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Great Wall Steed 6: dalla Cina con il pick-up

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Direttamente dalla Cina sbarca sul mercato italiano un nuovo pick-up: il Great Wall Steed 6. L’arrivo nelle concessionarie è previsto per il prossimo martedì 20 giugno a prezzi che partono da 23.700 euro e con la possibilità di scegliere tra due allestimenti, il Business e il Premium. La dotazione offerta dalla prima variante comprende luci diurne a Led, paraurti in tinta carrozzeria, cerchi in lega, climatizzatore automatico, computer di bordo, alzacristalli elettrico anteriore e posteriore, volante con comandi audio e Bluetooth integrati, impianto audio CD-MP3 con quattro altoparlanti, sistema di blocco automatico porte a 15 km/h, antifurto con immobilizer. L’allestimento Premium aggiunge alla prima sensori luci, e pioggia, sedile guida a regolazione elettrica, volante e pomello cambio rivestiti in pelle, rivestimenti sedili e pannelli porta in pelle, Cruise Control, controllo TPMS di pressione pneumatici, specchio centrale con funzione antiabbagliamento automatica, specchi retrovisori esterni a regolazione elettrica, barre portatutto longitudinali cromate sul tetto, pedane laterali. Sono optional invece i sensori di parcheggio, la tinta metallizzata, i fendinebbia e la telecamera posteriore con schermo da 8 pollici. Il Great Wall Steed 6 non passa inosservato perché, ovviamente, presenta dimensioni importanti: 5,34 m di lunghezza, 1,8 m di lunghezza, 1,73 – 1,75 m di altezza, 3,2 m di passo e 200 mm di altezza minima da terra. L’assetto di questo pick-up doppia cabina a cinque posti si presenta con sospensioni a ruote indipendenti a doppi bracci con molle elicoidali all’anteriore e un ponte rigido e molle a balestra nella parte posteriore. Il motore, firmato Mitsubishi, è un 2,4 litri a 4 valvole per cilindro e distribuzione monoalbero capace di sviluppare una potenza di 126 CV a 5.250 giri/min e 200 Nm di coppia massima tra 2.500 e 3.000 giri; per il nostro mercato, l’alimentazione del propulsore è stata convertita in bifuel benzina-GPL. A supportarlo, un classico cambio manuale a cinque rapporti ed una trazione a differenziale Eaton sia posteriore che integrale (con marce ridotte ad inserimento elettronico); nel secondo caso è presente anche il sistema BorgWarner di ottimizzazione della coppia motrice inviata ad ogni singola ruota.

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Lamborghini: l’Asia scopre le nuove Aventador S e Huracan Performante

 

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Noi più o meno le avevamo già conosciute ma possiamo dire che le nuove Lamborghini Aventador S e Huracan Performante erano, fino a pochi giorni fa, rimaste degli oggetti misteriosi per il mercato cinese. Il debutto è arrivato durante il Salone di Shanghai, dove la casa italiana ha esposto le sue supercar accompagnandone la presentazione con le parole di Francesco Scardaoni, managing director per l’area Greater China di Lamborghini: “”Aventador S non è solo una Aventador di nuova generazione, ma anche l’espressione di nuovi traguardi tecnologici e prestazionali nello sviluppo delle supersportive. Il debutto della Aventador S in Asia in occasione del Salone dell’auto di Shanghai è la dimostrazione dell’impegno a lungo termine che Lamborghini ha assunto nel mercato cinese. La Cina rappresenta uno dei mercati principali per il nostro marchio e i clienti cinesi possono contare non solo su prodotti e servizi di altissimo livello, ma anche su una esperienza di marca unica”. Da ora in poi, quindi, i clienti cinesi potranno acquistare l’ultima arrivata delle Aventador, vettura dal design studiato per migliorare l’aerodinamica e di conseguenza le prestazioni, con un nuovo sistema a quattro ruote sterzanti ed un’inedita modalità di guida EGO. Con il suo V12 aspirato, la nuova Aventador S sprigiona 740 cavalli di potenza e fa registrare un’accelerazione da 0 a 100 km/h in appena 2,9 secondi, ed una velocità massima di 350 km/h. La Huracan Performante, invece, si caratterizza per nuovi materiali ultraleggeri ed un’aerodinamica attiva con aero vectoring, un sistema a trazione integrale e un gruppo motopropulsore V10 sviluppato per essere ancora più performante rispetto al precedente. Le migliorie hanno permesso alla Huracan Performante di stabilire il record per una vettura di serie sul circuito del Nuerburgring con un tempo di 6:52.01 minuti.

