Top Foto Lewis Hamilton festeggia in Bahrain, alle sue spalle si intravede Raikkonen

Lewis d’Oriente

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Ci eravamo lasciati con il grido di gioia di Vettel, con la Ferrari che tornava a vincere facendoci pensare che si potesse porre fine a quell’egemonia e a quella monotonia dettata dalle Mercedes, ma forse è stato solo un fulmine a ciel sereno. Hamilton ha rimesso tutti in riga, ha fatto capire che è ancora lui il campione del mondo, che le frecce d’argento hanno una marcia in più, inserita prima in Cina e poi in Bahrain, che la Ferrari ha due grandissimi piloti ma non due vetture in grado di competere con le tedesche. Ma andiamo per gradi, partiamo dal circuito di Shangai sul quale è stata corsa la terza tappa del campionato mondiale di Formula 1 lo scorso 12 aprile: già nelle prove Hamilton va più veloce degli altri, in tutte e tre le sessioni, seguito dal compagno di squadra Rosberg. Nemmeno a dirlo, nelle qualifiche la storia è la stessa: pole position all’inglese e secondo posto a Nico, con Vettel che ci prova ma non ci riesce e si piazza al terzo posto, mentre l’altra Ferrari non va oltre la sesta posizione della griglia di partenza. Allo spegnimento dei motori le tedesche non fanno passi falsi e mantengono la testa, lo stesso vale per Sebastian Vettel, invece Raikkonen mette il turbo e si piazza dietro al compagno di squadra superando immediatamente le due Williams di Massa e Bottas che erano partite rispettivamente quarta e quinta. Sorpassi lì davanti non se ne vedono, nemmeno quando si rientra per i cambi di gomme, anche se verso la metà gara le Ferrari sembrano recuperare qualche secondo e poter impensierire il duo di testa, ma è solo un’illusione e niente più. La gara si conclude in maniera leggermente anomala, perché a tagliare il traguardo prima di tutti è la safety car, obbligata ad entrare in pista a causa di uno stop sul rettilineo dei box della Toro Rosso di Verstappen. Per Hamilton è il secondo successo stagionale, i punti in classifica diventano 68 e il distacco su Vettel si porta da più tre a più dieci, mentre con la doppietta in terra cinese le Mercedes staccano di quaranta lunghezze le Ferrari nella graduatoria per costruttori. A fine corsa qualche polemica nasce tra Lewis e Nico, con il tedesco che accusa il compagno di essere andato troppo piano e averlo danneggiato permettendo il recupero di Vettel, secondo Hamilton, però, Rosberg avrebbe voluto provare il sorpasso senza riuscirci. Ma non c’è molto tempo né per litigare né per festeggiare, bisogna prendere il primo aereo per andare in quello che una volta era un emirato e che ora si chiama Regno del Bahrain, terra sul quale sorge il circuito Sakhir di Manama, quello dove Vettel ha fatto più punti di tutti negli anni passati, per la precisione 78 contro i 67 di Hamilton. Quest’ultimo, poleman della stagione con tre primi posti su tre, non ha mai ottenuto la pole position sul tracciato mediorentale, ma il record negativo viene presto dimenticato perché con il giro di 1’32” 571 il primo pilota di colore della storia mette dietro gli avversari, nell’ordine Vettel, Rosberg e Raikkonen. I problemi veri li hanno i due ex campioni del mondo Button e Alonso, ora insieme alla McLaren-Honda: il primo, a causa delle difficoltà tecniche, nemmeno riesce a partecipare alla sessione di qualifiche, e il secondo non si qualifica alla terza manche ottenendo un misero quattordicesimo posto, un risultato umiliante per due così. Sotto le luci artificiali arabe, Hamilton corre una gara praticamente perfetta, sia nella partenza che nella gestione delle gomme, e mai viene impensierito da coloro che lo inseguono; bene anche Rosberg, che quasi raggiunge il compagno e per due volte sorpassa Vettel che lo aveva superato durante i cambi gomme, ma proprio nel finale commette una grave ingenuità che regala la seconda posizione a Raikkonen. Regala in realtà è un parolone, perché il finlandese corre veramente bene e recupera i venti secondi di distacco che si erano generati tra lui e Nico, infilando quest’ultimo e tornando su un podio che non vedeva da venticinque gare. Non ci siamo scordati di Vettel, tranquilli, ma forse lui per un momento ha dimenticato come si guida ed è andato lungo in curva rovinando l’alettone anteriore, il rientro per cambiare il musetto gli ha fatto perdere secondi preziosi e così il tedesco si è dovuto accontentare del quinto posto alle spalle di Bottas. Dietro a Seb è arrivato Ricciardo in maniera scoppiettante, nel vero senso della parola, perché il motore della sua Red Bull è esploso proprio nel momento in cui l’australiano ha passato il traguardo finale, un evento che sicuramente meritava di essere menzionato. Nonostante il podio sia stato occupato per due terzi dalle Mercedes, e qualche errorino di troppo da parte di Vettel, la Ferrari ha dimostrato di aver fatto alcuni passi in avanti e di poter dare ancora del filo da torcere alle frecce d’argento, ma c’è da lavorare parecchio se veramente si vuole puntare al titolo finale; per ora Hamilton può continuare a dormire sonni tranquilli dall’alto del suo primo posto, considerando anche che al secondo non c’è più Vettel ma Rosberg, ce la farà la Ferrari a rendersi protagonista o sarà di nuovo tra le Mercedes la lotta per il mondiale?

