nelle potenze di 150 e 190 cv); per la prima volta di serie ci sarà la frenata anti collisione multipla, mentre saranno optional gli altri sistemi di assistenza alla guida, come l’Adaptive Cruise Control, il Front Assist con frenata di emergenza City, il Side Assist per l’uscita dal parcheggio, il Trailer Assist e il dispositivo di assistenza alla guida in colonna. La plancia è praticamente una rivistazione di quella che troviamo anche sulla Golf, nello sportello del passeggero c’è un accesso per una scheda SD ed altri dispositivi tecnologici, e rimanendo in tema equipaggiamenti, sulla nuova Touran sono presenti: l’inedito climatizzatore automatico tri-zona, la selezione della modalità di guida e dei proiettori LED, e il sistema Easy Open per l’apertura elettrica del bagagliaio (di cui si può scegliere l’angolo attraverso i comandi sulla plancia), ma se saranno di serie o no dipenderà dal tipo di versione scelta; la connettività è garantita da tanti sistemi di infotainment con schermo touch di varie dimensioni, completo di MirrorLink, Android Auto e Apple CarPlay. L’ultima generazione della Touran è ora pronta per scendere in strada, da settembre sarà presente in tutte le nostre concessionarie.

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Passat GTE: l’Auto dell’anno arriva in Italia

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Ecco che arriva nelle nostre concessionarie la nuova Volkswagen Passat GTE presentata allo scorso Salone di Parigi; è già ordinabile ad un prezzo di 46.500 euro, ma le prime consegne avverranno a febbraio 2016. Il modello ibrido plug-in della berlina tedesca, anche in versione station wagon, vanta un motore 1.4 TSI da 156 cavalli e 250 Nm di coppia massima, che collabora con il propulsore elettrico da 116 CV che fa arrivare la potenza totale a 218 CV e 400 Nm di coppia motrice. L’energia elettrica è conservata da una batteria agli ioni di litio con capacità massima di 9,9 kWh, ricaricabile tramite rete elettrica o con l’energia cinetica generata dall’auto. Attraverso il display multifunzione il guidatore può scegliere quale modalità utilizzare tra le quattro disponibili(E-Mode, Hybrid, Battery Charge e GTE), e sempre dal display è possibile gestire la corrente della batteria. Ciò che più stupisce della Passat GTE, Auto dell’anno in carica, sono i numeri di consumi e prestazioni: autonomia in modalità completamente elettrica di 50 km, che arrivano a oltre 1100 km nelle altre modalità, consumo medio di 1,6 L/100 km, emissioni di CO2 di 37 g/km, accelerazione da 0 a 100 km/h in 7,4 secondi e velocità massima di 225 km/h. A livello estetico, la GTE presenta un design particolare caratterizzato da luci diurne a LED a forma di C, mascherina divisa da una striscia blu e paraurti speciale; dentro troviamo la strumentazione con Powermeter, illuminazione blu, cuciture di volante e pomello del cambio sempre in blu e sedili di pelle e Alcantara.

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Giugiaro vende Italdesign

 

di Maurizio Elviretti

 

Il made in Italy riceve un’altra, ennesima, batosta. Giorgetto Giugiaro ha ceduto il restante 9,9% delle azioni di Italdesign ancora in possesso della famiglia al gruppo Volkswagen tramite Audi. Il gruppo Volkswagen detiene ora il 100% di Italdesign Giugiaro. Giorgetto Giugiaro, che compirà 77 anni il 7 agosto, lascia il ruolo di presidente onorario – afferma una nota dell’azienda – per dedicarsi maggiormente alle proprie passioni e interessi personali. La decisione coincide con il sessantesimo anniversario di attività nel settore del car design. La decisione di Giugiaro di lasciare l’azienda – sottolinea una nota della società – non influirà sulle attività e sulla crescita di Italdesign Giugiaro, “ormai completamente integrata all’interno del Gruppo Volkswagen/Audi, di cui fa parte dal 2010″. L’azienda ricorda che nel 2015 sono previste oltre 50 nuove assunzioni e che dal 2010 sono oltre 200 i nuovi assunti. Dal 1955 Giorgetto Giugiaro ha disegnato e progettato oltre 200 modelli, collaborando con tutte le principali case costruttrici.

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Ecco la nuova Sharan: spazio alla tecnologia

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Visto il grande successo ottenuto dalla Sharan in questi suoi primi venti anni di vita (oltre 800.000 unità vendute), Volswagen ha voluto regalare alla sua monovolume una serie di aggiornamenti, soprattutto sotto il lato tecnologico e dei propulsori. Esternamente non si poteva modificare una macchina che già piaceva a tutti così com’era, ed infatti è cambiato ben poco: si differenziano dal precedente modello solo i gruppi ottici posteriori e il disegno dei cerchi in lega. Sotto al cofano troviamo due nuove motorizzazioni che completano la gamma, ossia un benzina 1.4 TSI da 150 cavalli e un diesel 2.0 TDI da 150 o 184 cavalli. Gli ingegneri che hanno curato la nuova Sharan si sono soffermati più che altro sugli interni, dove troviamo delle finiture e dei rivistimenti migliori, ma soprattutto un nuovo sistema di infotainment compatibile con le piattaforme MirrorLink, AndroidAuto, CarPlay e Volkswagen, quindi praticamente con tutti i nuovi smartphone in circolazione. La monovolume tedesca è stata poi dotata di tutte le ultime novità in fatto di assistenza alla guida: radar anteriore, telecamera posteriore, Cruise Control attivo, Front Assist con frenata di emergenza, Blind Spot con Lane Assist, assistenza per l’uscita dal parcheggio e frenata anticollisione multipla. Ma messa da parte la tecnologia, è lo spazio a colpire e a rimanere una delle caratteristiche forti della Sharan, grazie ai suoi sette posti disposti su tre file e al raggiungimento di 2.430 litri di capacità massima di carico, oltre che ai trentatrè vani portaoggetti; i sedili delle due file posteriori, inoltre, possono essere ripiegati e creare una superficie di carico piatta e molto comoda. La nuova Sharan, per i clienti italiani, è già ordinabile dallo scorso 11 giugno, ma nelle concessionarie arriverà solo ad inizio settembre, ad un prezzo di partenza di 34.100 euro per il benzina e 37.050 per il diesel.