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Mercedes Classe S: l’ammiraglia sbarca in Cina

 

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

In molti la stavano aspettando ormai da tempo e per presentarla non poteva che esserci il massimo del management Mercedes al completo, compreso Dieter Zetsche, il CEO di Daimler. Il grande momento è finalmente arrivato, i tedeschi hanno svelato la nuova Mercedes Classe S al Salone di Shangai lasciando da parte la modestia e presentandola come la “migliore automobile del mondo che ora è ancora meglio”. D’altra parte non poteva non essere lanciata in Cina, considerando che rappresenta il maggiore mercato del modello con ben 480.000 veicoli immatricolati nel 2016, un +28% rispetto all’anno precedente e salito a +30% nel primo trimestre del 2017. Esteticamente la Classe S non ha subito ritocchi sostanziali, ma è cresciuta dal punto di vista delle motorizzazioni e soprattutto della tecnologia, con un occhio di riguardo verso i dispositivi di assistenza alla guida e un miglioramento della qualità della vita a bordo. In merito al look, il frontale viene valorizzato da diversi inserti cromati ed è nuova la mascherina del radiatore che presenta tre doppie lamelle e listelli verticali nella griglia in nero lucido (per le versioni a 6 e 8 cilindri, ancora più numerosi per la berlina e per la versione con motore V12). Tra le novità va segnalata la scritta Maybach tra le lamelle, e tre “fiaccole” per le luci come elemento di design esclusivo, o ancora il paraurti anteriore con evidenti prese d’aria ed un chiaro richiamo alla sportività; sul posteriore sono nuovi i gruppi ottici a LED, con la luce di posizione posteriore che fornisce un effetto cristallo per farli sembrare gioielli e caratterizzarli nel design sia di giorno che di notte. Indipendentemente dal modello, la sezione inferiore del paraurti risulta completamente nuova, arricchita da mascherine dei terminali di scarico integrate a vista e inquadrate in un inserto cromato che segue tutta la larghezza dell’auto. Sotto il cofano della nuova Classe S arriva un nuovo V8 biturbo a benzina da 469 cavalli a cui presto si aggiungerà una variante ibrida plug-in in grado di viaggiare per 60km in modalità esclusivamente elettrica. Al debutto mondiale alcune tecnologie come il motorino d’avviamento/alternatore integrato a 48 Volt e il compressore elettrico supplementare. L’ammiraglia Mercedes fa, come prevedibile, un balzo verso la guida autonoma attraverso la “nuova generazione” di Intelligent Drive, che ora dispone di un sistema di assistenza attivo alla regolazione della distanza Distronic e di un sistema di assistenza allo sterzo attivo ancora più rapidi nelle risposte e maggiormente confortevoli per il guidatore. Migliora anche il sistema di illuminazione con i nuovi fari Multibeam Led e la luce abbagliante Ultra Range, senza tralasciare il Road Surface Scan che “legge” e riconosce le irregolarità del fondo stradale adattando preventivamente le sospensioni.

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High Tech: dalla Cina arriva il “mega bus” sopraelevato

 

di Stefano Ursi

 