Photo4srl_578616

Chi ben comincia…

 

di Filippo Gherardi

 

Se è vero che “chi ben comincia è a metà dell’opera…”, allora la stagione di Formula 1 scattata lo scorso 16 marzo sembra destinata ad un monologo Mercedes come pochi, forse pochissimi, potevano immaginare alla vigilia. Hamilton e Rosberg, fatta eccezione per il problema tecnico che ha riguardato il britannico in occasione della prima gara in Australia, nei primi tre Gran Premi della nuova stagione hanno semplicemente fatto un altro sport rispetto al resto del circus. La lettura, e la successiva interpretazione, delle novità tecniche introdotte quest’anno, a partire dal sensazionale motore V6 (come ci spiega anche Flavio Grisoli a pag 6 ndr), stanno facendo la differenza più e quanto, se possibile, delle difficoltà che, al contrario, stanno trovando le altre scuderie. La Red Bull ha assunto i panni, inaspettati e poco familiari per il team austriaco, della comprimaria, con Vettel costretto ad inseguire come mai prima in carriera e Ricciardo aggressivo, talentuoso ma sempre e comunque distante fior di secondi dalla coppia Mercedes. La Ferrari, dal canto suo, è avvolta in una nuvola di confusione, polemiche e risultati al di sotto delle aspettative, che si sta allargando a dismisura fino a diventare quanto di più invadente ed indecifrabile. I tempi delle Rosse, soprattutto quelli sul giro, continuano a registrare gap importanti, troppo importanti, dagli avversari. Alonso accusa già 35 punti di ritardo dal leader del mondiale Nico Rosberg, Raikkonen in tre gare ha inanellato un settimo, un dodicesimo ed un decimo posto. L’ultima vittoria di una Ferrari risale allo scorso 12 maggio, con Alonso nel Gp di Spagna, mentre per risalire all’ultima pole position bisogna fare un balzo all’indietro fino al 21 luglio 2012, e più esattamente al Gp di Germania ad Hockenheim. Un’involuzione di risultati figlia, come spesso succede, di diversi fattori: novità nel regolamento, accorgimenti tecnici, confusione interna e, forse, anche scarsa comunicazione. Il presidente Montezemolo dopo il flop del Bahrain ha sentenziato dicendo che una Ferrari così lenta gli provoca tanta amarezza ed altrettanta delusione. Domenicali, dall’alto del suo ruolo di team principal, dopo l’esordio in Australia aveva richiesto maggior concentrazione da parte di tutti per invertire tendenza e risultati, ora, dopo il disastro in Bahrain, è sembrato collegare il tutto allo scarso feeling tra il circuito di Sakir e la nuova F14 T. E pensare che Alonso, infine, dopo il quarto posto in Malesia aveva sottolineato incoraggianti, seppur relativi, passi in avanti rispetto al primo Gp di Melbourne ed in previsione proprio della gara in Bahrain. Tre volti diversi di una stessa, triste, medaglia.

Hamilton

F1: le Mercedes volano nelle libere del Gp d’Australia

 

di Filippo Gherardi

 