Se un giorno, mentre siete in auto, vedeste sopra la vostra testa un autobus a forma di tunnel che vi sorpassa carico di persone evitate di strombazzare all’impazzata con il clacson, perché sarete stati sorpassati da quello che potrebbe essere il futuro del trasporto pubblico. Per ora in Cina, dove l’azienda Transit Explore Bus ha messo a punto un modello di autobus che non passa accanto alle auto nel traffico quotidiano ma sopra: è il mega bus sopraelevato presentato pochi giorni fa all’High-Tech Expo di Pechino. Un ponte-mobile largo circa 60 metri ad alimentazione elettrica, circolante su rotaie poste alle estremità della strada, che l’azienda dice capace di trasportare circa 1200/1400 passeggeri per volta sopra la testa degli automobilisti riducendo così non solo l’annoso problema del trasporto pubblico su gomma ma anche quello dell’inquinamento atmosferico. Stando a quanto ha dichiarato la Transit Explore Bus entro il mese di luglio di quest’anno dovrebbero iniziare le prove e i test su strada nella Cina del nord. I costi, sempre secondo le stime della società sarebbero di molto inferiori a quelli per la costruzione di una metropolitana e permetterebbero di risparmiare molto anche in relazione alla realizzazione di una flotta di odierni autobus per trasporto pubblico. L’idea e il progetto sono in sé interessanti e pongono l’attenzione sulla possibilità di passare non in mezzo o di lato alle auto, come oggi accade con le corsie preferenziali delle grandi città oppure sotto con le metropolitane, bensì sopra sfruttando la sopraelevazione di un grosso ponte mobile che viaggia di pari passo con la carreggiata; gli interrogativi sono però di non poco rilievo. In primis la conformazione morfologica delle reti viarie delle città europee (e italiane in particolare), poi la sicurezza degli impianti e la stabilità delle infrastrutture esistenti che non sono state progettate negli anni per questo scopo. Insomma, nonostante novità come queste necessitino di essere testate a fondo in diversi panorami urbani e a differenti condizioni di traffico e ambientali, l’idea potrebbe essere presa a modello per innovare e studiare soluzioni alternative all’odierno trasporto pubblico su gomma. Ma rimane sempre l’annoso problema di un piano globale integrato che preveda, al di là delle novità tecnologiche e futuristiche, il decentramento urbano e il sempre più avanzato utilizzo di vetture ad alimentazione eco sostenibile.

Top Foto Lewis Hamilton festeggia in Bahrain, alle sue spalle si intravede Raikkonen

Lewis d’Oriente

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Ci eravamo lasciati con il grido di gioia di Vettel, con la Ferrari che tornava a vincere facendoci pensare che si potesse porre fine a quell’egemonia e a quella monotonia dettata dalle Mercedes, ma forse è stato solo un fulmine a ciel sereno. Hamilton ha rimesso tutti in riga, ha fatto capire che è ancora lui il campione del mondo, che le frecce d’argento hanno una marcia in più, inserita prima in Cina e poi in Bahrain, che la Ferrari ha due grandissimi piloti ma non due vetture in grado di competere con le tedesche. Ma andiamo per gradi, partiamo dal circuito di Shangai sul quale è stata corsa la terza tappa del campionato mondiale di Formula 1 lo scorso 12 aprile: già nelle prove Hamilton va più veloce degli altri, in tutte e tre le sessioni, seguito dal compagno di squadra Rosberg. Nemmeno a dirlo, nelle qualifiche la storia è la stessa: pole position all’inglese e secondo posto a Nico, con Vettel che ci prova ma non ci riesce e si piazza al terzo posto, mentre l’altra Ferrari non va oltre la sesta posizione della griglia di partenza. Allo spegnimento dei motori le tedesche non fanno passi falsi e mantengono la testa, lo stesso vale per Sebastian Vettel, invece Raikkonen mette il turbo e si piazza dietro al compagno di squadra superando immediatamente le due Williams di Massa e Bottas che erano partite rispettivamente quarta e quinta. Sorpassi lì davanti non se ne vedono, nemmeno quando si rientra per i cambi di gomme, anche se verso la metà gara le Ferrari sembrano recuperare qualche secondo e poter impensierire il duo di testa, ma è solo un’illusione e niente più. La gara si conclude in maniera leggermente anomala, perché a tagliare il traguardo prima di tutti è la safety car, obbligata ad entrare in pista a causa di uno stop sul rettilineo dei box della Toro Rosso di Verstappen. Per Hamilton è il secondo successo stagionale, i punti in classifica diventano 68 e il distacco su Vettel si porta da più tre a più dieci, mentre con la doppietta in terra cinese le Mercedes staccano di quaranta lunghezze le Ferrari nella graduatoria per costruttori. A fine corsa qualche polemica nasce tra Lewis e Nico, con il tedesco che accusa il compagno di essere andato troppo piano e averlo danneggiato permettendo il recupero di Vettel, secondo Hamilton, però, Rosberg avrebbe voluto provare il sorpasso senza riuscirci. Ma non c’è molto tempo né per litigare né per festeggiare, bisogna prendere il primo aereo per andare in quello che una volta era un emirato e che ora si chiama Regno del Bahrain, terra sul quale sorge il circuito Sakhir di Manama, quello dove Vettel ha fatto più punti di tutti negli anni passati, per la precisione 78 contro i 67 di Hamilton. Quest’ultimo, poleman della stagione con tre primi posti su tre, non ha mai ottenuto la pole position sul tracciato mediorentale, ma il record negativo viene presto dimenticato perché con il giro di 1’32” 571 il primo pilota di colore della storia mette dietro gli avversari, nell’ordine Vettel, Rosberg e Raikkonen. I problemi veri li hanno i due ex campioni del mondo Button e Alonso, ora insieme alla McLaren-Honda: il primo, a causa delle difficoltà tecniche, nemmeno riesce a partecipare alla sessione di qualifiche, e il secondo non si qualifica alla terza manche ottenendo un misero quattordicesimo posto, un risultato umiliante per due così. Sotto le luci artificiali arabe, Hamilton corre una gara praticamente perfetta, sia nella partenza che nella gestione delle gomme, e mai viene impensierito da coloro che lo inseguono; bene anche Rosberg, che quasi raggiunge il compagno e per due volte sorpassa Vettel che lo aveva superato durante i cambi gomme, ma proprio nel finale commette una grave ingenuità che regala la seconda posizione a Raikkonen. Regala in realtà è un parolone, perché il finlandese corre veramente bene e recupera i venti secondi di distacco che si erano generati tra lui e Nico, infilando quest’ultimo e tornando su un podio che non vedeva da venticinque gare. Non ci siamo scordati di Vettel, tranquilli, ma forse lui per un momento ha dimenticato come si guida ed è andato lungo in curva rovinando l’alettone anteriore, il rientro per cambiare il musetto gli ha fatto perdere secondi preziosi e così il tedesco si è dovuto accontentare del quinto posto alle spalle di Bottas. Dietro a Seb è arrivato Ricciardo in maniera scoppiettante, nel vero senso della parola, perché il motore della sua Red Bull è esploso proprio nel momento in cui l’australiano ha passato il traguardo finale, un evento che sicuramente meritava di essere menzionato. Nonostante il podio sia stato occupato per due terzi dalle Mercedes, e qualche errorino di troppo da parte di Vettel, la Ferrari ha dimostrato di aver fatto alcuni passi in avanti e di poter dare ancora del filo da torcere alle frecce d’argento, ma c’è da lavorare parecchio se veramente si vuole puntare al titolo finale; per ora Hamilton può continuare a dormire sonni tranquilli dall’alto del suo primo posto, considerando anche che al secondo non c’è più Vettel ma Rosberg, ce la farà la Ferrari a rendersi protagonista o sarà di nuovo tra le Mercedes la lotta per il mondiale?

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La Cina apre le porte alla Pagani

 

di Edoardo D’Angeli

 

La Pagani entrerà nel mercato cinese. La piccola azienda modenese ha creato tre nuovi esemplari della versione Huarya, proprio per il nuovo business, chiamati Dinastia. Tutto ciò, celebrerà la creazione della società Pagani China Automotive Limited. La nuova versione non è poi così tanto diversa dalla “normale”, le uniche differenze sono le colorazioni in oro, blu e rosso, l’estetica esterna e degli aggiornamenti aerodinamici. Ma forse il bello della supercar sarà proprio il disegno che rappresenterà l’auto dove verranno raffigurati dei dragoni, per l’esattezza tre dei nove mitologici mostri cinesi, ogni colore avrà un drago diverso. Per quanto riguarda gli aspetti tecnici della vettura rimangono uguali al modello Huraya: il propulsore V12 AMG biturbo da 700 CV e 1.000 Nm di coppia rimane sempre presente in questa spettacolare supercar, grazie a questo gioiellino il bolide potrà raggiungere in 3,3 secondi (pazzesco) una velocità di 100km/h e arrivare fino a 370km/h. I prezzi ancora non si sanno ma basti vedere cosa ha nel cofano per immaginarseli, e solo pochissimi fortunati potranno comprarsi queste meraviglie dell’ingegneria italiana.