Si sono svolte all’alba le prime prove libere del mondiale 2014 di Formula 1. Sul circuito di Melbourne, in Australia, prima tappa di questa stagione, ad impressionare sono state soprattutto le due Mercedes. Lewis Hamilton, nella seconda sessione, ha fatto segnare il miglior tempo in assoluto fermando il cronometro sull’1.29.625, un decimo e mezzo più veloce del compagno di squadra Nico Rosberg. Terzo posto per Fernando Alonso, che dopo aver concluso con il miglior tempo la prima sessione nella seconda si è ulteriormente migliorato registrando un più che convincente tempo sul giro veloce di 1.30.132. Quarto il campione del mondo in carica Sebastian Vettel, che ha preceduto nell’ordine e sempre nella seconda sessione di libere la McLaren di Jenson Button, l’altra Red Bull di Daniel Ricciardo e la Ferrari di Kimi Raikkonen. Il pilota finlandese è apparso leggermente in ritardo, facendo registrare in entrambe le sessioni un ritardo dal compagno di squadra Alonso. Da rivedere anche Felipe Massa, che con la sua Williams non è andato oltre il quarto posto nella prima sessione ed addirittura il dodicesimo nella seconda. Domani mattina alle 7 (ora italiana) le qualifiche, mentre domenica, sempre alle 7 ore italiane, il via alla gara che sancirà il primo vincitore di questa stagione.

La Red Bull di Sebastian Vettel è la più veloce anche a Suzuka

Libere Suzuka: vola Vettel, male le Ferrari

La Red Bull di Sebastian Vettel è la più veloce anche a Suzuka

 

di Maurizio Elviretti

 

Sebastian Vettel su Red Bull Renault ha ottenuto il miglior tempo nella seconda sessione di prove libere valide per il Gran premio del Giappone a Suzuka, quint’ultima prova del Mondiale di F1, in programma domenica. Il tedesco, con il tempo di 1’33″852, ha preceduto rispettivamente il compagno di scuderia, l’australiano Mark Webber (1’34″020), e il tedesco Nico Rosberg su Mercedes (1’34″114). Quarto il finlandese Kimi Raikkonen con la sua Lotus. Prima delle due Ferrari, quella del brasiliano Felipe Massa, che ha fatto registrare l’ottavo tempo, in 1’34″698. Solo decimo, invece, Fernando Alonso. Le rosse erano andate meglio nella prima sessione di prove, dominata da Hamilton, ottenendo rispettivamente il quinto e il sesto piazzamento. Terzo riscontro, invece, per il campione in carica Vettel. Proprio Fernando Alonso, consapevole della quasi impossibilità di rimonta su Vettel dichiara: “Ci teniamo a conquistare il secondo posto nel Mondiale costruttori, per questo nelle ultime gare dovremo ottenere più punti possibili. Proveremo a divertirci nei prossimi Gp, attaccando sempre”. Alonso pensa al 2014, con l’arrivo di Kimi Raikkonen e l’addio di Felipe Massa. Lo spagnolo, però, è chiaro: “Se la monoposto resterà la stessa le gerarchie di quest’anno rimarranno invariate. Con Kimi potremo disputare una buona stagione, ma a un patto: dovremo avere una monoposto competitiva. Se la vettura non dovesse esserlo avremo un anno molto simile al 2013″.

 

® Riproduzione Riservata

 

 

 

 

 

 

 

 

Unknown

Ecco i piloti più ricchi al mondo

 

di Filippo Gherardi

 

La rivista Forbes, famosa per analizzare i conti personali degli uomini più ricchi, ed influenti, del pianeta, si è sbizzarrita a stilare una graduatoria dei piloti (delle due e quattro ruote) che guadagnano di più tra tutti quelli in circolazione nell’attuale mondo dei motori. Al primo posto c’è Fernando Alonso, che tra il contratto con la Ferrari ed altre entrate di natura personale si porta a casa in un anno la bellezza di 30 milioni di dollari. Alle sue spalle il “collega” Lewis Hamilton, pilota della Mercedes, che mette a referto un reddito di 27,5 milioni di euro. Terzo posto, anche un po’ a sorpresa, per lo statunitense Ralph Dale Earnhardt Jr, protagonista della Formula Nascar e stazionato sui 26 milioni di euro a stagione. Al quarto posto un altro personaggio della Formula Nascar, Jimmie Johnson, trionfatore per cinque anni di seguito dal 2006 al 2010 del campionato di Daytona Beach ed anche lui sopra la soglia dei venti milioni con, per l’esattezza, 24 milioni di dollari guadagnati in un anno. Il più ricco tra i piloti italiani rimane Valentino Rossi, quinto in classifica con un reddito di 20 milioni. Nascar ancora protagonista al sesto posto con il campione in carica Tony Stewart (18,5 milioni di dollari). Si ferma invece al settimo posto Sebastian Vettel, con il reddito del tre volte campione del mondo di Formula 1 che non supera i 18 milioni di dollari all’anno.

mclaren-honda

Honda-McLaren: ritorno al passato (vincente)

 

di Filippo Gherardi

 

Tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta chiunque pensasse alla Formula 1 non poteva non immaginarla con i colori, e i risultati, della McLaren-Honda. L’accoppiata che ha rivoluzionato la storia moderna di questo sport, quella che ha portato alla ribalta i successi, oltre allo spettacolare dualismo, di due purosangue delle quattro ruote come Alain Prost ed Ayrton Senna, capaci, insieme alle loro McLaren Honda appunto, di mettere in bacheca dal 1988 al 1992 la bellezza di quattro titoli piloti (tre Senna ed uno Prost) ed altrettanti titoli costruttori. Oggi, a distanza di oltre vent’anni e dopo un’ultima esperienza (dal 2000 al 2008) conclusa con più ombre che luci e a causa di importanti difficoltà economiche, la Honda annuncia il suo ritorno in pista in coppia proprio con la scuderia che più di ogni altra ha saputo esaltare i suoi propulsori: la McLaren. Accordo a partire dal 2015, con la casa giapponese che tornerà ad equipaggiare le vettura della scuderia di Woking. Al tempo stesso, quindi, è ormai da considerarsi al capolinea il rapporto tra la stessa McLaren e la Mercedes, anche se la copertura per la prossima stagione dovrebbe essere comunque garantita. Un’accoppiata che dura ormai dal 1995 e che, anche questa, non ha lesinato successi al team inglese con ben tre titoli mondiali tra i piloti (due con Hakkinen ed uno con Hamilton) ed uno tra i costruttori.

F1_GP_Bahrain_2013-586x405

F1, Libere del Bahrain: La Ferrari prima vola e poi insegue Raikkonen

 

di Filippo Gherardi

 

Giornata di prove libere sul Bahrain International Circuit, sede dell’omonimo Gran Premio del Bahrain e della quarta gara di questo, fin qui avvincente, mondiale 2013 di Formula 1. Nella prima sessione di prove, all’alba italiana, dominio Ferrari con Felipe Massa che chiude con il miglior tempo di 1’34”487, precedendo di appena settantasette millesimi il compagno di squadra Fernando Alonso. Terzo tempo, a poco più di un decimo di ritardo, per la Mercedes di Nico Rosberg, quarto Sebastian Vettel, quinto un sorprendente Paul Di Resta su Force Indie e sesto Jenson Button con la McLaren. Nella seconda sessione miglior tempo per Kimi Raikkonen, che nelle prime libere non era andato oltre il nono posto e che invece, nella seconde, mette il muso della sua Lotus davanti a tutti con un più che positivo 1’34”154. Dietro di lui Webber a soli tre centesimi, terzo posto per l’altra Red Bull di Vettel. Quarta piazza per Alonso che accusa una ritardo di oltre un decimo e mezzo, sesto Massa che chiude con un tempo di poco superiore a quello messo a segno in mattinata (1’34”552 ndr) ma comunque più lento di quattro decimi rispetto a quello di Raikkonen. Tra le due Ferrari, al quinto posto, ancora la sorprendente Force India di Di Resta. Sessione poco positiva invece per le Mercedes: Rosberg è ottavo, Hamilton soltanto decimo. Ancora peggio le McLaren, con Button undicesimo e Perez tredicesimo. Domani terzo turno di libere, mentre alle 13 ore italiane tutti in pista per le qualifiche ufficiali.

15.03.2013- Free Practice 1, Sebastian Vettel (GER) Red Bull Racing RB9

Gp d’Australia, Vettel vola nelle libere del venerdì

 

di Filippo Gherardi

 

È scattato ufficialmente stamattina il Campionato mondiale di Formula 1, e più nello specifico è cominciato con la doppia sessione di libere del Gran Premio d’Australia in programma a Melbourne, in attesa delle qualifiche di domani e della gara in programma domenica all’alba italiana. Si è ripartiti, almeno apparentemente, con lo stesso canovaccio utilizzato, a tratti quasi abusato, nelle ultime stagioni: Vettel e la Red Bull rimangono la “coppia più bella mondo”, e dietro tutti, Ferrari compresa, ad inseguire sin dalla prima curva. Il tre volte campione del mondo in carica ha chiuso con il miglior tempo sia la prima che la seconda sessione, quello che è cambiato, quindi, è stato per lo più l’ordine degli inseguitori. Nella prima sessione alle spalle del tedesco si sono piazzate le due Ferrari, con Massa davanti ad Alonso, e poi, nell’ordine, Hamilton, Webber e Raikkonen. Male la Mclaren che non va oltre il nono posto con Button. Seconda sessione con ancora Vettel davanti a tutti, ma con un maiuscolo 1’25″908 che migliora di circa un secondo e mezzo il tempo fatto registrare qualche ora prima. Alle sue spalle, questa volta, il compagno di squadra Mark Webber distante due decimi e mezzo, Niko Rosberg e la coppia Lotus Raikkonen-Grosjean. Sesto Alonso e ottavo Massa, con Hamilton che si inserisce al settimo posto e le due McLaren, con Button e Perez rispettivamente undicesimo e tredicesimo, ancora in evidente difficoltà.