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Qoros 3 City SUV

 

di Maurizio Elviretti

 

In Cina il mercato dell’auto continua a crescere ed il Salone Internazionale dell’Auto di Guangzhou, ormai alle porte, ed arrivato alla sua dodicesima edizione, si conferma la vetrina ideale per molti costruttori. Una di queste è sicuramente Qoros che, stando alle ultime notizie ufficiali, ha deciso di ampliare la propria gamma  presentando la Qoros 3 City SUV, la prima del suo marchio pensata sia per i percorsi urbani sia per l’offroad. Tra un paio d’anni Qoros dovrebbe arrivare anche in Europa e la diversificazione della gamma rientra in questo processo. L’offerta è al momento composta da 3 Sedan e 3 Hatch, a cui si aggiunge appunto la Qoros 3 City SUV. Per tutte c’è l’infotainment QorosQloud, che permette di conoscere il traffico in tempo reale, di accedere ai social network e, quando serve, di prenotare i tagliandi online. La nuova Qoros 3 City SUV è studiata per chi predilige uno stile di vita metropolitano ancora più premium. Il design moderno e l’innata versatilità della nuova Qoros 3 City SUV sono sottolineati dalla maggiore altezza da terra, dalle ruote larghe e da una posizione di guida più elevata. Lo spazio interno è generoso e la sensazione di controllo regala un’esperienza di guida ancora più entusiasmante.

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La Volvo XC60 sbarca in Cina

 

di Maurizio Elviretti

 

E’ la XC60 il secondo modello di casa Volvo ad essere prodotto a Chengdu, dopo l’inaugurazione dello stabilimento nel 2013, che ha visto portare alla luce la S60L. La produzione di questa vettura in Cina consentirà ad accrescere ulteriormente la presenza del marchio e permetterà, inoltre, di creare occupazione, con ben 500 nuovi posti di lavoro. La Volvo XC60 è il modello che ha fatto registrare le maggiori vendite del produttore svedese sia in Cina che nel resto del mondo. Infatti, nei primi nove mesi del 2014, sono state vendute 98.309 vetture (+20,4%) di cui 24.940 solamente in Cina.  “L’inizio della produzione della XC60 a Chengdu è l’ultima pietra miliare nella trasformazione di Volvo Cars” ha dichiarato Håkan Samuelsson, Presidente e CEO di Volvo Cars”. Ed ancora: “Sarà di fondamentale importanza per spingere maggiormente la crescita complessiva di Volvo in quello che oggi è il nostro mercato più importante”. Oltre a Chengdu, Volvo Cars ha anche uno stabilimento a Daging, nel nordest della Cina, dove è iniziato l’assemblaggio della Volvo XC Classic, un modello prodotto localmente e deidcato alla clientela cinse, che è una variante della prima generazione delle Volvo XC90. Inoltre, Volvo Cars ha creato uno stabilimento per la produzione di motori a Zhangjiakou, nel nord ovest di Pechino, che fornisce motori a Chengdu e Daging.Tutte le attività e stabilimenti della società in Cina sono stati sviluppati e costruiti secondo gli standard ed i processi globali di Volvo Cars come gli stabilimenti di Torslanda e Ghent in Europa.

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Qoros alla conquista dell’Europa

 

di Germana Condò

 

Dopo la soddisfazione per il punteggio di cinque stelle ottenuto dalla berlina Qoros 3 Sedan nei crash test dell’Euro NCAP 2013, il giovane marchio cinese punta in alto, con l’obiettivo di incrementare le vendite fino a saturare entro il 2016 la capacità dell’impianto cinese di Changshu, in grado di costruire 150.000 unità all’anno. Ma Qoros guarda lontano perché, a soli sei anni dalla nascita, non mira a conquistare solo il mercato locale bensì ad espandersi in misura esponenziale nel vecchio continente. Parte così un progetto pilota che coinvolge la Slovacchia, punto di partenza e di valutazione scelto dal brand cinese per iniziare la propria colonizzazione e iniziare la concorrenza ai marchi più affermati, con risultati interessanti, in base alle aspettative della Casa produttrice, già tangibili nei prossimi due anni. “Bastano poche centinaia di vetture per essere un player significativo nel mercato slovacco” ha dichiarato il Responsabile Vendite Marketing e Strategia Prodotto di Qoros Stefano Villanti allo scorso Salone di Ginevra. La maggior difficoltà sarà quella di vincere la diffidenza del pubblico europeo nei confronti di un prodotto proveniente dalla Cina, soprattutto dover convincere la clientela della qualità superiore all’aspettativa, in modo da riuscire anche a giustificare un prezzo non proprio contenuto. Basti pensare che la 3 Sedan è in vendita a Bratislava con un prezzo d’ingresso di 20.960 euro. Nel frattempo in Cina inizieranno le vendite della versione 3 Hatchback a partire dalla prossima estate, cui seguirà verso gli inizi del 2015 il lancio di una nuova station wagon. “La parte difficile per un marchio cinese è convincere i clienti che offriamo un prodotto di alta qualità – ha confermato Villanti – senza considerare che ci viene chiesto di dimostrare di più rispetto agli altri prodotti che sono figli delle joint-venture con i marchi stranieri. Vogliamo stare nel mercato premium senza complessi di inferiorità, per questo i nostri prodotti devono avere standard qualitativi elevati e una ottima assistenza”. Per offrire alla propria clientela l’immagine di efficienza ed un servizio di prima qualità, Qoros ha predisposto sia in Cina che in Slovacchia un servizio post-vendita che si occupi di risolvere gli eventuali problemi della vettura entro le ventiquattro ore.  

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DS presenta il nuovo SUV 6WR

 

di Germana Condò

 

Sarà presentato al prossimo Salone dell’Auto di Pechino il SUV DS 6WR che ufficialmente separa per la prima volta il marchio DS da quello Citroen. È quanto si evince dal comunicato stampa di presentazione di questo nuovo SUV in cui la sigla DS sta a richiamare il marchio ed il numero 6 indica il modello. Il SUV premium è lungo 4,55 metri, largo 1,86 metri e alto 1,61 metri, ed ha un passo di 2,73 con dimensioni che lo contraddistinguono per la versatilità e capienza e con linee che fanno convivere armoniosamente le forme imponenti da SUV e le linee eleganti e futuristiche insite nel dna di DS. Il suo inedito design ne fa un veicolo “ribelle e selvaggio ma anche perfezionista e raffinato”, questo è quanto espresso nel comunicato per definire l’indole del nuovo DS 6WR. Dal frontale aggressivo, emerge una grande calandra che diventa elemento di congiunzione con i gruppi ottici, attraverso inserti cromati che creano una soluzione di continuità. Nella parte posteriore un insolito disegno avvolgente del portellone sembra inglobare i fari posteriori. Oltre ai grandi cerchi in lega da 19 pollici, il nuovo SUV DS vanta una dotazione premium che comprende elevati contenuti tecnologici, come il sistema Grip Control che consente lo spostamento e l’estrema manovrabilità in tutte le condizioni del manto stradale, senza la necessità della trazione integrale. I motori disponibili al lancio saranno i due benzina con alimentazione ad iniezione diretta sequenziale e turbocompressore e-THP 160 e THP 200, in abbinamento al cambio automatico a sei rapporti. Il nuovo SUV DS 6WR è il terzo modello del brand ad essere realizzato in Cina e rappresenta l’inizio di una fase di sviluppo del marchio DS nel continente. Se ne attende l’uscita per la fine dell’anno, mentre nei prossimi mesi la gamma si amplierà con un nuovo modello prodotto localmente.