Motor Racing - Formula One Testing - Test Two - Day 3 -  Barcelona, Spain

F1, Webber davanti a tutti nella prima giornata di test a Barcellona

 

della Redazione

 

Prima giornata di test, nell’ultima sessione prima dell’inizio della stagione di F1, al Circuito del Montmelò a Barcellona. Prove pesantemente condizionate, sin dalle prime ore del mattino, da pioggia e maltempo che hanno costretto le monoposto impegnate sul tracciato catalano a rivedere piani e strategie di messa a punto, girando, di fatto, quasi sempre con gomme da bagnato. Di conseguenza, anche i riferimenti cronometrici vanno presi con la giusta considerazione malgrado oggi, per la prima volta da quando si è tornati a girare in pista, è stata una Red Bull, quella di Mark Webber, a chiudere la giornata davanti a tutti. L’australiano, approfittando di un breve momento di pista asciutta nel corso del pomeriggio e montando gomme medium, ha fermato il cronometro sull’1.22.693, precedendo di oltre un secondo e mezzo Lewis Hamilton e la sua Mercedes. Terzo posto per Jean Eric Vergne, su Toro Rosso, distante però oltre due secondi da Webber. Quarto Bottas su Williams, quinto Perez su McLaren. Più dietro la Ferrari, con Felipe Massa che pur registrando 112 giri complessivi (il secondo più “attivo” dopo Hamilton a 113) non porta la sua F138 oltre l’ottava posizione. Domani per il Cavallino toccherà ad Alonso, e l’augurio, per tutti, è che il tempo possa essere ben più clemente.

img1024-700_dettaglio2_Grosjean-Jerez-F1

Il gioco del Lotus

 

di Germana Condò

 

Terminati di recente i test sul circuito di Jerez de la Frontera, è in corso in questi giorni la prima sessione di Barcellona. Impossibile tracciare un bilancio sulle prestazioni delle vetture, o tanto più azzardare previsioni per il prossimo mondiale di Formula 1 attraverso i risultati di una sola settimana di prove in cui, tra l’altro, i piloti hanno guidato in condizioni di asfalto, con gomme e carico di carburante sempre diversi. Non sembra allarmare Montezemolo la lentezza della Ferrari F138, impegnata non tanto nella ricerca della velocità quanto in quella dell’aerodinamicità, nella correzione di un problema al cambio e nel test delle nuove Pirelli, le quattro studiate per l’asciutto più le due per la pioggia con mescola più morbida ed una corona rinforzata. Ma in beffa alle scarse aspettative, alla terza giornata la rossa di Maranello con Felipe Massa si è concessa un’accelerata “al limite” , fermando le lancette sull’ 1’17’’879, ottenendo, così, il miglior tempo assoluto di tutte le sessioni di Jerez. Nonostante la nuova C32 ”vada stretta” a Nico Hulkenberg a causa dell’altezza del pilota, senza particolari problemi tecnici la Sauber nei primi quattro giorni ha realizzato il maggior numero di giri di qualunque altro team, seguita da una grintosa Red Bull RB9 che ha sorpreso e che probabilmente si presenterà ai nastri di partenza ancora una volta come l’auto da battere. Nei primi due giorni di prove la corsa dei piloti Mercedes, Nico Rosberg e Lewis Hamilton, è terminata dopo pochissimi giri a causa di problemi elettrici e all’impianto frenante. La riscossa è arrivata alla terza giornata per Rosberg che, percorrendo 655 km con la sua W04, si è aggiudicato il secondo posto in classifica. Niky Lauda, nuovo capo dell’avventura tedesca in formula 1, si è dichiarato ottimista e, pur riconoscendo il primato della velocità a Vettel, è convinto che la Mercedes potrà competere alla stregua degli altri tre top team. Positiva la prova di Pastor Maldonado al volante della Williams, l’unica scuderia a far correre sul circuito la FW34, la monoposto 2012 modificata con un nuovo musetto ed altre componenti del nuovo progetto. Velocissima la McLaren sulle nuove Pirelli morbide, rallentata poi da un guasto alla pompa della benzina. Bella anche la performance della nuova Force India con Jules Bianchi, staccato solo di 27 millesimi da Kimi Raikkonen sulla Lotus E21, che ha terminato le prove di Jerez segnando il miglior tempo della quarta giornata.